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Fender, Gibson, Ibanez: come sopravvivere ad un mondo di non-chitarristi


Qualcuno mi ha recentemente fatto notare che quando avevamo vent'anni avevamo promesso di non parlare mai con i luoghi comuni dei nostri genitori: quando avevo vent'anni io c'era questo, non avevamo nulla eppure avevamo tutto, le cose erano più autentiche, adesso è facile mica come ai nostri tempi che te le dovevi guadagnare. Per questo eviterò di ripercorrere la storia e la traiettoria della chitarra nel nostro mondo musicale, perchè se avete più di trent'anni come me la conoscete bene, se siete più giovani e state leggendo questo articolo probabilmente non siete meno amanti della chitarra di me e non ne avete bisogno.

 

Oggi vi porto l'esempio di come, in questo mondo musicale in cui la chitarra è sempre meno valorizzata e meno protagonista, le più grandi case costruttrici di chitarre al mondo stanno cercando la loro via per la sopravvivenza. Uso questo termine in modo molto consapevole perchè tutti sappiamo che Gibson ha danzato pericolosamente sull'orlo del fallimento, Fender ha avuto serie difficoltà finanziarie ed Ibanez ha visto ridursi molto la sua quota di mercato in questi anni. Non è un caso se tutte e tre queste case sono arrivate alla stessa conclusione - scusate se mi permetto una breve digressione tecnico-commerciale - di rivoluzionare il proprio modello di distribuzione globale. Tutte e tre queste case, Gibson prima, Fender l'anno scorso ed Ibanez quest'anno, hanno optato per una distribuzione in proprio invece che affidarsi a distributori nazionali come è stato negli ultimi 50 anni. L'idea è quella di aumentare il proprio margine ottimizzando le spese, riducendo gli intermediari e centralizzando il processo anche in vista di una ulteriore crescita del mercato online.
La saggezza mi impone di essere prudente nel valutare se questa soluzione funzionerà bene per tutte allo stesso modo.

 

Il punto focale però di questo articolo sono le strategie di sopravvivenza in questo periodo di cambio generazionale. Passiamo da una generazione con il mito della musica e dello sport per fare successo ad una generazione con il mito della visibilità per fare successo. Lo strumento quindi prende una dimensione decisamente meno importante, nonostante la quantità di gente che suona e contenuti chitarristici a cui siamo esposti non è mai stata così grande.
E allora partirò questo parallelismo plutarchiano dei tre brand più noti al mondo per capire cosa è successo, cosa succede e magari intravedere qualcosa di quel che succederà.

 

nuove chitarre gibson 2019 strumenti musicali

GIBSON: TRADIZIONE E RICOSTRUZIONE DI UN SOGNO NON PER TUTTI

Gibson, portata dalla sua precedente amministrazione su di una direzione evidentemente sbagliata, ha deciso di puntare nuovamente tutto sulla centralità dello strumento e della tradizione. Non a caso il suo esperto e, a mio parere, geniale nuovo CEO James Curleigh ha deciso di tagliare fuori tutto quello che non era stato gradito in termini di innovazione e sperimentazione per riportare il brand sulla strada dell'american vintage di valore. La ricerca della tradizione e dell'autenticità anche in maniera maniacale per riproporre i modelli best-seller; la battaglia contro gli altri brand che hanno sfruttato il design Gibson; la continua riproposizione di nomi altisonanti del passato glorioso del rock, non tanto per vendere chitarre signature che hanno prezzi e tirature irraggiungibili ai più - ma per ridefinire la propria identità come vero brand americano che brilla della luce - riflessa - dei tempi d'oro della chitarra.
Il target di Gibson è chiaramente puntato verso l'alto, e la filosofia sarà sempre più quella di diventare uno strumento per chitarristi di livello o amatori high-spender piuttosto che spostarsi verso la giungla della fascia medio-bassa di mercato.

FENDER: INNOVAZIONE SENZA PASSI FALSI

Il caso dell'altro super-brand americano è parallelo ma sotto molti aspetti diverso. Fender per molti anni è stata restia ad introdurre qualsiasi innovazione o cambiamento, preferendo lasciar fare ad altri o lanciando collaborazioni molto sporadiche per sondare il terreno. Il motivo è che Fender è nella felice condizione di essere praticamente "il sinonimo" di chitarra, quella che tutti cercano ed immaginano quando pensano ad una chitarra elettrica. Questo ha fatto si che negli anni si sia da un lato auto-sostenuta con una quota di mercato sempre molto solida, da non mettere a rischio con operazioni troppo coraggiose, dall'altro sia la ricerca e sviluppo che la distribuzione si sono un po' sedute su questo comodo cuscino di leader del mercato aspettando - a volte pure troppo - che gli errori prima li facessero gli altri.

