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aps klasik 2020 review opinion recensione test luca pilla smstrumentimusicali.it classe A/B monitor amplificati

APS Klasik, monitor dal gran suono - Recensione


APS è un’azienda polacca che da più di dieci anni produce monitor audio per gli studi di registrazione. Arriva in Italia grazie a Funky Junk e noi abbiamo voluto provarle in studio.

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APK Klasik sono monitor audio a due vie amplificati in Classe A/B (ormai una rarità tra i monitor di questo prezzo) che possono passare inosservati per il design, se non per una debole retroilluminazione del logo anteriore quando sono accese. Classico cabinet nero, che tuttavia è stato rinforzato per produrre meno distorsioni, e un sistema bass reflex che vedremo essere non convenzionale. Il monitor utilizza un driver per basse frequenze e medie da sette pollici in cellulosa circondato da un anello di plastica, ideale per la riproduzione delle basse frequenze. Il crossover analogico è posto a 3,3 kHz, il che significa che una buona parte delle medie frequenze è assegnato al driver da sette pollici. Il tweeter è un ¾ di pollice con cupola in alluminio. La particolarità, oggi piuttosto rara, è il doppio amplificatore in Classe A/B da 100 Watt RMS in grado di fornire una SPL massima a 1 metro di 113,5 dB di picco e 105 dB RMS, valori superiori alle media.
Non nascondiamo di amare ancora oggi l’amplificazione in Classe A o A/B: il corpo del suono, la massa d’aria che si muove e soprattutto la tridimensionalità sono quasi sempre superiori in qualità ad amplificatori in Classe D con DSP, anche se negli ultimi anni le cose sono talmente migliorate che sui monitor più recenti di alta qualità è quasi impossibile raccogliere la differenza, ma non al prezzo delle Klasik. Sapendo di aver a che fare con una amplificazione in Classe A/B, ci aspettiamo un suono avvolgente e profondo, il cui dettaglio dipende ovviamente anche dagli speaker e dal resto dell’elettronica e del design. APS dichiara una risposta in frequenza da 39 Hz a 25 kHz +/-2 dB e vende i monitor matchati tra loro per garantire il perfetto allineamento in fase e in risposta frequenza. Non male come biglietto da visita! L’ingresso prevede una connessione bilanciata XLR e una RCA.

La tecnologia

Dietro ad APS ci sono due figure di grande esperienza. Rajmund Stodolny è il CEO e il motore del business, mentre il progettista è Grzegorz Matusiak che ha pubblicato nel passato una serie di articoli scientifici dedicati alla costruzione e progettazione dei monitor audio. Si veda per esempio The Fundamentals of Loudspeaker Radiation and Acoustic Quality presentato alla 128esima Convention AES a Londra nel 2010. Li abbiamo intervistati per capire come si sono mossi e presto scriveremo il risultato delle nostre conversazioni. Nel frattempo sappiamo che i monitor sono matchati tra loro con un accuratezza dei +/- 0,25 dB, che il cabinet si avvicina maggiormente a un box chiuso che non a un bass reflex, perché APS ha attenuato l'effetto della porta bass reflex per una maggiore precisione.

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APS Klasik - La scheda proprietaria interna conta numerosi jumper per il match tra i due monitor

La decisione di lavorare sulla porta bass reflex ha portato a escludere le turbolenze prodotte dalla porta ad alto volume e mantenere ventilata l'elettronica interna. Il driver, inserito in un cestello di acciaio, è creato a partire da cellulosa modificata non rivestita, per mantenere una bassa densità, e il tweeter, costruito con un doppio magnete, utilizza una sospensione Sonotex per minimizzare le risonanze ed è accoppiato con l'elettronica interna per ottimizzarne la resa. Particolare attenzione è stata data al sistema magnetico del driver, che include anche un anello interno di rame per ridurre l'induttanza e migliorare la distorsione armonica.

I controlli

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APS Klasik -La porta bass reflex e i controlli

I controlli sono tutti posteriori: switch di accensione, switch a scatti per definire la sensibilità da -10,5 dB a 0 dB, switch per Bass Controller con due posizioni attive e una per accoppiarlo a un subwoofer, switch per livello del tweeter (-1,5 dB, 0 dB e +1,5 dB) e switch per Ground Lift. L’elettronica garantisce l’accensione e lo spegnimento senza pop o altri rumore, e include circuiti di protezione termici, per corto circuito e overload. In questo ultimo caso il led del logo si illumina di rosso quando viene riconosciuto il clipping dell’amplificatore. Il cabinet è perfettamente squadrato e senza fronzoli, per un peso di 8,5 Kg a monitor. Non ci sono guide d’onda o particolari strutturali. E’ un classico monitor con forme standard per nearfield.

