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Speciale – Roland Fantom e Jupiter Xm: il ritorno!


In queste ore sono state presentate due novità tra i sintetizzatori digitali del brand giapponese: la quinta generazione della serie Fantom e il compatto Jupiter-Xm. Roland South Europe nei giorni scorsi mi ha invitato a scoprire in anteprima questi nuovi strumenti nello studio di Davide Dileo, meglio conosciuto come Boosta. Vuoi dire di no?

 

roland fantom

 

Gianni Proietti (aka Gattobus), ha descritto a Davide e al sottoscritto le principali caratteristiche dei due sintetizzatori: nell’articolo troverete una coppia di filmati in cui ho inserito i momenti salienti di questa anteprima. Ma andiamo con ordine: vediamo in primis le caratteristiche salienti della nuova ammiraglia giapponese.

Roland Fantom - Panoramica

Un progetto interamente “Made in Roland”, basato su un nuovo processore proprietario denominato BMC, e Fantom a bordo ne monta ben quattro. L’ammiraglia è disponibile in tre versioni: le versioni a 61 e 76 tasti semipesati (Fantom 6 e 7) montano una tastiera di nuova generazione con Aftertouch, mentre la versione a 88 tasti pesati (Fantom 8) monta una varinate della raffinata meccanica PHA-50 dotata di Aftertouch. Il layout del pannello comandi presenta alcuni elementi che rimandano ad altri modelli del brand giapponese, come la coppia di Wheel assegnabili poste sopra il classico “timone” Roland, riprese dal sintetizzatore JD-XA. L’inserimento di note nel sequencer interno è praticabile anche tramite i 16 switch retroilluminati posti sulla destra del pannello, nel puro stile delle drum machine serie TR. Un’altra novità è posta al centro del pannello, dove troneggia un generoso display touch screen a colori. Last but not least, i controlli fisici di Fantom sono in grado di trasmettere un range nel valore incrementato fino a 1024 step.

 

roland fantom

Sulla parte sinistra del pannello, il set di controlli per la gestione delle 16 Zone

 

Generazione sonora

Due le sintesi attualmente disponibili: l’inedita ZEN-Core rimanda nell’architettura generale al motore introdotto nella keytar AX-Edge, ma “vitaminizzato” in diversi parametri. Su Fantom – nei quattro parziali combinabili in un Tone – possiamo impostare oscillatori Virtual Analog, oppure attingere da una libreria di waveform ad alta risoluzione. Nelle modulazioni troviamo quattro modalità impostabili: Sync, Ring, X-Mod e X-Mod2. Anche su Fantom troviamo la modalità Matrix Modulation, per creare dei collegamenti liberi tra sorgenti e destinazioni di modulazione. Il filtro multimodo con pendenza selezionabile a 12/18/24dB/Oct include anche modellazioni dei filtri del Minimoog, del Prophet-5 e del Roland Jupiter-8. Nel doppio LFO il ciclo è impostabile fino a 16 step. Il secondo motore sonoro è il V-Piano desunto dal pianoforte stage RD-2000, con un ricco menu di editing per plasmare il suono nel dettaglio. L’arsenale sonoro su Fantom è così composto: la sintesi ZEN-Core offre 2048 preset (2048 User), mentre altri 128 preset (128 user) sono disponibili nella sintesi V-Piano, più 128 Drumkit.

 

roland fantom

Selezionando l'Analog Filter, la retroilluminazione sui controlli dedicati del filtro diventa rossa

 

Effetti

Oltre agli equalizzatori posti delle varie sezioni, Fantom dispone di ben 16 MFX, due Insert FX, blocchi dedicati per riverbero e modulazioni, nonché una coppia di processori Master Compressor ed EQ. L’Analog FX è assolutamente originale: su Fantom a valle del mix potete decidere di veicolare e al contempo “scaldare” i Tone (in serie o parallelo) in una sezione analogica dotata di una coppia di stadi con Overdrive, VCF e VCA, con uscite dedicate. Sugli ingressi Mic/Line è presente una catena effetti che comprende anche un Part EQ e il canonico Vocoder.

Operatività

Dimenticatevi le gerarchie Roland del passato basate su Patch, Performance o i più recenti Studio Set, perché su Fantom si ragiona con macro denominate Scene in grado di ospitare fino a 16 Zone per altrettanti Tone (con effetti dedicati), ma non solo. Ogni Scene può comprendere anche parametri generali, compresi quelli legati al routing audio, ma anche Pattern o intere Song realizzate con il sequencer. L’interfaccia del recorder MIDI a 16 tracce di Fantom ricorda quella di una DAW come Ableton Live, con un’organizzazione a celle (o Clip) concatenabili tra loro in cui inserire eventi in tempo reale o a step, oppure una serie di pattern. Il layout del modo Motional Pad ricorda il TimeTrip dello storico Roland V-Synth, ma nello specifico potete assegnare fino a quattro Tone in layer miscelandoli tra loro durante l’esecuzione, scorrendo semplicemente un dito sul display.

