Appena qualche tempo fa prendevo spunto dalla pletora di sintetizzatori economici presenti sul mercato per invitare a riflettere su come, alle prese con una simile opportunità storica, l’utente medio possa forse – come dire? – fare di più.
Oggi è il turno di chiedermi se anche i produttori e i distributori del settore non debbano mettersi una mano sulla coscienza e ripartire dai fondamentali.
Istruzioni per l’uso
Dai manuali, ad esempio. Perché sì: per il produttore/distributore il manuale è oneroso – in termini di tempo, di soldi, persino di spazio – ma nell’ottica dell’utente rappresenta, o dovrebbe rappresentare, lo strumento privilegiato per affrontare senza affanno la curva di apprendimento di qualsivoglia vattelappesca. Privare l’utente – l’utente pagante: è bene ribadirlo – di una copia cartacea dei manuali, subito disponibile nel momento in cui l’acquisto di turno viene religiosamente estratto dalla propria scatola, significa creare le condizioni per un’esperienza pericolosamente monca, il che – pure legale – non è solo intellettualmente opinabile, ma è anche potenzialmente autolesionista sul piano commerciale.
Manuali: quando c’era la carta…
L’amico Riccardo Gerbi, con cui parlavo giusto l’altro giorno, mi ricordava quando, negli anni Novanta, nell’imballo di un mixer digitale Yamaha trovavi una sorta di enciclopedia del prodotto: cinque o sei tomi in diverse lingue – tra cui l’Italiano – dove ogni funzione dello strumento era descritta nel dettaglio, con esempi di applicazioni d’uso. Un episodio isolato di fantascienza? Macché: la politica di Yamaha era questa ancora nei primi Duemila, ad esempio per un’ammiraglia come Motif.
Tempi moderni
E oggi? Lo chef può proporvi un sintetizzatore con un motore di sintesi inedito – quindi tutto da scoprire – nella cui confezione troverete nient’altro che uno scarno Quick Start in Italiano; se vorrete saperne di più - e vorrete senz’altro, voglio sperare - dovrete necessariamente visitare il sito internet del produttore e scaricare il manuale di riferimento, esclusivamente in inglese. Ancora: in funzione di un test recentemente ho ricevuto un controller MIDI estremamente solido, curato fino all’eleganza, persino sofisticato nelle funzioni: peccato che – tolto dall’imballo - si sia rivelato portare in dote un alimentatore, un cavo usb, una guida informativa di otto – diconsi OTTO – pagine in formato ridotto. E BASTA. Si, è vero: il produttore ha reso disponibile online una User Guide più corposa – meno corposa sarebbe del resto stato difficile: parliamo di 38 pagine in formato A4, una volta di più solo e soltanto in inglese - ma il punto non è questo. Il punto è: vogliamo davvero sostenere come stia all’utente, appena alleggeritosi di poco meno di 600 euro, reperire e stampare e interpretare un documento ESSENZIALE per l’apprendimento consapevole e l’impiego efficace di quanto acquistato? Perché sia chiaro: procedere alla cieca non porta da nessuna parte, e anzi mortifica e disperde quella scintilla da cui muove l’esperienza dell’utente. Sto parlando di un minimo sindacale di pazienza, meglio: di opportuna applicazione, che ovviamente non potrà aversi per via divinatoria ma – chi l’avrebbe mai detto? - attraverso lo studio del manuale. Purché appunto il manuale ci sia, e sia concepito non per ottemperare i minimi obblighi di legge, ma per guidare con puntualità l’utente in quel percorso di comprensione e impiego che è a ben vedere imprescindibile, se non per ottenere risultati rimarchevoli, quanto meno per non equivocare il prodotto che si è comprato.
Conclusioni
Dall’equivoco alla frustrazione alla compravendita compulsiva - con la musica ormai ai margini: un dettaglio ininfluente - è un attimo. Produttori, distributori: non giriamoci intorno. Il frangente di mercato è quello che è, e certo fare leva sulle bollicine dei propri prodotti fa contenti tutti: ma la sostanza sarà ora di tornare a valorizzarla?