Il nuovo arranger workstation Genos, fresco di annuncio e visto da vicino, splende di luce propria. Ecco per voi il resoconto diretto.
Martedì 5 dicembre scorso, presso la sede italiana di Yamaha Music a Gerno di Lesmo, nelle vicinanze di Monza, si è svolto un evento di presentazione di Genos2. Gli onori di casa sono stati svolti con eccellenza da Danilo Donzella, manager sales EKB di Yamaha Music Europe per il mercato italiano. Il nuovo modello, al top della gamma degli arranger workstation, è stato invece dimostrato da Giuseppe Iampieri, musicista esperto che, sin dal lontano 2002, cura le presentazioni di pianoforti digitali e tastiere arranger Yamaha in diversi paesi, non solo Italia ma anche Croazia, Austria, Serbia, Slovenia e altre nazioni dell’Europa orientale. Tanto di cappello davanti a Giuseppe, valente pianista e tastierista: la sua performance ha confermato la notevole fama raggiunta dall’attuale generazione di tastiere arranger.
In circostanze come queste, ci si orienta normalmente a dare risalto alle differenze fra il modello precedente e quello attuale. Nonostante il numero elevato di miglioramenti (davvero tanti e di spessore), va da sé che lo scarto importante che avevamo rilevato nel passaggio da Tyros 5 al primo modello di Genos qui non si è verificato (ma qualcuno l’aveva mai pensato possibile?). Ci sono numerosi aspetti percepibili che fanno la differenza e rendono Genos2 uno strumento superiore, senza però far impallidire il precedente modello che resta un superbo esempio di alta tecnologia attuale applicata alla musica.
Yamaha Genos2 a prima vista
Osservare Genos2 da vicino non può che farci costatare come lo chassis non sia cambiato: le dimensioni sono le stesse e il flight case che andava bene sulla prima Genos vale anche per Genos2. Esteticamente, ci sembra di essere davanti al prodotto precedente, se non fosse per lo schermo che, pur restando fisso, ha un’inclinazione di 5” superiore. I cursori sul pannello sono più duri al tatto e il controllo è facilitato dalla presenza di una scala graduata retroilluminata. Il controllo della luminosità è personalizzabile in modo distinto fra schermo principale, secondario e led dei pulsanti.
Il joystick è sotto il dominio del Live Control ed è assegnabile fino a tre funzioni diverse. I cursori agiscono sui valori in modo sicuro ed entrano in funzione al raggiungimento del valore attivo: in altre parole, il valore viene mantenuto finché la posizione del cursore non raggiunge il dato salvato evitando così sbalzi dissonanti. Fanno eccezione i cursori assegnati come drawbar alle voci Organ Flutes, laddove ci è sembrato di capire che il valore cambia in modo più diretto. È apprezzabile la presenza dell’ingresso HDMI che fa uscire definitivamente l’interfaccia video di Genos dal ventesimo secolo. Si possono visualizzare separatamente i testi oppure duplicare il display dello strumento (mirroring) su un monitor esterno. Ottimo, ma inaspettatamente la risoluzione è soltanto 720p.
Suonare il pianoforte
I tasti sono di classe FSX come nel modello primario di Genos: la sensibilità è leggermente più dura, ma questo livello di percezione mi sa che potrà essere soggettivo per i più. Il controllo dell'Aftertouch è individuale nei suoni in layer e può agire diversamente (ad esempio mettendo in sovrapposizione un pianoforte con un Bandoneon, il controllo dell’Aftertouch lavora in modo diverso, rispettando la specificità di ciascuna voce). L’azione è poi consecutiva al tocco e quindi migliorata rispetto al precedente che richiedeva di risalire nella pressione del tasto. Qui basta semplicemente premere di più.
Dal punto di vista dei suoni, spicca l’introduzione del leggendario generatore sonoro FM con tutto il suo carico di suoni mitici resi celebri ai tempi di DX7: questa presenza cambia la musica in molti stili precedenti che ora suonano in effetti in modo molto più persuasivo. Le 384 voci di polifonia sono condivise fra AWM, Expansion e FM (128 a testa).
Sono rimasto favorevolmente impressionato dal nuovo suono di pianoforte acustico: trattasi sempre del campionamento di un CFX, avvenuto però stavolta tasto per tasto su ciascuna delle 88 note; la lunghezza dei campioni raggiunge i 16 secondi (superiore quindi alla precedente Genos) e trattato come il nuovo riverbero. Non c'è paragone con Genos, sebbene quel campione fosse già eccellente, lo stesso del Montage. Nella dimostrazione si è speso molto tempo a dare valore al suono di Character Grand, suono risultante dal campionamento di un “pianoforte tedesco molto in uso negli anni 80”: non ha la perfezione del CFX, ma piuttosto una leggera imperfezione che gli dà un carattere molto caldo e si impasta molto bene con gli stili di accompagnamento.
Apprezzabile anche il Cinematic Grand, pianoforte utile per la musica da film e new age. Le voci U1 Upright e CFX Schimmer Pop si prestano a suonare successi pop di celebrità universali. I pianoforti FM vibrano in modo divino (ovviamente come l'originale DX7) e, se messi in layer con CFX, si ottengono risultati magnifici. Ed è su tutta la varietà delle voci FM che il suono del DX7 esce con personalità. Le memorie OTS di tutti gli stili sono state riprogrammate a fondo e spesso sfruttando i suoni FM; e così numerose tracce di accompagnamento. Fra gli 800 stili, 215 sono di nuova fattura mentre tutti gli altri arrivano da Genos o altri strumenti Yamaha e - grazie ai nuovi suoni ed effetti - sono qui rigenerati.
