Con una lettera indirizzata ai proprietari registrati di prodotti Moog e ai fan, il presidente di Moog Music Joe Richardson ha annunciato l'accordo con InMusic
InMusic è un leader nel settore dei brand musicali e comprende i plug-in di Air, tutta la produzione di Akai Professional, tutti i prodotti Alesis, Alto Professional, ArKaos, BFD, Denon DJ, Denon Professional, Engine DJ, Head Rush, Ion, M-Audio, Marantz Professoional, MixMeister, Numark, Rane, Sonivox, Sound Switch e Stanton.
Come tradizione nelle comunicazioni americane, il presidente ha sottolineato come questa nuova sinergia sia fondamentale per un produttore indipendente, perché InMusic offrirà le soluzioni per tutte quelle aree che sono una sfida per Moog Music, essendo un piccolo produttore rispetto ad altri marchi. Richardson ha espresso grande entusiasmo per le possibilità di accedere a una rete di distribuzione mondiale (Ndr, per altro già ampiamente stabile e solida in Italia grazie a Midiware) e a una catena di approvvigionamento ben più potente di quella attuale.
Allo stesso tempo, InMusic potrà accedere all'esperienza di Moog Music per integrarla nello sviluppo di prodotti di altri brand. Vedremo quindi un Akai con filtro Moog? Chi lo sa...
Tutta la ricerca, che obbedisce a Steve Dunnington ex studente di Bob Moog e da tempo a capo del reparto di progettazione, e la produzione rimarranno ad Asheville nel North Carolina.
L'accordo, stando al presidente di Moog Music, consentirà di accedere a una più vasta comunità di appassionati di tecnologia e professionisti.
Il futuro ci darà quanto dell'esperienza Moog potrà essere inserita in altri prodotti, in primis quelli targati Akai e Denon, e quanto la maggior efficienza della catena di produzione potrà condurre a nuovi prodotti Moog per ora solo sulla carta.
La certezza che abbiamo è che con InMusic alle spalle sarà molto difficile che Moog possa avere in futuro momenti bui dovuti alla liquidità o a momenti difficile nel settore dei sintetizzatori. Come per Sequential che è passata nelle mani del gruppo Focusrite, anche Moog ha dovuto rivolgersi a un business partner di buone dimensioni per assicurarsi il futuro.
Per noi musicisti è una buona notizia, considerando che InMusic ha sempre mantenuto l'indipendenza di ricerca e sviluppo dei suoi brand, senza creare sovrapposizioni pericolose. Inoltre c'è la possibilità di accedere anche a una serie di programmatori software, per esempio quelli Air e M-Audio, che potrebbero migliorare o fornire tecnologie digitali ancora non presenti sui prodotti Moog, per il controllo e l'espressività dell'analogico.
Da questa acquisizione, ci aspettiamo per il prossimo futuro qualche polifonico Moog che vada a coprire la fascia intermedia, lasciando One nell'olimpo dei synth polifonici.