Una pratica applicazione gratuita per gestire in remoto gran parte dei pianoforti digitali del brand giapponese, l’ho provata per voi.
Roland da tempo ha sviluppato una serie di app gratuite da impiegare con i suoi pianoforti digitali. Applicazioni che non solo consentono un controllo in remoto delle principali funzioni dello strumento, ma che includono sezioni dedicate allo studio, la registrazione o la visualizzazione dello spartito. Roland Piano App è l’ultima in ordine di apparizione e si può considerare la summa di quanto proposto in due applicazioni precedenti dal brand giapponese quali Piano Designer per smartphone e Smart Piano per i tablet iOS.
In primis, vediamo con quali strumenti può interagire.
Roland Piano App – strumenti supportati
Questa applicazione comparsa sul finire del 2022 è compatibile con i seguenti strumenti: CG-1, CPF-107, CPF-140, DP603, F-140R, F107, F701, FP-E50, FP-10, FP-30, FP-30X, FP-60, FP-60X, FP-90, FP-90X, FRP-1, GO:PIANO(GO-61P), GO:PIANO in combinazione con un device Alexa (GO-61P-A), GO:PIANO88 (GO-88P), GP-3, GP607, GP-6, GP609, GP-9, GP-9M, HP601, HP603, HP603A, HP605, HP702, HP704, KIYOLA(KF-10), LX-7, LX-17, LX705, LX706, LX708, LX-5, LX-6, LX-9, MP-200, RCP-800, RP102, RP107, RP-500, RP501R e RP701.
Utile sottolineare che – secondo il modello di pianoforte Roland impiegato – la Piano App attiva o esclude precisi menu o esercizi già forniti onboard dallo strumento. Nel mio caso, provando l’applicazione con un pianoforte digitale FP-E50, ho trovato disabilitato il recorder e il menu dell’accompagnamento automatico software, essendo sezioni già disponibili nello strumento.
Roland Piano App – Requisiti di sistema
Sono richiesti uno smartphone o tablet Android (versione 7.1 o superiore), oppure un device iOS con sistema operativo a partire dalla versione 10.3. L’applicazione interagisce con lo strumento tramite Bluetooth MIDI.
Le funzioni – Creare un profilo
Il team Roland ha prestato attenzione al feedback degli utenti fidelizzati con le app precedenti, e in Piano App è intervenuta in primis sull’interfaccia, rendendola più lineare e intuitiva. Dopo aver installato la app il primo passo è creare un account, se non l’avete già fatto iscrivendovi per esempio al Roland Cloud. Creato l’account, all’avvio Roland Piano App mostra la Dashboard e la prima voce che compare in alto sullo schermo è quella dedicata al proprio profilo. Cliccando sull’icona del profilo compaiono tre sottomenu: in Activity potete monitorare il tempo passato sullo strumento a suonare, con tabelle che indicano in minuti l’attività settimanale, quella più recente e quella giornaliera, anche attraverso una Timeline inserita nel secondo sottomenu.
Nel terzo sottomenu Settings potete personalizzare il vostro profilo, crearne uno nuovo o cancellare quello esistente, infine rinominarlo e inserire un’immagine come logo. Nei Settings potete infine monitorare anche la vostra iscrizione al servizio Roland Cloud che vedremo in seguito.
Connessione e Piano Settings
Sotto la sezione del profilo troviamo quella per connettersi tramite Bluetooth al proprio strumento; a seguire il menu Piano Settings, dove rimanendo nella Dashboard possiamo regolare al volo il volume dello strumento. Cliccando sulla freccia posta a destra si accede ai sottomenu Settings e Tones.
In Settings troviamo voci per regolare il Master Volume (range da 0 a 100), la risposta al tocco (range da 0/Fix a 100), il Master Tuning, il tipo di ambiente come riverbero e la sua intensità (range da 0 a 10), infine l’attivazione dell’algoritmo 3D Ambience per l’ascolto con le cuffie.
Il sottomenu Tones consente di selezionare i vari preset dello strumento e di combinarli sulle parti di tastiera in Split, Dual o Twin se suonate a quattro mani con qualcuno accanto. Nelle modalità Split e Dual – oltre alla scelta dei preset per le due parti di tastiera - potete inoltre impostarne l’ottava e bilanciarne il volume per ciascuno, definire il punto di divisione nel modo Split.
Nel caso dell’FP-E50 impiegato per la prova, Roland Piano app nella modalità Twin propone le opzioni Pair e Individual, per veicolare alla diffusione sonora il mix dei segnali delle due esecuzioni, oppure in maniera distinta ai due speaker dello strumento.
