Nella vasta gamma di modelli arranger del listino Yamaha, la posizione occupata negli ultimi cinque anni dal modello PSR-S670 era alquanto originale. Posta immediatamente sotto il segmento degli arranger workstation e al top dei modelli di primo ingresso, lo splendido isolamento di PSR-S670 consentiva prevedibili consensi a livello globale e specialmente fra le nuove generazioni, dato che le altre case non vi avevano praticamente posto contro alcun serio concorrente che potesse insidiarne la posizione per uguaglianza di qualità nella stessa fascia di prezzo. Non è un caso che Yamaha abbia atteso cinque anni prima di mandare in pensione PSR-S670, mentre tutto il resto della serie PSR era stato rinnovato ben due volte. Benvenuta Yamaha PSR-SX600!
Ecco Yamaha PSR-SX600!
L’annuncio di PSR-SX600 non ci procura alcun riflesso di sorpresa e, come era successo con il predecessore, ancora una volta prendiamo nota della strategia dell’azienda giapponese che accresce il numero di risorse di bordo raddoppiando gran parte delle capacità del modello precedente e avvicinando la Yamaha PSR-SX600 all’arranger superiore (era PSR-S700 nel 2015 ed è PSR-SX700 nel 2020). La tabella che segue vi dà l’immediata percezione della riduzione del gap con il modello sovrastante, sebbene vi siano ancora caratteristiche che fanno la differenza a vantaggio di PSR-SX700, fra cui i tasti FSB, il joystick, lo schermo di 7 pollici touch screen, le dimensioni della memoria di espansione, l’ingresso per chitarra e la compatibilità con i file MP3. Osservate invece il balzo in avanti di PSR-SX600 rispetto PSR-S670: schermo a colori, 100MB della memoria di espansione, 400 stili, 850 suoni totali, introduzione delle voci Super Articulation! e diverse funzionalità innovative che descriveremo qui sotto. Risalta poi la presenza dell’interfaccia audio USB di bordo su PSR-SX600, assente nei modelli PSR-SX superiori.
Nessuno è perfetto e, nella fattispecie, qui ci tocca segnalare l’assenza da tutti i modelli del supporto Bluetooth. Per utilizzare un lettore audio da uno smartphone o da un tablet, la strategia Yamaha richiede che si faccia ricorso ad un cavo audio da collegare al jack AUX IN, ad un cavo USB da collegare alla porta USB-to-Host, oppure ad un adattatore LAN wireless da acquistare a parte.
Occhio alle novità
Non è la prima volta che Yamaha rilascia funzionalità inedite in primis su modelli economici, come una sorta di pioggia democratica che fa cadere le novità in base alla disponibilità della nuova tecnologia piuttosto che alla reputazione e alla nobiltà dello strumento. Parliamo qui di Unison & Accent, Smart Chord e Rec’n’Share, cose che Genos e gli altri modelli PSR-SX non conoscono.
Unison & Accent
80 stili (fra i 400 di serie) sono compatibili con le nuove funzionalità Unison & Accent disegnate per aumentare il controllo del musicista sulle proprie performance. Avete presente la celebre introduzione de Il pescatore nel celebre concerto della PFM per Fabrizio De André? Bene, ora potete suonarla con la Yamaha PSR-SX600: la prima delle nuove funzioni agevola la situazione in cui il musicista indica all’arranger di suonare la stessa melodia all'unisono da tutte le parti dello stile (All Parts) oppure dividendone il controllo fra mano destra e mano sinistra (Split) per ottenere due gruppi separati di strumenti che suonano distinte le due parti all’unisono. Unison è attivabile tramite pedale. La seconda nuova funzionalità Accent agisce aggiungendo note in base agli accenti della performance. Anche qui sono possibili diverse personalizzazioni: nel modo High, lo strumento può essere suonato con grande intensità al fine di riconoscere gli accenti, il modo Medium è l’impostazione standard, il modo Low consente a questo strumento di riconoscere gli accenti anche si suona con un'intensità moderata. Possiamo immaginare come il contemporaneo utilizzo di Accent e di Style Section Reset, in cadenze accelerate, possano creare coinvolgenti situazioni di sincopi ritmiche. Tutto questo sarà apprezzato dai millennials che si dilettano con il repertorio EDM e, a questo proposito, non sottovalutiamo la presenza sulla Yamaha PSR-SX600 delle due manopole Live Control con cui cimentarsi in un produttivo ed originale DJ Set.
Smart Chord
La tendenza ad offrire strumenti di generazione degli accordi in autonomia, rispettando l’armonia della tonalità in esecuzione, sembra dilagare nel mondo delle DAW. Non solo: la stessa Yamaha aveva introdotto Smart Chord inizialmente nelle tastierine per principianti (PSS-E30 Remie e PSR-E273) ed oggi è presente anche su PSR-SX600. Qui, secondo quanto riportato sulla documentazione ufficiale, si potrà fare ancor di più sul serio: immaginate di suonare su uno stile jazz e trovarvi che, toccando la tonica di un accordo, il vostro arranger vi suoni l’accompagnamento con accordi di minore settima con quinta bemolle o settima maggiore con quinta aumentata, tutto nel rispetto della progressione armonica da voi attesa. Ovviamente se sapete suonare gli accordi più complessi da voi, tanto meglio: Smart Chord potrebbe risultarvi un lusso superfluo. In ogni caso, questo meccanismo è da provare.
Rec’n’Share
Trattasi di una applicazione per iOS e Android che consente di registrare audio e video, facilitando le operazioni di condivisione nei social network. Può essere utilizzata anche solo per semplificare il modo in cui ci si esercita e si registra la propria musica. Dopo aver registrato il brano con la Yamaha PSR-SX600, compresa la voce del canto dal microfono collegato, è possibile sincronizzare la registrazione video del proprio telefono, migliorarne la resa con funzioni di editing e di bilanciamento, prima di condividere il tutto con gli amici o con il mondo intero: YouTube, Facebook, DropBox, Instagram e così via.
Conclusioni
Grazie a questo ventaglio di caratteristiche, PSR-SX600 si presenta sulla carta come un’interessante proposta: ad un prezzo che sarà sicuramente più abbordabile rispetto l’attuale serie PSR-SX, si potrà acquistare uno strumento capace di garantire una valida composizione musicale istantanea: qualità e ampiezza dei timbri, degli effetti e degli stili permettono rapide attività di songwriting. Dall’altra parte, PSR-SX600 sembra aver mantenuto la facilità di accesso al sistema operativo, preservando l’ampio numero di pulsanti fisici che permettono di richiamare le funzioni in un amen, senza dover navigare fra menu e sottomenu. Da valutare dopo un accurato test, la nuova usabilità data l’indisponibilità di uno schermo sensibile al tocco. La PSR-SX600 sembra avere tutte le carte in regola per mantenere Yamaha protagonista nella terra di mezzo fra gli arranger di primo ingresso e gli arranger workstation destinati a musicisti veterani più esigenti. Del resto è evidente come, in questo segmento di arranger, Yamaha sia particolarmente attenta ad attrarre le nuove generazioni a fare musica con le proprie mani.
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