HEADRUSH PRIME
Pedalboard e non solo
In arrivo probabilmente da un mondo alieno, una nuova pedalboard, neologismo che potrebbe essere riduttivo in questo caso.
Si tratta di Headrush Prime, una sorta di astronave dedicata principalmente ai chitarristi, ma anche bassisti e vocalist, sia nella loro veste di live performer che artist creator.
L’imponente hardware cattura da subito la nostra attenzione, display touch, mini display a corredo di ogni switch, insomma una consolle di pregio che farebbe leccare i baffi a qualunque detrattore del mondo “digitale”, che lasceremo volentieri nella loro dorata solitudine e magnificenza al tempo stesso. E a proposito di “dorato”, gli splendidi potenziometri vintage nero e oro stile Marshall creano un mix favoloso tra passato e futuro, dove il presente rimane sospeso…la bellezza; ma ora qui è il momento di festeggiare e godere del buon vino novello…
IN PROVA
Non capitava da tempo di veder approdare sul mercato hardware di queste dimensioni, e peso. Forse da quella pedalboard tanto glorificata di Line 6 a cui un po' sembra ispirarsi nel design. Ma alla fine, quando si fanno i conti con ciò che serve realmente, le scelte sono obbligate, e nessuno emula nessun altro, semplicemente brand e progettisti diversi arrivano alle stesse conclusioni, senza che ciò debba comportare necessariamente una "paternità" delle idee. Sono i bisogni stessi a creare delle strade, e a far sì che persone e idee diverse convergano sugli stessi obiettivi.
Terminata una breve digressione dialettica fra uovo e gallina, veniamo ai fatti.
Headrush si presenta solidissima, pesantissima, enorme. Ma intendiamoci, ben meno di un amplificatore con un unico suono, ma certamente più impegnativa di tante pedalboard “plasticose”.
Lo chassis metallico solidissimo è testimone di robustezza da stage, e non solo per la sua presenza e stabilità, ma anche per la protezione che dovrà sopportare nelle “pedate” del musicista alla pressione di ogni switch, fattore ancor più delicato se consideriamo il fatto che l'hardware include un display touch di ben 7 pollici oltre a 12 mini display alloggiati sopra ogni switch.
La connettività del pannello posteriore finalmente premia i più esigenti, e cancella l’idea che siano sufficienti due uscite...
Uscite bilanciate, ad esempio per collegarsi direttamente ad un mixer, out Jack standard, Fx Loop e ingresso Guitar o Mic (composito) sono la rivelazione di una visione di insieme, multipiattaforma, e dalle grandi potenzialità di routing e connettività.
Non manca infine la possibilità di connessione Midi, con classico ingresso 5 pin, e la possibilità di connessione USB per la configurazione come scheda audio con la nostra workstation. La connessione USB è finalizzata non tanto all’utilizzo di Headrush come scheda audio del nostro home recording, ma esattamente come strumento di reamping per le guitar track. Sarà infatti possibile inviare una traccia “clean” dal nostro progetto, per poter procedere al re-amping grazie alla library di headrush, e catturare direttamente il suono elaborato attraverso un' unica connessione USB.
Headrush è inoltre dotata di connessione wi-fi integrata che rileva all'avvio la presenza di reti disponibili, dopo la cui autenticazione, poter procedere automaticamente all’aggiornamento di eventuali aggiornamenti firmware, esattamente così come avvenuto nel nostro test/tutorial.
Dopo il primo avvio e l’aggiornamento firmware, la pedalboard ci illumina d'immenso grazie al suo display da 7 pollici centrale che ci guida nella navigazione dei preset, e ai mini display a corredo di ogni switch, a loro volta corredati da una piccola striscia led ad alta luminosità ad evidenziarne l'attivazione, aspetto molto utile in utilizzi live con scarsa o variabile condizione di luminosità.
La navigazione attraverso i preset e nell’edit degli stessi è molto semplice grazie all'interfaccia touch, e in realtà ulteriormente semplificata dal grande potenziometro posto alla sinistra dello schermo.
Si tratta di un controller che consente di navigare fra i vari parametri, ruotando si accede al parametro successivo, e alla pressione si accede alle funzionalità proprie del componente selezionato, una sorta di "joystick" che ci consente di navigare velocemente, e in ordine progressivo fra le varie funzioni disponibili.
Come prevedibile in presenza di un hardware cosi articolato, le funzioni disponibili sono moltissime ma l’interfaccia software ci riporta ad un preciso ordine di cose.
I nove puntini in alto a sx sul display, similarmente all’icona che contraddistingue le app google, ci riporta sulla schermata principale di gestione.
Come ben evidente dalla grafica troviamo nel frame di sinistra le tre macrocategorie:
- My Rig
- Practice Tool
- Headrush Cloud
- Amp Cloning
Nel frame di destra avremo ovviamente i “sottomenu” previsti dalla categoria selezionata, che sono moltissimi, dalla gestione di un equalizzazione di uscita al settaggio del metronomo o del browsing fra i preset.
Non è certo questa la sede per replicare un manuale di istruzioni per il quale rimandiamo direttamente agli approfondimenti del produttore, ma è davvero interessante poter passare molto agevolmente dal browser dei preset, alla practice tool, dove abbiamo la possibilità di caricare una traccia audio sul quale esercitarsi e poter cambiare il pitch o il timing, mantenendo l’intonazione.
