Bentornati per un altro episodio della serie dedicata a Pigments di Arturia!
Nella puntata precedente avevamo esplorato i tre diversi engine del synth, soffermandoci sulle peculiarità e sulle sonorità di ognuno. Questa volta, invece, affronteremo la sezione dei filtri, dedicando attenzione alle diverse tipologie offerte da Pigments e dando qualche spunto su come impiegarli per creare vari tipi di suono.
I filtri
Sono forse l’elemento più comune e più noto nel mondo del sound design, e non solo. Chi non ha mai usato un equalizzatore? Anche il nostro amato EQ è composto da diversi filtri di varia natura. Nel mondo dei sintetizzatori l’impiego dei filtri è la caratteristica che rende possibile la sintesi sottrattiva, ma, ovviamente, il loro utilizzo non si limita a questa tecnica. Nei casi più semplici di sottrattiva avremo a disposizione almeno tre elementi:
- VCO
- VCF
- VCA
Genereremo il suono attraverso degli oscillatori (Voltage Controlled Oscillators), limeremo lo spettro attenuando alcune frequenze con (sorpresa) un filtro (Voltage Controlled Filter), e, infine, controlleremo l’amplificazione con il Voltage Controlled Amplifier. In sottrattiva solitamente si parte da sorgenti molto ricche di armoniche che verranno filtrate. Il suono viene scolpito, cioè, sottraendo. Chiaramente oggi non abbiamo a che fare con la sola sintesi sottrattiva, e Pigments è un esempio di quante tecniche possano anche coesistere nello stesso ambiente, ma i filtri rimangono una costante.
Intervento
Ma quali frequenze tagliamo? E come? Tutto questo dipende dal comportamento di filtraggio. I più comuni (semplifichiamo in questa sede) sono il Low Pass (taglia le frequenze alte, lasciando passare le basse), l’High Pass (opposto del Low Pass), Band Pass (passerà solamente una specifica banda di frequenze, solitamente composto da un LP e un HP in serie), e Notch o Band Reject, filtro che elimina una banda specifica di frequenze (High Pass e Low Pass in parallelo). Volendo includere anche i protagonisti degli EQ, potremmo menzionare i Peak e gli Shelf. Nel regime analogico, chiaramente, diversi costruttori si sono messi alla prova nella costruzione di diversi modelli di filtro. Attenzione, modello, non tipo (o modo o comportamento), il che significa, naturalmente, che possiamo trovarci davanti a due filtri Low Pass che suonano in maniera diversa (alcuni saranno più morbidi, altri più risonanti, altri ancora avranno la possibilità di “scaldare” il suono con un controllo sul Drive, ecc.). Una banalissima analogia potrebbe portarci, di nuovo, al mondo delle auto: pensiamo a due motori della stessa cilindrata e alimentati allo stesso modo che performano in maniera differente per delle caratteristiche costruttive.
Pigments
In Pigments abbiamo a disposizione due filtri molto potenti perché possiamo scegliere tra tantissimi modelli, e, spesso, ogni modello (in Pigments “Type”) ha a disposizione molti tipi di filtro (in Pigments “Mode”). La sezione di filtraggio è nella parte destra dell’interfaccia. Possiamo attivarli o disattivarli, navigare nel menu dei modelli e agire sui vari parametri, che, chiaramente, saranno differenti di caso in caso.
Arturia Pigments 2: Filter Type
Potremo sbizzarrirci tra:
- Multmode
- LowPass Gate
- Surgeon
- SEM
- Matrix 12
- Mini
- Comb
- Phaser
- Formant
Il Multimodo è il primo e il più versatile, offre infatti LP, HP, BP, e Notch in diverse varianti, che vanno da 6 a 36. Questi numeri indicano la pendenza dal filtro, la ripidità della sua (o delle sue) curve, in poche parole, l’incisività dell’intervento.
I parametri sono i classici: Cutoff, ossia la frequenza di taglio, Risonanza (un boost in corrispondenza della frequenza di taglio), Volume, Pan e Keyboard Tracking per la Cutoff (KBD).
