Oggi, 11 novembre - ovvero l’11/11 - 2020 è stata rilasciata la nuova versione di Steinberg Cubase, la 11 appunto (negli usuali allestimenti Pro/Artist/Elements). Abbiamo avuto la fortuna di avere a disposizione il software con alcuni giorni di anticipo rispetto al lancio ufficiale; siamo quindi già pronti a fornirvi un resoconto sulle principali novità e le nostre prime impressioni. Anticipiamo che quanto introdotto non stravolge l’ambiente di lavoro; chi viene dalle versioni precedenti della DAW si troverà immediatamente a proprio agio.
Addirittura, salvo i piccoli ritocchi grafici che saltano subito all’occhio, c’è il rischio che, senza una guida, parte delle novità sfugga a lungo, sino a quando non ci si “incappa” casualmente. Ma anche a questo serve AudioFader! Chiudiamo qui l’introduzione e andiamo subito a scoprire quella che a nostro giudizio è la novità più interessante, in grado di velocizzare e semplificare notevolmente parte del flusso di lavoro.
Esportare…con la coda (solo Cubase Pro)
Aprendo la finestra di esportazione audio, al di là di una riorganizzazione generale nella quale comunque gli utenti storici dovrebbero orientarsi senza grossi problemi, si nota immediatamente la nuova sezione Esporta la coda.
Il concetto di coda di esportazione è sicuramente familiare a chi si occupa, ad esempio, di video e rendering 3d. Non necessariamente è invece di casa in campo audio. In sostanza, anziché effettuare un’esportazione per volta, avendo prima cura di impostare adeguatamente tutti i relativi settaggi, tramite la coda si può richiedere una serie di esportazioni diverse tra loro, che verranno poi eseguite l’una di seguito all’altra, automaticamente. In ambito video/rendering 3d quest’opzione è una necessità, dato che le esportazioni possono richiedere tempi notevoli (e non di rado vengono fatte fare di notte), ma che dire del campo audio? Serve davvero?
Come spesso accade, la risposta varia in base alle personali modalità di lavoro. Sicuramente, ci sono numerosissimi possibili contesti nei quali la nuova funzionalità permetterà di risparmiare tempo prezioso. Si pensi all’esportazione del mixdown in più formati (ad esempio WAV e mp3), alla realizzazione di stem, all’esportazione di singole tracce o stem in diverse versioni (ad esempio con e senza gli effetti in insert e della channel strip), all’esportazione in audio di tutte le singole tracce di un progetto, in vista del mixaggio.
Immaginiamo che alcuni di voi stiano ribattendo virtualmente che in Cubase la possibilità di effettuare l’esportazione di una serie di tracce selezionate con una sola richiesta da parte dell’utente è possibile da tempo. L’obiezione è valida solo in parte. Infatti, ipotizzando di avere in un progetto tracce da esportare in mono e tracce da esportare in stereo (lo stesso ragionamento varrebbe analogamente per gli altri formati), senza la coda bisogna esportare uno per volta ciascun gruppo di tracce (ad esempio prima tutte le tracce mono e poi tutte quelle stereo).
Con la nuova funzione si può richiedere l’esportazione delle tracce mono e di seguito di quelle stereo, avviare il lavoro, andare a prendersi un caffè e tornare con tutte le tracce pronte per essere mixate. Ciascuna esportazione aggiunta alla coda può prevedere la selezione di diverse tracce e l’inclusione o meno degli effetti in insert/channel strip e del percorso del segnale (gruppi, mandate e master out).
La nuova funzione può essere vista come una sorta di Render in place orientato però alla generazione di nuovi file per uso successivo anziché alla renderizzazione di eventi audio da utilizzare nel corso dello sviluppo di un progetto. Tireremo le somme sul fatto che valga la pena o meno di aggiornare all’ultima versione di Cubase nelle conclusioni dell’articolo, ma per alcuni utenti specifici già la sola coda di esportazione potrebbe valere il costo dell’upgrade fino all’ultimo centesimo.