Sono funzioni che già conosciamo ma che normalmente gestiamo dalla workstazion, dal nostro software di registrazione o addirittura più frequentemente anche da contenuti di terze parti che invece, in questo caso, ci vengono proposte all’interno del nostro hardware.
Il passaggio fra un preset è l’altro è molto morbido e sopperisce a quello che spesso è un incubo per i chitarristi ovvero ad alcuni momenti di silenzio, millisecondi, che qui scompaiono!
Il preset viene caricato lasciando in coda per alcuni millisecondi il suono del preset precedente, garantendo quindi una continuità sonora senza precedenti.
PANORAMICA PRESET
Il contenuto dei preset, ovvero il risultato della combinazione degli elementi che la costituiscono, ha dell’incredibile in termini numerici.
E’ certamente il frutto di un hardware potentissimo e multi core quindi dalle grandi capacità di memoria ed elaborazione, ma anche di una scelta particolare ed innovativa, ovvero quella di includere modelling e software di altre piattaforme.
La parte di AMP Profiling infatti è curata da Revalver che già si era distinta sul mercato per la qualità di profilazione ed emulazione di amplificatori storici, mentre la sezione dedicata alla voce, è corredata dal software pluripremiato Antares Auto tune, per completare poi con la creazione di Preset realizzati da ChopTones; è forse la prima volta che capita di avere fra le mani un Hardware che al suo interno contiene software proveninete da altri marchi, ma la scelta si rivela davvero performante.
Utilissima la categorizzazione dei preset per strumento (Bass, Guitar, Vocals) e agilissima la navigazione.
I timbri di chitarra abbracciano praticamente tutti i generi, passando dai timbri crunch più tipicamente blues e pop, ad Hi Gain degni della più pesante delle Metal band, senza tralasciare suoni clean eterei e di ambiente che occorrono sempre ed in ogni luogo.
Stesso dicasi per i preset di basso, che spaziano dal funk al blues e al rock.
E certamente con la dotazione interna non puo mancare nulla se consideriamo il numero di componenti presenti:
- 53 Headrsuh Amp Model
- 44 Revalver Amp Model
- 15 Headrush Cab Models
- 10 Headrush Cab Mics
- 67 Revalver Cabs
- 31 Revalver Cab Mics
- 7 Vocal Effects
- 15 Overdrive
- 11 Distortion/Fuzz
- 10 Dynamics/Eq
- 6 Compressor
- 12 Delay
- 6 Reverb
- 7 Chorus10 Flanger/Phaser
- 6 Vib/Trem
- 7 Wha/Filter
- 7 Pitch
- 4 Volume/Dynamics
- 300 Ir Profiling
ESEMPI AUDIO
Al cospetto di un hardware di così imponente non possiamo sottrarci dalla tentazione di testarne le prestazioni in condizioni estreme e ai limiti opposti, verificandone quindi il comportamento in varie gradazioni di colore almeno per quanto riguarda la parte di chitarra.
I tre classici esempi quindi dal Hi Gain al Clean passando per i Crunch, e verificandone il comportamento in varie condizioni dinamiche e di tocco. Il tutto riassunto in un video tutorial: la prima parte dedicata agli esempi audio, e la seconda alle principali funzioni di navigazione e controllo.
HEADRUSH PRIME AUDIO EXAMPLE da inizio fino al minuto 2.23
HEADRUSH NAVIGATION dal minuto 2.23 in poi
CONCLUSIONI
Utilizzare Headrush Prime è stato molto semplice oltre che entusiasmante.
La semplicità, ad oggi, non è assolutamente un aspetto trascurabile e spesso orienta l’utente nelle scelte di acquisto, sopratutto laddove pensiamoa d utilizzi live, dove gli interventi correttivi devono essere agevoli, veloci, e l’accesso alle funzioni immediato. In questo senso Headrush Prime è fantastica, consentendo di intervenire sui parametri dei preset sia dal touch screen centrale, che dai grandi potenziometri a corredo, e con livelli di latenza inesistenti.
La qualità audio è elevatissima, ma quello che più ci colpisce è la vision di insieme di un hardware che unisce il sound design alla pratica e allo studio. La modalità Practice Tool che ci consente di caricare degli audio sul quale esercitarsi, oppure per brevi performance live, corredata dalle funzioni pitch e stretch, ne fanno uno strumento unico, che ci consente di lavorare autonomamente con la pedal board senza la necessità di un pc a corredo, con notevoli elementi di garanzia in più in termini non solo di stabilità di sistema, ma anche di accesso e velocità. Non abbiamo contezza di quanti chitarristi nel mondo si dilettino nella funzione di Cloning e Profiling, che per essere effettuata con dovizia richiede disponibilità di scenari diversi da poter catturare, ma anche per questa evenienza la nostra pedalboard è pronta ed equipaggiata grazie alla modalità di lavoro Amp Cloning.
In definitiva Headrush Prime si rivela uno strumento potente, flessibile, sia per sound design che live performance, che garantisce un setup completo senza necessità di componenti aggiuntivi e dalle enormi potenzialità timbriche.
PRO
- Ampia dotazione di modelli e preset
- Interfaccia User Friendly e ad alta usabilità grazie a display touch di grandi dimensioni e mini display alloggiato sopra ogni switch
- Altissima qualità audio grazie all’utilizzo di software di terze parti (Revalver, Autotune ecc.)
CONTRO
- Peso considerevole
- Assenza di un software editor o di controllo remoto
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