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Speciale Pickup: Conoscere, Scegliere e Cambiare l'Anima della Chitarra


Quando i chitarristi si approcciano al suono della chitarra le componenti che possono essere prese in considerazione sono davvero molte, tutti quelli che ci capiscono un minimo però concorderanno che tutto parte da una buona chitarra e, senza dubbio, che una buona chitarra elettrica non può prescindere da dei buoni pickup, poichè questi davvero l'anima della chitarra, i trasduttori che trasformano le vibrazioni trasmesse dal nostro tocco alle corde nel segnale elettrico che poi andiamo ad amplificare e scolpire a nostro piacere.
In questo speciale dedicato proprio a questo componente strategico e tanto discusso non ci limiteremo a spiegare in poche parole cos'è un pickup e perchè ce ne sono tanti e diversi, ma ci avvarremo dell'esperienza e conoscenza di Paolo Celentano, che con la sua azienda Celentano Pickups è un punto di riferimento nel nostro Paese in quanto a pickup custom vintage.

 

I classici single-coil AlNiCo in stile vintage anni '70 di Celentano Pickups.

COS'E' UN PICKUP

Anche se ovviamente si potrebbe scrivere un intero libro solo per spiegare cos'è e come funziona un pickup in tutte le sue caratteristiche, possiamo dire molto brevemente che si tratta di un trasduttore elettromagnetico, ovvero un dispositivo passivo - quando non ha bisogno di alimentazione - o attivo - se si avvale di una batteria necessaria all'alimentazione dei magneti o di un preamplificatore - che trasforma le vibrazioni delle corde metalliche in segnale elettrico. Qui parleremo esclusivamente di pickup elettromagnetici, non ci occuperemo quindi per ragioni di brevità di pickup piezoelettrici o microfonici.

 

I pickup sono composti, generalizzando, da una serie di magneti con i poli rivolti verso le corde. Questi magneti, uno per corda ed avvolti da un numero controllato di spire di filo di rame, "sentono" le vibrazioni delle corde sotto forma di perturbazioni del loro campo magnetico. Queste variazioni del campo magnetico passano nelle spire di rame sotto forma di un debole segnale elettrico, quel flebile segnale da cui parte tutta la magia della nostra musica.

 

La domanda che molti musicisti, neofiti ed anche esperti, si fanno è: quanto conta il pickup per il suono? Possiamo avere pickup identici su chitarre diverse, o pickup diversi su una stessa chitarra. Avere un'idea oggettiva è difficile. Fatto cento il suono della chitarra, quanto conta il pickup e perchè?

Un buon suono nelle mani si concretizza nel cono dell'ampli ed è il risultato di tanti fattori, tutti in perfetto equilibrio, ma è il pickup l'elemento fondamentale della chitarra elettrica e conta per il 60% dell'insieme.
Ogni pickup per sua costruzione ha un'identità, un timbro sonoro ben definito che oscilla tra le mille sfumature di hardware ed elettronica, sostenuto dall'enfasi dei legni e del setup.
Per me è come un punto di riferimento e conoscendone alla perfezione il suono e il comportamento, un pickup è utilissimo nei confronti diretti tra tasti, ponti e legni fino alle stesse chitarre con vernici e stagionature diverse. Inoltre lo puoi disegnare come uno strumento di liuteria e customizzarlo al 100% secondo il tuo gusto.
Come dire, a mille chitarre diverse con lo stesso pickup preferirei di sicuro un solo strumento versatile a cui poter dare mille suoni.

Un pickup humbucker con le sue due serie di magneti e bobine in controfase.

QUALI SONO LE TIPOLOGIE DI PICKUP?

Inutile dire che dagli anni '20 ad oggi, nel mondo dei trasduttori per chitarra è stato sperimentato davvero di tutto. Riassumendo sempre molto brevemente però possiamo dire che le tipologie più utilizzate ed efficaci sono tre:

  • Pickup Single-Coil: sono i pickup più utilizzati, sono costruiti con un solo magnete per corda ed una sola bobina. Hanno solitamente un suono più brillante e dinamico degli altri due e prediligono suoni puliti o distorsioni non estreme. Questo perchè hanno un'uscita moderata ed un livello di rumore abbastanza alto che se spinto troppo risulterebbe molto invadente.
    Sono i classici pickup che vediamo su chitarre come la Fender Stratocaster.
  • Pickup Humbucker: l'idea geniale per creare pickup più potenti e con un rumore interno più basso fu quella di abbinare due bobine poste in contro-fase, così da eliminare la maggior parte delle interferenze. Il risultato delle due bobine è un suono più caldo dei single-coil, con una capacità superiore di mandare in saturazione gli amplificatori.
    Viene utilizzato in qualsiasi posizione ma l'humbucker al ponte è un ever-green nel mondo rock.
  • Pickup stile P90: una via di mezzo tra i single-coil e gli humbucker sono questi pickup inventati da Gibson nel 1946. Una bobina più corta ed un avvolgimento più corposo sono il "segreto" per il suono più potente e profondo rispetto ai single-coil ma con più attacco e dinamica rispetto agli humbucker.
    L'abbinamento più comune dei P90 è con la Gibson Les Paul, che nel blues e nel rock ha fatto la storia.

