Se non avete ancora sentito parlare di Audio 8D o Musica 8D probabilmente avete il cellulare scarico e avete silenziato tutti i vostri gruppi Whatsapp. E' l'argomento del momento, non sappiamo ancora quanto potrebbe durare questa moda ma, visto che - ve lo svelo subito - non è affatto una novità, possiamo cogliere l'occasione per imparare ora ad utilizzarlo e magari ottenere un po' più di attenzione per la nostra musica.
Per capire cos'è questo Audio 8D però facciamo rapidamente qualche distinzione.
STEREO, AUDIO MULTICANALE E BINAURALE
Audio Stereo - Chiunque vada al cinema o possieda un sistema surround a casa sa che esistono diversi formati audio diversi dal semplice formato Stereo. Avendo noi due orecchie il formato Stereo è quello che per esempio ci permette di sentire la stessa musica da due canali diversi, in cui uno stesso contenuto viene diviso fra canale Sinistro e Destro per darci una maggiore sensazione di spazio.
Audio Multicanale - Nei sistemi Surround invece vengono utilizzati più canali indipendenti - da 3 a quanti se ne vuole - per ottenere un'immagine sonora ancora più realistica. Attualmente esistono già molte sale in tutto il mondo che supportano il formato Surround 11.1 ma sono state fatte dimostrazioni con sistemi 22.2.
Registrazione Binaurale - Siccome i sistemi surround sono molto costosi ed è quasi impossibile applicarli all'ascolto in cuffia, che è la modalità più comune soprattutto ora che gli smartphone sono divenuti il mezzo principale per ascoltare musica e giocare, sono stati fatti degli studi già da molti anni per riprodurre con due canali una percezione dell'ambiente acustico a 360°. La registrazione binaurale fa proprio questo, utilizzando microfoni che fisicamente simulano teste umane ed orecchie, riesce a ricostruire la sensazione di essere immersi dal suono come nella vita reale.
SI MA L'AUDIO 8D?
Esatto l'Audio 8D. L'Audio 8D ha un segreto, non ha niente a che vedere con le 8 dimensioni a cui il nome di questa tecnica sembra fare riferimento. E' solo un nome che vuole darci l'impressione di una spazialità maggiore rispetto a qualsiasi altra cosa. In realtà non è così nemmeno questo.
Poichè la registrazione binaurale è complessa e difficile da realizzare in tutti i contesti, quando la tecnologia software è diventata abbastanza potente da poter riprodurre virtualmente degli spazi acustici reali, si è cominciato ad utilizzarli per ingannare l'orecchio umano e fargli percepire tramite una riproduzione stereo in cuffia quello che solo un audio multicanale o una reale esperienza acustica possono fare: lo spostamento delle sorgenti sonore.
La Musica 8D che sentite quindi non è altro che musica normale manipolata tramite un software che simula il movimento di tutto il brano o di certi elementi di esso in uno spazio virtuale.
CHI HA INVENTATO L'8D?
La verità è che, benchè esistano delle software-house che hanno inventato i software per realizzare questa tecnica, l'audio tridimensionale è qualcosa di ben noto fin dalle prime sperimentazioni a più canali dagli anni '30 del secolo scorso. Se ascoltate il famosissimo brano "Purple Haze" di Jimi Hendrix, ad esempio, scoprirete che il mix di quel brano fu già realizzato cercando di riprodurre effetti tridimensionali utilizzando riverberi e cambio della posizione delle sorgenti sonore per dare una sensazione immersiva all'ascoltatore.
Già da tempo le tecniche esistono, e si possono simulare anche senza alcuna conoscenza particolare. Realizzare un auto-pan su una traccia di voce che le permetta di muoversi continuamente da sinistra a destra mentre la musica "sta ferma" non è assolutamente una novità.
Diverso invece è il discorso dei software che simulano attraverso algoritmi di ritardo, sfasamento e convoluzione il movimento di una sorgente in uno spazio virtuale. Pensiamo per esempio al mondo dei videogiochi, in cui è essenziale ormai che i suoni facciano sentire il giocatore più coinvolto possibile.
MA QUINDI COME SI FA L'AUDIO 8D?
Come detto l'Audio 8D non è un vero e proprio standard come può esserlo il Surround Dolby o il DTS, è più una tecnica di manipolazione dell'audio. Per questo motivo ne esistono diverse interpretazioni. La più comune e semplice comunque è quella di remixare un pezzo utilizzando dei plug-in che simulano il movimento del suono o di alcune tracce all'interno di un ambiente virtuale tramite l'aggiunta di riflessioni e manipolazione delle frequenze per darci l'impressione che si stia realmente spostando, poichè il nostro orecchio è fatto proprio per riconosce da questi elementi la provenienza delle sorgenti sonore nello spazio.
Uno dei plug-in utilizzati è il semplice e gratuito software Ambeo Orbit di Sennheiser, un plug-in che è stato realizzato originariamente per mixare le tracce in arrivo dal noto sistema di microfonazione binaurale, ma che può essere utilizzato da chiunque per creare un pezzo in 8D, semplicemente creando delle automazioni sul pan del plug-in che fanno spostare in tempo reale tutto il brano o le diverse tracce. Questo software non solo permette di spostare le sorgenti a 360° attorno a noi, ma anche sopra e sotto, con un audio sferico come nella realtà e di simulare anche il tipo di ambiente virtuale, con le sue dimensioni e addirittura il materiale delle pareti che influenza il modo in cui il suono si riflette.
COME UTILIZZARE L'AUDIO 8D PER LA PROPRIA MUSICA
Senza entrare nel dettaglio nelle tecniche di produzione, che potrei affrontare in un altro articolo più specifico come quelli della nostra serie Cubase Tricks, qui occorre distinguere due casi.
Il primo caso è quello di sfruttare il fenomeno del momento ed utilizzare l'impulso attuale alla ricerca sull'Audio 8D e trasformare velocemente uno o più dei nostri pezzi in versione 8D. Questo si fa abbastanza rapidamente nel modo descritto sopra manualmente o più semplicemente con un plug-in e caricando la nuova traccia 8D su YouTube o una piattaforma audio come SoundCloud per poi condividerla sui nostri social. Ovviamente non dimenticate di indicare ai vostri follower di indossare le cuffie, altrimenti l'effetto non sarà percepibile.
Questa è un'ottima manovra di marketing per il breve periodo. Se siete svelti potreste ottenere un po' di visibilità, ancora per qualche giorno o settimana finchè il fenomeno non sarà passato di moda.
Il secondo caso, e forse quello più interessante dal punto di vista della produzione, è quello di produrre pezzi immersivi o remixare completamente un proprio brano con una tecnica di audio tridimensionale. Il lavoro in questo caso è più complesso e richiede anche più conoscenze tecniche di registrazione, ma il risultato non sarà solo una trovata pubblicitaria ma potrete applicarlo ed accoppiarlo al significato della vostra musica.
Questa è ad esempio la tecnica utilizzata dal produttore Tchad Blake già nel 1997, quando ancora tutto doveva essere fatto manualmente e senza software in aiuto, per l'album "From the Caves of the Iron Mountain" del fantastico trio Tony Levin, Steve Gorn e Jerry Marotta. L'album venne effettivamente registrato all'interno di una miniera abbondata sulle Catskill Mountains, e Blake volle ricreare non solo l'atmosfera ma anche la sensazione acustica di trovarsi effettivamente all'interno di una caverna, il che da a questa musica un significato molto più primitivo e rituale.