Uno strumento compatto da affiancare alla propria tastiera o poggiare sul pianoforte, che nacque per irrobustire l'intrattenimento del pianobarista di fine anni ottanta
L’anno era il 1987, e Ikutaro Kakehashi – il fondatore di Roland – sbarcò in Italia per definire una joint venture con un’azienda all’avanguardia nel settore come la Siel, divenuta in seguito Roland Europe S.p.a. Firmato l’accordo, la sera seduto al tavolo di un ristorante con gli ingegneri Carlo Lucarelli (tra i fondatori di Siel) e Francesco Rauchi, alla domanda su quali strumenti volesse costruire nello stabilimento marchigiano, Kakehashi prese un tovagliolo e ci disegnò sopra la bozza di una tastiera esclamando: “qui faremo la E-20, una tastiera arranger!”.
Questa la genesi di ben nove generazioni di una storica gamma che – seppur cambiando denominazione nel tempo – fino agli ultimi modelli della serie BK ha sempre avuto solide radici come sviluppo e produzione nel nostro paese.
Roland Pro-E
Va aggiunto però che quando Kakehashi venne nel nostro paese aveva già altri prodotti pronti nel cassetto da realizzare in Italia, tra cui la Roland Pro-E, la protagonista di questa puntata di Arranger Legacy, comparsa sul mercato nel 1989. Tutta la storia la potete trovare nell’articolo a cura del buon Renato, ecco un estratto:
Dal blog di Renato Restagno
“Lo stile di programmazione nella Roland Pro-E è il più rigoroso possibile dal punto di vista armonico, con il fine esplicito di consentire la massima flessibilità per chi suona. Roland Europe segue con disciplina un decalogo di regole interne per programmare stili “aperti”, con l’obiettivo di concedere al musicista la libertà di scegliere la propria progressione armonica.”
Un articolo da non perdere: clicca qui per leggerlo!
Ecco un estratto del secondo articolo, quello dedicato all’approfondimento tecnico:
Dal blog di Giorgio Marinangeli
“Questi strumenti, erano infatti in parte derivati dal motore del modulo MT32: disponevano di una generazione sonora multi timbrica in sintesi LA (Linear Arithmetic) e per la prima volta aveva in un Arranger, convertitori Digitali-Analogici a 16 bits dal grande range dinamico e un DSP di effetti digitali con 33 algoritmi presettati.
Il formato della macchina (tastiera corta a 3 ottave) traeva sicuramente ispirazione dalle macchine precedenti tipo Programmer 24 o ELKA OMB5, ma in questo caso i tasti erano dinamici e oltre ad essere utilizzati per impostare gli accordi degli accompagnamenti, potevano essere utilizzati per riprodurre i suoni interni che risultavano convincenti e credibili.”
Giorgio “apre il cofano” e ci mostra i segreti della Roland Pro-E: clicca qui per leggere l’articolo!
Il video a cura di Marcello Colò
Come sempre, Marcello propone una serie di assaggi sonori dei vari style onboard della Roland Pro-E: buona visione!
Fateci sapere cosa ne pensate di Arranger Legacy: scrivete sui blog di Giorgio e Renato, oppure lasciate un commento qui sotto o sulla nostra pagina Facebook.
Arranger Legacy in diretta streaming!
Dato l'ottimo riscontro, la rubrica l'abbiamo estesa sul canale Youtube di SM Strumenti Musicali.
Ecco il nostro primo incontro dedicato alla GEM WS2, dove hanno partecipato Gianni Giudici e Marco Cima di M-Live.
Avete una tastiera arranger del cuore da suggerire per una prossima puntata? Scriveteci!
Il prossimo numero di Arranger Legacy è dedicato a un arranger italiano, che diede il via a una fortunata serie di prodotti: Solton TS4K.
Come sempre, non mancate!
CLICCA QUI sotto per leggere le precedenti puntate di Arranger Legacy:
[…] Restagno riporta nel suo articolo relativo al circuito Arranger Legacy, storia, info e curiosità, relative alla nascita delle serie E. Vi consiglio vivamente la sua […]