Behringer PRO-800 nasce inizialmente come clone di Sequential Prophet 600, in collaborazione con lo sviluppatore GliGli, ma si è immediatamente evoluto in un polifonico ben più interessante dell’originale.
Questo test nasce negli anni 80, precisamente nel 1982, quando Sequential Circuits presentò il Prophet 600, un polifonico a sei voci costruito sul successo del Prophet 5 e venduto però a metà del prezzo. A differenza del progenitore, il Prophet 600 includeva un arpeggiatore e un sequencer a due tracce (SEQ 1 e 2) in real time da 400 note che va automaticamente in loop in riproduzione. Come il P5, anche il P-600 aveva la sua sezione di modulazione polifonica, dove l’oscillatore B e l’inviluppo del filtro potevano modulare l’oscillatore A e il cutoff del filtro. L’FO era unico per tutte le voci e il microprocessore era un classico Z80. L’uscita era monofonica. Il P600 includeva, tra i primissimi, anche l’interfaccia MIDI. Il P600 non era affatto male come polifonico analogico, ma passò in pochi mesi nel dimenticatoio dei synth analogici per la comparsa del famigerato Yamaha DX7 l’anno dopo.
Quarant’anni dopo, ritroviamo Sequential Circuits in piena forma a sfornare il classico Prophet 5 assieme a una serie di ottimi sintetizzatori, piangendo però la perdita recente del suo inventore Dave Smith. Il mondo è totalmente cambiato e i sintetizzatori polifonici analogici a basso prezzo sono ancora un miraggio a meno di rivolgersi sul mercato dell’usato, dove però anche il più semplice Oberheim Matix 1000, che per decine di anni ha rappresentato il punto di ingresso dei polifonici a basso costo in rack, ha cominciato a salire di prezzo un po’ troppo…
Ci pensa Behringer a scompigliare le carte, con il suo Pro-800, versione rack e compatibile con le dimensioni eurorack, clone del Prophet 600 nell’interfaccia di controllo e nelle funzioni. A differenza di altri cloni di Berhinger, però, il PRO-800 va oltre: le voci di polifonia passano da sei a otto e il sistema operativo può contare su alcune funzioni che sono state aggiunte qualche anno fa da GliGli al firmware di Prophet 600, che ritroviamo sul PRO-800, assieme un processore ARM ben più potente del precedente Z80 che comporta, tanto per cominciare, la possibilità di scegliere il tipo di curve di inviluppo e di interfacciarsi al mondo dei modulari con l’ingresso Sync In e Filter CV In. C’è molto di più che un semplice clone.
L’aspetto estetico del PRO-800 ricalca completamente quello del Prophet 600, tanto che consigliamo caldamente di leggervi il manuale di istruzioni del P 600 perchè di fatto è anche il manuale del PRO-800. Senza questo vecchio manuale, si rischia di perdersi nella lettura di quello di Berhinger. E visto che ci siete, scaricatevi anche il manuale dell'aggiornamento firmware di GligGli che può essere applicato anche alle funzioni inserite in PRO-800
Come sull’originale, selezionando Preset si possono richiamare le patch in memoria e qualsiasi modifica sul pannello di controllo è applicata in tempo reale. Se invece si vuole passare allo stato di fatto dei controlli, occorre disabilitare Preset e Pro-800 utilizzerà i parametri attualmente impostati su pannello. Rispetto all’originale, il PRO-800 ha livelli indipendenti per i due VCO. Sono identici i controlli per filtro e inviluppi, Glide, Master Tune, Volume, Unison Track e gestione della memoria dell’accordo. Le modifiche maggiori riguardano la presenza di Noise con relativo livello, la possibilità di modulazione negativa dell’inviluppo in Poly Mod (su Prophet 600 il valore era da 0 a 10, su Pro-800 da -5 a +5) e la scelta del modello di curva indipendente per i due inviluppi.
