Con la decima edizione la libreria francese tocca quota 39 virtual instrument!
Ho provato per voi le sei novità incluse in questa nuova edizione.
Nel dicembre scorso il team di Grenoble ha rilasciato la versione “X” della sua celebre libreria. La V Collection X include sei novità, di cui una inedita tra i virtual instrument come il CP-70V, più due comparsi nel corso del 2023 (ACID V e MiniFreak V) e tre nuovi titoli Augmented (Grand Piano, Brass e Woodwinds).
La libreria include inoltre due release di emulazioni quali il Mini V - giunto alla quarta generazione - e il Wurli V rinnovato alla versione 3. Completano la nuova offerta tre expansion pack esclusivi per gli strumenti della V Collection X, che incrementano l’arsenale sonoro disponibile a oltre 9.000 preset!. La Analog Lab V in bundle è la variante “Pro”, e nella tabella qui sotto trovate le differenze con le altre versioni disponibili.
Come anticipato nel titolo, in questo test mi limito a descrivere caratteristiche e prestazioni di ciascuna new entry. Se volete saperne di più sull’intera offerta della Arturia V Collection e sulla struttura degli strumenti Augmented, vi rimando a questa prova, redatta ai tempi dell'uscita della nona edizione della libreria francese. Prima di partire, una domanda: chi si ricorda quando nacque la prima simulazione Arturia? Se avete la memoria corta, il prossimo capitolo è per voi.
Arturia V Collection: la storia in pillole
Arturia comincia nel 2001 a studiare la tecnologia proprietaria TAE®, acronimo di True Analog Emulation. La prima realizzazione fu il Modular V, presentato al NAMM Show del 2002, una simulazione che vide impegnato tra i collaboratori anche Robert Moog, per riprodurre fedelmente gli oscillatori, i filtri e altri moduli di sue creature quali il Moog 3C e il Moog 55.
All’AES di New York del 2003 il team di Grenoble presentò il CS-80 V, la simulazione dello storico Yamaha CS-80, nel 2004 la replica del Minimoog, mentre al Winter NAMM Show del 2005 fu rilasciato l'ARP 2600 V.
Al Winter NAMM del 2006 fece capolino una delle prime proposte di Arturia che vanno oltre il concetto di replica esatta dell’originale, introducendo nuove funzionalità e ulteriori possibilità di modulazione. Il Prophet V presentato in quell’occasione include una coppia di simulazioni di due storiche creazioni di Dave Smith, quali il Prophet-5 e il Prophet-VS basato sulla sintesi vettoriale. In seguito, Arturia ha scelto di fornire simulazioni separate per i due synth americani.
Al Summer NAMM del 2007 Arturia lanciò il Jup-8 V, la simulazione di un altro storico sintetizzatore come il Roland Jupiter-8. In seguito comparve l’Oberheim SEM V, con incluso il modulo Eight Voice Programmer, in grado di trasformarlo in un altro storico strumento di Tom Oberheim quali l’Eight Voice.
L’esordio nelle simulazioni nel mondo dei pianoforti elettrici risale al 2012, con il primo Wurli V, mentre nel 2014 compare la simulazione dell'organo a transistor Vox Continental. In questo periodo sono stati rilasciati inoltre Solina V e Matrix 12 V, il secondo la replica virtuale del potente sintetizzatore Oberheim Matrix 12.
Nel 2015, Arturia ha introdotto ben cinque nuovi strumenti quali il Synclavier V, in cui ha virtualizzato il codice dell'hardware Synclavier in collaborazione con lo sviluppatore originale Cameron Jones. Nella seconda emulazione denominata B-3V, il team francese ha virtualizzato lo storico organo Hammond e il suo diffusore Leslie. Il Farfisa V include una doppia emulazione dei modelli Compact Deluxe e Compact Duo, mentre lo Stage-73V è la replica virtuale dei Fender Rhodes Stage e Suitcase, arricchita da un parco effetti per caratterizzare ulteriormente il suono. La quinta emulazione segna l’esordio di Arturia nel mondo dei pianoforti acustici: il Piano V include inoltre non solo modellazioni di strumenti a coda e verticali, ma anche varianti originali, con cassa in metallo o vetro.
Nella sesta edizione della V Collection comparsa nel 2017 sono stati introdotti altri quattro nuovi strumenti quali il CMI V, simulazione dello storico CMI Fairlight, il Clavinet V, la replica dello Yamaha DX7 (DX7 V) e il Buchla Easel V.
