Dopo aver montato i moduli, finalmente è il tempo di collegarli senza leggere il manuale! Ci riuscirò senza far danni?
La prima decisione che ho preso mi è sembrata semplice: come metto l’ordine dei moduli da sinistra a destra? Beh… non è stato così semplice come credevo!
Avevo in mente la classica posizione degli elementi nel Minimoog, e così mi sono mosso. Ho infilato per primo a sinistra il Doepfer A-190-4, pensando che da lì sarebbero entrati i dati necessari a far suonare il modulare. So da sempre che ci vuole un ingresso Gate, che serve per dare un impulso per far partire i circuiti, e almeno un CV, cioè un segnale di controllo che serve inizialmente per intonare la nota secondo quello che si suona sulla tastiera. L’A-190-4 ha sul pannello due uscite CV e un Gate, più un’uscita clock e una chiamata Reset, ma che mi devo studiare. Per ora va bene così, se non fosse che in questo periodo di mobilità mi sono dotato di una Keystep Pro di Arturia. Voglio essere completamente analogico, per cui ho usato l’uscita Gate e quella Pitch, che immagino essere identica al segnale CV.
La mia prima disposizione, senza saper nulla, è stata standard: ho messo Plaits, l’oscillatore, seguito da filtro A-124 VCF5, quindi ho inserito il modulo di inviluppo Intruo e ho fatto seguire il Quad VCA. Alla sua destra ho messo le modulazioni: il modulo Batumi per gli LFO, seguito dal modulo Beads e quindi dal Desmodus Versio come riverbero ed effetto. Mi sembrava tutto in ordine, senonché ho iniziato ad avere qualche dubbio: ho solo un inviluppo con un solo CV Out (non ho letto il manuale) e il Quad VCA ha ben quattro ingressi audio, ognuno con un segnale CV indipendente che posso usare per modulare quel VCA. Forse è meglio che legga il manuale di Instruo, perché mi sfugge qualcosa oppure ho bisogno di moltiplicare il segnale. Decido di non leggere il manuale e mi ricordo che MilkAudio mi ha fornito di alcuni cavi che possono essere sdoppiati: soluzione semplicissima ed efficace.
Fare e non fare
Il sistema modulare non è il mio e non voglio rovinarlo. Prima ancora di attaccare i cavi, voglio essere sicuro di non combinare disastri o di fulminare qualche componente. Mi arrendo… qui ci vuole un esperto che mi faccia luce. Scrivo al volo a Davide Ricci di MilkAudio che mi risponde nel giro di poche ore. Ed eccole qua le domande più semplici che permettono di partire in tranquillità:
- Cosa succede se uso un'uscita gate ed entro nel cv?
- Davide Ricci: il CV (control voltage) in ingresso indica la possibilità di utilizzare qualsiasi tensione per controllare il parametro a cui fa riferimento. Il gate anche se non viene spesso usato per le modulazioni, ma più per gestire la partenza e fine di un inviluppo, rimane comunque una tensione e quindi può essere utilizzata in un controllo in CV. E' ovvio che essendo una tensione simile a fronte positivo di una quadra la modulazione sarà abbastanza drastica e a volte difficile da gestire.
- Cosa succede se uso un'uscita cv ed entro nel gate?
- Davide Ricci: Il gate se arriva dal Sequencer è un'uscita mentre il CV può essere in uscita e in ingresso, dipende dove si trova sul pannello e a quale modulo fa riferimento. Se questa uscita in CV a cui fai riferimento fosse ad esempio un CV Out del Sequencer (quindi un Pitch Out) ed entrassi in un Gate non succederebbe nulla poiché il Gate è appunto un’uscita allo stesso modo. Il Gate In è presente esclusivamente sui moduli di inviluppo oppure su dei moduli digitali che hanno un inviluppo integrato e quindi necessitano di un Gate per far partire il suono.
- Ci sono delle connessioni assolutamente da non fare per evitare dei danni?
- Davide Ricci: vai sereno non si rompe niente! Per fortuna qualsiasi tipo di connessione non reca danni alla macchina.
- Cosa succede se uso un'uscita e la inserisco in un'altra uscita?
- Davide Ricci: per fortuna nulla
- Cosa succede se uso un'entrata e la collego a un'altra entrata?
- Davide Ricci: nulla
- Fino a quante connessioni posso fare usando lo stesso cavo che ha un ingresso supplementare prima che il segnale sia troppo debole?
- Davide Ricci: Tiptop Audio che è il marchio che ha il monopolio sugli stackcables (i cavi sdoppiatori) indica sul loro sito fino a 100 connessioni prima di perdere del tutto il segnale. Chiaramente nessuno ci è mai arrivato, io personalmente mi sono fermato a 3 e forse ho notato una lieve perdita di segnale, ma non lo garantisco poiché non ho fatto dei test, comunque dipende sempre dal tipo di segnale.
- Si può usare l'uscita audio di un modulo per modulare un ingresso CV?
- Davide Ricci: La bellezza del modulare è che Audio e CV (quindi segnali audio e segnali di controllo) viaggiano allo stesso voltaggio e possono essere usati allo stesso modo. Quindi la risposta è sì, puoi usare le uscite audio come sorgente di modulazione
Mi brillano gli occhi: se penso a tutte le volte che avrei desiderato usare un segnale audio per modularne un altro, che non fosse l’FM, o per modulare l’ampiezza o altri parametri, adesso è tutto possibile.
