Il centro Ricerca & Sviluppo di Korg Italy inaugura una piattaforma nuova di zecca con Pa5X.
Il progetto è in divenire: l’arranger nasce con una dotazione impressionante di funzionalità, suoni e stili mentre altre caratteristiche – ancora più ricche e più evolute – saranno rilasciate nei mesi futuri.
Premessa
Al momento della stesura dell’articolo, si propagavano distese di informazioni su questo nuovo modello: Andrea Bernardelli, caro amico e Product Specialist di Korg Italy, mi ha dato una preziosa mano nell’orientarmi in questo volume di dati. Ringrazio Andrea per il tempo che mi ha dedicato, grazie al suo contributo sono riuscito a sintetizzare quanto state per leggere qui, cari lettori di SM Strumenti Musicali.
Korg Pa5X: rifondazione strutturale
Chi ha avuto modo di leggere nei giorni scorsi il mio commento a caldo – sul blog delle Tastiere Arranger - nel giorno dell’annuncio ufficiale di Korg Pa5X, è già al corrente del significato reale di questo nuovo modello. A dispetto del nome, non si tratta della quinta generazione dei Professional Arranger nati dalla struttura primordiale di Korg Pa80. Oggi siamo di fronte ad un’architettura di sistema tutta nuova: Korg Italy ha investito risorse, energie, esperienze e tanto lavoro per riscrivere da capo il sistema operativo e sfruttare al massimo quanto di meglio il mondo della tecnologia offre nel 2022. Mi immagino Korg Pa5X come un giovane e rampante modello di arranger con uno smisurato margine di crescita nel futuro: avendo rimosso tutte le restrizioni di una piattaforma pensata oltre 22 anni fa, ora si aprono davanti a Pa5X enormi praterie.
Questo è solo inizio e i prossimi aggiornamenti software potranno espandere ulteriormente le capacità dell’ammiraglia arranger. A chi ha già notato alcune assenze rispetto il modello precedente (come Quick Record di uno stile o Kaoss FX), osserviamo come queste non appaiono come tagli definitivi operati per scelte tecniche o commerciali, ma piuttosto come il frutto di una strategia volta ad uscire ora sul mercato con un prodotto innovativo, robusto e stabile, evitando di strafare per la fretta: ci sono le condizioni per vedere presto riapparire quelle caratteristiche ora assenti. Ho la sensazione che le scopriremo potenziate rispetto alle versioni precedenti, grazie alla nuova struttura e alla capacità di fuoco del nuovo strumento.
Korg Pa5X esce in tre versioni: 61 e 76 tasti semi pesati (gli stessi di Korg Pa4X) e 88 tasti pesati (TP100 Fatar). Tutti ovviamente sono sensibili all’Aftertouch. La scocca è in alluminio e gli eleganti fianchetti sono in legno. Il joystick è retroilluminato. Spicca un nuovo monitor a colori reclinabile da 8”.
Rinnovamenti a primo impatto
Il primo grande effetto dell’aver rifondato il progetto alla radice, è l’abolizione dei vecchi e rigidi modi (ricordate Style Play, Song Play, Sequencer e Sound?). Scompare il metodo operativo di lavorare in modalità differenziate, in effetti divenuto arcaico anno dopo anno. Ora c’è un ambiente operativo unico Home: ne guadagna la versatilità e l’immediatezza di utilizzo. Ci si può spostare fra le diverse aree con naturalezza e tutte le funzionalità sono a portata di mano. Vivono necessariamente distinti i momenti in cui si lavora in Play rispetto a quando si programma in Record/Edit, ma le altre risorse sono sempre a disposizione. Un discorso a parte vale per i momenti in cui si accede ai File oppure ai Settings. Del resto, Korg ha fatto del proprio meglio per dare la possibilità ai clienti storici di sentirsi a casa propria: non è necessario dover studiare tutto da capo per imparare, è semplicemente tutto più intuitivo.