 

roland fantom

Le connessioni poste sulla parte sinistra del pannello posteriore

 

Connessioni

Il pannello posteriore può impressionare al primo sguardo: partendo da sinistra, troviamo la presa cuffie, il Main Out L/R su prese in formato XLR bilanciato e duplicato su prese jack da 6,3mm, due coppie di Sub Out L/R su prese jack da 6,3mm, due uscite Analog Filter, due coppie di prese CV/Gate in formato minijack, l’interfaccia USB e la porta USB Memory, tre porte USB External Device, due prese Mic Line In nel formato XLR Combo dotate di regolazione individuale del Gain, ben quattro prese per i pedali, porte MIDI In/Out/Thru, quest’ultima commutabile come Out 2, il pulsante di accensione e la vaschetta per inserire il cavo di alimentazione IEC.

Conclusioni

Il look della nuova Fantom mi piace per il ritorno a una certa sobrietà delle forme, peraltro molto più compatte rispetto al passato. Al nero che avvolge lo strumento fa da contraltare l’aggressivo rosso del pannello posteriore che si assottiglia sui fianchi; un contrasto cromatico azzeccato a parer mio, perché rende immediatamente riconoscibile lo strumento su un palco. All’accensione lo strumento è operativo dopo circa 35 secondi, e calcolando la quantità di “bagaglio” da caricare a bordo è un buon tempo. Quello che colpisce al primo ascolto è il suono di forte impatto, merito di convertitori audio - a detta del buon Gianni - allo stato dell’arte. Un esempio da ascoltare nel video è il Tone che emula la storica Laser Harp di Jean Michel Jarre, che in gamma bassa ha messo a dura prova anche i generosi Main Monitor dello studio di Boosta!

 

roland fantom

Il menu principale del sequencer

 

In termini di operatività la nuova Fantom si distacca nettamente dalle “sorelle” precedenti: esempi in tal senso sono il Sequencer rivisto e le varie modalità sparse sul pannello che spingono a un impiego live dello strumento. Roland ha sempre fornito strumenti volti ad assumere il compito di fulcro di un setup, e anche il nuovo Fantom non sfugge a questa regola: si pensi al doppio MIDI Out o alle porte USB To Device, dove pare si potrà collegare in futuro altre periferiche esterne. Non ci resta che attendere la comparsa della nuova ammiraglia presso i rivenditori autorizzati Roland per una prova, nel frattempo, benvenuta Fantom!

 

 

Roland Jupiter-Xm

La sorpresa che non ti aspetti: mentre Boosta sta terminando la prova su Fantom, Gianni Proietti estrae da una custodia questa seconda novità Roland! Un compatto sintetizzatore che nulla ha a che vedere nella sua architettura con i modelli precedenti da cui eredita la denominazione.

 

roland fantom

 

Caratteristiche in pillole

La variante proposta da Gianni all'incontro è dotata di una tastiera con 37 mini tasti sensibili alla Velocity ed è multitimbrico a cinque parti. A breve, questo modello sarà affiancato dalla variante Jupiter-X, con tastiera a passo standard da 61 tasti e un set più ampio di controlli fisici. Anche su questo modello troviamo la sintesi ZEN-Core prevista in Fantom, però associabile agli inediti Model Bank, delle vere e proprie simulazioni di strumenti storici di Roland come il Jupiter-8, l’SH-101, il JX-8P, il Juno-106, l’XV-5080 o i pianoforti digitali della serie RD. La sezioni effetti comprende blocchi MFX, Drive, Reverb, Chorus e Delay. Nel denso pannello dei controlli fisici dello Jupiter-Xm segnalo l’arpeggiatore, perché Roland ha studiato per l'occasione un nuovo “motore” in grado di generare delle variabili sulla base dell’esecuzione in una delle quattro parti disponibili. Tra le altre caratteristiche, segnalo il supporto del protocollo Bluetooth, l'alimentazione a batterie e una coppia di piccoli speaker da 2,5". Nel parco connessioni non mancano una coppia di Main Out in formato XLR, peraltro impiegata nella prova per catturare l’audio del video che vi propongo a fine articolo.

 

Roland Fantom

Jupiter-X

 

Conclusioni

Una bella sorpresa quella fatta da Gianni, perché anche il Jupiter-Xm può stupire per l’ottimo carattere sonoro restituito dalle varie sintesi onboard, peraltro piuttosto trasversali in termini di proposta. In un unico strumento potete combinare fino a cinque synth differenti, creando un set di sintetizzatori vintage o di ultima generazione come sonorità davvero notevole. In studio o sul palco, il Jupiter-Xm potrebbe rivelarsi un tassello molto interessante da programmare.  Nell’attesa di un esemplare da mettere “sotto torchio” per un test su SM Strumenti Musicali, godetevi alcuni assaggi sonori dello Jupiter-Xm “firmati” Boosta. Buona visione!

 

 

INFO

ROLAND

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