Pigments è il multiforme e variopinto sintetizzatore di casa Arturia, un synth dalle mille e una possibilità che offre a ogni musicista e sound designer tantissime tecniche di sintesi, un comparto effetti ben articolato e divertimento con il suo sequencer e il suo arpeggiatore. La sua coloratissima e semplice interfaccia può rassicurare anche l’utente meno esperto.
Tra i molti punti di forza di Pigments possiamo annoverare anche il motivo per cui lo abbiamo definito “multiforme”, ossia una tripla anima. Ci riferiamo al fatto che Pigments ci permette di utilizzare tre motori di sintesi diversi.
Arturia Pigments: il triplo motore
Ma al di là dei paroloni, cosa significa? Immaginate di avere al vostro servizio un’auto che possa trasformarsi, con un clic, in una auto sportiva, lussuosa, oppure in un SUV. Pigments ha un engine (letteralmente “motore”) dedicato alla Wavetable Synthesis, un Analog Engine, e un Sample engine. Così come nel caso della nostra auto, anche Pigments può trasformarsi, pur rimanendo un sintetizzatore, infatti ci offre molti modi di creare suoni diversi. L’auto, nella nostra analogia, rimaneva pur sempre un’auto, sebbene la sua concezione e i suoi componenti cambiassero, rendendola più adatta a certe tipologie di utilizzo magari, e così i motori di sintesi possono essere più o meno adatti a determinate categorie di suoni o a determinati generi.
Questo non significa che non si possa assolutamente utilizzare un engine per un genere specifico; non ci sono limiti, né regole, solamente best practices. Per questo motivo invito il lettore a prendere le associazioni tra i generi e gli engine come suggerimenti, la sperimentazione è sempre incoraggiata.
Analog Engine
L’Analog engine è il più conservatore dei tre motori. Ospita tre oscillatori con le forme d’onda più classiche (Sine, Tri, Saw, Square), un modulo dedicato al Noise (White, Red e Blue), possibilità di FM e Hard Sync. Niente fronzoli, pura potenza sonora ed emulazione del calore delle macchine analogiche e del mondo dei sintetizzatori fisici. Perfetto per sonorità semplici ma caldissime, per bassi profondi, lead, pad densi e “cremosi” e molto altro. Senza scendere nei dettagli tecnici, e senza prendere posizione nell’annoso dibattito analogico vs. digitale, ci basterà ricordare che i sintetizzatori analogici, a differenza di quelli digitali, creano e plasmano il suono utilizzando elettricità, tensioni, con variazioni nei livelli non vincolate dalla quantizzazione digitale.
Solitamente il loro parco di oscillatori e forme d’onda è limitato, così come le possibilità di modulazione, ma la qualità del suono è spesso sensibilmente più alta.
Synthwave, Techno, Tech-House, Funk sono solo alcuni dei generi in cui l’engine è particolarmente azzeccato. I primi due oscillatori possono essere modulati in FM, e possiamo scegliere se il carrier sarà il noise, il terzo oscillatore, o… un po’ di entrambi. Questa possibilità non è da sottovalutare perché garantisce maggiore flessibilità all’engine; potremo infatti aggiungere grit e aggressività al nostro suono solamente ruotando il knob Amount nella sezione Modulator per aggiungere nuove armoniche e modificare il timbro anche radicalmente.
Unisone Mode
Last, but not least, la sezione di Unisono, comune a tutti e tre i tipi di engine. Di cosa si tratta? Immaginate di moltiplicare il vostro engine "n" volte e di stonare leggermente ognuna delle copie, questo vi garantirà un suono più denso e ampio (un effetto che, sebbene funzioni diversamente, si avvicina, è il Chorus). Provate voi stessi a ricreare la classica “Supersaw” caricando una semplice Saw, aumentando il numero di voci di Unisono e il parametro Detune (la stonatura tra le voci). Pigments mette a disposizione tre modalità di Unisono:
- Classic
- Super
- Chord
In quest’ultima, il knob Detune diventerà Chord, che ci permetterà di selezionare il tipo di accordo (ad esempio Maj7, m7, m9, 6/9, ecc.). Teniamo a mente che in modalità Chord avere più voci significherà avere accordi più ricchi. Qui infatti le nuove voci non saranno semplicemente detunate, ma destinate a una voce dell’accordo.