Oltre alle ovvie differenze di progettazione e componenti, il Pro-800 non dispone di trimmer per il voice scaling e il filtro, che prevedevano una procedura complessa sul Prophet 600. Tutti i valori dei parametri su pannello hanno risoluzione da 0 a 1000, merito del processore ARM interno, e l’altro immenso vantaggio di Pro-800 è l’integrazione con Synthtribe, l’app per Windows e Mac incaricata di gestire gli update del firmware e le impostazioni. Qui troviamo comodamente riuniti alcuni dei parametri aggiunti dal firmware di GliGli, per i quali era necessario richiamare la posizione da pannello e inserire i dati sul modello originale. Da notare che PRO-800 risponde all’aftertouch e alla velocity che sono indirizzati al filtro e al VCA.
Anche il pannello con i pulsanti a pressione è migliorato rispetto al Prophet 600, perché è stato aggiornato con una serie di pulsanti per il richiamo della sorgente di sync e il clock, setting e performance.
Hardware
La scheda analogica che include le otto voci si trova agganciata al pannello e può essere rimossa con poche viti. Ogni scheda voce include due Coolaudio V3340, che sono i Voltage Controlled Oscillator (VCO) con scale sia esponenziali che lineare con quattro uscite (triangolari, a dente di sega, quadrata e PWM modulabile), già compensati in temperatura, con ingresso per hard e soft sync, e possibilità di FM lineare.
Nella scheda voci sono presenti un multiplexer HEF 4053 e un HEF4066 che hanno il compito di gestire gli switch analogici controllati digitalmente.
Il filtro è affidato a un Coolaudio V3320, un filtro a quattro poli con risonanza controllabile, che può essere impostato anche come high pass, band pass e all pass, ma ovviamente non sul PRO-800.
Il VCA è affidato a un Coolaudio V13700M su ogni scheda, più un secondo VCA che ritroviamo in funzione probabilmente di somma delle otto voci. Un terzo V13700 si trova probabilmente assegnato all’uscita cuffia e all’uscita principale. A controllare tutta la parte digitale ci pensa un processore ARM, che si occupa anche della genesi degli LFO e degli inviluppi. Già l’ultimo aggiornamento firmware, per esempio, ha migliorato di molto la velocità degli inviluppi.
I nuovi parametri su Synthtribe
Il modo più facile per programmare i nuovi parametri del firmware passa da Synthtribe. Si possono richiamare le quattrocento patch, suddivise in quattro banchi, di cui solo le prime 100 contengono già delle patch. Le altre sono libere ne occupate da una patch di base. Al richiamo di una patch memorizzata, il display di Pro-800 propone anche il nome
Le impostazioni MIDI prevedono il canale di ricezione differente da quello di invio, compreso Omni On in ricezione e nessun canale in trasmissione, la ricezione e/o l’invio di controller MIDI perché PRO-800 consente di inviare al MIDI Out il valore di ogni singolo controllo su pannello, e la ricezione e/o trasmissione dei Program Change. La porta USB gestisce solo dati MIDI ed è Class Compliant sia su Windows che su Mac.
Le impostazioni General sono interessanti: è possibile spegnere le singole voci, attivare il Voice Spread, definire la brillantezza del display e i semitoni del pitch bend, modificare la priorità di nota tra Last, Low e High, mostrare il nome del preset, impostare la modalità Glide tra velocità o tempo, e scegliere la precisione del tuning da 0,5 cent a 2 cent, ottimo per dare più sapore analogico.
I controlli dell’arpeggiatore comprendono la scelta della sorgente di sync, compreso USB e MIDI, il valore PPQN, la divisione, i parametri per l’ingresso sync in su display, la lunghezza e lo swing delle note, la polarità dell’aftertouch applicato al VCA e al VCF, e la trasposizione.