Resta ad ogni modo la possibilità di esportare in modo tradizionale, chiudendo la sezione relativa alla coda.
Le novità utili in fase di produzione
Cubase è comunemente considerata una DAW “a tutto tondo”, in grado di muoversi agevolmente in tutte le fasi dello sviluppo di un prodotto sonoro (diciamo per semplicità produzione, mix e finalizzazione). Allo stesso tempo gli si riconosce generalmente una particolare predilezione e attenzione per la fase di produzione. Cubase 11 non delude sotto questo aspetto, e va ad aggiungere al già ricco arsenale di strumenti numerose novità.
La traccia campionatore
Non viene qui purtroppo introdotta la possibilità di gestire più campioni (Steinberg, pensaci per la versione 11.5), ma oltre all’aggiunta di nuovi algoritmi, di LFO per la manipolazione del suono e di una nuova modalità di legato sulle parti monofoniche (sfiziosa in particolare per le linee di basso) è stata aggiunta la possibilità di suddividere il campione in più slice. La suddivisione può avvenire in base ai transienti, alla griglia o in modo manuale.
Tracce globali e nuove funzionalità nell’editor dei tasti
Le novità introdotte per l’editor dei tasti non ci permetteranno forse di fare cose troppo diverse da quanto è possibile fare in Cubase 10.5, ma di certo ci consentiranno di lavorare in modo più efficiente e preciso.
Nella nuova versione Pro della DAW di casa Steinberg è possibile visualizzare, subito sopra al piano roll, le tracce globali, andando a spuntare quelle di proprio interesse dall’elenco disponibile nel pannello dedicato sulla sinistra. La famiglia delle tracce globali include le tracce metrica, tempo, marker, righello, arranger, trasposizione, accordi e video.
I materiali contenuti nelle tracce globali possono essere non solo visualizzati, ma anche editati direttamente all’interno dell’editor dei tasti, indubbiamente una bella comodità! Lo stesso non vale per l’editor dei campioni (l’editor audio); se da un lato ci rendiamo conto che è più logico e utile avere a disposizione questa funzionalità nel principale editor MIDI, ci auguriamo che l’inclusione delle tracce globali anche in quello audio possa essere oggetto di uno dei prossimi aggiornamenti.
Sempre nell’editor dei tasti troviamo ora la possibilità di visualizzare una griglia in semitoni di riferimento per la gestione del pitchbend. Si possono inserire linee di griglia in numero a piacere, da -96 semitoni a +96 semitoni. Non manca la funzione di agganciamento alla griglia (simile all’agganciamento/snap alla griglia di quantizzazione), che però funziona solo quando si usa lo strumento Disegna (la matita) e non gli strumenti di tracciamento delle forme predefinite (retta, parabolica ecc.).
In compenso è ora possibile inserire i valori di pitchbend, aftertouch e in generale dei CC; si fa con lo strumento Disegna scegliendo tra la modalità gradino e quella rampa. Nel caso dell rampa si può poi regolarne la curvatura, come già gli utenti di Cubase sono abituati a fare con le tracce di automazione.
La regolazione del pichbend e dei controller in generale si fa quindi, soprattutto quando si usa la matita, più precisa e semplice.
Va qui specificato che l’ambito reale di intervento del pitchbend (quanti semitoni copre) va settato nel singolo strumento virtuale o modulo esterno. Impostando ad esempio la griglia a ±8 semitoni si suddivide semplicemente lo spazio verticale in un numero corrispondente di step, ma questi corrisponderanno effettivamente ai semitoni solo se anche lo strumento virtuale avrà il pitchbend regolato in maniera analoga. Se ad esempio sul VSTi il pitchbend è settato a ±1 semitono e la griglia nell’editor dei tasti a ±8 semitoni ogni step della griglia corrisponderà a 1/8 di semitono. Buon divertimento a chi si occupa di musica colta contemporanea!
