Oggi parliamo del motore multisample di Fantom, cosa permette di fare e dei possibili sviluppi per il futuro.
Il campionamento in una tastiera è una funzione molto comoda e generalmente molto utilizzata dai tastieristi. Ho più volte ribadito che Fantom non è una Workstation, anche se si avvicina molto, perché in realtà ha una spiccata anima da sintetizzatore. Propensione che si è rivelata in tutta la sua evidenza con l'ultimo aggiornamento, il 2.1, che consente di caricare dentro a Fantom i Model Expansion. Per chi non lo sapesse, i Model Expansion sono gli equivalenti per ZEN-Core dei Model Bank presenti su Jupiter-X(m), una specie, passatemi il termine, di VSTi che vengono caricati in Fantom. Ma di questo abbiamo già parlato.
Perché ricorrere ai Multisample?
I motivi possono essere tanti: poter suonare un multisample convincente, mancante dal nostro elenco di preset e appartenente a librerie commerciali, oppure campionare una tastiera che non vogliamo portare sul palco solo per 2-3 specifici preset. Infine, secondo me, è stimolante campionare altri strumenti, sia analogici che digitali, come materiale grezzo da elaborare con ZEN-Core e con il suo potente multieffetto. Io ad esempio ho sempre amato campionare forme d'onda dei miei sintetizzatori vintage, specialmente quelli analogici, per poi elaborarli digitalmente con algoritmi moderni che offrono maggiore polifonia e complessità di modulazione. I multisample sono un insieme più o meno numeroso di campionamenti che permettono di coprire tutta l’estensione della tastiera. Così facendo si evita di snaturare il suono, quando il campione viene riprodotto ad un pitch molto diverso da quello originale.
Roland Fantom: i multisample
Con la versione 2.0 del sistema operativo (qui il Focus, per chi se lo fosse perso) Fantom può gestire non solo i singoli campionamenti, funzione già presente in precedenza come Sample Pad, ma anche i multisample. Questa è la soluzione adatta a chi vuole espandere la tavolozza timbrica, importando sonorità pronte all'uso, magari campionate da altri strumenti, grazie a software tipo SampleRobot, oppure caricando una serie di forme d'onda, distribuite lungo l'intera estensione della tastiera.
Da dove partire
Per creare un multisample bisogna prima di tutto avere presenti nella memoria di Fantom i file audio che vogliamo utilizzare. Per farlo possiamo procedere in due modi: caricarli come file wav oppure come file .svz, un contenitore che può avere al suo interno fino a centinaia di campionamenti. L’operazione può durare anche diversi minuti, perché il salvataggio é fatto nella memoria flash di Fantom, quindi più lenta di una RAM. Il vantaggio però, rispetto alle memorie RAM, é che non dovrete ricaricarli ad ogni avvio, come avviene sui vecchi campionatori. Fatto questo è possibile selezionare quali campioni vogliamo assemblare dentro ad un multisample ed assegnare root key ed estensione di tastiera. Il sistema operativo di Fantom, con la versione 2.1, riconosce automaticamente le root key dei singoli campioni, se questi contengono nel loro nome la notazione anglosassone del pitch. Ciò accelera notevolmente l'operazione di creazione. Una volta dato l’ok per la creazione del multisample, l’operazione si completa in automatico e senza errori.
Utilizzo del software SVZ Sample Converter
Qualora si disponesse di un multisample SoundFont (.sf2) oppure convertibile in questo formato, il modo più veloce di caricare i file audio è quello di utilizzare il software dedicato Roland SVZ Sample Converter. E' un programma molto semplice ed essenziale: si installa su computer Windows o Mac, si trascina un SoundFont dentro la sua finestra di lavoro, si sceglie un percorso di destinazione e voilà, il file svz è pronto per essere spostato su una chiavetta USB e da qui caricato dentro Fantom. L'importazione di tale file permette di caricare nella memoria tutti i campionamenti contenuti in un colpo solo, senza distinzione di livello di dinamica o di posizionamento nel panorama stereofonico (L & R per i SoundFont stereo). Volendo è possibile ovviamente importarne solo una parte.
In prova
Ho iniziato a muovere i primi passi col motore multisample fin dalla precedente versione software, la 2.0. Ho da sempre subìto il fascino del campionamento: mi ha sempre permesso di poter avere alcune sonorità all'interno del mio strumento principale, anzichè portarmi appresso un elevato numero di strumenti. Inoltre il campionamento di suoni naturali apre la porta ad un’infinità di sperimentazioni e timbriche nuove. Quindi ho accolto con molto entusiasmo il motore multisample di Fantom.
Per iniziare ho caricato alcuni file wave che avevo salvato molti anni fa. Semplici campioni di Mellotron, CP70 e synth, senza loop, ad intervalli abbastanza ampi. Una volta caricati occorre specificare la root key. Il range di ciascun campione (che Fantom chiama Wave) invece viene assegnato automaticamente, in quanto Fantom “riempie” l’intera estensione con i campioni a disposizione. Se il nome del file contiene l’informazione della root key, anche l’assegnazione avviene automaticamente. Il loop point invece va impostato manualmente, lo zoom aiuta a trovare gli zero crossing, ma non é semplicissimo. Fanno parte della dotazione alcuni strumenti quali Normalize ed Emphasis che elaborano i campioni durante l’importazione, migliorandone la resa. In modalità Wave Edit si può regolare finemente l’intonazione e il livello, in modo da compensare lievi differenze. Ho trovato comode le funzioni Reload e Sort, per Wave e Multisample. La prima ricarica il campione alle impostazioni iniziali, la seconda riesegue l’assegnazione di root key e range per ciascun sample, se qualcosa non ci soddisfacesse durante l’editing e volessimo ripartire da zero.
Con l’arrivo del software SVZ Sample Converter, l’importazione dei campioni é diventata più semplice per due motivi: il primo é che il file svz é già completo o proviene da un SoundFont, quindi campioni raccolti e pronti all’uso. Il secondo é che viene riconosciuto il loop point. A questo punto si procede come già visto: seleziono le Wave importate, creo un multisample in cui disporli e lo carico infine in uno dei quattro Partial di un Tone. Caricando quattro diversi multisample, uno per ciascun Partial, possiamo costruire un Tone con altrettanti livelli di velocity.
L’amico e collega Riccardo Gerbi mi ha girato un paio di SoundFont creati con Sample Robot e l’importazione é stata efficace, una volta convertiti in file .svz. Per la conversione da .sfz a .sf2 ho invece utilizzato Polyphone, un software molto utile e gratuito. Ve lo consiglio. Avrei preferito che nella conversione venisse già creato il multisample, se non addirittura il Tone, quando il SoundFont contiene layer, ma probabilmente le variabili in gioco sono troppe e richiederebbero un software di conversione molto più evoluto.
Conclusioni
La possibilità di gestire file audio e multicampionamenti è certamente utile e interessante. Possiamo dare in pasto a Fantom una manciata di campioni e suonarli lungo tutta l'estensione della tastiera, oppure creare un vero e proprio multisample per aggiungere sonorità nuove o specifici suoni di altre tastiere. La procedura di importazione è semplice, quella di creazione del multisample, nonostante sia agevolata dall'impostazione smart di Fantom, potrebbe essere ulteriormente semplificata convertendo direttamente il Soundfont in un Tone o perlomeno in un Multisample. Anche dal punto di vista delle funzioni mancano ancora Crossfade loop e il supporto dei formati dei campionatori del passato, ma questo non impedisce di ottenere già da ora ottimi risultati. Attendiamo con fiducia il prossimo aggiornamento di Fantom o la nuova versione del software di conversione.