Il metronomo
Tornando alla Dashboard, sotto Piano Settings troviamo il menu del metronomo, in cui è presente un piccolo switch On/off sulla destra per un’attivazione al volo. Cliccando sulla freccia si accede a due sottomenu, che propongono due tipologie di metronomo: digitale o tradizionale. In quello digitale, cliccando due volte sull’indicazione del tempo compare un tastierino per l’inserimento, mentre in quello tradizionale potete anche far scorrere il dito sopra il peso posto sull’asta graduata.
Nella parte bassa del menu, accanto al pulsante Start/Stop troviamo la cella per richiamare il tastierino numerico, e a destra il simbolo dell’ingranaggio, per accedere al sottomenu dell’editing approfondito. In questo sottomenu troviamo in alto la selezione del suono del metronomo: il classico “click”, un tono elettronico, oppure voci in giapponese o inglese a scandire le misure.
Al centro del pannello possiamo selezionare la durata del pattern (sette tipi) e la risoluzione metrica (13 tipi). Infine, nella parte bassa a destra dello schermo è posto lo switch On/Off per il Down Beat. Rimarchevole nel metronomo Traditional l’asta graduata che oscilla in riproduzione.
La Library con le song
Tornando alla Dashboard, dopo il metronomo è previsto il menu Library: in esso potete selezionare una serie di song dedicate allo studio in un browser dedicato. Roland propone ogni mese una serie di song free per divertirsi, tutte le altre (oltre 500!) sono reperibili tramite il Roland Cloud, previa una sottoscrizione all’abbonamento Core, al prezzo di 2,99 al mese o 29,99 dollari per un anno.
Cliccando su una song si apre automaticamente il menu di visualizzazione dello spartito, dove in fondo allo schermo è presente una striscia che propone, partendo da sinistra, i comandi trasporto del player interno, mentre al centro scorre il titolo del brano selezionato. Spostandosi verso destra troviamo lo switch per attivare/disattivare il metronomo, quello per accedere al volo al menu Tones, tre pulsanti per attivare/escludere le parti orchestrali di accompagnamento, oppure l’esecuzione della mano destra o sinistra. Chiudono questa striscia i due selettori Rewind/Fast Forward del player.
Se il vostro strumento Roland sblocca il recorder previsto nella app, nella parte bassa dello spartito compare l’icona per avviare immediatamente la registrazione mentre la song è riprodotta.
Recorder
Le note registrate in questa sezione sono mostrate sullo schermo come piccole barre – la cui lunghezza di ciascuna varia a seconda della durata - che scorrono verso l’alto. Attraverso il recorder potete salvare le song create allestendo un database personalizzato nella app. Cliccando sulla piccola icona posta in basso, accanto al generoso selettore per la registrazione, potete accedere a un browser per selezionare rispettivamente le vostre registrazioni, oppure song interne dello strumento o scaricate dal Roland Cloud.
Accompaniment
Si tratta di un arranger software che sfrutta le timbriche dello strumento collegato, ed è dotato di sezioni per due variazioni, Intro ed Ending. Nella schermata principale potete regolare il tempo di esecuzione, selezionare lo style e una delle due variazioni disponibili, oppure lasciare attiva solo la parte di batteria, mentre al centro dello schermo trovate tre celle generose per selezionare lo Start/Stop dell’esecuzione o richiamare le sezioni Intro ed Ending.
Nel sottomenu Advanced potete attivare/disattivare lo Start/Stop da un pedale, attivare il Sync Start, regolare il bilanciamento tra l’accompagnamento e la parte solista, attivare il Leading Bass (basso in rivolto) e l’Auto Fill-In, infine selezionare la modalità di riconoscimento degli accordi.
Ritorniamo nella Dashboard e scendiamo al menu Learning, che propone – nel nostro caso - due esercizi denominati Flashcards disponibili su tre livelli come difficoltà (Beginner, Intermediate ed Expert), utili rispettivamente per allenare l’orecchio all’ascolto delle note (Listen to sounds) e l’occhio alla loro lettura (Read notation). La Dashboard si chiude con la cella per richiamare dal sito Roland il manuale in formato PDF dello strumento utilizzato, infine il menu Settings.
La prova
Mentre stavo redigendo la prova Roland ha rilasciato l’update alla versione 1.5.1 della app, in cui la novità di rilievo è la possibilità di cambiare il tempo di esecuzione alle song ospitate nel Roland Cloud.