Restiamo focalizzati sull’editor dei tasti e andiamo a presentare un’altra novità, l’assistente delle scale. Si può ora settare la scala di riferimento per la parte MIDI visualizzata scegliendo tra un’ampia lista di possibilità o facendosi aiutare da Cubase, che propone le possibili scale basandosi sugli eventi MIDI selezionati o su tutti gli eventi MIDI della parte in caso non ne fosse selezionato alcuno. Un’altra possibilità è agganciare la scala di riferimento alla traccia accordi.
Una volta che la scala è definita, si può colorare lo sfondo del piano roll in modo da distinguere le note facenti parte della scala (grigio chiaro) dalle altre (grigio scuro), quantizzare l’intonazione degli eventi MIDI (ovvero portare le note fuori scala sulla nota scalare più vicina), correggere automaticamente l’inserimento delle note in fase di registrazione (qualunque tasto si digiti viene richiamata una nota appartenente alla scala). Si possono anche visualizzare sul piano roll direttamente solo le note facenti parte della scala.
Sempre nell'Editor dei tasti, cliccando nella corsia dei controller sul nome del controllo si hanno ora le opzioni di taglia, copia, incolla, incolla all'origine; grazie alle quali è molto semplice copiare i dati di un controller e incollarli all'interno di un altro, nella stessa posizione o meno.
Concludiamo la presentazione delle novità legate specificamente alla produzione citando l’inserimento di una serie di nuove librerie sonore, tra cui abbiamo particolarmente apprezzato Noir, che farà di certo felice chi si occupa di sonorizzazioni, soprattutto se interessato alle atmosfere cariche di tensione.
Spectralayers One (Cubase Pro e Artist)
Merita una sezione a sé l’introduzione di Spectralayers One, versione light dell’editor spettrale di casa Steinberg che abbiamo già avuto occasione di testare nella release 6, e di cui pubblicheremo presto la recensione della nuova versione 7.
Molte delle funzioni del pacchetto completo sono disponibili anche nella versione ora inclusa in Cubase. In particolare, oltre alla visualizzazione del sonogramma in 2d o 3d, si possono effettuare selezioni rettangolari o ellittiche, variare il gain delle aree selezionate, spostarle su nuovi layer (che qui sono necessariamente “figli” del layer principale, non completamente indipendenti) o in posizioni diverse all’interno dello stesso layer. Si tratta senza dubbio di uno strumento prezioso utilizzabile tanto a fini creativi quanto per correzioni di varia natura.
Le novità utili in fase di mix e master
Non mancano novità anche sul fronte mix/mastering. In questo campo Cubase sembra essersi rivolto in particolare al fratello WaveLab, andandone a riprendere strumenti sicuramente essenziali in fase di mastering ma utili anche durante il mixaggio.
Ci riferiamo nello specifico all’aggiornamento dell’equalizzatore Frequency e ai nuovi plug-in di analisi SuperVision e di gestione multibanda dell’apertura stereofonica Imager. In tutti i casi non si tratta di avere in Cubase esattamente gli stessi strumenti di WaveLab, quanto piuttosto di avere a disposizione componenti diversi ma dalla funzionalità e dagli scopi del tutto simili.
Frequency 2, ora anche dinamico (e con sidechain multiplo), solo Cubase Pro
L’equalizzatore a otto bande Frequency diventa in Cubase 11 dinamico. Per ciascuna banda si può selezionare il comportamento standard o la modalità di dynamic EQ. Quando la banda è settata in modalità dinamica il segnale pilota può essere quello equalizzato o essere ottenuto tramite sidechain. Già questo sarebbe di per sé interessante, ma dobbiamo aggiungere anche che Cubase 11 ha introdotto il supporto per più segnali contemporanei in sidechain indirizzati verso il medesimo processore. In altre parole, in Frequency 2 potremo avere un segnale di controllo diverso per ognuna delle otto bande.
Chi vuole la vista a raggi X?
SuperVision (Cubase Pro e Artist) introduce nuovi strumenti di analisi sonora in tempo reale che vanno ben al di là dello storico e ormai anacronistico MultiScope (che giustamente è stato rimosso dalla collezione dei plug-in).