I parametri da pannello
La collaborazione con GliGli ha prodotto una serie di nuovi parametri molti dei quali, al momento, sono richiamabili solo da pannello e non via software, utilizzando il pulsante Performance e richiamando il numero di parametro. Per fortuna il display a quattro cifre mostra il nome del parametro, aiutando non poco.
Qui troviamo la possibilità di richiamare le forme d’onda Triangle, Sine, Saw, Square, Random e Noise per l’LFO, il target per gli oscillatori, la velocità e intensità di vibrato, la destinazione per Modulation Wheel per LFO o Vibrato con ammontare dell’intensità e un delay, la scelta delle curve, indipendentemente per i due inviluppi, tra Fast Exp, Fast Lin, Slow Exp e Slow Lin che fanno una differenza enorme quando si programma il cutoff del filtro, il target per Pitch Bend tra VCO, VCF e Volume, la modalità di scelta della frequenza dei VCO tra libera, semitoni o ottave, l’intensità di azione, indipendente, per velocity e aftertouch su VCA e VCF, e l’intensità di modulazione dell’aftertouch per LFO.
I parametri generali, che in parte abbiamo già visto in Synthtribe, sono richiamati usando il pulsante Setting: PRO-800 permette il dump dell’intera memoria via SysEx, il retuning degli oscillatori e del VCF, e il factory reset.
In prova
Non tutto è perfetto come dovrebbe essere in Synthtribe per il controllo di Pro-800: per esempio il valore BPM è espresso in una scala da 500 a 4000, come anche l’External CV Amount. Sembra quasi che siano stati riportati i valori assoluti del processore invece che quelli più adatti a un musicista. Mancano, chissà perché, gli altri parametri presenti in Performance e Setting, ed è un vero peccato perché occorre avere in mano il manuale per sapere orientarsi per la chiamata dei singoli parametri. L’espansione del software con alcune funzioni inserite da GliGli e alcune novità necessitano di qualche conoscenza in più del necessario. Per esempio, per richiamare i banchi occorre tenere premuto Preset e i pulsanti da 1 a 4. C’è anche la possibilità del recall di un patch base accendendo il PRO-800 e tenendo premuto Preset. In fondo al manuale ci sono le attribuzioni di tutti i parametri di pannello ai Control Change, perché PRO-800 trasmette i dati generati da interruttori e knob via MIDI. Molto ben fatto! E’ solo questione di tempo vedere dei template per DAW per controllare PRO-800.
Molti dei parametri aggiuntivi sorprendono per estensione: per esempio Unison Detune consente di andare molto oltre i classici pochi centesimi, arrivando quasi a creare scale microtonali quando non si usa Unison. C’è molto da sperimentare anche con la lunghezza delle note dell’arpeggiatore, il cui valore di bpm è nascosto nei parametri Sync Clock dopo la scelta della modalità di sync su pannello. Il meglio di PRO-800 si ottiene con i parametri aggiuntivi, soprattutto quelli relativi all’inviluppo e agli LFO, che richiedono però una certa curva di apprendimento circa la posizione dei parametri per poter essere raggiunti. In altre parole, una parte di PRO-800 non è intuitiva ed è un peccato. Sarebbero stato sufficiente avere su pannello un elenco, anche scritto in piccoli caratteri, per ricordarsi le posizioni dei parametri, proprio come fu fatto per la revisione firmware di GliGLi per Prophet-600.
