Per la musica italiana è un momento storico, anche se si tratta di una rivoluzione lenta e per lo più silenziosa. Questo non vuol dire che non ci siano dei momenti cardine che verranno ricordati nel lungo processo di liberalizzazione e liberazione dal monopolio sulla gestione del diritto d'autore. Il 10 aprile alle 17:30 infatti SIAE ha firmato un accordo con Soundreef, la principale concorrente privata per la gestione del diritto d'autore in Italia, e LEA, l'associazione no-profit che Soundreef utilizza per la riscossione dei diritti, per chiudere tutte le cause in atto ed evitarne di future. Inoltre SIAE e Soundreef sottoscrivono il reciproco riconoscimento.
Com'è noto a tutti fino a qualche anno fa SIAE, la Società Italiana Autori ed Editori, aveva il diritto in esclusiva per la gestione e riscossione di tutti i diritti d'autore tutelati dalla legge. Dopo la decisione altrettanto storica della Unione Europea del 2014 di decretare la liberalizzazione di questo settore, anche l'Italia con alcune resistenze ed opacità aveva dovuto adeguarsi alla nuova normativa con il Decreto legislativo 35/2017. Da allora Soundreef ha messo in opera un sistema estremamente efficiente e moderno per la rendicontazione, un sito all'avanguardia e procedure molto semplici per gli utenti e per i creatori degli eventi, portando artisti come Fedez, J-Ax, Gigi d'Alessio ed Enrico Ruggeri ad abbandonare SIAE per la nuova società.
Negli ultimi cinque anni questa concorrenza ha portato ad un numero notevole di azioni legali e contenziosi che hanno spinto ora le parti a trovare un accordo. Le cause passate saranno quindi chiuse, e l'accordo dovrebbe evitarne di future.
Soundreef, la società fondata da Davide D'Atri, e LEA, sottoscrivono quindi assieme a SIAE un documento di "pace" che "mira, fermo restando il rapporto di concorrenza tra le parti, a garantire il buon funzionamento del mercato nell’interesse innanzitutto dei titolari dei diritti d'autore nonché degli utilizzatori".
SIAE quindi ha accettato l'esistenza di un riscossore terzo come Lea che percepisce per Soundreef i diritti dovuti per legge; inoltre ammette la necessità di una licenza integrativa tramite Lea per gli organizzatori degli eventi nel caso siano coinvolti brani di autori associati Soundreef.
Se da un lato per Soundreef è una vittoria da tempo attesa, per noi autori e per gli organizzatori degli eventi si apre potenzialmente un periodo di grande confusione e complicazione burocratica. Tenendo presente che la gestione delle licenze SIAE, anche spesso per causa di agenti territoriali poco trasparenti, è uno degli incubi dei gestori di locali ed organizzatori di eventi, provate ad immaginare ora che le licenze dovranno diventare due. Si perchè nell'accordo viene sancita la decisione di gestire in esclusiva i repertori di competenza e che quindi non esisterà un singolo borderò attraverso il quale poi i diritti verranno divisi tra le società, bensì due, uno per parte.
Nei prossimi dieci giorni le due società lavoreranno per ridefinire le procedure ed entro il 30 giungo 2019 dovranno aggiornare gli statuti, i regolamenti e la modulistica in modo concorde all'accordo, tuttavia bisogna ricordare che siamo in Italia e, come si sa, più che la legge comanda la burocrazia.
Siamo dunque giunti alla soluzione del grande problema della gestione del diritto d'autore in Italia?
Non credo.
Un progresso si, quello c'è stato poichè SIAE ha accettato l'esistenza di un altro intermediatore ma, e qui sta il grosso problema pratico, quando un utilizzatore suonerà il repertorio di un associato Soundreef, SIAE sottoscrive che il "pagamento della licenza Siae non è più esaustivo rispetto all'utilizzo di musica", pertanto ciascuna parte "amministrerà esclusivamente la quota parte dei diritti d'autore a esso affidato in gestione dal titolare dei diritti". Questo significa una potenziale complicazione mortale per il sistema degli organizzatori di eventi e dei locali.
Provate ad immaginare un festival con molte band e che deve destreggiarsi per ciascuna band con una licenza e modulistica differente. Pensate all'enorme giro di cover band che suonano pezzi di ogni tipo e senza sapere ovviamente chi è associato a chi. Fino ad ora compilavano esclusivamente un borderò SIAE, ma ora cosa faranno?
E se, ipotesi poi non del tutto assurda, in futuro altre società dovessero entrare in questo business, che succederebbe? Un permesso per ogni società?
Se penso ad una liberalizzazione penso ad una semplificazione in senso plurale del mercato che, possibilmente, aumentando la concorrenza faccia diminuire i prezzi per l'utente finale ed aumentare la qualità dei servizi. Qui invece non sappiamo ancora che succederà, nessuno esclude che i doppi permessi non facciano anche aumentare i costi. Con i locali già con l'acqua alla gola per le spese questo porterebbe quasi certamente ad una maggiore evasione del pagamento dei diritti.
Il diritto d'autore è una miniera d'oro virtuale per un Paese pieno di ingegno e creatività come il nostro. Tutto dovrebbe diventare più semplice e non più difficile e, se il Governo volesse davvero creare un mercato libero com'era nelle intenzioni, probabilmente creerebbe un database comune e darebbe agli intermediatori il compito di sincronizzarsi e "smazzarsi" tutta la burocrazia. Come dice lo stesso Davide D'Atri: "Di sicuro è l’inizio di un percorso che accompagnerà l’Italia ad avere nuove regole nel mercato degli autori e degli editori. L’accordo è un primo passo importante, c’è stata una settimana positiva nei dialoghi tra noi e Siae. Ora però è importante che il governo continui questo percorso”.
Gli utenti finali devono avere un servizio semplice con costi bassi e certi ed un unico portale in cui accedere e richiedere permessi, fare i pagamenti, creare i borderò e tutto quello di cui c'è bisogno. Se un domani una nuova società dovesse entrare, o una di queste fallisse, la nuova dovrebbe solo collegarsi al sistema, mentre per i gestori il sistema non cambierebbe di una virgola.