Il mitico brand americano Fender, che declinato lungo sarebbe parte del gruppo Fender Musical Instruments Corporation (FMIC), ha annunciato che i gruppi Servco Pacific Inc. (Servco) e TPG Growth hanno raggiunto un accordo per la cessione a Servco di tutte le quote di TPG. Il closing dell'operazione avverrà entro la fine di Febbraio 2020.
Perchè è interessante? Perchè segna l'uscita della compagnia dalla sua fase critica e la proietta verso un futuro di ulteriore crescita e sviluppo.
Servco è infatti una società hawaiana fondata dalla famiglia Fukunaga nel 1919 che, partita dalla rivendita di auto, già nel 1937 decise di investire anche nel mondo degli strumenti musicali. Divenne distributore di Fender negli anni '50 e azionista dal 1985, fino a diventare azionista di riferimento nel 2010, periodo in cui la mordeva violentemente il settore. Proprio per la criticità del periodo Servco scelse TPG Growth come partner paritario per immettere capitali e capacità di sviluppo. Texas Pacific Group è infatti un fondo specializzato nell'acquisto e rilancio di marchi e gruppi industriali.
Servco, che possiede anche Harley Davidson, a quindi ricomprato da TPG le quote cedute dieci anni fa, ora che la fase di rilancio è considerata completata.
"Fender ha visto un decennio di crescita sostenuta sotto la guida congiunta di Servco e TPG Growth. Ringraziamo TPG Growth", spiega il CEO di Fender, Andy Mooney "per il loro contributo su più livelli, sia strategico che tattico, e per il loro supporto per espanderci nei prodotti e servizi digitali. Dal punto di vista operativo tutto rimarrà uguale; Fender continuerà con lo stesso team eccezionale che è stato fondamentale per la nostra crescita recente. Non vediamo l'ora di prolungare la nostra lunga collaborazione con Servco che condivide la nostra missione di supportare gli artisti e musicisti in qualsiasi stadio del loro viaggio musicale".
TPG Growth si dice soddisfatta del lavoro di consolidamento e sviluppo fatto su Fender. Dal 2012 hanno infatti messo in campo molte risorse per rinvigorire il marchio un po' appannato. Nel 2015 hanno supportato Fender nella sua trasformazione con l'aggiunta dello stesso Andy Mooney come CEO, che ha cambiato la strategia commerciale di Fender, innestato la marcia verso la vendita diretta al pubblico - dopo oltre 60 ad esempio Fender ha abbandonato il suo storico distributore italiano Casale Bauer - e lanciato prodotti e servizi digitali come Fender Play e Fender Songs.
Ed è proprio su questo approccio nuovo che i due gruppi hanno puntato per portare sana e salva la casa produttrice di chitarre ed ampli nel futuro. L'aggiunta di servizi a rendita fissa è un'operazione molto interessante ed intelligente infatti per sfruttare l'utilizzo del marchio in un campo attiguo agli strumenti come la didattica musicale.
Le pietre miliari di questo rilancio sono la vendita diretta tramite e-commerce, che ha permesso di aumentare gli utili tagliando i margini dei distributori; hanno ripreso con l'R&D, sviluppando novità tecnologiche come la serie American Acoustasonic e le American Ultra; hanno semplificato i processi produttivi e creato un nuovo reparto completamente dedicato ai servizi digitali.
Il servizio Fender Play, che se siete musicisti avrete sicuramente visto pubblicizzato su YouTube grazie ad un battage intensissimo sulla piattaforma video di Google, è un metodo di apprendimento della chitarra online che può essere seguito su qualsiasi dispositivo, è particolarmente basato su video e approccio visivo e consente di apprendere da zero, poco a poco, tenendo traccia dei propri progressi.
Fender Songs invece è una app iOS recentemente lanciata per gli utenti che vogliono suonare al volo le proprie canzoni preferite attraverso un'interfaccia smart che mostra gli accordi per chitarra, ukulele e piano in tempo reale, assieme al testo, e permette anche di riprendersi in video mentre si suona e condividere la propria performance all'istante.