Al di là del funzionamento, ciò che conta è il suono di PRO-800. Le anime di PRO-800 sono molteplici: dal classico polifonico analogico con pochi parametri a qualcosa di più malleabile. Prendiamo per esempio il preset A 57, premiamo Perfomance e due volte 4, che richiama la curva dell’inviluppo del VCF. Cambiando da lineare a esponenziale ci spostiamo in territori quasi da TB 303, tanto da avere un’idea di come un solo parametro cambi il vestito al suono. Generalmente parlando, PRO-800 ha un suono ricco di medie ma poco aperto sulle alte frequenze, che tendono a ridursi quasi sempre ma mano che si sale di ottava. Fateci caso: tutti i video di prova non hanno esempi suonati sulle ottave più alte. E' nell'ottava centrale che PRO-800 suona molto bene! Non è così incisivo come ci aspettavamo e non corrisponde a una versione polifonica di PRO-1, il quale ha una presenza e uno spessore del timbro maggiore. Lo si scopre facilmente ascoltando la risonanza in auto oscillazione, perché sulle ottave più alte tende a non riprodurre la relativa frequenza. Sulle medie il PRO-800 è morbido, tipicamente analogico con un bel colore da Prophet 5 adatto a riprendere, per esempio, i pad dei Toto. Molto bene sulle basse frequenze: pieno, organico, vivace e spostato in avanti nel mix. I preset sono ben rappresentativi del suono, ma sono solo una goccia del mare di patch che si possono creare. Gli inviluppi sono tali da coprire una serie di timbri percussivi e non fanno rimpiangere quelli veloci di un Minimoog.
Il filtro può passare tranquillamente da colori morbidi a quelli più ruvidi giocando sulla curva dell'inviluppo, trasformandosi da monolitico a liquido. Richiama in tutto il classico filtro Curtis ed è molto controllabile, non sembra riservare improvvise sorprese, forse per questa tendenza di PRO-800 a tagliare le alte frequenze.
Anche i due VCO, grazie alla replica del CEM 3340, si affiancano al filtro con timbri classici. Producono quelle forme d'onda che abbiamo immediatamente riconosciuto dai predecessori CEM. Si ha la percezione di aver rimesso le mani e le orecchie sui classici polifonici anni '80. Suoni ricchi di armoniche in sync con una forte risonanza, sono muscolosi sulle medie ma che tendono ad ovattarsi sopra i 5 kHz. Ne deriva che il campo di applicazione di PRO-800 è soprattutto nei pad, sempre avvolgenti, caldi e con quel suono americano anni ’80, nei led mediosi, nei droni polimodulati, nei bassi synth, negli strings di ogni genere e modello e nelle percussioni delle ottave centrali. Non chiedetegli di urlare come un Mini sulle ottave più alte, perché rimarrà mellifluo e non così incisivo come si vorrebbe da un analogico. Il suo comportamento è quasi simile a quello di un Oberheim Matrix 1000 e naturalmente al Prophet 600, che aveva anch’esso dei limiti. Aggiungete chorus, delay e riverberi, anche come plug-in, e avrete subito un suono personale e inedito.
Ciò che davvero fa la differenza rispetto ai synth digitali, ai VA o ai plug-in è la sua natura analogica che si coglie sempre, indipendente del risultato finale. Pro-800 ha un timbro sempre in movimento e puramente analogico e supera di gran lunga qualsiasi altro VA che si avvicini alla sua fascia di prezzo. E’ una aggiunta importante per chiunque, soprattutto per i più giovani, non sia mai riuscito ad avvicinarsi a un polifonico analogico e, a questo prezzo, non c’è alcun dubbio che dia grandissime soddisfazioni. La sua palette timbrica è molto più flessibile di un classico Matrix 1000, che come minimo si trova al doppio del prezzo, grazie al firmware con ben sei forme d’onda per l’LFO e le curve diverse per gli inviluppi. Inoltre la possibilità di automatizzare qualsiasi parametro e di generare Control Change dai controlli fisici su pannello, permette non solo di integrarlo al meglio nella DAW, ma anche utilizzarlo a sua volta come controller MIDI per plug-in o altri sintetizzatori. La progettazione globale è be riuscita e aggiornata alle possibilità dei giorni nostri. Per chi invece si trovasse in studio con gli analogici del tempo che fu, il PRO-800 ha dalla sua la possibilità di usare aftertouch e velocity, ma non raggiunge il grado di grandezza e presenza dei classici vintage. Può andare a braccetto con un Roland Juno 106, che però a un’apertura analogica sulle alte più ricca, ma non con un Cheetah MS6 che è più acido come suono. Supera tranquillamente i Crumar della serie Bit, Oberheim Matrix 1000/6R e qualsiasi altro synth ibrido con DCO e VCF come Kawai K3, Korg DW/EX8000, anche grazie all'implementazione completa dei Control Change per i parametri di sintesi e il collegamento USB MIDI. I tempi dell'acquisto di un rack analogico polifonico come il Matrix 1000 sono ormai finiti, per chi era a caccia di un buon analogico a un prezzo non eccessivo.
