Il processo di virtualizzazione, ormai inarrestabile, ci ha abituati a vedere ricreato ogni genere di strumento hardware del passato, analogico o digitale che fosse. Non avevamo però ancora visto tutto! A stupirci è la svedese Softube che propone una versione virtuale di un sistema modulare contemporaneo.
Forse non tutti sanno che i sintetizzatori, nei primi anni sessanta, erano esclusivamente modulari. Questo significa che esistevano dei moduli indipendenti, ospitati all’interno di un case e destinati ad essere interconnessi attraverso le patchcord. I sintetizzatori modulari potevano essere minimali così come di dimensioni importanti. In ogni caso, per generare un qualsiasi timbro definito e utilizzabile, dovevano necessariamente contenere un numero minimo di moduli appartenenti a tre categorie fondamentali: generatori, filtri e modulatori. Nonostante il loro indiscusso fascino e valore, dato dalla scalabilità e dal rapporto quasi carnale che il musicista instaurava con essi, il passo dovette essere ceduto ai sintetizzatori normalizzati cioè a quelle macchine dotate di un’architettura fissa. Niente più moduli da connettere tramite patchcord, poiché già interconnessi internamente. Questi sistemi preconfigurati trovarono la loro ragione d’essere nella facilità d’uso, nella trasportabilità e nella solidità. La loro ascesa fu tanto rapida quanto lo fu la dipartita della loro controparte modulare. Diversi musicisti continuarono però ad utilizzarli, considerandoli insostituibili, nonostante il mercato stesse andando prepotentemente in un’altra direzione. È solo nella seconda metà degli anni novanta che l’interesse per i sistemi modulari si riaccese, grazie ad un costruttore tedesco di nome Dieter Doepfer, che introdusse il formato Eurorack, oggi standard indiscusso nel meraviglioso mondo dei modulari. A onor di correttezza, è bene dire che questo non è l’unico formato esistente sul mercato. Ne esistono di altrettanto validi ma per certo Doepfer è quello che ha vinto poiché oggi esistono letteralmente migliaia di moduli in questo formato prodotti da innumerevoli aziende. Oggi la scelta è talmente ampia che orientarsi è diventato problematico. Essendo io il felice possessore di un modulare nel formato Doepfer (assemblato e fatto crescere anno dopo anno) mi sento continuamente rivolgere domande tipo: quali sono i moduli di cui non posso fare a meno? Oppure: cosa mi consigli come sistema base? E ancora: il modulare mi affascina però… c’è troppa scelta e non so come mettere assieme il mio primo sistema… cosa mi consigli considerando che vorrei qualcosa che suoni in modo diverso da qualsiasi altro synth che già posseggo? Rispondere a simili domande è cosa tutt’altro che banale. In parte ci riesce Softube grazie all’interessantissimo Modular.
Panoramica
Cos’è Softube Modular? Semplice: in tutto e per tutto una versione virtuale di un sistema modulare nel formato Eurorack, sia per Mac che per PC, nei formati VST, AU e AAX Nativo. Qualcuno di voi potrebbe controbattere che non si tratta di una vera novità poiché emulazioni di sistemi modulari ne esistono da diverso tempo. Vedi per esempio il Moog Modular di Arturia oppure ACE e Bazille di U-he. Questi menzionati sono però sintetizzatori modulari precostituiti dove i moduli sono sempre gli stessi e in egual configurazione. Softube Modular, invece, è liberamente configurabile come un vero e proprio sistema Eurorack. Questo in prima istanza. In seconda troviamo una veritiera riproduzione, ottenuta tramite modellazione fisica, di una serie di moduli della Doepfer stessa. Come se non bastasse è possibile acquistare separatamente moduli aggiuntivi di altre marche. Al momento in cui viene scritto questo articolo sono disponibili tre moduli opzionali targati Intellijel, che è possibile acquistare sul sito dell’azienda. Ulteriori moduli sono in lavorazione ma la data di commercializzazione non è conosciuta.
