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Apogee Boom, un gioiellino per l’audio su USB - recensione

Qualità audio8.5
Rapporto qualità/prezzo8
Facilità d'uso9
Costruzione9
Apogee Boom segna l’ingresso dell’azienda americana nel settore delle piccole interfacce portatili, alimentate via USB, e darà del filo da torcere a molti concorrenti quando si parla di qualità audio.
8.6

Apogee è da sempre uno dei leader tra le interfacce audio professionali e, come tali, con un costo riservato a studi di registrazione o project studio di qualità. Mancava una piccola interfaccia audio su USB e ora c’è!

Apogee Boom è una interfaccia audio su USB-C a 24 bit fino a 192 kHz con due ingressi e due uscite audio, nata per chi cerca piccole dimensioni ma non vuole in alcun modo rinunciare alla qualità. Ogni componente audio, dal preamplificatore all’amplificatore per cuffia è stato progettato da Apogee per prestazioni professionali, anche Boom è molto facile da usare. Per esempio, non ci sono altri modelli sul mercato, alimentati e connessi su USB-C, che impieghino dei relè per commutare il preamplificatore per microfono a quello di linea, segno di una grandissima cura nei dettagli. Boom nasce con un DSP integrato per usare un plug-in di channel strip nativo molto interessante. Il corredo software non è da meno: Apogee Soft Limit per la DAW, Ableton Live Lite, Neural DSP Tone King per l’emulazione degli amplificatori per chitarra e uno sconto del 50% su tutti i plug-in o bundle di Apogee.

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L'interfaccia audio e il cavo USB-C con adattatore incluso

Hardware

Boom è una interfaccia audio, con il classico colore viola chiaro della casa, su USB-C da cui trae anche l’alimentazione, con uno chassis in metallo che pesa quasi un chilo. Il pannello frontale e quello posteriore sono in plastica. Esplorando le connessioni si intuisce anche cosa potrà fare. Anteriormente c’è un ingresso su XLR Combo e un ingresso su jack a ¼” TRS, entrambi bilanciati. Ognuno di essi è indipendente e programmabile da Apogee Control 2: ogni ingresso può diventare una DI (3,2 kOhm di impedenza con Pad attivato, o 1 MOhm senza pad, fino a +14 dBu), per collegare direttamente chitarra o basso elettrico ma anche synth, può accettare segnali di linea a + 4 dBu (audio professionale, fino a + 18 dBu, 122 dB di range dinamico e impedenza a 6,4 kOhm) o -10 dBV (apparecchi consumer, fino a + 6 dBV) o diventare un ingresso microfonico con preamplificatore integrato e controllo di gain fino a + 62 dB e 2,4 kOhm di impedenza (massimo livello d’ingresso + 18 dBu), con opzioni di alimentazione Phantom a 48 V per microfoni a condensatore, inversione di polarità, pad a -10 dB per microfono o pad con modifica di impedenza per Instrument e, importante, la possibilità di utilizzare sull’ingresso il plug-in nativo l’Apogee Channel FX, grazie al DSP integrato.

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Il pannello frontale

Alla destra del pannello c’è un meter led a due barre a quattro segmenti che è agganciato alla funzione scelta dall’encoder che funziona anche come switch, la cui funzione cambia quando si seleziona In 1 e In 2 per controllare del gain del preamplificatore, e Out per la gestione del livello d’uscita audio e delle cuffie. Gli ultimi due led indicano l’attivazione della Channel FX per i due ingressi, con l’encoder che non ha alcuna funzione, se non quella attribuita a In 1, In 2 o Out secondo la scelta.

Il pannello posteriore ospita la connessione USB-C, l’uscita cuffia a 0,5 Ohm (range dinamico di 114 dB, massimo livello d’uscita 15 dBu/240 mW a 32 Ohm), quindi capace di pilotare anche le cuffie più impegnative, e le due uscite audio principali (+15 dBu al massimo, 100 Ohm, range dinamico di 114 dB), entrambe in formato jack standard a 1/4 “ bilanciato TRS. Apogee ha preso una scelta netta, nell’inserire delle connessioni standard per lo studio professionale, invece che i più consueti mini-jack su interfacce di questo tipo. Nella confezione è fornito un cavo da USB-C a USB-A. Boom è compatibile con MacOS 10.14.6, Windows 10 e iOS 13. Può essere collegato direttamente a un iPad Pro senza necessità di adattatori. I dispositivi con Lighting Connector necessitano di un hub USB alimentato e del Camera Connection Kit.

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Il pannello posteriore

Apogee Control 2

Sviluppato su una finestra che può essere dimensionata solo in verticale, il pannello di controllo permette di gestire in una sola pagina tutti i parametri, ordinati in colonne. System Settings permette di scegliere il device Apogee in uso, la frequenza di campionamento fino a 192 kHz, la durata del Peak Hold e dell’Over Hold e la dimensione del buffer da 64 a 1024. C’è da sottolineare che il DSP interno consente il monitoraggio a bassissima latenza dei segnali in entrata. A 192 kHz il buffer minimo è di 256 campioni, con una latenza di soli 6 ms nel monitoraggio in tempo reale degli ingressi e una latenza sul computer che scende a 20 ms, impegnando poco la CPU, in fase di elaborazione. Latenza in ingresso e uscita si attestano sotto i 3 ms.