Il secondo grande effetto del rinnovamento è nel motore. Storicamente, il sequencer suonava separatamente Song e Style, ciascuno nel suo rispettivo modo. Oggi quel sequencer è diventato una macchina totale capace di gestire contemporaneamente: style, MIDI file e audio MP3. Non ci sono più i tre pulsanti di Start: il distintivo doppio Player Korg è cresciuto, ora è in grado di suonare Song o stili di accompagnamento con il cursore X-FADER in mezzo. È possibile eseguire il mix fra due stili, mentre in passato si poteva fare solo con due Song. Di più, ora si può mixare da una Song ad uno Style e viceversa. Korg Pa5X concede la totale libertà di suonare quello che si vuole su ciascuno dei due Player indipendenti.
Di più!
La struttura base degli stili non è cambiata e il numero di elementi mantiene la logica di 3 Intro, 4 variazioni, 4 Fill, 1 Break e 3 Ending. Ma gli Style non sono più relazionati ad un Database di Pad: i Pad sono “dentro” il file dello lo stile. Un piccolo prezzo da pagare è l’interruzione di compatibilità con le risorse della serie i (ricordate la mitica Korg i3?), almeno per ora: chissà che un domani non si possa recuperare. È comunque tutto compatibile dalla Korg Pa80 in poi: style, suoni, Keyboard Set, etc.
Le cartelle .set sono state sostituite dalle cartelle .kst che sostanzialmente ripropongono quanto visto in passato; tuttavia, possiamo osservare con soddisfazione come i file degli stili possano ora stare dentro il File System da soli (evviva!), senza la necessità di essere incapsulati dentro un banco. Korg Pa5X è in grado di gestire a file singolo: Style, Pad, Keyboard Set e Chord Sequence. Gli altri file sono gestiti a banchi (Sound, MIDI preset).
Una menzione particolare va dedicata alle Chord Sequence: come noto, questi oggetti registrano una sequenza di accordi da riprodurre in automatico, nei momenti in cui si preferisce usare la mano sinistra per suonare un assolo sulla tastiera o per selezionare i controller DNC. Le sequenze di accordi sono contenute singolarmente nella libreria di sequenze di accordi. Gli stili e le voci del SongBook contengono già una sequenza di accordi e Korg Pa5X viene consegnata con una libreria di 200 sequenze armoniche, pronte all’uso in una vastità di repertori che vanno dal pop al jazz. E se proprio non bastano, i più creativi possono aggiungere le proprie sequenze User.
Controlli fisici e spazi di storage
L’interfaccia video è stata completamente ridisegnata, aumentando risoluzione, colori e fruibilità. Il nuovo processore offre tutta l’energia necessaria per una più scorrevole ed omogenea User Experience.
Sulla parte sinistra del pannello, c’è un’area di cursori e pulsanti completamente programmabili: nove slider, nove pulsanti e un piccolo display orizzontale in mezzo che visualizza la funzione assegnata a ciascuno. Di queste impostazioni, ce ne sono quattro preset (Main, Keyboard Pad, Style e Song, Drawbar) oltre ad una quinta User configurabile a piacere.
La maggior parte dei tasti hanno un led RGB che si accende quando il controllo è attivo. Il pulsante attivo dello stile cambia colore in base a quale Player è stato attivo. È tutto molto intuitivo: è sempre evidente la risorsa attiva che sta lavorando. Anche i 15 pulsanti degli Style Element cambiano colore: la grafica aiuta a trovare facilmente il controllo giusto. Per la cronaca, questi pulsanti possono controllare anche i marker di una song.
Sulla parte destra, c’è una matrice a 16 pad illuminati RGB: è possibile usare questa matrice programmabile di tasti (grandi e facili da colpire) per richiamare elementi musicali e funzioni come Pad, Chord Sequence, Track Play/Mute e così via.
La contemporanea presenza di una memoria interna di 1GB e di uno slot per una capace scheda MicroSD ha definitivamente reso inutile la vecchia idea di aggiungere HD interni.