La mia prima patch
A questo punto posso partire, tanto non posso fare casini. Il mio primo collegamento è tra l’Arturia Key Step Pro e l’oscillatore: gli do il gate usando l’ingresso Trig e il CV per l’intonazione. Collego la sua uscita Out all’In 1 del Quad VCA e aumento il livello. Il risultato è una pernacchietta, un picco di suono e nulla più. Che stupido che sono! Il VCO deve essere libero di oscillare in continuazione, come accade sui sintetizzatori analogici. E’ sempre stata la differenza che c’è tra un oscillatore analogico che continua a… oscillare e quelli digitali. E’ anche il classico trucco usato su Oberheim Matrix 12 per creare dei suoni drone: si mette il VCA finale al massimo, che non sarà controllato quindi dall’inviluppo e via di ore e ore di piscotici e psicadelici droni.
Non è l’oscillatore che devo triggerare, ma l’inviluppo! Attacco l’uscita Gate all’ingresso Gate di Instruo ed è fatta. Ho la mia prima patch semplice semplice, dove un semplice oscillatore è collegato a un VCA e il VCA è a sua volta controllato dall’inviluppo.
Instruo Ceis
Scopro immediatamente alcune cose che sapevo teoricamente, ma che non ho mai incontrato prima d’ora come controlli a portata di mano. L’inviluppo Instruo Ceis è dotato di un controllo per cambiare il comportamento della curva, da lineare a esponenziale e logaritmico. Mentre mi devo dannare su un sintetizzatore digitale per modulare le fasi di un inviluppo per farle diventare esponenziali o logaritmiche, quando non c’è il parametro dedicato, qui è tutto semplice: una sola manopola e il suono cambia di parecchio. A questo punto devo però passare in modalità bravo bambino e cercare il manuale di Ceis perché non ci sono serigrafie sul pannello: scopro che gli ingressi superiori corrispondono ai singoli Gate Out delle quattro fasi dell’inviluppo, mentre le quattro uscite sotto ai fader dotati di led sono le altrettanti fasi dell’inviluppo e i relativi segnali CV. Interessante… potrei usare un’uscita CV di una fase per controllare un LFO solo durante il tempo di quella fase. Dovrò provarci!
Il manuale mi dice anche che il pulsate Gate/Trig serve per attivare manualmente il trig… c’ero arrivato anche senza manuale. E poi c’è quel piccolo switch che cambia la risposta al segnale Gate o Trigger in ingresso. Per fortuna la Keystep Pro ha un controllo Gate per ogni step e in un secondo capisco il concetto. Mentre un semplice segnale di trigger serve solo come impulso per un circuito, esso può essere prolungato con Gate, che corrisponde al tempo durante il quale suono una nota. Il pulsante Gate/Trig cambia il comportamento di Ceis: messo su gate risponde al tempo di gate facendo evolvere le fasi dell’inviluppo; su trig obbliga l’inviluppo a passare da Attack a Release indipendentemente dalla durata di Gate. C’è poi una misteriosa uscita che mi si chiarisce leggendo il manuale: da qui escono i quattro trigger combinati delle fasi ADSR. E meno male che è un semplice modulo di inviluppo… sono già nel profondo spazio della programmazione, guardando a synth digitali e analogici con tenerezza, per la limitatezza delle possibilità che hanno.
Intellijel Quad VCA
E non è finita: il Quad VCA ha le manopole Level che suppongo siano quelle per il mix, ma non è affatto così. Il Level controlla il livello del VCA senza alcuna modulazione, per cui se non lo metto a zero l’inviluppo non è efficiente al 100% e rimane sempre una certa quantità di suono proporzionale al livello, proprio come il controllo VCA del Matrix 12. Naturalmente se metto Level al massimo, non c’è più alcun controllo dell’inviluppo e in pratica sento sempre e solo l’oscillatore. Il controllo di mix che sto cercando è il primo piccolo potenziometro, che tecnicamente parlando è un attenuatore (l’ho letto sul manuale).
Il secondo invece modifica il segnale all’ingresso CV, cioè l’inviluppo che ho connesso. A me sembra quasi un comportamento da limiter, ma sul manuale c’è scritto che controlla la risposta del CV input da esponenziale a lineare. Per me, verso sinistra (esponenziale) il segnale diventa più percussivo, verso destra invece si va verso la riproduzione completa e corretta dell’inviluppo. C’è anche un boost per incrementare di + 6dB il segnale in uscita dal VCA. Una delle cose più interessanti di questo Quad VCA è che somma in automatico le uscite dalla prima alla quarta, quando si decide di non prelevarle indipendentemente.
Pochi controlli ma tante funzioni. Mi piace il suono, quando applico una risposta esponenziale e aumento il livello con l’attenuatore, perché comincia ad avvicinarsi alla percussività del classico Minimoog e a quella legnosità sulle medie che manca a molti sintetizzatori quando fanno bassi synth percussivi. E ho attaccato solo tre cavi…
Conclusioni
Dopo essermi accertato di non bruciare qualcosa, devo dire che non c’è voluto che qualche minuto per creare la mia prima patch, senza bisogno di corsi o chissà cosa. Più vado avanti a esplorare ingressi, uscite e controlli, più mi rendo conto di quanto siano limitati i sintetizzatori a tastiera, siano essi analogici o digitali. Pensavo fosse complicato, ma in questa parte del viaggio non è stato così. In più, leggendo i manuali, è facile capire che le potenzialità sono infinite e i limiti solo nella testa. E’ ora di volare molto più in alto. Alla prossima.