Definito “Polychrome Software Synthesizer”, con il rilascio di Pigments la software house francese annuncia le celebrazioni per i suoi 20 anni di attività, previste nel 2019. Un potente sintetizzatore in sottrattiva semplice da gestire, grazie a un’interfaccia che consente di compiere delle programmazioni complesse con pochi gesti. Il synth per tutti?
Pigments si può considerare la summa delle esperienze maturate dal team di Grenoble nell’ambito dei synth software con la libreria di emulazioni V Collection, e nell’hardware a partire dall’Origin fino ai più recenti analogici della serie Brute. L'analisi di Pigments parte dai requisiti di sistema e l’installazione.
REQUISITI DI SISTEMA
Arturia indica tra i requisiti minimi una piattaforma Windows 7 o superiore a 64bit, oppure macOS 10.10 o successivi, una CPU da 2,5 GHz, 4 GB di RAM, 1 GB di spazio libero su un hard disk (o SSD) e una GPU con supporto a OpenGL 2.0. Pigments può operare in modalità stand-alone o plug-in nei formati Audio Unit, AAX, VST2.4 o VST3. L’installazione avviene tramite il software ASC di Arturia, che a partire dalla V Collection 6 consente di selezionare le varie directory sul proprio computer dove inserire l’applicativo e i plug-in nei vari formati.
PIGMENTS: L’ENGINE ANALOGICO
Aprendo un’istanza di Pigments, in alto a sinistra troviamo la sezione dedicata ai due engine disponibili, in cui potete selezionare in ciascuno i motori Virtual Analog o Wavetable. Le impostazioni di un engine possono essere copiate sul secondo. L’emulazione analogica è composta da tre oscillatori, con controlli nel primo per Coarse Tune, Sync, selezione della forma di onda (sinusoidale, triangolare, dente di sega e quadra) Width e Volume. Gli oscillatori 2/3 sono identici come struttura, e sono dotati di parametri per Key, Coarse e Fine Tune, Waveform, Width e Volume. Completano la sezione un generatore di rumore e i controlli di modulazione per gli oscillatori 1/2.
L’ENGINE WAVETABLE
Arturia ha sempre cercato di introdurre contenuti originali nelle proprie emulazioni, e la sintesi Wavetable di Pigments è un esempio in tal senso. Una Wavetable comprende 256 tabelle con fino a 2048 sample ciascuna, in cui qualsiasi sorgente di modulazione può essere assegnata per selezionare le forme di onda, LFO compresi. La transizione tra le forme di onda può avvenire anche tramite Morphing. Tramite il pratico browser dedicato, la dotazione di bordo comprende oltre 80 waveform preset organizzate in cinque categorie, ma è possibile anche importarne di nuove create dall’utente. Oltre a sezioni con controlli per l’intonazione o il modo Unison, una Wavetable è modulabile infine tramite FM, Phase Modulation, Phase Distortion e il WaveFolding che rimanda a quanto previsto sui sintetizzatori della serie Brute.
FILTRI E INVILUPPI
Pigments dispone di una coppia di filtri indipendenti, posti sulla destra in alto dello schermo, in cui potete selezionare i seguenti tipi: Surgeon, Comb, Phaser, Formant, un filtro multimodo oppure tre emulazioni Arturia estratte da soft-synth quali Mini V, SEM V e Matrix V. Nella parte bassa dello schermo potete selezionare le tab dedicate alla tastiera virtuale, quella contenente tre inviluppi ADSR e quella ospitante il terzetto di LFO con forme di onda Sine, triangolare, quadra e Sample&Hold variabili.
La Tab Functions contiene tre generatori con cui disegnare percorsi di modulazione fino a 64 punti. Fino a tre generatori Random sono ospitati in una Tab dedicata, mentre in quella denominata Combinate è possibile abbinare due sorgenti e all’occorrenza indirizzarle a un parametro di sintesi a piacere. Ai quattro controlli Macro posti sulla destra in basso dello schermo potete assegnare i parametri preferiti per un controllo contemporaneo.
