Con la nostra rubrica facciamo nuovamente un bel salto indietro nel tempo, con un modulo innovativo all’epoca per i contenuti: uno degli ultimi arranger realizzati in Farfisa
Delle tastiere arranger professionali Farfisa ho un ricordo dei primi anni novanta legato all’uscita della serie F. Si fantasticava tra gli appassionati sulle potenzialità di questa serie, e degli studi compiuti dal team capitanato dal fisico Giuseppe di Giugno nei laboratori IRIS di Paliano, a Frosinone, un centro allestito e finanziato dal gruppo Bontempi/Farfisa per lo sviluppo di nuovi chip sonori.
Purtroppo, nella mia zona l’unico rivenditore autorizzato Farfisa era piuttosto “flessibile” come orario, essendo il proprietario un valido accordatore di pianoforti a domicilio. Ci vollero diversi giorni per rintracciarlo e fissare finalmente un appuntamento per “mettere mano” a un esemplare di Farfisa F1. Rimasi incantato sia da alcune scelte legate al design dello chassis - come gli speaker regolabili nell’inclinazione - ma soprattutto per le potenzialità della generazione sonora multisintesi, in grado di fornire anche l’FM a quattro operatori.
Ricordo che passai con gli amici diverse ore davanti allo strumento, scandagliando gran parte dei preset: praticamente un potente sintetizzatore travestito da arranger! Commercialmente parlando, penso fu proprio questo il punto debole di questa serie, perché l’utenza dell’epoca era già orientata verso strumenti “plug and play”, per riprodurre style o song programmate in General MIDI delle hit di quel periodo. L’amico Giorgio nel suo approfondimento conferma questa mia tesi.
Farfisa 7X
Per colmare il gap con l’agguerrita concorrenza nipponica, Farfisa corse ai ripari realizzando in seguito la serie G e il successivo modulo 7X (o Seven X), oggetto del nostro approfondimento, dotato di un chip sonoro riveduto nei contenuti e limitato alla sola sintesi PCM, con una settantina di style a corredo nella sezione arranger e funzionalità estese per allestire una postazione karaoke.
Purtroppo, nonostante ci fossero nuovi sviluppi all’orizzonte, come un nuovo chip sonoro molto più performante studiato dal team IRIS, Farfisa stava attraversando un periodo di crisi da cui non riuscì a risollevarsi, e nel 1998 cessò l’attività. Il modulo 7X resta l’ultimo arranger professionale commercializzato dal brand italiano. Però, fu un finale con il botto...
Farfisa 7X: caratteristiche di rilievo
Nonostante l’età, questo modulo presenta alcune caratteristiche che potrebbero far impallidire alcuni strumenti odierni in categoria. L’arranger con sezioni Verse/Chorus 1/Chorus 2, Break, Fill-In e Intro/Ending, modalità Key Start, Poly Lower, Easy Chord, Bass Inversion e molto altro.
Il generatore sonoro compatibile con lo standard General MIDI, fornisce oltre 128 preset, otto drumkit, un banco SFX e la possibilità di espandere le timbriche tramite un’originale (per l'epoca) espansione opzionale da 2MB. La navigazione è supportata da un ampio display LCD.
Il parco connessioni è completo, e comprende ben due ingressi per i microfoni (di cui uno con doppia connessione per capsule dinamiche o a condensatore di tipo Electret) e una presa cuffie sul pannello frontale. Sul pannello posteriore troviamo il pulsante di accensione, la presa per l’alimentatore esterno, una coppia di Audio Out L/R su prese Jack da 6,3mm, doppie porte MIDI IN/Thru, una porta MIDI Out, una presa per collegare una pedaliera, due prese per pedali sustain e di espressione, infine la porta video su presa SCART.