Suoni ed effetti
Korg Pa5X sostiene 24 oscillatori per Sound. Nella sua totalità, Pa5X garantisce 160 oscillatori per 160 note di polifonia. Il generatore sonoro vive nella continuità della sostanza Korg: è cresciuto ma non rivoluzionato il motore sonoro, ora noto come EDS-X (X sta per eXpanded). Dal punto di vista dei sound DNC, le possibilità di personalizzazione sono cresciute grazie all’introduzione di un terzo comando fisico (erano due nelle serie precedenti). Alcuni suoni derivano da altri modelli Korg di primo piano come Nautilus, Kronos e SV-2; per il drum kit, anche Korg adotta la tecnica del Round Robin ma lo fa in modo autentico, utilizzando cioè campioni diversi per ogni richiamo.
La gestione di Edit Sound è completa; nascono rinnovate Style Record e Song Record, dove sono pronte all’uso le funzioni basilari. Alcune funzionalità accessorie sono oggi mancanti: si rivedranno migliorate nei prossimi rilasci.
Ogni Player ha tre effetti Master e dieci Insert disponibili per lo Style o per la Song e, grazie al doppio Player, tutto questo va moltiplicato per due. Master EQ e limiter possono essere salvati in ogni stile o song. Masterizzare è diventato un gioco per ragazzi.
A sorpresa, non c’è più il processore vocale storico di TC Helicon. Da quando l’azienda canadese è stata acquisita da Music Tribe, entrando nell’orbita del signor Behringer, è stata in qualche modo intaccata la partnership fra TC Helicon e Korg. E così, obtorto collo, l’azienda giapponese non ha più avuto modo di prolungare oltre una soddisfacente collaborazione ventennale. È nata così la cooperazione con una nuova azienda emergente (Shift Audio) che ha sviluppato un processore vocale dedicato a Korg. Le caratteristiche sono in sintonia con il processore vocale precedente.
Nel paradigma Korg non può mai mancare un campionatore: qui ci sono 4GB non compressi, equivalenti a 8GB lineari a disposizione di User PCM Sample.
Ingressi, uscite e pesi
Si conferma la bontà di quanto era presente per il collegamento del microfono: le prese XLR e jack bilanciato (TRS) da 1/4" sullo stesso ingresso. Accanto all’ingresso del microfono, è disponibile un ingresso Hi-Z dedicato alla chitarra o al basso. Anche questo con controllo del guadagno. È possibile assegnare uno qualsiasi dei nove slider al controllo del microfono e della chitarra. Il Guitar Processor offre un rack virtuale a quattro effetti con StompBox e scelta dell’ amplificatore da simulare. I due ingressi non sono in esclusione: chi vive la situazione di cantante e chitarrista può gestire entrambi con una sola macchina.
Ottimo il connettore della cuffia nella parte anteriore (dovrebbero essere così tutte le tastiere musicali) mentre per le connessioni sul retro si nota un ingresso in più per i pedali, due accessi USB Host e uno USB Device (entrambi 3.0), lo sportellino per la scheda micro-SD, l’attesa uscita HDMI, due ingressi di linea standard e un mini-jack stereo, infine – oltre agli Audio Out L/R, troviamo altri quattro Out assegnabili.
I pesi non scherzano e sono in aumento rispetto i modelli precedenti. La versione a 61 tasti si segnala per 13,9kg; il modello a 76 tasti perviene a 16,3kg. Una classe a parte distingue l’edizione ad 88 tasti pesati che raggiunge i 20kg.
I tre modelli di Pa5X saranno disponibile nei negozi a breve. Il prezzo consigliato (IVA inclusa) è di 4299 euro (61), 4599 euro (76) e 4999 euro (88). Sì, sono cifre importanti ma dovrebbero subire un assestamento dopo i primi mesi di vendita.
Conclusioni, per ora
Ho cercato di non essere nozionistico nella carrellata di informazioni e di dare il giusto peso agli aspetti più interessanti. Ma se cercate l’elenco completo di tutte le caratteristiche tecniche, vi consiglio un giro sul sito internet di Algam EKO, il distributore Korg per il nostro territorio. Ovviamente questo mio racconto odierno non è esaustivo. Ci sarà ancora tempo e spazio per ritornare sull’argomento: vi sarà ormai chiaro che l’annuncio di Korg Pa5X non è un punto di arrivo che chiude una storia. È piuttosto un seme per il futuro, tutto da raccontare.
INFO
ALGAM EKO