Installazione
La politica di Softube è quantomeno curiosa. Diversamente dalla quasi totalità delle aziende che offrono prodotti in formato elettronico, qui non viene fatto scaricare il singolo installer del pacchetto. Viene invece offerto un corposo file del peso di 1,62 GB contenente tutti i prodotti dell’azienda. È solo al momento dell’installazione che l’utente può decidere quale prodotto installare. Simile discorso vale per il manuale d’istruzioni. Softube propone un singolo manuale, in formato PDF, che tratta tutti i prodotti. La parte relativa al Modular è compresa tra pagina 117 e pagina 188. La protezione contro la copia avviene tramite iLok. Questo fa si che, automaticamente, il pacchetto non possa essere usato su più di un computer per volta. L’installazione, non contemplando la copia di pesanti campioni sul disco rigido, avviene in modo rapido e indolore e in men che non si dica ci si trova pronti ad utilizzare il pacchetto.
Preset
Softube Modular è dotato di un numero consistente di preset. Questi sono catalogati e suddivisi per categorie le quali prendono il nome di Bass, Brass, EFX Freerun, EFX Gated, EFX Tuned, Lead EDM, Lead Synth, Pads, Perc Synth, Perc Tuned, Seq Melodic, Seq Percussion, Seq Percussive, String Acoustic, String Synth, Tutorial, Liminals, Robotbase e Synthmorph. Alquanto strana è l’assenza di un preset manager, ormai d’obbligo. I preset sono invece gestiti all’interno della DAW, com’era uso in tempi remoti. Avendo effettuato il test all’interno di Steinberg Cubase 8 non ho avuto problemi ad accedere ai preset, ma apparentemente l’accesso ai medesimi non è effettuabile se si usa la versione Audio Unit all’interno di Ableton Live 9. C’è quindi da augurarsi che le prossime release includa un preset manager all’altezza della situazione. Dal punto di vista della qualità, i sound designer hanno sicuramente fatto un buon lavoro. La varietà non manca e dopo un accurato quanto paziente ascolto si può arrivare a farsi un’idea abbastanza realistica di cosa si può fare con questo virtual instrument.
In prova
Al suo primo dischiudersi l’applicazione ha un aspetto un po’ criptico. Diversamente da quello che ci si potrebbe aspettare, non ci si trova innanzi a un sintetizzatore pronto all’uso. Non c’è neanche una configurazione minima preimpostata capace di regalare la soddisfazione di provare subito lo strumento. Ad aprirsi innanzi ai nostri occhi è un case vuoto (virtualmente in formato Eurorack) che non chiede altro che essere popolato da moduli. I controlli presenti sul case sono minimali. In tutto ci sono solo sette pulsanti (che ricordano curiosamente i pulsanti a membrana della prima serie di Yamaha DX7), un controllo rotativo per il volume, un LED meter indicante il livello di uscita, due socket per l’uscita principale e quattro coppie di socket per le uscite ausiliarie. I tre pulsanti d’immediato interesse sono i primi tre sulla sinistra i quali sono denominati Module Add, Module Move/Delete e Perform Edit. Il click sul pulsante Module Add determina l’apertura della pagina contenente tutti i moduli di cui possiamo usufruire. Questi sono in tutto 62. Di default però solo 51 possono essere utilizzati. Tre sono opzionali e sono quelli targati Intellijel. I restanti otto derivano da un altro prodotto di Softube, vale a dire Heartbeat. Solo tramite l’acquisto di quest’ultimo è possibile utilizzare i relativi moduli. La prima cosa che si nota è che i moduli ricreati Doepfer sono solamente sei. Per la precisione si tratta del VCO A-110, del filtro passabasso multipolare A-108, del doppio VCA A-132-3, dell’inviluppo a quattro stadi A-140, dell’LFO A-147 e del generatore di rumore A-118. Il loro sviluppo è avvenuto in stretta collaborazione con Doepfer. Posizionando il puntatore del mouse sopra ogni modulo, questo diventa da grigio/argento a verde acqua e, a seguire, si apre un pannello descrittivo alla cui base vi è un pulsante denominato Buy