Tutta l’elettronica è agganciata al pannello posteriore e ci sono dei particolari che sono un vanto. L’alimentazione è lineare, niente switching, realizzata con un pesante trasformatore toroidale prodotto da Politrafo. I componenti sono soprattutto SMD, ma non solo, e la scheda comprende ben nove jumper, segno della possibilità di calibrare o modificare il comportamento dell’amplificatore, del crossover e dell’equalizzatore. Nella parte posteriore della scheda si vedono i due componenti DMOS responsabili dell’amplificazione, alla base della Classe A/B, con uno slew rate di 10 V/µs e tutti i circuiti di protezione integrati.

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APS Klasik - Il trasformatore di alimentazione

In prova

I monitor Klasik 2020 sono stati migliorati rispetto alla prima versione presentata qualche anno fa, con una riprogettazione della porta bass reflex posteriore che è decisamente inedita, perché di fatto dubitiamo che possa funziona come classica bass reflex, in senso positivo. Infatti, smontato il pannello posteriore, si scopre che driver, tweeter e ciò che rimane di una intercapedine è stato chiuso con materiale plastico poroso. La porta bass reflex entra in comunicazione solo con il vano che ospita la scheda elettronica che si trova dietro al driver. Considerando che spesso nei monitor bass reflex si trovano condotti studiati appositamente in lunghezza e larghezza, la scelta di APS è originale, a meno che si voglia ridurre il più possibile l’efficacia della porta bass reflex e farla funzionare più come un’apertura per permettere al driver di lavorare senza compressioni di aria interna, e per ottenere un comportamento da monitor con cassa chiusa. Ci sembra questa la spiegazione migliore, anche per quando riguarda i risultati che vedremo in seguito. E a noi non dispiace affatto!aps klasik 2020 review opinion recensione test luca pilla smstrumentimusicali.it classe A/B monitor amplificati

Una volta installati in studio e nelle condizioni di default, abbiamo dovuto spegnere il subwoofer. I bassi si sentono e tendono ad aumentare nella percezione man mano che si sale di volume. Lavorando a livelli SPL molto bassi, tanto da non disturbare i presenti nella room accanto con porta aperta, l’ascolto continua a essere dettagliato, anche se con una presenza ridotta di basse frequenze, e ci è parso buono per un ascolto tipo consumer ma molto definito nel campo stereo e nei dettagli. Sopra i 70 dB SPL (A) l’ascolto è perfetto: cassa e basso rimangono distinti e facilmente riconosciuti all’ascolto critico, le medie sono equilibrate senza avere la sensazione di un buco per la dimensione del driver, con quel corpo tipico di monitor con amplificazione in Classe A/B o A. Si apprezza il dettaglio, mai aspro o stridente, del tweeter per le formanti della voce, i piatti e gli strumenti più ricchi di alte frequenze. La descrizione dinamica è molto buona, mai schiacciata, ed è facile avere una rappresentazione corretta delle code dei riverberi, dei delay e degli ambienti.

I monitor Klasik lasciano alle proprie spalle qualsiasi altra coppia di monitor di prezzo simile (siamo intorno a 1.000 € alla coppia) quando si parla di campi tridimensionali. Ogni scelta del mix circa la posizione stereo e di profondità delle tracce è facilmente colta e rilassa le orecchie, senza fatica di ascolto. Abbiamo deciso allora di cambiare le impostazioni per un altro timbro: abbiamo ridotto il roll off del driver per i bassi e portato a -1,5 dB il tweeter. In un istante ci siamo trovati nelle praterie di ascolto delle classiche Yamaha NS10M Pro per la presenza dei medi, una evidenza del tweeter e una messa in scena delle basse frequenze più spostate sulla componente dei medio bassi degli strumenti, ma senza scendere così in basso. Ciò che più ci ha meravigliato è il comportamento in generale dei monitor, che sono definiti come bass reflex. E’ vero, la porta posteriore c’è ma sembra non partecipare più di tanto, se non a volumi sopra in 90 dB SPL. Le Klasik hanno quella risposta ai transienti da cassa chiusa che permette di tenere sotto controllo con precisione i bassi, mai confusi come capita talvolta sui monitor bass reflex sotto i 100 Hz, e dipingere le medio e alte frequenze con quegli attacchi e quella presenza delle tracce tipiche di sistemi a cassa chiusa. Anche in queste condizioni, che propongono un ascolto più spostato sulla musica acustica e sul jazz, la tridimensionalità è ampiamente rispettata regalando quell’ascolto da studio professionale che tutti cercano, ma pochi trovano fino a che si spendono cifre almeno del doppio rispetto a queste Klasik.