La V Collection 7 presentata nel 2019 include tre novità quali il Synthi V, emulazione del sintetizzatore a valigetta di EMS, il Mellotron V infine la simulazione dei sintetizzatori Casio CZ-1 e CZ-101 (CZ V).
L’ottava edizione della V Collection, comparsa nel 2020, oltre a prevedere una serie di aggiornamenti per i virtual instrument già rilasciati, in bundle proponeva altre quattro novità quali l’emulazione dei Roland Juno-106 (Jun-6V), del sampler EMU Emulator II (Emulator II V), del Moog 16 Channel Vocoder (Vocoder V), infine del potente sintetizzatore Oberheim OB-Xa (OP-Xa V)
La penultima edizione della V Collection è stata rilasciata lo scorso anno, e oltre a due nuove simulazioni quali i sintetizzatori Korg MS-20 ed Ensoniq SQ-80, include l’esordio della serie Augmented, con due proposte dedicate rispettivamente agli archi e alle voci.
Tutto quanto fin qui descritto è incluso nella V Collection X, vediamo adesso le novità comprese nell’ultima edizione.
V Collection X - CP-70 V
Nei manuali, Arturia dichiara che il timbro è basato su un multicampionamento a otto layer, con banchi sample stereo catturati sia tramite i Direct Out dello strumento, sia in ambiente con una coppia di microfoni a nastro. Le simulazioni basate sulla modellazione fisica riguardano il preamplificatore, l'equalizzazione e il tremolo dell’originale. Fin qui la replica fedele, ma come di consueto il team di Arturia ha impreziosito la virtualizzazione inserendo il set di effetti Pedal Rig: quattro slot con una scelta di 13 effetti in formato stompbox. A valle della catena troviamo infine un Amp Simulator con due emulazioni selezionabili (Leslie Rotary e Fender Twin), infine un riverbero a convoluzione con nove simulazioni di ambiente a corredo.
Tra le altre caratteristiche rintracciabili nel Menu Advanced, segnalo il Tremolo sincronizzabile come tempo, i rumori tipici Natural, Key Release e Sustain regolabili, la presenza di una coppia di Inviluppi per Attacco e Release del suono, la possibilità di impostare delle macro sui controlli e di definire curve di Velocity personalizzate, infine l’opzione per miscelare i due banchi sample stereo (suono diretto e ambientale).
Ecco la lista dei 13 effetti in formato stompbox selezionabili, organizzati in cinque categorie:
Spatial
- Reverb
- Delay
- Analog Delay
- Tape Echo
Distortions
- Distortion
EQs
- Equalizer
Dynamics
- Compressor
- Limiter
Modulations
- Chorus
- Flanger
- Phaser
- Stereo Pan
- CryWah
In conclusione, una curiosità: tra i Sound Designer del CP-70V (e anche del Wurlitzer-V) spicca una vecchia conoscenza di chi scrive come Jerry Kovarsky, già collaboratore e dimostratore di brand quali Korg, Casio, Yamaha ed Ensoniq.
Mini V4
Uno strumento che ha ricevuto un robusto restyling, anche nell’interfaccia, dove spiccano in primis il nuovo browser per la selezione dei preset e il controllo del volume, quest’ultimo tolto dal pannello dello strumento e posto in alto a destra accanto alla cella per aprire il pannello Advanced.
Arturia dichiara che il Mini V4 è dotato di un nuovo motore audio, che include sempre una modalità polifonica, ma fino a sei voci. Il pannello Advanced è stato completamente rinnovato, con menu LFO/Arpeggiator dotati di visualizzazione grafica per forme di onda, inviluppi e tipo di arpeggio selezionati. Scompare il Motion Recorder previsto nel precedente Mini V, mentre al posto della matrice di modulazione troviamo quattro sorgenti Keyboard assegnabili (Velocity, Aftertouch, Mod. Wheel e Tracking). Sul Mini V4 è previsto il supporto per il MIDI Polyphonic Expression (MPE).
Rivisto completamente anche il parco effetti, dove troviamo tre blocchi in cui inserire in ciascuno uno dei 17 algoritmi algoritmi disponibili:
Spatial
- Reverb
- Delay
- PS Delay
- Tape Echo
Distortions
- Distortion
- Bit Crusher
Filter/EQs
- Multi Filter
- Param EQ
Dynamics
- Compressor
- Multiband
Modulations
- Super Unison
- Chorus
- Chorus Jun-6
- Flanger
- BL-20 Flanger
- Phaser
- Stereo Pan
Last but not least, sulla destra del pannello principale del Mini V4 troverete due chicche in stretta correlazione tra loro: il controllo Vintage e un piccolo pannello sopra la tastiera celato dal logo Arturia. Con il primo potete scegliere il grado di usura della vostra emulazione del Minimoog, passando da un modello intonso appena uscito dalla fabbrica fino a uno piuttosto logoro come resa, con diversi anni di utilizzo alle spalle. Il potenziometro Vintage va considerato una sorta di Macro per il controllo del grado di dispersione di ben otto elementi, che potete definire in modo fine attraverso i trim presenti nel pannello nascosto:
- Pitch - il variare del Pitch di ciascun oscillatore in ogni voce.