Modo Wavetable
Il Wavetable engine ospita diverse tecniche di sintesi, maggiore flessibilità e un sound moderno e più aggressivo. La tecnica wavetable è la stessa che incontriamo nei popolarissimi Serum e Massive. Cosa significa, però, wavetable? Immaginate di avere un oscillatore che può cambiare la sua forma d’onda in maniera fluida e continua, muovendo un solo knob. Un’analogia che forse potrà chiarire il processo è quella con il video: questo è composto di frame, fotografie, una dietro l’altra. Se “fotografiamo” diversi cicli di forma d’onda e li muoviamo nel tempo, anche il nostro suono sarà animato e in movimento: possiamo associare una forma d’onda ferma e statica a una fotografia, e il movimento di una wavetable a un video.
Il parametro che dobbiamo muovere per passare da un estremo all’altro della wavetable è wavetable position, e lo incontriamo qui, in Massive, Serum, Massive X, e molti altri sintetizzatori, trattandosi di un parametro cruciale per questa tecnica di sintesi. La wavetable altro non è che una collezione di frame, o singoli cicli di forma d’onda. La sua bellezza sta soprattutto nel fatto che, essendo i cicli campionati, sarà semplice liberarci delle classiche waveform e incontrarne di più particolari e bizzarre.
Carica i tuoi sample
Negli ultimi anni sempre più spesso troviamo la possibilità di importare i nostri file audio e di creare le nostre wavetable. Pigments non fa eccezione, ci basterà fare draggare un file audio nel display della wavetable e il gioco è fatto. Ma cosa sta succedendo in Pigments? In buona sostanza è come se dividesse il campione in tante porzioni, fotografandone la forma d’onda. Provate a caricare anche drum samples all’interno, danno spesso soddisfazione.
Oltre a una nutrita lista di wavetable pronte e alla possibilità di crearne di nostre, Pigments ci permette di modificare il suono del nostro oscillatore con diverse tecniche di modulazione o distorsione: Frequency Modulation, Phase Modulation, Phase Distortion e Wavefolding. Non basterebbero tre articoli per descrivere nel dettaglio le tecniche appena nominate, ma invito a sperimentare in questo modo: impostate la visualizzazione del display in 2d (indicato nel riquadro rosso in figura) e aumentando l’Amount di ognuno dei moduli osservate come la forma d’onda cambia e come il suono si arricchisce di nuove armoniche. Una meraviglia per suoni ancora più aggressivi.
New sample engine
Il nuovo Sample engine ci permetterà invece di importare i nostri campioni, in sei slot (dodici se utilizziamo due sample engine in una patch). Ancora una volta, per caricare i nostri campioni basterà un semplicissimo drag and drop. Cosa possiamo fare con i campioni? Possiamo importare interi loop oppure singoli one shot, magari di strumenti acustici, per arricchire e rendere la nostra patch più organica, mixandone il suono con quello di un altro engine. La meraviglia che apre tantissime possibilità è la sintesi granulare, che possiamo attivare con un semplice clic, trasformando così il nostro campione in un flusso continuo di piccole particelle. Una tecnica particolarmente adatta a pad, soundscapes ed effetti.
Arturia, a parere di chi scrive, si è spinta molto in avanti con il Sample engine, dando la possibilità di selezionare con precisione, in Edit Mode, il punto di inizio e di fine del campione, la direzione della lettura del file e i punti di inizio e fine del loop. L’editing del loop, in Pigments, arriva a un livello di precisione notevole, specie se lo si pensa come parte di un sintetizzatore.
Nella sezione Map, Pigments offre opzioni avanzate per la gestione di tutti e sei gli slot che ospitano i campioni. Per farla breve, i campioni potranno essere organizzati sulla tastiera secondo varie logiche; ad esempio potranno essere distribuiti in base all’altezza, o in base alla velocity, oppure, perché no, anche randomicamente. Entrare nel dettaglio di ognuna delle sei modalità di mappatura esula dallo scopo di questo articolo, ma invito ad un esperimento divertente; provate a caricare sei sample, uno per Slot, meglio se tutti intonati in maniera identica e provate a selezionare la modalità Random. In questo modo ogni voce del sintetizzatore farà suonare un campione diverso.
Queste erano le tre anime del sintetizzatore: Analog, Wavetable e Sample engine. Abbiamo appena scalfito la superficie di Pigments, nelle prossime puntate approfondiremo altre sezioni di questo potentissimo synth. Alla prossima!
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