Quanti concerti avrete visto nella vostra vita? Tanti concerti ed altrettanti chitarristi, o quasi. E di quanti vi ricordate realmente, o avete discusso con gli amici davanti ad una birra? Scommetto che tra quelli che vi ricordate meglio ci sono anche quelli che hanno saputo stupirvi con quell'assolo particolare, quell'effetto inaspettato o quell'accessorio strano che hanno reso la loro performance memorabile.
In un mondo pieno zeppo di concerti, video, performance fenomenali di ogni tipo, è davvero difficile lasciare il segno, ma è indispensabile non passare sotto traccia.
Ecco qui qualche idea da usare ed integrare nei propri concerti o video, per farsi ricordare al primo colpo.
N.B.: tutti questi aggeggi non vi faranno diventare famosi, forse aiuteranno, ma vi aiuterà molto di più saperli usare, quindi ci mettiamo l'animo in pace, come sempre abbiamo parecchio da studiare!
E-BOW
L'E-Bow (Energy Bow o Electronic Bow decidete voi) è un dispositivo elettronico inventato da Greg Heet che attraverso un risonatore elettromagnetico riesce a mettere in vibrazione le corde di metallo senza contatto. Come suggerisce il nome stesso, l'effetto è quello di un archetto elettronico che permette di ottenere dalla chitarra suoni con un sustain infinito in stile violino, sia sulle singole note che sugli accordi.
Il dispositivo originale era piuttosto costoso ma oggi i prezzi si sono notevolmente abbassati e con poco più di un centinaio di euro potete aggiudicarvene uno per ottenere un effetto assicurato. Nonostante non sia stato introdotto ieri mattina, il pubblico rimane sempre ipnotizzato dal suono melodioso dell'E-Bow.
Oltre alle diverse imitazioni prodotte negli anni '90, recentemente TC-Electronic ha creato una versione moderna dell'E-Bow chiamata Aeon Sustainer. Costa un po' meno ed è tecnologicamente più avanzato per ottenere una vibrazione continua e diversi effetti armonici sulle corde. Qualcuno continua a preferire l'originale ma questa nuova versione è più leggera e sotto alcuni aspetti più pratica, ma che preferiate uno o l'altro l'effetto è molto simile.
Tra gli assoli più famosi realizzati con l'E-Bow ci sono l'introduzione di David Gilmour in "Take it Back" nell'albun "The Division Bell", il finale dell'assolo di "(Don't Fear) The Reaper" dei Blue Oyster Cult e, per tornare in Italia, nell'intro e assolo di "Laura Non C'è" di Massimo Varini per Nek. In quell'assolo Massimo utilizzò anche un altro effetto molto efficace per dare una svolta ai vostri pezzi, e ne parliamo giusto qui sotto.
TALK BOX
Il Talk Box è un effetto molto famoso per aver letteralmente plasmato alcuni dei riff e assoli più famosi della storia, nonostante questo rimane ad oggi poco utilizzato nella sua versione originale a causa del costo elevato e della poca praticità dell'unità originale. Proprio per questo però i chitarristi che vogliono dare un carattere distintivo e diverso ai loro pezzi spesso ricorrono al Talk Box ed è sempre un'opzione efficace per ottenere una modulazione molto 'umana' del nostro suono.
Fu messo in commercio per la prima volta nel 1969 ma fu Peter Frampton con il brano "Do You Feel Like We Do" a decretarne per la prima volta il vero successo. La sua caratteristica così umanizzante deriva dall'interazione diretta del suono della chitarra con il chitarrista non attraverso le mani ma attraverso la bocca (da cui Talk Box). Proprio come nella modulazione della voce, il suono della chitarra viene indirizzato verso la bocca da un altoparlante collegato ad un tubo di gomma ed il suono viene poi ripreso da un microfono. La bocca può quindi plasmare il suono proprio come fa con il parlato, facendo quasi "cantare" la chitarra.
Il successo di questo effetto ha fatto si che molte case produttrici abbiano realizzato la loro versione del Talk Box. Alcune hanno preferito l'approccio originale, con la tecnologia classica utilizzata per il primo modello. Altre case invece hanno optato per versioni più o meno riuscite del Talk Box che però, con un processing analogico o digitale, riescono ad imitare questo effetto rendendolo però più economico e più pratico.
Tra i pedali più riusciti che riescono ad ottenere un effetto Talk Box troviamo sicuramente l'MXR M222 che, pur funzionando con la stessa tecnologia dell'originale, evita di dover utilizzare un secondo amplificatore per l'effetto e fa tutto all'interno del pedale.
Electro-Harmonix, con il suo Talking Pedal, ha realizzato un simulatore di talk box che funziona solo a pedale, tipo wah wah per intenderci, e non ha quindi bisogno nemmeno del tubo di gomma. Con un po' di pratica si possono ottenere risultati molto simili, anche se più limitati e meno espressivi, ad un costo inferiore e con minore ingombro.
Tra gli emulatori più interessanti troviamo anche il Boss Vocoder VO-1 che, tramite l'utilizzo di un microfono, consente una quantità notevole di modulazioni vocali del suono di chitarra, basso - e qualsiasi strumento elettrificato in definitiva - che vanno dal classico suono talk box al vocoder più moderno.
Tra i brani resi celebri anche grazie all'introduzione di questo effetto non possiamo ovviamente non citare "Livin' On A Prayer" dei Bon Jovi (Richie Sambora alla chitarra), "The Zoo" degli Scorpions (assolo di Matthias Jabs) e "Sweet Emotion" degli Aerosmith (ovviamente Joe Perry alla chitarra).
KILL SWITCH
C'è qualcosa di più semplice di un interruttore on-off? Probabilmente no, ma se utilizzato bene sulla chitarra può dare veramente un tiro incredibilmente moderno alle nostre ritimiche o assoli. L'approccio ritmico qui si avvicina più a quello dei DJ che a quello dei chitarristi. Infatti molti chitarristi come Tom Morello o Buckethead sono stati ispirati dalla tecnica scratch e slider dei DJ per potere nel mondo delle sei corde l'effetto Kill Switch.
Molti chitarristi hanno utilizzato negli anni questo 'trucchetto', utilizzando il selettore dei pickup come kill switch. E' molto semplice, anche se alla lunga non molto salutare per il selettore, basta mettere al massimo il volume di un pickup ed a zero l'altro, quindi suonare una nota o accordo e passare rapidamente da un pickup all'altro per ottenere il classico effetto on-off. E' a costo zero è ci potete veramente inventare delle magie ritmiche.
Due opzioni un po' più professionali e meno dannose per la circuitazione della chitarra? Vi consiglio il pedale kill switch Raygun FX, che proprio per la sua semplicità costa poche decine di euro, e vi permette di fare on-off con il tap del piede.
Oppure potete optare per la soluzione più sofisticata e da virtuosi facendovi installare un kill switch direttamente dal vostro liutaio sulla chitarra, come ha fatto Buckethead per la sua Gibson signature.
Non abbiamo finito qui, nel prossimo articolo tra qualche giorno parleremo di altri accessori che possono rendervi indimenticabili al pubblico, quindi restate qui in giro e nel frattempo fate un giro nel vostro negozio di strumenti di fiducia per provare uno di questi bei giocattoli.