Nel mio lavoro di musicista, facendo dimostrazioni e lezioni, noto che numerosi musicisti, soprattutto chi inizia ma non solo, utilizzano gli effetti spesso in modo poco consapevole o limitato. Questo fa si che talvolta utilizzino solo i classici 'preset', le impostazioni più utilizzate, oppure non riescano mai ad essere davvero contenti del proprio suono. Questo può accadere per la scelta sbagliata dell'effetto da utilizzare o, anche in caso di scelta giusta, per la poca comprensione del funzionamento che gli permetterebbe di sfruttare a pieno ciò che hanno tra le mani.
Per dare qualche consiglio e fare un po' di chiarezza, apriamo su Strumenti Musicali.it una nuova serie di articoli dedicata proprio al funzionamento degli effetti, con una panoramica generale e semplice effetto per effetto, con esempi da pezzi noti, un po' di storia e prospettiva sui modelli famosi e di maggior successo che meglio hanno saputo interpretare quel tipo di effetto.
Iniziamo parlando forse del più utilizzato di tutti, la Distorsione.
SI DICE DISTORSIONE O SATURAZIONE?
Questa domanda può sembrare molto accademica o puramente lessicale ma in realtà nasconde il significato e la comprensione del funzionamento di questo effetto. Molti, a dire il vero, non considerano nemmeno la distorsione come un effetto ma come parte della costruzione primaria del suono, tuttavia se pensiamo agli effetti come a tutti quei dispositivi o circuiti che vanno a modificare in qualche modo il segnale proveniente dallo strumento, fatto salvo per la pura amplificazione, possiamo tranquillamente includerla tra gli effetti del nostro arsenale.
Distinguiamo i due termini. La Saturazione è quel processo che avviene quando portiamo la circuitazione del nostro amplificatore, o di qualsiasi effetto che prevede un'amplificazione del segnale, ad un livello oltre il quale ad un aumento di livello del segnale in entrata non corrisponde più lo stesso aumento del livello di segnale in uscita. Detto in parole povere: quando alziamo il volume del nostro ampli ed iniziamo ad ottenere meno volume in uscita, con la conseguenza che il segnale inizia a distorcere.
Esatto, la Distorsione è l'effetto della Saturazione.
Infatti quando ad un aumento del input non abbiamo più aumento lineare dell'output il segnale in uscita subisce una "distorsione", appunto, che cambia la natura sinusoidale delle singole frequenze che compongono il suono. I picchi delle sinusoidi vengono schiacciati o addirittura troncati generando quell'effetto sporco del suono che, nato come effetto collaterale negativo dell'amplificazione, è diventato una caratteristica estremamente ricercata e sfruttata per la creazione di suoni più aggressivi e ricchi. Questo è dovuto al fatto che la distorsione aggiunge al suono originale frequenze armoniche ed inarmoniche che ne alterano il timbro.
Esistono molti modi per distorcere un segnale e ciascuno da al suono una caratteristica timbrica differente, proprio per questo possiamo trovare centinaia di pedali, plug-in o processori diversi per farlo.
OVERDRIVE O DISTORSORE?
La domanda così posta potrebbe essere fuorviante, ma siccome voglio semplificare e non scrivere un trattato accademico, possiamo dire che l'Overdrive è un tipo di Distorsione che genericamente si ottiene facendo saturare o la preamplificazione valvolare o le valvole finali di un amplificatore. Per estensione possiamo dire che qualsiasi pedale effetto che replica la saturazione valvolare può essere definito Overdrive.
Solitamente gli Overdrive tendono ad essere i meno aggressivi e più dinamici tra i distorsori proprio per la loro natura più progessiva nel saturare la circuitazione.
Il Distorsore invece è un effetto che può essere declinato in molti modi, a seconda del tipo di sonorità che si vuole ottenere tramite la saturazione della circuitazione. A seconda che il costruttore decida di optare per un soft clipping, una saturazione più morbida tipica dei dispositivi analogici, o un hard clipping, per un effetto più tagliente ed acido come si ottiene ad esempio con la distorsione digitale, si possono ottenere sonorità molto differenti. I chitarristi sono molto più abituati ad utilizzare distorsioni con un intervento morbido, anche se aggressive e con molto gain, poichè il suono della chitarra altrimenti tende a diventare piuttosto finto e sintetizzato, però in molti generi come alcuni tipi di metal o nelle contaminazioni con la musica elettronica non mancano anche esempi di hard clipping applicato alla chitarra.
SUONO PULITO, CRUNCH E DISTORTO
Nonostante il Vangelo secondo Eddie Van Halen reciti che nella chitarra elettrica il suono completamente clean non dovrebbe esistere, possiamo dividere i Livelli di Distorsione in tre step: suono Pulito, Crunch e Distorto.
Sia inteso che questa suddivisione è solo concettuale, poichè in realtà possono esistere infinite sfumature tra di essi. Possiamo definire il suono Pulito semplicemente come quella tipologia di suono che non distorce mai, anche al massimo della dinamica. Il suono Crunch è quel tipo di suono saturo che a dinamiche basse - suonando piano - torna pulito, mentre spingendo di più distorce progressivamente. Il suono Distorto è quel suono molto compresso che distorce sempre, indipendente dal fatto che si suoni forte o piano.