 

serie Fender American Ultra strumenti musicali

 

Ora però le cose cambiano anche per Fender, e tutto il mercato si sta evolvendo. Ed allora abbiamo visto proprio nei giorni scorsi l'uscita della nuova evoluzione delle chitarre della casa USA, la Serie American Ultra (leggetevi il nostro articolo con tutti i video dimostrativi e le informazioni). Proprio nel nome sta il concetto: American, ci dice che sono chitarre americane, che mantengono la qualità della produzione USA e la tradizione degli strumenti più noti; Ultra, invece ci porta verso una linea di chitarre di alto livello - infatti sono top di gamma - che oltre alla qualità top vogliono anche superare i limiti noti da tempo delle care vecchie Fender. Ed ecco allora i manici compound radius, il profilo Modern "D" del manico per gli stili più moderni e veloci, l'incastro del manico smussato ed un cutaway più profondo, e soprattutto un'elettronica silenziosa e avanzata che permette molte più sonorità.
Anche nell'amplificazione Fender ha sposato il digitale, cercando però di farlo ora, quando l'avversione per il modeling è stata in buona parte digerita ed alle nuove generazioni poco gliene frega di come sia generato il suono.
Fender, con la serie Vintera, ha anche lanciato la sfida al mercato delle "copie" di fascia media dei suoi modelli vintage-inspired. Mentre le per Ultra sono abbastanza convinto che attireranno molti chitarristi di livello di nuovo su Fender originali, invece che sulla liuteria in stile Fender, sulle Vintera sospendo il giudizio, poichè troppo sta succedendo nel mercato ed è davvero impossibile capire se sarà una sfida vincente.

IBANEZ: DESIGN PIU' PULITO E PERFEZIONAMENTO TECNICO

Se negli anni passati Ibanez ha scorrazzato felicemente per le praterie sconfinate della sperimentazione, e dobbiamo darle  il merito di aver allargato notevolmente gli orizzonti del mondo chitarristico con un processo di continuo trial-and-error creativo. Ora che tutti i cambiamenti di cui abbiamo parlato sono diventati nodi reali che arrivano al pettine, è arrivato il momento di fermare, o quantomeno rallentare, la divertente macchina della manipolazione genetica della chitarra e di concentrarsi sul vero stile giapponese. Se Fender e Gibson possono puntare su di un american vintage che tira molto, Ibanez fa appello a tutta la tua tradizione di manifattura e perfezionamento tecnico tipico del Made in Japan.

 

ibanez chitarre 2019 strumenti musicali

 

Seppure Ibanez ha una tradizione ormai decennale che è sicuramente un valore, dal punto di vista dell'immagine storica non potrà mai rivaleggiare con gli altri due colossi. Ecco allora che la tradizione giapponese torna prepotentemente nella proposizione di nuovi modelli meno esasperati, meno sperimentazioni che costringono chi suona ad adattarsi a strumenti diversi e più maestria. E come se Ibanez dicesse ai chitarristi: "noi costruiamo strumenti musicali di precisione, per musicisti che vogliono la perfezione". Ai Fenderisti o Gibsoniani la perfezione non interessa, anzi, a loro piace combattere un po' con uno strumento che ha i suoi pregi e i suoi difetti, le chitarre Ibanez invece sono fedeli esecutori della volontà del musicista, proprio come una katana trasforma la forza del samurai in velocità e potenza. E allora abbiamo tutto un lavoro di lima e tecnologia "nascosta" per rendere le nuove chitarre più performanti e gli esperimenti commerciali arrivano dalla super-pro AxionLabel, una sette corde con tastiera radiale che promette non solo ritmiche intonatissime e iper-distorte per il metal più duro, ma anche una tastiera velocissima per assoli per musicisti senza paura.

 

Difficile dire quale sarà la strategia vincente, anche perchè una non esclude l'altra, visto che i punti di partenza sono differenti. Però sarà interessante vedere come queste tre posizioni abbastanza diverse daranno risultati nei prossimi mesi e anni, poichè di sicuro ne vedremo ancora delle belle e solo chi avrà fatto le scelte giuste potrà arrivare alla prossima età d'oro della chitarra.

 

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