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MTurboAmp, programmazione e sound design - recensione

Rapporto qualità/prezzo9
Suono8
Facilità d'uso6
È certamente un software da avere per i sound engineer e per chi si occupa di sound design e di produzione, grazie alla possibilità di realizzare preset originali e di creare timbri sicuramente distintivi, ma dedicandoci indubbiamente del tempo. In definitiva un software da avere! Ma non pronto uso.
7.7

Per la prima volta ho fra le mani (anzi fra la tastiera e il mouse!) un prodotto Melda Production. Me ne avevano parlato diversi colleghi con soddisfazione alcuni, con perplessità altri, e finalmente ho la possibilità di “passare al setaccio” un prodotto importante e articolato.

Melda Production,  Software House con sede a Praga, è un marchio abbastanza recente nel mondo della produzione musicale (2009) ma ha all’attivo un buon catalogo di prodotti, dai plug-in guitar oriented a generici DSP e software di mix/mastering fino a tutta l’area dei synth e delle sound library. Nella Mission del brand è espresso a chiare lettere che l’impostazione dei processi e di conseguenza la struttura stessa del software, è tesa a contrastare quella che chiamano “industry extremely conservative” riferendosi alla maggior parte dei prodotti in commercio, proponendo quindi una GUI che sia “ user interfaces easy and quick to use  but also versatile…”

Insomma, in buona sostanza identificano il prodotto proposto da Melda Production come alternativo a software un po "ingessati" su stessi, rivedendo anche il concetto di interfaccia grafica in un'ottica più flessibile e personalizzabile dall’utente finale. Il motivo per cui ho ritenuto importante questa precisazione è perché proprio io stesso mi sono trovato disorientato nella fase iniziale nella gestione dell’interfaccia, strutturata in modo insolito a partire dall’inserimento della login dove è pre-inserito il carattere “@” della user mail e non potendo muoversi fra i campi con il tasto TAB ma difficoltà superabili se intese come semplici convenzioni; volevo capire se si trattasse di un limite mio o del plug-in, oppure di una precisa scelta del produttore, ed ecco trovata la risposta!

Ma vediamo il tutto da dentro ora….

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Panoramica generale

Abbiamo in prova due plug-in che viaggiano per così dire in coppia e capiremo presto perché, si tratta di MTurboAmp ed MCabinet. La logica di distribuzione è articolata un po’ diversamente dal solito: è infatti disponibile un unico installer “globale” (nei formati VST, VST3, AAX ed MSoundFactory per versione Mac o Windows) che comprende una serie di effetti e plug-in, alcuni di questi anche free! Dopo aver creato un account sul sito ufficiale possiamo accedere al nostro profilo e nella pagina di login è specificato che i plug-in Free funzioneranno per sempre, quelli commerciali prevedono un free trial di 15 gg, ed è possibile infine attivare separatamente ogni plug-in di nostro interesse acquistando la relativa licenza, piuttosto che una licenza per attivazione in bundle di pacchetti, o addirittura di tutta la suite con la sottoscrizione di una sorta di abbonamento mese. Possiamo trovare proposte di bundle da 112 plug-in come nel caso della Complete, o 108 per la Total FX oppure 36 per la Creative, insomma in base alle nostre esigenze troveremo il prodotto che fa per noi.

MTurboAmp, come potete immaginare, è la suite dedicata ai chitarristi che comprende una buona libreria, e nel dettaglio 30 Modelli di Amplificatore e 12 Distorsori. Ma attenzione, stiamo parlando della parte di “Head” o “Preamplificazione/Stomp”, esclusa quindi la gestione dei diffusori audio. La parte del cabinet è infatti gestita da un plugin separato MCabinet appunto, che come accennavo viaggia necessariamente in coppia a MTurboAmp. Questo è un punto di vista abbastanza innovativo; normalmente infatti all’interno dello stesso plug-in la scelta dell’amplificatore implica il cabinet accoppiato e semmai la possibilità poi di modificarlo (così è per i software più diffusi).