Hardware. Tramite la pressione del medesimo si accede alla relativa pagina sul sito Doepfer. Gli altri moduli presenti non sono la riproduzione di nessun corrispettivo hardware. Sono invece creazioni originali di Softube e sono moduli di uso generalistico. I vari pannelli sono categorizzati in modo esemplare. Sotto la categoria DAW and MIDI Interfacing troviamo quattro moduli: DAW Sync, MIDI To CV, Quadriphonic MIDI To CV e MIDI To Trigger. Tre sono invece i moduli all’interno della categoria Mixer: Audio Mixer, CV Mixer e Polarizing Mixer. La categoria Sequencer racchiude quattro moduli, si tratta di Sequencer 16, Sequencer 8, Penta Sequenza e Beat Sequencer. La categoria Utility, come immaginabile, è la più ricca contemplando 14 moduli: Sine Oscillator, Envelope Follower, Multiple, Offset, Quad Offset, Sample & Hold, Slew Limiter, Clock Divider, Logic Tool, Signal Tool, Switch 1 To 4, Switch 4 To 1, Dual Pan e Dual X-Fade. L’ultima categoria è denominata Performance. Questa include 19 moduli, se non si conta un ulteriore modulo che ha solo un carattere estetico. Questi moduli sono differenti da tutti gli altri poiché non servono esplicitamente per comporre il nostro sistema ideale di generazione del suono. Sono piuttosto dei moduli di controllo utili a creare delle interfacce contenenti i parametri essenziali di una data patch. Poniamo caso di creare una patch complessa che prevede l’utilizzo di venti moduli. La modifica in tempo reale di questa patch potrebbe risultare disagevole perché potrebbe costringe a saltare da un modulo all’altro per intervenire sui vari parametri. Attraverso i moduli performance è possibile creare interfacce grafiche di piacevole aspetto (di chiara ispirazione Moog), raggruppanti in modo ordinato tutti i parametri di primario interesse. Detto ciò, è ora di esplicitare il modo in cui si va ad operare fattivamente. Per selezionare uno specifico modulo è sufficiente cliccarci sopra e questo andrà a inserirsi nel case. Nel caso si decidesse di rimuovere uno o più moduli diviene sufficiente premere il pulsante Module Move/Delete. L’interconnessione dei vari moduli è quanto di più semplice si possa immaginare. Posizionando il cursore sopra un socket di uscita e cliccando, tutti i possibili socket di destinazione si illuminano di verde. Simile discorso per i socket di input, gate, sync e CV, che però si illuminano di rosso. Questo rende impossibile, a meno di non avere problemi di vista, connettere i vari moduli in modo erroneo. I patchcord, che sono di diverso colore a secondo della tipologia dei socket connessi, non risultano permanentemente visibili, lo divengono ogni volta che si posiziona il puntatore del mouse su uno di essi. Deselezionando la modalità Edit (attivabile e disattivabile tramite il pulsante Perform Edit) le patchcord rimangono sempre invisibili. È facile interconnettere i vari moduli ma bisogna avere qualche nozione di base e conoscere la filosofia operativa dei sistemi modulari per sapere cosa si sta facendo. Come già menzionato, di default, il case virtuale risulta vuoto. Ben nascoste tra i preset ci sono solo tre patch ad uso didattico. È quindi fortemente consigliabile fare riferimento al manuale di istruzioni che per fortuna è ottimamente realizzato e corredato di una serie di patch-tipo ben esplicate. Arrivare a dominare Modular non è cosa ardua. Una volta presa la mano si riescono a costruire sistemi e a programmare patch in modo sufficientemente rapido. Al fine di operare in tutta agiatezza è però necessario un monitor di generose dimensioni e capace di alte risoluzioni. Ho effettuato il test sul mio fidato Apple MacBook Pro con schermo a 15” con una risoluzione di 1440 x 900 pixel e l’interfaccia del plug-in arrivava a prendere il 100% dello schermo. Ho effettuato lo stesso test su un computer desktop collegato a un LCD da 30” con una risoluzione di 2560 x 1600 pixel e la differenza a livello di operatività si è