Per avere un’idea di come lavori un filtro, pensiamo ad un semplice LP. La Cutoff indica la frequenza alla quale il filtro comincia a lavorare. Nel caso di un LP6 significa 6dB per ottava (dB/Oct). Se l’LP ha la Cutoff impostata a 1kHz vorrà dire che l’ottava superiore (2kHz in questo caso) sarà attenuata di 6dB (quella superiore, 4kHz, di 12dB, e via dicendo). Un LP24 con la stessa Cutoff Frequency avrà un taglio molto più netto, infatti attenuerà di ben 24dB il materiale a 2kHz. Spesso al posto dei dB/Oct troviamo l’indicazione del numero di poli, ad esempio: LP2, LP4. Ad un polo corrispondono 6dB/Oct, quindi un LP2 avrà una pendenza di 12dB/Oct, un LP4 di 24, e così via. Surgeon offre gli stessi tipi di filro, ma con una pendenza impressionante di 64dB/Oct. Matrix 12 e SEM sono emulazioni di grandi classici, il primo con selettore per il comportamento, il secondo, invece, con un Knob che ci permette di passare in maniera fluida e senza soluzione di continuità tra vari tipi di filtro.
Mini è l’intramontabile Ladder a 24db/Oct con il suo immancabile parametro Drive per aggiungere calore al suono, particolarmente consigliato con l’Analog engine e con tutte le sonorità che vogliono avvicinarsi al mondo analogico. Il LowPass Gate è un modello particolarmente apprezzato dai cultori della sintesi West Coast, e consiste in un LP non troppo aggressivo (6dB/Oct) la cui frequenza di taglio scende così in basso da filtrare qualsiasi segnale udibile. Spesso questo si ottiene combinando un LP e un VCA in modo che a segnali meno intensi corrisponda non solo un volume più basso, ma anche un suono meno ricco di armoniche e più chiuso. Questo filtro imita il comportamento naturale dei suoni, e può risultare utile per percussioni.
Phaser, Comb e Formant
Ci siamo lasciati alle spalle questa triade particolare. Le formanti sono, con grande approssimazione, risonanze e “buchi” nello spettro dovute a particolari conformazioni di uno strumento. L’esempio più classico sono le nostre vocali! Infatti, con i filtri Formant sarà semplicissimo creare suoni parlanti, per così dire. Il Phaser ricalca il classico effetto, solo che in questo caso manca un LFO che muova i Notch. Particolarmente utile per sonorità più creative e adattissimo all’aggressività del Wavetable engine. Il filtro Comb (a pettine, letteralmente) ha l’aspetto di una serie di picchi e avvallamenti nello spettro, dovuti a interferenze di fase. Il segnale viene duplicato e una copia ritardata. Questo ritardo crea delle interferenze (distruttive e, nel caso di risonanze, costruttive) a cui dobbiamo la sua forma peculiare. Anche in questo caso l’utilizzo è per lo più creativo. Consiglio di usarlo per rendere tonali rumori o per aggiungere un carattere metallico al suono. Le risonanze nel Comb hanno un rapporto armonico e se esageriamo con il Feedback (in Pigments Gain) sentiremo il suo carattere. Provare su del semplice White Noise per credere. Non dimentichiamoci di portare al massimo il KBD. La frequenza del Comb si sposterà (e con essa anche tutte le risonanze) in basse alla nota che premiamo, salendo se la nota sarà più alta, e viceversa.
In questo esempio audio ho utilizzato del semplice Noise facendolo passare prima attraverso un Comb, poi in un LP e, infine, in un Riverbero.
Esattamente, ho fatto passare il segnale prima in un filtro, e poi in un altro, secondo una configurazione che si chiama seriale. Accade lo stesso quando disponiamo in fila vari plug-in in Insert, ossia il segnale entra nel primo processore, esce, ed entra nel secondo.
Nel caso del Comb, ho utilizzato un LP per controllare le alte frequenze, ma gli utilizzi possono essere moltissimi. Oltre a disporre i filtri in serie, potremmo disporli in parallelo: in questo caso il segnale passerà contemporaneamente in entrambi, e il risultato finale sarà un mix del segnale processato dal primo e dal secondo filtro in maniera indipendente. Il knob filter routing, a destra, ci permette di passare da una configurazione seriale a parallela, con tutti i suoi stadi intermedi. Buon filtraggio a tutti e…alla prossima!
Clicca QUI se vuoi leggere la prima puntata del focus di Arturia Pigments.
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