La possibilità di gestire separatamente i 2 step è interessante ma deve essere chiarissima sin dall’inizio. Se utilizziamo il solo MTurboAmp avremo un suono orribile come quando colleghiamo l’uscita direct della testata al mixer. Da subito l’utente deve sapere di dover caricare 2 slot nell’insert di traccia, uno per la sezione Head e uno per la sezione Cabinet, ma è interessante che il processo dello step 1 sia completamente indipendente da quella dello step 2, potendo così associare un qualsiasi cabinet senza partire da proposte già pre-configurate.

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L’interfaccia grafica è abbastanza minimale e non è articolata a blocchi o step che ne indichino il routing, ed è abbastanza prevedibile essendo dedicata in questo caso alla sola sezione “head”. Avremo quindi tre grandi blocchi da sinistra verso destra dedicati rispettivamente al browser, all’amplificatore con le sue regolazioni e alla sezione master di uscita. Il browser, nella parte superiore, è a sua volta organizzato per tre macrocategorie:

  • Type - identifica la tipologia di equipment (ampli per chitarra o basso o Stomp)
  • Gain - identifica per così dire il carattere in scala da Low ad High inteso come guadagno identificando perciò dei timbri che vanno dal clean all’hi-gain
  • Flags - identifica i modelli preferiti

Attenzione, il click della categoria è una sorta di “on/off”, non pensiamo quindi di cliccare su una nuova categoria come se splittassimo da una voce all'altra. Ogni voce selezionata necessità di essere de-selezionata, a meno che non si vogliano sommare più filtri di indicizzazione. La parte inferiore del browser indica invece il nome del modello di ampli, riportando accanto il numero di preset che sono presenti per quel modello. E’ possibile sfogliare i preset dal menu appena sopra alla grafica dell’amplificatore.

La sezione Amp raffigura una grafica generica dei modelli a cui si ispirano e il settaggio è riferito ai soli potenziometri che il modello prevede quindi Gain, Treble, Bass, Middle, Presence e per alcuni modelli la gestione del canale (bright/lead ecc). Capitolo a parte è la possibilità di disegnare da zero un nuovo modello di ampli, una funzionalità innovativa che distingue Melda Production da tutto il resto del panorama guitar oriented.

In prova

Apriamo sulla nostra DAW una traccia audio su cui andremo a caricare, in 2 diversi slot insert, prima MTruboamp a poi MCabinet; nel mio caso ho utilizzato Steinberg Cubase 12. Non vorremmo avere quella triste sensazione di ascoltare un amplificatore senza la sua cassa! Una volta caricato un preset abbiamo finalmente di fronte la sua interfaccia.  “Meldano” ad esempio, che vogliamo immaginare sia una prototipo del popolare “Soldano”, si presenta nella sua veste più minimale, ma il timbro tradisce il suo aspetto, restituendo un suono davvero importante e ricco di armonici.

A fronte di una interfaccia davvero scarna rispetto agli standard più recenti, il suono è davvero prorompente, carico di medio basse che grazie agli ascolti 2.1 sono resi ancora più emotivi. La testata presenta i controlli di rito: Gain, Bass, Middle, Treble, Presence, controlli che oggi non dovrebbero far impallidire neppure un neofita. Ma il controllo dei parametri si rivela puntuale e preciso. I tagli di frequenza efficaci, e manovrabili sia attraverso mouse che, con doppio click, con input data da tastiera. Cliccando sulla voce EDIT apriremo un interfaccia grafica di tipo tabellare, che consente il settaggio dei parametri per diversi stadi di amplificazione attivabili e disattivabili, la gestione dell’eq di ingresso e di uscita e il settaggio fine di altri parametri.

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Nell’interfaccia principale invece due generici controlli di uscita (filtri) Highcut e Thitness si intravedono sulla destra, e sono a mio avviso i controlli più importanti di tutto il sistema! Il loro settaggio è appunto definito dalla sezione “edit” di cui sopra. Si tratta di un filtro passa alto e passa basso che potrebbero cambiare in meglio (o irrimediabilmente in peggio) il nostro preset, e di grande efficacia anche nel restituire gli armonici, un comportamento davvero ben simulato dalla tecnologia del software.