dimostrata notevole. Timbricamente Modular suona diverso da quasi tutto quello che vi è in circolazione. I sintetizzatori modulari hanno, per definizione, un suono grezzo, quasi primordiale, a tratti ruvido ed elettrico, e Modular riproduce in modo apprezzabile tutte queste caratteristiche. La modellazione fisica dei moduli Doepfer è indubbiamente realistica ma in un sistema modulare quel che conta è il risultato finale dato dall’interazione dei vari moduli e non quanto fedele sia la riproduzione del singolo modulo. I potenziali utenti devono comunque essere messi in guardia relativamente a due aspetti. Il primo riguarda le richieste di sistema. Si tratta, senza mezzi termini, di un virtual instrument che richiede macchine capaci di una certa potenza di calcolo. Per il test ho utilizzato un Apple MacBook Pro dotato di un processore Intel Core i7 a 2,4 GHz. Per la cronaca un’insignificante patch monofonica costituita da un oscillatore, un filtro, un inviluppo e un VCA arriva a consumare circa il 20% di CPU. Una patch, sempre monofonica, con quattro oscillatori, un filtro e tre LFO, richiede alla CPU il 35-40% della propria potenza di calcolo. Andando a caricare una patch polifonica a quattro voci costituita, per ovvi motivi, da quattro oscillatori, quattro filtri, quattro inviluppi e due doppi VCA, il consumo della CPU supera il 60%. Aprire più istanze di Modular e caricare patch polifoniche complesse risulta al momento difficile se non impossibile. La sua fame di potenza di calcolo obbliga a fare quello che si faceva abitualmente tanti anni fa, quando i computer avevano performance limitate, vale a dire creare una sequenza, farla suonare al VSTi, esportarla in audio e così via.
Conclusioni
Senza ombra di dubbio Softube Modular è un pacchetto di notevole interesse. L’idea di elaborare una versione virtuale di un sistema modulare nel formato Eurorack è vincente e non può che suscitare l’interesse di tutti i musicisti in odore di acquisto di un sistema modulare hardware, così come di quelli che preferiscono rimanere nell’ambito software ma sono incuriositi dalle potenzialità di un sistema virtualmente espandibile all’infinito. Dal punto di vista didattico è uno strumento semplicemente fenomenale, da consigliare senza riserve a studenti così come ai professionisti che si stanno avvicinando a questo mondo. Dal punto di vista dell’offerta dei moduli sarebbe sicuramente apprezzabile avere qualche emulazione in più. Doepfer ha in catalogo 21 diversi filtri e ritrovarne solo uno all’interno del pacchetto crea certamente un po’ di disappunto. Questa limitazione va comunque vista nella prospettiva di un prezzo d’acquisto oltremodo democratico di meno di 100 euro. Chiedere di più sarebbe da sconsiderati. In più non bisogna dimenticare che ci sono moduli opzionali già disponibili e che nel tempo ne verranno commercializzati di ulteriori.
Virtuale vs reale
Softube Modular è stato intelligentemente concepito per interagire con un vero e proprio sistema Eurorack. Tramite Modular è infatti possibile far generare alla propria scheda audio segnali di tipo control voltage al fine di controllare dei moduli di un sistema Eurorack vero e proprio. Meraviglioso! In quest’ottica Modular risulta appetibile per tutti i possessori di sistemi Eurorack hardware grazie alla possibilità, a fronte di una spesa contenuta, di espandere il proprio arsenale di moduli. È bene però precisare che non tutte le schede audio sono in grado di generare segnali di control voltage. Possono farlo, per esempio, quasi tutte le schede di MOTU e, in generale, tutte le schede capaci di trasmissione di energia a corrente continua. Infine Softube ha previsto anche il modulo ROLI Seabord RISE per interfacciare al meglio Modular con il key controller.
PRO
Interfaccia
Espandibilità
Documentazione
CONTRO
Richieste di sistema
Gestione dei preset
Assenza di comando Undo
INFO
Midiware
info@midiware.com
Prezzo: € 72,00 + IVA