- Cutoff - le variazioni nel Cutoff del filtro in ogni voce.
- Res - le variazioni della risonanza del filtro (Emphasis) per ciascuna voce.
- PW - le variazioni nell'ampiezza dell'impulso dell’oscillatore in ogni voce.
- Env - le variazioni nell'impostazione del tempo di attacco e decadimento in ogni inviluppo (Contour).
- MOD: le variazioni sull’intensità della modulazione.
- Volume - le variazioni nel volume di ogni oscillatore in ciascuna voce.
- KBD - potete applicare a scelta tre tipi di intensità di Keyboard Tracking applicata agli oscillatori. La manopola Vintage non influisce su questo elemento.
Wurli V3
L’interfaccia è stata ridimensionata e ora la replica mostrata sullo schermo è più snella e vicina all’originale. Il menu Advanced ha subito un profondo restyling: cliccando sulla cella in alto a destra si apre sotto lo strumento il menu dedicato, in cui la sezione più generosa a sinistra ospita la curva di regolazione della Velocity. Sulla destra, sono poste altre quattro piccole sezioni, in cui la prima (Instrument) offre la possibilità di selezionare fino a quattro simulazioni dei modelli 200 e 200a, di cui una coppia ottimizzata per l’uso del Wurlitzer V3 come Bass Keyboard in stile Fender Rhodes Bass.
Sempre nella stessa sezione potete definire inoltre la durezza dei martelletti, l’intonazione fine e il grado di usura del Wurlitzer (Age). La sezione Acoustics include parametri legati ai rumori fisici quali il rumore di martelletti, ance e il pedale Damper, infine la risonanza della Tonebar. La sezione Output comprende parametri per stabilire se il segnale sarà indirizzato su un'uscita diretta o microfonato, in mono o stereo, più regolazioni Speed e Sync per il Vibrato. L’ultima sezione include parametri meccanici quali distanza e allineamento dei pickup, la durata del rilascio del pedale Damper e il controllo Dynamics.
Scompaiono nella parte bassa dello schermo il parco effetti e l’amplificazione, ora trasferiti in un menu dedicato, dove troviamo quattro slot per inserire una delle 13 simulazioni di stompbox disponibili (gli algoritmi sono gli stessi già visti per il CP 70 V), uno slot per inserire una simulazione di Leslie o quella del Fender Twin Amp, infine lo slot per il riverbero a convoluzione (nove simulazioni di ambiente selezionabili).
Acid V
Comparsa nell’estate dello scorso anno, in questa simulazione della storica TB-303 Bass Line di Roland il team di Grenoble ha introdotto una bella dose di vitamine che vanno a estenderne le potenzialità timbriche. In primis, sul pannello a sinistra sono stati introdotti un sub-oscillatore con tre forme di onda selezionabili (Saw, Pulse e Sine), al centro un Vibrato con regolazioni per Speed e profondità, mentre sulla destra una sezione di distorsione con 14 algoritmi selezionabili.
Anche Acid V è fornita di pannelli nascosti Trim (posto in alto) e Advanced (in basso). Al primo pannello si accede cliccando con il mouse sullo switch posto in alto a destra e come consuetudine di Arturia include una serie di regolazioni legate alla simulazione dei circuiti, tra cui il Bass Boost, il Range del Cutoff o il Noise Gain e il Clipper, questi ultimi per andare ad emulare una TB-303 piuttosto datata.
Il pannello Advanced comprende un sequencer/arpeggiatore a 64 step, con funzioni di polimetria e importazione/esportazione sequenze, ben tre sezioni di modulazione e infine l’area effetti con quattro slot e 17 algoritmi selezionabili per ciascuno.