Al primo avvio ho rilevato qualche problema con il mio iPad Pro, risolto con un riavvio del device, ma il tempo richiesto per la connessione si è rivelato piuttosto lungo (quasi 30 secondi!). Un problema che ho subito girato al team di sviluppatori Roland. Viceversa, con il mio device Android non ho riscontrato particolari problemi e la connessione con l’FP-E50 usato per la prova è avvenuta sempre in una manciata di secondi.
Cosa mi è piaciuto della Roland Piano App: sicuramente la possibilità di selezionare al volo i preset preferiti dell’FP-E50 con due o tre tocchi dello schermo del mio smartphone. Ricordo che grazie all’inserimento della sintesi ZEN-Core il database di questo pianoforte digitale è piuttosto ampio (oltre 50 categorie orchestrali!), ma sapere di poter bypassare la navigazione da display per una selezione al volo o una combinazione in Split o Dual rende tutto più semplice e immediato.
Anche l’utente meno avvezzo all’editing del timbro di pianoforte con la Roland Piano App non ha più scuse, perché grazie al Piano Settings - ereditato in parte dalla app Piano Designer - si può scolpire il proprio timbro di pianoforte con pochi gesti, delegando alle operazioni sul pannello solo il salvataggio delle proprie personalizzazioni nello strumento quando disponibile. Mica poco…
Cosa si può migliorare della sezione? Sicuramente l’interazione tra app e strumento, perché allargando il range agli User Tone si renderebbe più semplice l’editing anche al musicista esigente. Inoltre, nel menu Piano Settings avrei invertito i sottomenu per l’editing e la combinazione dei Tone, per rendere ancora più snella la navigazione ai meno avvezzi alla programmazione delle timbriche. Ma Roland Piano App è un “work in progress” e lo dimostrano il numero di update rilasciati dal team del brand giapponese, peraltro piuttosto sensibile ai feedback, un elemento che mi rende fiducioso su possibili sviluppi futuri.
La sezione arranger estende il range di impiego in quegli strumenti che ne sono sprovvisti, come i pianoforti economici del catalogo FP e alcuni modelli home intermedi, per esempio. Un bonus da tenere in seria considerazione se vi piace anche divertirvi con lo strumento - dentro e fuori le mura domestiche - perché questa sezione non ha nulla da invidiare come prestazioni a quanto previsto sulle entry level GO:Keys o l’ottimo FP-E50 usato per la prova.
Anche qui, se ci fosse in futuro l’apertura agli style pack disponibili sul Cloud al pari delle song, probabilmente incrementerebbe la fidelizzazione dell’utente con questa piattaforma Roland.
Divertenti i test inclusi nel menu Flashcards, capaci di catturare l’attenzione dei più piccoli e farli giocare con la musica. Ben fatto. Riguardo al database di song didattiche presenti nel Cloud, vale lo stesso ragionamento fatto in precedenza per l’arranger: dipende dallo strumento posseduto. Le song possono tramutarsi in sezione integrabile negli strumenti più economici o estendere il range di esercizi disponibili nei pianoforti Roland di pregio. L’investimento richiesto (qualche decina di euro l’anno) potrebbe frenare qualche utente, ma se avete uno strumento ZEN-Core compatibile, per esempio, l’abbonamento Core al Cloud include l’utilizzo dell’editor Zenology (anche nella variante FX) e l’accesso al centinaio di Sound Pack dedicati.
Vi piace creare brani o filmarvi mentre suonate? Sottoscrivendo l’abbonamento Core avrete inoltre disponibili le app Zenbeats, Zentracker, Beat Sync Maker, 4XCAMERA, e 4XCamera Maker, oltre a 30 giorni di utilizzo del Cloud con account Ultimate, per provare tutto quanto disponibile.
Conclusioni
È gratis e vale la pena provarla se il vostro pianoforte digitale Roland rientra tra quelli supportati. Chissà che anche voi come il sottoscritto non ne possiate più farne a meno, soprattutto quando vi ritagliate qualche minuto di tempo libero per suonare e con pochi gesti volete subito essere operativi.
Roland Piano App come approccio è sicuramente più immediata e meno “giocattolosa” delle versioni, oltre a essere diventata multipiattaforma, inoltre è in costante aggiornamento in termini di contenuti per chi vuole esercitarsi con lo strumento. Il database di song Roland è stato allestito in maniera intelligente, con brani che consentono allo studente di progredire con lo studio divertendosi.
Un bel passo in avanti quello compiuto da Roland, avanti così.
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