Quando si passa a un più classico 44,1 kHz, lavorando a 64 campioni di buffer, siamo sempre sotto i 3 ms di latenza in ingresso e uscita, mentre i roundtrip si attesta a 74 ms da e per computer, con valori sotto i 7 ms e i 4 ms nel monitoraggio in tempo reale (misurato su PreSonus Studio One e Windows 10). Il driver mette a disposizioni due ingressi analogico e due uscite stereo audio, assegnate ai canali di Playback 1-2 e 3- 4. Attraverso la colonna Inputs è possibile disabilitarli singolarmente.

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Il software Apogge Control 2

Le successive colonne sono associate ai due ingressi analogici, ai due canali stereo di Playback, al livello Master e alle due uscite per cuffie e speaker, che condividono il controllo Output. Tutti i livelli monitorati sono esclusivamente digitali: i due ingressi A/D sono quindi successivi alla conversione. All’uscita cuffia è possibile assegnare una delle coppie stereo di Playback, l’uscita del mixer interno, oppure uno o entrambi gli ingressi analogici. Indipendenti per le uscite cuffie e l’uscita speaker, sono presenti funzioni di Mute, dimmer e somma monofonica. Al di sotto della cuffia, ci sono i controlli per le due uscite speaker (o monitor): si può scegliere tra un valore fisso preimpostato, nel caso in cui Boom sia collegata a un successivo monitor controller, oppure variabile e, in questo caso, controllato dal livello di Apogee Control 2.

Le due uscite audio possono avere un livello di -10 dBv o + 4 dBu, potendo scegliere cosa mandare agli speaker tra software playback (Playback 1-2 o 3-4), Mixer interno o uno o entrambi gli ingressi analogici. Boom riconosce quali sono le uscite fisiche usate che, però, sono mutualmente escluse: se collegate l’uscita cuffia si disattivano le uscite Speaker, e viceversa. La priorità è sempre data all’uscita cuffia. In base al collegamento, l’encoder sul pannello frontale controlla il livello: staccate le cuffie e potrete controllare il livello dei monitor audio connessi. Tenendo premuto l’encoder, inoltre, si attiva il Mute.

C’è infine una opzione per assegnare uno streaming da computer al canale stereo Software Inputs 1-2 che sarà quindi assegnato a Playback 1-2: l’utilità risiede nella possibilità, per esempio, di assegnare a questi due canali una applicazione come Spotify e usare l’altra coppia stereo Playback 3-4 allo streaming proveniente dalla DAW.

Attivando la modalità Mixer View, troviamo i quattro canali: i due ingressi analogici e le due coppie stereo di Playback, per ognuno dei quali è previsto un fader (Option-click lo riporta a 0 dB), il pan, le funzioni di Mute e Solo e, per i due ingressi analogici, il link stereo. Un quinto fader corrisponde al master fader del mixer interno, con sola funzione di Mute. L’uscita del mix è normalmente inviata alle uscite fisiche, ma può essere indirizzata ai due ingressi software 1-2 (loopback).

Apogee Control 2 è utilizzabile anche su dispositivi iOS, rendendo Boom totalmente programmabile senza necessità di computer collegato. In questa circostanza, il dispositivo iOS (pensiamo a un iPad Pro) diventa anche la DAW su cui registrare da Boom.

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Symphony ECS Channel Strip

La channel strip disponibile per i due ingressi analogici è già nota: si tratta di un equalizzatore con Low Shelf, medi parametrici con due valori di Q selezionabili, High Shelf e filtro High Pass da 20 Hz a 300 Hz, e compressore/limiter con soglia, rapporti di compressione 3:1, 5:1 e 10:1 e controllo di Dry/Wet per realizzare la compressione parallela. La posizione dell’eq rispetto al compressore può essere invertita. Il filtro HPF può essere assegnato all’equalizzatore o al sidechain del compressore. Oltre a un livello d’uscita e alla gestione dei preset, è presente un controllo Drive che si applica prima dell’uscita e che genera distorsione armonica. Da aggiungere alla channel strip c’è anche il plug-in Soft Limit che si scarica dopo la registrazione del prodotto.

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Apogge Symphony ECS Channel Strip

In prova

La prima considerazione va all’eccellente driver ASIO di Boom: solido, velocissimo e con un consumo di CPU ridotto. Ultimamente stiamo assistendo a un netto miglioramento delle prestazioni di questi driver, soprattutto su Windows! Lavorare a 64 di buffer non rappresenta più un problema neanche su computer poco performanti, a patto che siano recenti. La scelta di usare connessioni audio analogiche professionali indirizza verso il professionista della musica, soprattutto, perché l’affidabilità di queste connessioni è superiore al mini-jack. Ciò rende Boom meno flessibile per i creatori digitali abituati ai mini-jack, ma garantisce una durata nel tempo maggiore.

