BRUCE SPRINGSTEEN
Le Storie Dietro Le Canzoni
Autore: Brian Hiatt, traduzione Alessandra Rozzi
Edizioni: Il Castello
Formato: Libro
Lingua: Italiano
Pag: 287
Prezzo al pubblico: 29,75 €
"Ci si può anche provare, a spiegare tutto. Si può immaginare che i primi due versi di “Badlands” siano nati durante il black-out di New York del 1977; si può documentare che nell’anno in cui “4th of July (Asbury Park)” è arrivato al successo, ad Asbury Park in realtà non fu sparato nessun fuoco d’artificio; si possono rintracciare i passaggi esatti del libro e del giornale citati in The Ghost of Tom Joad [...] Come ha fatto Bruce Springsteen a scrivere e registrare tutti questi brani? Fortunatamente, a una domanda simile non può rispondere fino in fondo nemmeno lui."
Così Brian Hiatt, inizia [o più probabilmente conclude visto che l'introduzione è l'ultima cosa che si scrive in un libro] il suo viaggio artistico/letterario nella lunga storia della produzione di Bruce Springsteen. Una carriera discografica che inizia una quarantina di miglia a sud di quella New York che poi ne celebrerà per cinquant'anni i successi. Il libro di Hiatt, giornalista e scrittore che collabora da tempo con la famosa rivista di cultura pop Rolling Stone, è proprio una traiettoria, o meglio un viaggio che tratteggia attraverso le parole del poeta contemporaneo Springsteen luoghi di quell'America vera, reale ed immensamente grande nei sogni e negli orizzonti, che altrimenti forse sarebbero rimasti sconosciuti o anche dimenticati. Bruce Springsteen infatti ha assunto da sempre il ruolo di cantore della classe operaia e della middle-class a stelle e strisce che fino a quel momento non si era mai vista rappresentata, considerata, cantata e dipinta, proprio perchè lontana dalle luci dei riflettori di Hollywood o di Broadway.
In questo libro, un volume da non prendere di punta ma da sorseggiare un poco per volta con i tempi giusti della riflessione, si va dal primo album del 1973 "Greeting from Asbury Park, N.J." fino ad "High Hopes", passando per i capisaldi "Born To Run", "The River", "Born in The U.S.A.", i capitoli più scuri e spirituali come "The Ghost of Tom Joad". Ogni album, ogni canzone nasconde una o più storie, poichè più che per la complessità delle sue composizioni musicali, Bruce Springsteen è stato esaltato proprio per il suo saper raccontare, vedendo oltre le cose, con una prospettiva dal basso che rende tutto grande ed al tempo stesso spaventoso.
"Sono cresciuto con la sensazione che là fuori ci fosse un mondo ostile e piuttosto brutto. E che io fossi spezzato ma ancora magico..." dice il cantautore della sua "Growin' Up" tratta dal primo album.
L'ultimo disco raccontato in questo libro si chiama "High Hopes" un disco che prende il nome, stranamente da una cover che Springsteen fa di un pezzo nel 1985 di Tim Scott McConnell che poi divenne abbastanza noto nel 1990 con gli Havalinas, un gruppo la cui breve durata contrasta con il titolo della loro canzone più famosa. Ed è forse proprio questo il messaggio con cui Bruce marchia questo suo penultimo disco, planando su questo periodo storico musicale in cui le speranze sono grandi, perchè chi fa musica non può farne a meno, ma le prospettive estremamente brevi.
In ogni capitolo, ogni canzone non difetta mani di aneddoti sia per quel che riguarda la composizione che la registrazione, come la partecipazione "rumorosa" di Tom Morello alle chitarre in questo disco e nel tour in cui fu scritto e registrato.
E' un libro da avere o da regalare a chiunque ami il Boss e le sue canzoni. A chi vuole saperne di più e sa dedicare il giusto tempo a queste canzoni e testi che richiedono di essere letti e riletti per essere apprezzati nella loro profondità. Il racconto di tutto ciò che ne sta attorno non fa altro che impreziosire ed innalzare ancora di più una carriera musicale che ha dello straordinario.
Oltre 50 ore di interviste alla band e chiunque avesse qualcosa da raccontare su questi brani, e una raccolta fotografica apprezzabilissima.
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