Gli altri suoni
I nuovi campionamenti orchestrali (fra cui potenti ottoni) provengono dalla Filarmonica di Sofia. Il controllo espressivo e dinamico è possibile già solo dalla tastiera, senza fare ricorso al pedale: la pienezza del panorama orchestrale raggiunge ogni angolo del panorama stereo e gli archi cinematici rispondono bene anche suonando brani briosi ed articolati. Certi arrangiamenti colpiscono: sono evidentemente ispirati al repertorio jazz di Dave Grusin.
Giuseppe Iampieri ha dimostrato la propria bravura per tutta la durata dell’evento. Ricordo di aver gradito il momento in cui ha fatto ricorso al ribattuto con una chitarra classica spagnola (Rodriguez). Genos2 è dotata di numerosi nuovi suoni etnici; stimolante è stato ascoltare il fischio umano (di difficile campionamento perché è difficile trovare chi riesce a fischiare restando intonato): mi sa che si possono suonare le colonne sonore di Ennio Morricone in modo autentico.
Effetti
Durante la presentazione, abbiamo avuto la possibilità di ammirare l’introduzione di Reverb REVelation, effetto di classe professionale, e di percepirne l’alta definizione: è stato ripreso dal plugin di Steinberg Cubase ed il suo intervento trasforma gli stili in ampiezza. La differenza si sente, eccome. Un nuovo Insertion Effect Bypass è presente nel Drum Setup e consente di togliere in modo granulare l'effetto a livello di singolo strumento della batteria.
Largo spazio della giornata è stato assegnato alle Ambient Drums applicabili a tutti i kit percussivi acustici: questo mondo di effetti fornisce suoni di batteria realistici difficili da ottenere con i normali effetti DSP. Ora si può optare fra “un suono diretto con microfono vicino, un suono ambientale riflesso o una via di mezzo”, grazie ad un controller che può spostare il dominio tutto Dry o tutto Ambience. Da usare al posto del riverbero. Funziona su tutti i pattern degli stili e consente di ottenere situazioni cucite su misura per ogni occasione.
Si osserva poi il nuovo Master EQ con cui si possono selezionare Shelving o Peaking in High End e Low End per modificare il suono in modo più flessibile, con efficacia soprattutto nella zona delle basse frequenze.
Nuove impostazioni per gli stili di accompagnamento
Nel mondo delle impostazioni degli stili, potrà essere interessante il parametro che determina il tempo di modifica della sezione: Immediato (passa alla sezione successiva al beat successivo) oppure Battuta successiva (passa alla sezione successiva nella battuta successiva). Ma ancora più importante è stato scoprire che il Time Signature può cambiare per ogni variazione dello stesso stile. Il Chord Looper ha pulsanti dedicati a pannello ed è notevole verificare come le progressioni siano immediatamente pronte per essere usate in tutte e 12 le tonalità.
Grazie a Style Dynamics Control, abbiamo visto come controllare l’energia e gli accenti delle varie parti di uno stile che può essere riprodotto in base all'intensità di esecuzione e all’utilizzo delle manopole dedicate. È possibile passare da un pianissimo fino ad un fortissimo, permettendo una completa gestione delle intensità sonore e della loro gradazione durante l’esecuzione. Per chi vi scrive, è materia di studio capire bene la differenza di questa funzionalità con quelle similari introdotte recentemente su PSR-SX600 e DGX-670.
Varie
Tra le novità evidenziate c’è il Bluetooth Audio, utile per ricevere il suono della riproduzione di uno smartphone e ascoltarlo tramite gli altoparlanti o le cuffie collegate e, ovviamente, suonarci/cantarci sopra. Onestamente questo annuncio non fa gridare il miracolo, visto che è presente da anni anche in tastiere molto più economiche della concorrenza.
Anche sulla serie Genos è ora disponibile la compatibilità diretta con l’app Rec'N'Share: si collega uno smartphone tramite cavo USB alla Genos2 per registrare video e audio in alta qualità. E il video è già pronto per la condivisione nei social network.
Il setup MIDI può essere salvato nella memoria di registrazione (utile per i fisarmonicisti MIDI). Il disco interno ora supporta 15GB ma le penne USB gestite possono arrivare fino a 256GB.
Conclusioni
Nel corso della giornata, Giuseppe e Danilo si sono soffermati su centinaia di caratteristiche dello strumento permettendo di cogliere i numerosi progressi applicati sullo strumento. Lo strumento suona davvero alla grande e permette esibizioni di tale confezione da non temere alcuna concorrenza. Che sia in studio, che sia dal vivo, Genos2 dimostra di essere il fuoriclasse del momento. Per ragioni di spazio oggi ci fermiamo qui in questo nostro resoconto, consapevoli di aver sorvolato su molti aspetti importanti. Ma abbiamo il desiderio di ritornare sull’argomento con la dovuta profondità presto, magari dopo aver potuto provare lo strumento di persona con la necessaria calma ed a seguito di uno studio più approfondito.
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