Come altro test, abbiamo deciso di passare all’estensione del basso con la posizione relativa ed estendere anche il tweeter: altro modello d’ascolto, quasi più spostato su monitor con DSP e Classe D, ma senza perdere minimamente tridimensionalità e panorama stereo. Sono queste le condizioni che ci sono sembrate ideali per hip hop, pop ed elettronica, con un equilibrio tipicamente americano nell’ascolto. Personalmente, in queste condizioni, abbiamo trovato i bassi anche troppo presenti intorno agli 80 dB SPL in ascolto, ma ancora una volta senza effetto bass reflex. Una risposta da cassa chiusa e di più grandi dimensioni, nonostante avessimo a che fare con un nearfield. Con l’stensione dei bassi di un sub, però, si ottiene la loro presenza anche a 50 dB SPL in ascolto, un valore da ascolto notturno che farà la gioia di molti project studio casalinghi!

 

aps klasik 2020 review opinion recensione test luca pilla smstrumentimusicali.it classe A/B monitor amplificatiL'ascolto di Black Leaves di Kirby ci ha dato la risposta che ci attendavamo sulle voci e gli strumenti, con una naturalezza delle voci di grande qualità. In ambienti swing, il brano Sugar (That Sugar Baby Of Mine) di Lara Luppi ha evidenziato la facilità con cui si riescono a separare i piani di profondità degli strumenti acustici, apprezzandone gli spazi tra gli strumenti.
I monitor Klasik non hanno avuto incertezze con I Will Remember dei Toto per i tom in apertura.
Per verifica, siamo passati a Opening Titles (Jurassic Park) di John Williams, dove nelle prime battute iniziali un timpano fa la sua comparsa spesso nascosto da altri monitor. Con le Klasik è correttamente presente nella fase di attacco. Ottima la riproduzione, in tutti i dettagli comprese le compressioni, di Cousin Dupree (Two Against Nature) degli Steely Dan: è esattamente l’ascolto che ci aspettiamo in uno studio di registrazione professionale.

 

aps klasik 2020 review opinion recensione test luca pilla smstrumentimusicali.it classe A/B monitor amplificatiIn tutti i pezzi e durante i mix, abbiamo profondamente amato la riproduzione della cassa, con quella elasticità del colpo e l’impulso dell’inviluppo che talvolta è carente su monitor di fascia di prezzo simile. Qui si sente non solo il colpo ma anche l’aria che investe l’ascoltatore: insieme al basso, le fondamenta dei brani sono come si deve pretendere da un ascolto critico. Ci sono monitor ancora più veloci nella rappresentazione dei transienti rispetto a queste Klasik, al limite dell’artificiale, ma il vantaggio generale di questi monitor è la precisa riproduzione d’insieme, che permette di concentrarsi maggiormente sulla coesione delle tracce del mix e sulla risposta emotiva, piuttosto che separare ogni singola traccia in iperdettagli. Ci possiamo aspettare che i primi più contenti delle prestazioni di ASP Klasik siano i sound engineer che hanno almeno trent’anni di esperienza in studi di registrazione. Avere questi risultati da due monitor nearfield a questo prezzo è qualcosa di inimmaginabile negli anni passati. E’ come tornare a casa da un lungo viaggio e ritrovare quei riferimenti che nel tempo si sono andati a diradare per l’evoluzione dei monitor.

Per chi invece arriva da monitor con DSP e in Classe D di simile prezzo (e ce ne sono parecchi), l’ascolto dei monitor ASP Klasik aprirà una finestra su un altro stile di ascolto critico, più musicale, più viscerale e più impattante. Vi troverete a scoprire cosa significa mixare con un monitor con un comportamento da cassa chiusa, utilizzare i suoi vantaggi sulla pulizia delle medio basse, e avere la piacevolissima sensazione di un suono tridimensionale, che facilita la scelta dei riverberi, delle compressioni e del balance del mix.

Conclusioni

Prima o poi doveva accadere che un produttore illuminato immettesse sul mercato dei monitor a due vie con amplificazione in Classe A/B dal suono preciso, potente e tridimensionale, a un prezzo accessibile a qualsiasi studio, anche piccolo. Quel produttore è ASP con i monitor Klasik.
Siamo certi che le giovani generazioni siano pronte a rimanere sorprese dai risultati di queste Klasik, lasciando alle orecchie dei fonici un po’ più attempati il piacere di portarsi in studio un paio di monitor dalle grandi capacità di immagine stereofonica e tridimensionali come quelle che un tempo esistevano sui monitor a tre vie nei grandi studi. Con questo prezzo, ASP Klasik sono imbattibili e rappresentano, per chi scrive, il riferimento per quel tipo di timbro che manca da anni sugli stand nearfield dei più recenti studi di registrazione e project studio, con un prezzo a cui non si può dire di no!

Pro
Suono naturale senza eccessi
Amplificazione in Classe A/B
Scendono bene in basso!

Contro
Possono scaldare molto ad alto volume

Info:
Funky Junk
Prezzo: € 885 + IVA

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