 

Nel mondo dei pickup c'è molto esoterismo, che serve più che altro a confondere i musicisti che magari non si intendono di elettronica ed elettromagnetismo. Quali sono gli elementi costitutivi insostituibili di un pickup e che ruolo hanno?

Confondere le idee ai musicisti descrivendo le proprie magiche ispirazioni e nebulosi procedimenti tecnici, non significa costruire un buon pickup, ma solo saperlo vendere.
La bravura e l'esperienza dell'artigiano sta nel combinare con maestria le variabili in gioco, ma la qualità del suono dipenderà sempre dalla competenza che si ha nello scegliere i materiali giusti. Il magnete è l'elemento principale per il suono, ogni lega ha il suo particolare timbro sonoro e in base alla sua composizione, curva di lavoro, dimensioni e carica in Gauss, definiamo l'attacco, la chiarezza, la dinamica e la potenza in uscita.
Con l'avvolgimento e il numero di giri mettiamo in risalto determinate frequenze, di solito a resistenze basse corrispondono pickup molto aperti, al contrario aumentando i giri scurisci il suono, che tende ai medi.
Anche i pattern, l'altezza e larghezza della bobina condizionano il tono dando brillantezza e/o corpo al suono finale.
Anche qui si devono però considerare lo spessore della vernice di isolamento, quindi la distanza finale dei layers di rame, il diametro della sua sezione interna, la tensione imposta al filo e la velocità dell'avvolgimento.

Un pickup in stile P90 soapbar, con la sua bobina maggiorata e più sottile.

MAGNETI IN ALNICO O CERAMICI?

Come avrete capito molto delle prestazioni dei pickup girano attorno ai magneti, alla loro costruzione, la lega di cui sono composti ed ai trattamenti a cui vengono sottoposti per raggiungere le prestazioni magnetiche desiderate e durevoli nel tempo.
Anche qui riassumeremo molto, ma a grandi linee le due famiglie di pickup principalmente utilizzate sono quelle con magneti in AlNiCo e con magneti ceramici.

  • AlNiCo - come dice il nome stesso è una lega di Alluminio, Nickel e Cobalto, a cui vengono aggiunti anche ferro, rame e titanio in proporzioni differenti a seconda delle caratteristiche sonore che si desidera ottenere. Le leghe vengono distinte per numerazione, l'AlNiCo 2, utilizzato ad esempio per i primi PAF da una risposta più morbida e con meno attacco sulle basse. L'AlNiCo 3 e 4 sono meno potenti e con una risposta differente anche sulle alte frequenze, l'AlNiCo 5 è la lega più magnetica delle quattro e viene ad esempio utilizzata per i classici single-coil delle Stratocaster.
  • Ceramici - realizzati in ferrite, sono normalmente più magnetici e potenti dei magneti in AlNiCo, nonchè più economici da realizzare, questo li ha spesso resi vittima di un pregiudizio di inferiorità rispetto all'AlNiCo. La loro maggiore potenza e risposta più rapida li rende più adatti ai generi dove è richiesta molta saturazione e articolazione precisa delle note, come l'hard-rock ed il metal. Non è un caso che DiMarzio abbia fatto la sua fortuna proprio grazie ai pickup ceramici. Le medie più pronunciate e la risposta spesso molto asciutta e tagliente sulle alte li rende meno preferiti per i suoni puliti ma ci sono molti altri fattori che influenzano il suono.

 

 

Voi avete puntato moltissimo del vostro lavoro sulle materie prime. Parliamo della lega metallica con cui sono realizzati i magneti. AlNiCo e composti ceramici, qual è la differenza e perchè nei pickup vintage dominano quelli in AlNiCo?