MiniFreak V
Arturia clona se stessa! Scherzi a parte, la simulazione del celebre sintetizzatore compatto francese offre sempre una coppia di oscillatori con 16 forme di onda selezionabili nel primo e fino a 21 nel secondo. Rimarchevole la possibilità anche nella variante software di veicolare un segnale audio esterno sul primo oscillatore, per trattarlo con filtri ed effetti del MiniFreak V. La catena comprende inoltre un filtro multimodo, tre blocchi effetti e – nel menu Advanced – troviamo inoltre due LFO, una coppia di inviluppi ADSR in cui il primo è impostabile anche nel modo Cycling.
Ovviamente, c'è piena compatibilità dei preset tra hardware e software, inoltre, collegando un MiniFreak al computer potrete controllare dal suo pannello tutti i parametri della variante software, ma in quest’ultima è stato esteso il set di assegnazioni legate alla coppia di Touch Strip, di default impostate per Pitch Bend e Modulation.
Augmented Series
Salgono a cinque i sintetizzatori ibridi della gamma disponibili, e oltre a Strings e Voice nella V Collection X troviamo la new entry Woodwinds, oltre a Grand Piano e Brass rilasciati recentemente. L’architettura dello strumento non cambia, quindi vi rimando alla mia descrizione inserita nel test della V Collection 9, per saperne di più.
Il test
Ritagliatevi una bella porzione di tempo per installare l’intera libreria, peraltro supportati dal buon Software Center di Arturia, che vi avvisa prontamente in seguito nel caso del rilascio di nuovi aggiornamenti dei vari pacchetti.
Parto con la Analog Lab V che mi piace da sempre, e nell'ultima versione l'interfaccia rivista è la mano tesa per allestire con pochi gesti un set di timbriche pronte per il live. Le parti combinabili sulla tastiera sono sempre due e nelle Macro i controlli Brightness e Timbre fungono di default da regolazioni rispettivamente per Cutoff e risonanza del filtro.
I quattro blocchi effetti combinabili a piacere sono la ciliegina sulla torta per dare ulteriore spessore e tridimensionalità al timbro. Benché non sia indicato, il sintetizzatore Pigments fa capolino come player tra i vari preset: un esempio in tal senso è il massiccio Cinema String Pad proposto nel pacchetto Factory.
Il catalogare i Preset in area My Favorites vi consente di fare una scrematura nella gigantesca offerta timbrica, creando una palette personalizzata per ogni occasione. Sul tempo di cambio preset o scena possono pesare non solo le prestazioni del laptop/desktop impiegato - nel mio caso, un vecchio portatile basato su Win 10 - Intel I5 di ottava generazione e 16GB RAM - ma anche il passaggio da una simulazione all’altra. In ogni caso, il paio di secondi rilevato nelle situazioni più stressanti lo considero tollerabile. Passiamo alle novità su cui “spippolare”...
Acid V e soprattutto il MiniFreak V sono un bel valore aggiunto. Con il primo tralascerei le impostazioni per rendere logoro il suono dell’emulazione, andando a sfruttare il trim Noise solo per fini creativi; viceversa, il sub oscillatore e il trim Boost per le basse sono le chiavi per timbriche ancora più esplosive dell’originale, con a supporto l’ottima distorsione se volete ottenere un suono ancora più graffiante e aggressivo.
Riguardo al MiniFreak, se già possedete l’originale potete impiegare l’hardware come controller e il software come pseudo editor, rendendo ancora più fluida la programmazione, non solo dei preset ma anche dei fraseggi allestiti nel sequencer a step. In qualsiasi caso, se amate il suono del synth francese con la replica virtuale potete aprirne quante istanze volete sulla vostra DAW.
Il MiniFreak V per chi scrive può fungere da piccolo coltellino svizzero all’interno del setup del tastierista moderno, perché con un semplice “clic” sugli oscillatori potete esplorare diverse tecniche di sintesi, dalla sottrattiva alla Wavetable, l’FM a due operatori (che raddoppia selezionandola sui due oscillatori) fino a Karplus Strong o formante. Non c’è limiti alla fantasia con questo piccolo synth nell’allestire Pad o Lead per qualsiasi contesto, con il set di effetti a valle del mix a donare spazialità al timbro (mono). Cosa mi è mancato? Avendo l’opzione Audio In sul primo oscillatore sarebbe bello in futuro fosse implementato nel MiniFreak un Vocoder…
Passando al Mini V, trovo che l’interfaccia rivista nei menu Advanced sia più intuitiva di quella delle versioni precedenti, mentre riguardo ai ritocchi apportati al pannello comandi, ai puristi ricordo che se vai a estendere le potenzialità espressive ti allontani dalla mera emulazione, e da qualche parte dovrai pur metterli i nuovi controlli…
Ho amato questa simulazione del Minimoog fin dal suo esordio, ma questa quarta versione spazza via le edizioni precedenti per “la marcia in più” in termini di “voce” fornita da Arturia con il nuovo engine. Il filtro Ladder rimodellato, il controllo Vintage a regalare quel pizzico di instabilità in più al suono, il modo Poly fino a sei voci o l’ottimo parco effetti a corredo sono altri plus da considerare. Complessivamente un ottimo lavoro.