Questi tre suoni sono, con eccezioni che variano di genere in genere, quei tre suoni di base che non dovrebbero mancare mai nell'arsenale di un chitarrista. Sono anche quei suoni che poi solitamente vanno a caratterizzare lo stile di un musicista rispetto ad un altro, poichè l'abitudine a propendere più per certe sonorità rispetto ad altre non è solo una questione di timbrica ma influenza profondamente il modo di suonare e le tecniche utilizzate sulla chitarra. Pensiamo ad esempio ai chitarristi jazz che utilizzano moltissimo i suoni puliti e poi spesso passano a suoni distorti per le parti soliste per dare più sustain e far 'cantare' di più lo strumento. I bluesmen amano in particolare i suoni crunch, che permettono loro di utilizzare la dinamica della mano per controllare il suono della chitarra in ogni nota, per portare ai massimi livelli l'espressività delle loro parti. Nell'heavy metal invece regnano i distorti, neanche a dirlo, con suoni iper-compressi che a discapito di una dinamica molto ridotta danno un impatto più deciso, un sustain molto lungo ed una pienezza della chitarra nel mix data dal suono ricchissimo di armoniche.
Qui di seguito prima di chiudere vi faccio qualche esempio significativo di queste tipologie di suono utilizzate in brani molto noti. Come sempre dovete tenere conto che la musica è il mondo della contaminazione e delle possibilità, quindi in ogni genere ci sono casi specifici di utilizzi completamente diversi - ed a volte vincenti proprio perchè originali - delle diverse distorsioni.
Ecco un classico esempio di suono Pulito, in questo brano celeberrimo degli Animals reso immortale proprio dal riff di chitarra clean:
Ecco qui invece il mitico Stevie Ray Vaughan che ha fatto dell'utilizzo del suono Crunch una vera e propria forma d'arte:
Inutile dire che il suono di gruppi come i Megadeth di Dave Mustaine si basa principalmente sull'uso di distorsioni molto aggressive e 'scartavetranti':
QUALCHE MODELLO CHE HA FATTO SCUOLA
E' ovvio che se dovessimo citare tutti i modelli di distorsori o overdrive famosi o che si sono distinti nella storia della musica, dovremmo scrivere una vera e propria enciclopedia. Qui, senza la pretesa di essere completi, vi faccio qualche esempio di effetti che grazie alla loro versatilità, originalità o particolarità di suono sono diventati dei best-seller.
IBANEZ - TS9 Tube Screamer
Non si può prescindere da questo pedale, forse il distorsore più famoso tra i famosi. Ne sono stati venduti tanti che si potrebbe fare il giro della terra collegandoli tutti. Come dice il nome stesso Ibanez volle replicare il comportamento dell'amplificazione valvolare in un pedale compatto, ottenendo una distorsione progressiva e morbida che va da dei crunch molto accattivanti a delle distorsioni decise ma calde e melodiche.
PRO CO - Rat
Il ProCo RAT 2 è un altro che ha fatto un'epoca, uno dei più emulati e tutto sommato anche dei più semplici. Utilizzato indifferentemente da bassisti e chitarristi, dal 1988 ha distorto gli strumenti di chitarristi dal jazzista John Scofield alle chitarre iconoclaste di Kurt Kobain passando per altri nomi mitologici come Jeff Beck o Nuno Bettencourt.
Noto per la sua essenzialità e versatilità assieme, è particolarmente apprezzato per il suo circuito Filter che, a differenza dei soliti circuiti Tone, va solo ad ammorbidire le alte, mantenendo le basse della chitarra sempre definite.
BOSS - SD-1 Super OverDrive
Anche qui parliamo di un pedale che, sebbene oggi sia un po' calato in popolarità, per il periodo che va dagli anni '80 alla fine degli anni '90, ha avuto pochi rivali nella creazione di suoni overdrive, soprattutto in combinazione con amplificatori valvolari come le classiche Marshall JCM.
Versatilissimo nella creazione dei suoni crunch, è utilizzato in maniera molto estesa anche per spingere ulteriormente i suoni distorti dell'amplificatore o come booster ante-litteram che spinge la dinamica dell'ampli nel range che più ci serve per ritmiche ed assoli.
ELECTRO-HARMONIX - Big Muff
Entrato nell'Olimpo dei pedali distorsori, la sua creazione avvenne alla fine degli anni '60 per opera del fondatore Mike Matthews in collaborazione con niente meno che Jimi Hendrix. Il suo suono molto sporco che sta al limite tra un distorsore classico ed un fuzz lo ha reso molto amato e molto odiato.
Tra i nomi più celebri che posso farvi a memoria degli utilizzatori del Big Muff sicuramente non posso non citare Carlos Santana, David Gilmour, Billy Corgan degli Smashing Pumpkins e Frank Zappa.