Le modalità operative sono tante e tali che richiederebbero un articolo a parte per presentarle tutti. Basti qui segnalare che con SuperVision si possono monitorare i livelli (dbFS e loudness), la composizione spettrale, i rapporti di fase, il bilanciamento dello spazio stereofonico, la forma d’onda, il tempo, la spazializzazione surround e Ambisonics. Per ogni ambito di analisi possono essere a disposizione più modalità di rappresentazione. Cosa estremamente interessante, a seconda del tipo di analisi selezionata è talvolta possibile scegliere se analizzare il bus stereo, i singoli canali left e right o mid e side.
Imager (Cubase Pro/Artist)
Completa l’elenco delle novità utili in fase di mix il nuovo plug-in Imager, che come facilmente intuibile si occupa della gestione dell’immagine stereofonica, suddividendola in quattro bande gestibili indipendentemente l’una dall’altra.
C’è altro?
Sì, le nuove funzionalità di Cubase 11 non finiscono qui, ma riteniamo che quelle presentate sopra siano le più importanti. Citiamo comunque per completezza almeno anche il nuovo compressore upward/downward multibanda Squasher (Cubase Pro e Artist); è in grado di gestire sidechain multipli come Frequency 2. Ci sono alcuni aggiornamenti all’editor delle partiture, il supporto a diversi fattori scalari grafici su Windows 10; le possibilità di 100%, 125%, 150% e 200% permettono di adeguarsi al meglio agli schermi in altissima risoluzione; troviamo poi miglioramenti nell’uso della GPU su Mac e in generale dei processori con più di otto core e l’integrazione Eucon per l’uso di console Avid (Cubase Pro). Non per ultime la nuova versione di VST Connect SE (Cubase Pro) e il supporto ora esteso fino al surround 5.1 per il MultiTap Delay (Cubase Pro).
Disseminate con attenzione qua e là si scoprono poi numerose piccole migliorie grafiche e di workflow. I pacchetti Elements e Artist sono infine più ricchi rispetto al passato (in particolare Cubase Artist guadagna il VariAudio 3 e perde i limiti nel numero di tracce audio, MIDI o instrument).
Vale la pena di effettuare l’upgrade da Cubase 10.5?
Genericamente parlando, il numero e la natura delle novità introdotte con Cubase 11 rende il costo di aggiornamento dalla versione precedente assolutamente giustificato. Va anche sottolineato però che molte delle novità non sono parte del cuore della DAW, ma sono funzionalità che si possono avere a disposizione anche nelle versioni precedenti di Cubase sotto forma di plug-in di terze parti.
Concentrando ora l’attenzione sulla versione Pro, se non avete a disposizione un equalizzatore dinamico, un imager multibanda, SpectraLayers o un altro editor spettrale, plug-in di analisi avanzati e un buon campionatore (ruolo che tra l’altro lo stesso Groove Agent può assolvere egregiamente), il salto alla nuova versione di Cubase rappresenta senza dubbio un affare e un incremento rilevante di strumenti e potenzialità.
Se già avete a disposizione quanto sopra citato (e magari strumenti analoghi agli altri plug-in non richiamati per brevità in questo paragrafo conclusivo) l’incentivo all’upgrade si riduce alla coda di esportazione, ai nuovi strumenti dell’editor dei tasti e a poco altro. Come anticipato, a seconda delle vostre modalità di lavoro e necessità, già la sola coda di esportazione potrebbe giustificare ampiamente l’aggiornamento, ma la scelta finale non può che essere vostra.
Concludendo, ci sembra che Cubase stia proseguendo nella direzione da tempo tracciata, che prevede due obbiettivi essenziali: il miglioramento e l’ottimizzazione del flusso di lavoro da un lato e l’inclusione nella DAW di sempre più strumenti e funzionalità in precedenza appannaggio di plug-in esterni dall’altro. Se nella versione 10.5 Cubase già era una DAW completa di tutto il necessario e versatile, nella 11 ha alzato ulteriormente l’asticella e si è fatto ancora più ricco ed efficiente. I concorrenti diretti (e i produttori di plug-in) sono avvisati!