Al primo avvio del CP70 V ho ripensato a quando un caro amico torinese che l’ha posseduto mi raccontava delle sue trasferte in montagna per delle serate di pianobar negli anni ottanta: oltre 130 chilogrammi di strumento diviso in due pezzi, e caricato nel bagagliaio di una generosa (e costosa) Volvo Station Wagon. Che tempi!
Tornando ai giorni nostri, la variante virtuale di Arturia mi ha impressionato positivamente in termini di carattere e qualità del multicampionamento. Per il sottoscritto, il preset “CP Amped” è sempre la base da cui partire se volete riprodurre una replica fedele dell’originale, perché le variazioni tendono più alla sperimentazione che all’emulazione; tra queste, ho trovato molto suggestiva la variante Resonant EBow.
Suggerisco di “alleggerire il peso” del Key-Off in fase di editing, perché di default è piuttosto marcato. Per il resto, oltre agli utilizzatori internazionali suggeriti da Arturia nei manuali, se il vostro scopo è emulare sul palco anche le gesta di artisti italiani negli anni ottanta quali Venditti, Dalla, Cocciante con i New Perigeo, Baglioni o il Roby Facchinetti dei Pooh nell’era “Palasport”, con questa variante Arturia siete accontentati.
Nel Wurlitzer V3 ho apprezzato in primis l’interfaccia rivista e ora più “user Friendly”, ma nel paragone diretto con la precedente V2 si sentono i passi in avanti anche in termini di risoluzione nell’emulazione. Bella idea fornire varianti Bass e ottimi gli effetti associati, tra cui suggerisco gli impulsi Studio nel riverbero.
I sintetizzatori ibridi Augmented li considero un buon viatico per ottenere con pochi clic delle timbriche davvero suggestive, ma non solo. Se alcuni preset del Grand Piano rimandano a proposte concorrenti come The Noire di Native Instruments – oramai il Felt Piano dilaga - con Brass e Woodwinds si può anche evadere dalle sonorità eteree andando a stendere al volo tracce con efficaci fraseggi in contesti pop/funky/rock, ma senza impazzire con le mille articolazioni proposte in alcune librerie dedicate.
In conclusione, un plauso alla stabilità della V Collection X, perché nonostante il carico di risorse richiesto al mio vecchio computer – con diverse istanze dei virtual instrument aperte nella mia DAW - durante il lungo periodo di test non ho rilevato alcun “crash”.
Cosa vorrei nella V Collection? Considerando gli ultimi innesti nella suite, forse è il caso di rivedere la scelta fatta tempo addietro di escludere Spark e introdurre nuovamente una Drum Machine di rango?
Conclusioni
In questa V Collection X Arturia ha aggiunto altri nuovi tasselli ben sonanti. Progressivamente il team di Grenoble si discosta sempre più dalla mera emulazione, espandendo la gamma di sintetizzatori ibridi Augmented, o proponendo varianti di storici strumenti Vintage con alcune piacevoli integrazioni: due esempi a riguardo sono l’Acid V o il Mini V4 completamente rivisto.
Questa differenziazione nell’offerta punta anche a un target che fa della ricerca sonora, quindi chiedo ad Arturia: quando vedremo incluso il potente sintetizzatore Pigments in questa libreria?
Se già possedete una precedente versione della V Collection, l’upgrade è caldamente consigliato da chi scrive, magari approfittando di una delle tante offerte che, a cadenza regolare, Arturia propone agli utenti fidelizzati.
Per tutti gli altri vale sempre lo stesso discorso: se di primo acchito l’investimento per l’acquisto dell’intera libreria può apparire impegnativo, fate il conto del numero di simulazioni presenti e del loro prezzo se acquistate singolarmente. Ne comprate al massimo quattro/cinque, non 39… Oltretutto, crescono gli strumenti e il prezzo resta invariato da oltre due anni.
Se fate musica elettronica, questa libreria è un “must have”. Anche per stavolta è tutto, adesso torno a divertirmi con le new entry della V Collection X… come sempre, buona musica!
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INFO
MIDIWARE
Arturia V Collection X € 599,00