Chi ha ascoltato e ascolta musica di quel periodo ha "nelle orecchie" il suono dei pickup in AlNiCo, dato che negli anni '50 e '60 erano gli unici magneti reperibili, addirittura nel '40 nei famosi Charlie Christian venivano usati ancora magneti in acciaio al cobalto.
Il primo ceramico di successo fu il DiMarzio Super Distorsion, una vera rivoluzione per i primi anni '70 ma, oggi stiamo ritornando all'AlNiCo perchè si preferiscono distorsioni meno esasperate (tipiche del ceramico) e suoni più dinamici e ricchi di armoniche, habitat ideale per questo tipo di magneti.
Il ceramico lo ritengo troppo sbilanciato e adatto solo a determinati tipi di generi musicali.
L'AlNiCo può trattenere meno carica magnetica rispetto al ceramico e quindi ha meno volume, ma ha più margine di manovra nei trattamenti termici e chimici che poi andranno a definirne le prestazioni finali, variando le percentuali dei metalli nella lega e i tipi di trattamento termico - il cosidetto Tempering.

Tipo, materiale e tecniche di avvolgimento, un altro grande capitolo. Perchè esistono tante leggende attorno ad un filo di rame?

Il filo prende il nome dalla vernice che lo riveste e dal numero di strati che lo isola, e per questo lo stesso rame può avere differenti e peculiari risposte sonore.
Oggi ci sono dignitose repliche di fili vintage come il classico plain enamel o l'heavy formvar, ma si notano evidenti differenze con le prestazioni dei copper vintage. Le svariate coperture in resina sintetica oggi disponibili, non riescono a replicarne le caratteristiche ed uno dei motivi è che i procedimenti produttivi e i materiali utilizzati in passato, sono stati ormai vietati per sempre perchè dannosi alla salute dell'uomo.
Benchè molto più efficienti rispetto ai metodi utilizzati in passato, le tecnologie moderne sono meno efficaci nel rendimento, e la qualità ne risente.
Le tecniche di avvolgimento dell'epoca o in certi casi le macchine utilizzate, sono considerate indispensabili per una replica perfetta di quel tono, ma si può uscire dagli standard, ottenendo comunque un buon risultato.

Voi siete esperti di pickup vintage-style. Qual è la differenza tra questi ed i pickup che possono altrettanto essere genericamente definiti come moderni?

E' una questione di carattere e di finezza armonica, i vintage style hanno un suono complesso e articolato e sono perfetti per ogni tipo di genere, perchè sempre equilibrati su ogni frequenza. I fili e i magneti moderni hanno poco calore, un basso rendimento e tenuta in distorsione, alcuni addirittura sembrano piatti, secchi e vuoti.
Nel mondo ci sono molti validi produttori e negli anni ho provato tante componenti che, nonostante l'ottima fattura, mancavano però del temperamento che cercavo. La qualità delle componenti oggi, rispetto alle risorse di epoca vintage, è scarsa. C'è più disponibilità e quindi devi cercare chi, tra i tanti, usa i materiali corretti. La grande qualità del suono di un tempo accontentava tutti i chitarristi, che giocavano col volume, col tono per correggere le sonorità. Oggi invece c'è bisogno di quel tipo di pickup per quel suono in particolare, e vari espedienti per renderlo proponibile.

Parlando di rapporto qualità/prezzo, come si sceglie un pickup e come dare un peso e valore a certe materie prime o lavorazioni invece che ad altre?

Un pickup si sceglie di solito in base alla fama e all esperienza del produttore, che in questo caso fanno da garanzia.
Tanti affermati pickup-makers preferiscono specializzarsi nella produzione di pochi modelli ben testati, fornendo esigue informazioni tecniche per un prodotto di pregio che è ormai riconosciuto essere al top. Si paga il duro lavoro e le ricerche di un artigiano che è stato anni in officina a cercare quel millesimo di secondo di vantaggio, utile a vincere la gara.
Al contrario i grandi brand forniscono moltissimi modelli diversi di pickup e una esaustiva scheda tecnica basta a capire il tipo di suono ma non la qualità, che spesso corrisponde alla modica cifra pagata.
La comunità musicale ci aiuta molto e la voce gira nei forum, più che nei canali di marketing. Serve tanto feedback, infatti non c'è pubblicità migliore di un cliente soddisfatto e in base al suo spessore e autorevolezza, hai anche una sorta di garanzia.
Per scegliere il pickup giusto devi avere uno spiccato senso critico, basato sull'esperienza, e aver provato e riprovato, suonato veramente, letto e domandato, cercando sempre di approfondire con curiosità quello che ti interessa.

 

Articolo realizzato in collaborazione con Celentano Pickups.
Si ringrazia Paolo Celentano per averci messo a disposizione la sua esperienza e professionalità e vi invitiamo ad andare ad ascoltare le sue creazioni sul SITO UFFICIALE e seguirli tramite la loro pagina Facebook.

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