Con la frase We'll make them all! è ormai pronto a debuttare sul mercato l'ennesima versione proprietaria di uno storico sintetizzatore da parte di Behringer; sono diversi anni che se ne parla (quasi cinque ce ne sono voluti dalle prime bozze), ma pare che il progetto del Pro-16 sia agli ultimi step. L'azienda tedesca ha annunciato negli scorsi giorni che il prototipo è pronto all'evoluzione in strumento in tutto e per tutto e che è in pieno svolgimento lo sviluppo del firmware.
Un sintetizzatore tremendamente complesso, basti pensare che al suo interno si trovano oltre 6mila componenti! Sono stati utilizzati i circuiti originali di tutte e tre le revisioni, ma si vedranno nuove funzionalità. Tra esse la disponibilità di 16 voci, un display LCD e la possibilità multi-timbrica. Queste le prime immagini disponibili di chassis e schede interne.
È inutile negare che una dichiarazione come We'll make them all! faccia tanto discutere, la comunità dei "synthofili" è divisa tra chi sostiene il modus operandi di Behringer e chi invece non sopporta l'idea di clone e supporta unicamente gli originali.
Ma se ci pensate, lo sviluppo e il successo di un brand vive anche delle sue imitazioni. Ci sarebbero migliaia di esempi da fare ma ne citiamo uno che è sicuramente molto familiare a chi legge: prendete Fender i cui strumenti sono probabilmente i più clonati della storia; eppure la clientela Fender rimane stabile e sempre con un grande successo, e quella delle copie ci sarà comunque (magari in attesa di diventare felici possessori delle chitarre made in California..!).
Lunga vita quindi a Sequential Prophet-5, a Behringer Pro-16, a tutti i synth e ai loro cloni!