EFFETTI, ARPEGGIATORE E SEQUENCER
Pigments propone nella Tab dedicata fino a due blocchi FX attivabili, mentre il terzo FX è posto su un bus Send/Return e un terzo regolabile su una mandata. La Tab SEQ ospita l’arpeggiatore/sequencer a 16 step, ciascuno con controlli per Pitch, Octave, Velocity, Trigger Probability, Gate Lenght e Slide. Il nuovo synth di Arturia offre molto altro in ciascuna sezione e per saperne di più vi rimando alla consultazione del manuale scaricabile sul sito internet di Arturia.
IMPRESSIONI DI USO
Al primo avvio suggerisco di attivare gli Edit Tips durante l’esplorazione degli oltre 600 preset a bordo, perché fornisce informazioni utili sulla serie di controlli impostati dal programmatore, per mutare il carattere in tempo reale al timbro selezionato. Il Preset Browser è identico a quanto previsto nei synth della V Collection: ben fatto. Arturia a poche ore dal rilascio del software è intervenuta con una release: rispetto alla Beta ricevuta per la prova, oltre all’icona di avvio rivista nella grafica, noto solo piccoli ritocchi alle celle nella sezione Engine.
L’anima del synth francese ha molte sfaccettature: l’architettura a doppio engine rimanda ad alcune realizzazioni hardware recenti come Yamaha Montage o il modulo Gemini dell’italiana GSi. La sintesi wavetable o le modulazioni matematiche riprendono storici synth tedeschi come i PPG/Waldorf, e la completa sezione filtri con le tre emulazioni software dei synth V a dare manforte. In sostanza, come suona?
Per comprenderne l’essenza, suggerisco di partire da zero, selezionando nel pratico banco Template il preset con tre VCO analogici nel primo engine. Benché si tratti pur sempre di una simulazione virtuale, Pigments restituisce un suono di forte impatto, in grado di scuotere le vene mie e dei vicini di casa. Se passate alla sintesi Wavetable la prima impressione scorrendo quelle disponibili è la volontà di andare a emulare il suono tedesco citato in precedenza, ma il database contiene forme di onda “FM Style” e quelle desunte da altri sintetizzatori storici che ne espandono il range di impiego, se lo scopo è ottenere sonorità digitali vintage. I generi musicali dove impiegare il synth francese con profitto sono sicuramente l'EDM e la sonorizzazione di colonne sonore.
Il bello di Pigments è la flessibilità: ogni preset spinge a esplorare, aprendo le varie Tab per assegnare sorgenti di modulazione, LFO ed effetti, peraltro di buona qualità. Di fronte a questo synth c’è il rischio di passarci un intero weekend dimenticandosi di tutto, famiglia, sonno e cibo compresi! L’interfaccia di Pigments è ben studiata e presenta piccoli particolari tra i parametri che snelliscono il workflow: un esempio è l’icona Q nel Coarse Tuning, affiancata da quella raffigurante una piccola matita che – se cliccata – mostra la quantizzazione della modulazione nel Tune a colpi di mouse.
Se il generoso arsenale timbrico a bordo non vi basta, l’Import è la chiave per creare o attingere altre wavetable dal web. Dato il potenziale, sono sicuro che in Arturia stanno già preparando delle librerie dedicate a Pigments. Per concludere, un difetto riscontrato in sede di test? Così come accade nelle emulazioni da cui sono stati estratti, sui filtri dei synth serie V bisogna dosare con parsimonia il Drive.
CONCLUSIONI
La risposta al quesito iniziale è positiva, i pigmenti combinabili in questo sintetizzatore per cambiar colore al suono potrebbero gratificare un ampio target di utenti. In primis, il Sound Designer in cerca di nuovi orizzonti creativi, così come il tastierista che desidera un sintetizzatore in sottrattiva potente e versatile nel carattere. Il neofita o chi è a digiuno di programmazione potrebbe scoprire in Pigments una valida palestra con cui muovere i primi passi. Le offerte allestite da Arturia per l’occasione rendono praticamente obbligatoria una prova. Pigments costa € 149, ma potete provarlo per 30 giorni gratuitamente fino al 10 gennaio. Per possessori della V Collection 6 è previsto infine un forte sconto all'acquisto. Cosa state aspettando? Subito a scaricarlo! Buon divertimento.
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