La Farfisa e il 7X: la parola a chi l'ha realizzato
Per l'occasione, ho chiesto di parlare del modulo 7X a un vecchio amico di chi scrive come Aldo Borgonovo, il quale ha lavorato come sviluppatore di algoritmi di sintesi ed elaborazione del suono in Farfisa per cinque anni, fino alla chiusura. Ecco la sua testimonianza:
"Lo strumento era derivazione diretta della G7 per cui, a parte il pannello di controllo, dal punto di vista algoritmico (il mio), hardware e software erano essenzialmente la stessa cosa. Gli algoritmi di generazione ed effetti erano passati pari pari dalla G7 al 7X e perciò il mio lavoro era sempre sul “muletto” della tastiera.
L' unica volta che dovemmo mettere mano al 7X fu quando arrivò in Farfisa un signore americano, presentato dal dirigente come un importante possibile acquirente. Gli si fece vedere l' arranger con tutte le demo del caso e lui si mostrò subito entusiasta dello strumento ma... a suo parere, sarebbe stato perfetto se avesse avuto un paio di uscite audio supplementari indirizzabili. Detto fatto, ci mettemmo al lavoro per soddisfare “l' importante cliente”, lavoro che richiese, oltre alle ovvie modifiche hardware, delle modifiche software sia a livello di sistema, sia a livello di generazione.
In Farfisa lavorava gente molto in gamba e il prototipo fu pronto in pochi giorni. Fu quindi presentato al cliente che si mostrò soddisfatto del risultato. Al che, arrivando al momento commerciale, il “management” chiese quanti esemplari “l'importante cliente” ipotizzava di vendere. La risposta fu molto interessante, in pratica disse che quel modello serviva a lui ma non pensava di vendere alcunché! Non ricordo esattamente come finì, ma ricordo l'espressione del manager..."
Gli approfondimenti del team di Arranger Legacy!
Come consuetudine, siamo andati a fondo riguardo alla storia e le potenzialità del modulo Farfisa 7X: ecco la presentazione dei vari contributi del team con i link per accedere a ciascun articolo.
Farfisa 7X: la parola a Renato Restagno
Oltre al suo racconto del modulo 7X, Renato fornisce una serie di cenni storici legati a Farfisa, ma soprattutto la cronologia delle uscite per i vari modelli serie F e G del brand italiano. Come sempre, da non perdere! Ecco un piccolo estratto del suo articolo:
“Le ragioni di interesse sul mercato, rispetto la concorrenza dell'epoca, consiste nella presenza di due ingressi: da una parte è possibile collegare una chitarra e arricchirne il suono con overdrive e distorsore, dall’altra è possibile sfruttare il secondo ingresso microfonico per collegare un microfono e accedere agli effetti di vocoder e armonizzatore.”
Clicca QUI se vuoi leggere l’intero articolo sul suo blog.
Farfisa 7X: la parola a Giorgio Marinangeli
Il punto di vista tecnico è sempre a cura dell’amico Giorgio, il quale descrive nel dettaglio non solo la genesi del chip K22 equipaggiato sul modulo Farfisa 7X, ma anche un analisi dettagliata dell’hardware impiegato: nello specifico, non perdetevi alcuni piccoli trucchi escogitati da Farfisa nel realizzare il modulo e scoperti da Giorgio aprendo lo strumento. Ecco un piccolo estratto del suo approfondimento tecnico:
“Lo schema della generazione sonora è classico ed include il DSP K22 e le memorie in cui sono memorizzate le forme d'onda dei suoni. Sulla sinistra si nota anche il connettore dell'espansione di memoria aggiuntiva una vera novità per l'epoca in questa fascia di strumenti.”
Clicca QUI se vuoi leggere per intero l’articolo di Giorgio sul suo blog.
Farfisa 7X: il video a cura di Marcello Colò
Non poteva mancare il contributo di Marcello, con una serie di “assaggi sonori” delle potenzialità del Farfisa 7X: buona visione!
Fateci sapere cosa ne pensate di Arranger Legacy: scrivete sui blog di Giorgio e Renato, oppure lasciate un commento qui sotto o sulla pagina Facebook di SM Strumenti Musicali. Avete una tastiera arranger del cuore da suggerire per una prossima puntata? Scriveteci!
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