La costruzione ci è parsa solida, sebbene l’encoder sia in plastica molto leggera. I connettori analogici sono di fabbricazione cinese (Zwee). Dal punto di vista hardware nulla da eccepire.

Boom ha un limite importante, che non sappiamo al momento se sia superabile o meno: l’uso di una sola coppia di uscite audio alla volta, tra uscita cuffie e speaker, con precedenza all’uscita cuffia. Poiché l’uscita cuffia è sul retro (l’avremmo preferita anteriore come accade ovunque), c’è anche qualche impiccio a doverla staccare fisicamente ogni volta che, in studio, si vuole passare all’ascolto in cuffia ai monitor. Questo comportamento limita l’impiego di Boom: la classica situazione dove il performer ascolta in cuffia un mix, che si può realizzare facilmente da Control 2, e in un’altra stanza c’è chi registra ascoltando il risultato non si può fare. Se invece siete musicisti o produttori che si spostano ovunque, questo limite è meno invadente perché userete le cuffie o i monitor secondo la location. La connessione posteriore per le cuffie non aiuta a semplificare le cose. Chiesti lumi, ci è stato detto che potrebbe esserci un aggiornamento in futuro, ma la situazione non è chiara. Ognuno valuti se questo limite sia un problema o meno.

Mentre da pannello si raggiungono facilmente le tre funzioni principali (controllo del gain degli ingressi analogici e volume d’uscita), Apogee Control 2 avrebbe potuto comprendere un filtro HPF subito sotto il gain dell’ingresso analogico. L’assenza di un HFP è ampiamente compensata dall’uso della channel strip FX, dove c’è il filtro HPF, ma richiede comunque un passaggio in più. Utilizzando però le funzioni di snapshot, che salvano anche le impostazioni della channel strip, si può guadagnare in velocità. Un trucco: Boom ricorda sempre le ultime impostazioni quando si collega al computer, per cui può diventare immediatamente operativa senza richiamare alcun snapshot. Il consiglio è di crearsi uno snapshot come template e, se si modifica durante una sessione, di ricaricarlo prima di staccare Boom per averlo subito disponibile all’accensione. Control 2 non mostra quale sia il nome dello snapshot al momento attivo quando si accende. Ovviamente l’appetito vien mangiando e avremmo desiderato poter usare la channel strip anche sui due canali di Playback e, soprattutto, per quello proveniente dal software.

In uso, il preamplificatore ha una buona qualità e dinamica. I 62 dB di gain superano ampiamente le necessità per chi registrerà strumenti e voci. Non ci saranno quindi difficoltà di sorta per usarlo al volo in sostituzione di altri preamplificatori trasparenti. La conversione A/D e D/A rientra nei classici canoni di Apogee, cioè alta qualità! La dinamica è superiore a tutte le altre interfacce alimentate da USB-C.  Sia in registrazione che riproduzione, Boom garantisce risultati professionali a livello superiore rispetto all’uso a cui è destinata, con una precisione sui transienti esemplare, soprattutto per gli ingressi linea. La dinamica è il punto di forza di Boom. L’ascolto in cuffia scivola via senza asprezze e con una bella dinamica, mentre quello sui monitor è quanto ci si aspetta da una interfaccia professionale, cioè silenzioso, senza interferenze e con un buon dettaglio. L’esperienza Apogee nell’elettronica di alta qualità si ritrova su Boom, ed è un grande punto di vantaggio rispetto ad altre interfacce, anche se ufficialmente non si vede o viene riportato.

Conclusioni

Apogee Boom segna l’ingresso dell’azienda americana nel settore delle piccole interfacce portatili, alimentate via USB, e darà del filo da torcere a molti concorrenti quando si parla di qualità audio. La precisione della conversione, alcune accortezze nell’elettronica non scontate e la semplicità d’uso sono i punti di forza. Il controllo software è perfetto e semplice, con una buona flessibilità del routing anche se c’è un limite nell’uso delle uscite audio che, per alcuni, potrebbe essere importante ma per altri, probabilmente la maggioranza, non avrà alcun effetto sul proprio modo di lavorare. Che il settore delle interfacce audio sotto i 400 Euro sia in piena espansione è un dato di fatto: Apogee fa il suo ingresso con Boom puntando tutto sulla qualità dei risultati, con una filosofia che sposa il concetto di “less is more”.

Pro

Facile da usare

Channel strip su DSP

Eccellenti driver audio

Latenza ottima

Alimentazione da USB-C

Class compliant

Apogee Control 2 per iOS

Contro

Uscite cuffie e monitor non attive contemporaneamente

Uscita cuffia sul pannello posteriore

Apogee Control solo per iOS

 

Distributore

Soundwave

Prezzo: € 369 incl. iva

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