In realtà ci troviamo però solo a metà dell’opera perché la grande variante è proprio nella gestione e nel settaggio del cabinet. Intendiamoci, è un fatto “reale”, a cui però forse (almeno per chi da tempo utilizza software) non è più abituato. Da MCabinet possiamo modificare completamente tutto il nostro sound. Anche in questo caso l’interfaccia ci consente di selezionare per strumento e genere, con un browser fortunatamente analogo a quello proposto da MTurboAmp, ma ovviamente i controlli proposti dal cabinet sono differenti. Le sezioni certamente più interessanti sono quelle dedicate al “character” e alla “room” che ne definiscono appunto il carattere e l'ambiente di ripresa, di cui possiamo gestirne sommariamente anche il colore con dei controlli Bass Treble.

Ma è cliccando alla voce EDIT che si aprono gli orizzonti! Qui potremo infatti gestire separatamente i punti di ripresa e visualizzare il taglio di frequenza del profiling modificandone shell, mix (dry/wet) e gain.

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Nel primo caso abbiamo la possibilità di diverse “figure” preimpostate, mentre per la ROOM abbiamo parametri di importanza rilevante; la quantità, la dimensione, e il posizionamento della ripresa (anche se non con interfacce grafiche fantasmagoriche come altri software "mainstream" ci propongono). In realtà il comportamento in termini di tagli di frequenza è molto soddisfacente, anche se non poter scegliere il doppio cabinet o il tipo di microfono, per intenderci la configurazione Stack piuttosto che Combo, oppure un doppio posizionamento microfonico (fronte/retro) oggi di fatto è un limite, anche se certamente risolvibile con il caricamento di più slot e la programmazione di un routing più complesso, o agendo dalla schermata EDIT ma senza averne una percezione grafice e una rappresentazione visiva dei parametri sui quali stiamo agendo.

Conclusioni

MTurboAmp è una piattaforma, o meglio un software, articolato in più parti, dalle enormi potenzialità e con prestazioni eccelse in termini di resa sonora. Indubbiamente di altissima qualità i timbri e la resa in mix, la varietà stilistica che spazia dal death metal al jazz, proponendo simulazioni molto lontane fra loro stilisticamente. Questo è certamente un “plus” non indifferente. Il tutto con un consumo di risorse ridotto che ci consente di lavorare anche in registrazione con livelli di latenza minimi intorno ai 4 millisecondi senza alcun problema.

La grafica, seppur ampiamente personalizzabile (forse troppo) non aiuta sicuramente i meno esperti. Il posizionamento del microfono di ripresa generalmente in un'area grafica bidimensionale non ne evidenzia angolazione e distanza se non per il risultato del comportamento fisico, ma è una deduzione da “esperti” che per chi si avvicina per la prima volta al software appare abbastanza approssimativa, restituendo invece un ottimo comportamento in termini di prestazioni. Le regolazioni “fine” sono possibili esclusivamente accedendo alla funzione EDIT sia per la parte di Head che per il cabinet, e la gestione dei parametri è riservata a chi già conosce la materia e i potenziali effetti dei parametri che andiamo a modificare.

E’ certamente un software da avere per i sound engineer e per chi si occupa di sound design e di produzione, grazie alla possibilità di realizzare preset originali e di creare timbri sicuramente distintivi, ma dedicandoci indubbiamente del tempo. In definitiva un software da avere! Ma non pronto uso.

Pro

Qualità del modelling
Flessibilità stilistica

Contro

Gestione separata di Head e Cabinet
Interfaccia grafica poco intuitiva e frammentata in più step
Assenza di tridimensionalità nel posizionamento grafico dei Mic

INFO

MeldaProductions

Prezzo: € 19 (fino alla fine di luglio, poi € 99)

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