C'è un ultimo aspetto importante da sottolineare: Behringer dimostra di possedere ora una piattaforma hardware pronta per clonare qualsiasi altro synth polifonico, modificando la disposizione dei controlli su pannello e inserendo una scheda voci differente. PRO-800 non è modulare, ma la divisione tra la parte analogica e digitale di controllo denota una attenzione ai prossimi sviluppi. Sarà solo questione di tempo: con PRO-800, Behringer ha aperto la sua strada all'analogico polifonico per tutti, grazie anche ai componenti SMD che permettono di miniaturizzare il tutto, dimostrando che non è necessario spendere cifre consistenti per accedere alla polifonica e a un buon classico suono analogico. Il futuro è roseo per gli amanti della sintesi!
Per chi naviga tra i synth da decenni, la novità più intrigante è l'uso di un processore ARM: nel passato i polifonici analogici come Oberheim Matrix 12 hanno utilizzato il microprocessore per generare inviluppi e modulazioni, con il grande limite di potenza e clock. Oggi con un processore ARM si potrebbero fornire decine e decine di sorgenti di modulazioni per tornare ai fasti di un Alesis Andromeda 6 a una frazione del prezzo. Siamo solo all'inizio di questa rivoluzione e siamo pronti a scommettere che nei prossimi quindici anni ci saranno synth polifonici a basso prezzo ma di enorme potenza! I più recenti Sequential Circuits Prophet 5 e Oberheim OB-X8 sono solo l'inizio di questa nuova fase dei synth ad alto costo, ma che alla fine si basano su una struttura simile a quella di PRO-800, pur con tutte le differenze del caso in fatto di qualità di suoni e componenti. Il piccolo Behringer Pro-800 sta invece tracciando la strada ai futuri modelli per tutti. Chissà che qualche altro produttore non prenda la palla al balzo per ritornare all'analogico del tempo che fu, con più convinzione.
Conclusioni
Behringer ha di nuovo fatto centro, con PRO-800. Va a coprire una fascia di prezzo (basso) che è del tutto scoperta, sia tra i synth analogici del passato, ormai troppo cari nel circuito vintage, che tra i synth digitali VA. Il sound analogico c’è tutto, è facilissimo da programmare da pannello, e i suoi colori sanno di West Cost americana più di quanto si possa immaginare. PRO-800 ha delle limitazioni sulle alte frequenze, ma è in grado di coprire gran parte dei suoni analogici di una produzione moderna, ovviamente senza arrivare alla qualità del timbro dei polifonici che costano dieci volte tanto. Non c’è altro sul mercato a questo prezzo, anche sull'usato: il nostro giudizio è ampiamente positivo perché finalmente chiunque potrà mettere le mani su un buon polifonico analogico a otto note, scoprire il piacere dell’arrangiamento polifonico con un synth analogico e integrarlo facilmente nella produzione moderna.
Pro
Curve esponenziali e lineari per inviluppi
Sei forme d'onda per LFO
Ingressi per Sync e Filter CV
Ottima riproduzione del Prophet 600
Otto voci di polifonia
Controller sul pannello collegati a Control Change
Contro
Tagliato sulle alte frequenze
Parametri importanti accessibili solo da pannello
Non è possibile riassegnare i CC ai parametri
Nessun librarian su Synthtribe
Assenza di uscita stereo
Bug su Soft Thru MIDI