I nuovi standard audio e la contemporanea crescita sia nella diffusione che nelle prestazioni di device mobile, ha dato il via ad un mercato nuovo che negli ultimi 10 anni ha fatto passi da gigante. Stiamo parlando di tutto quel settore dedicato alla registrazione (e non solo) che fa uso di strumenti come smartphone, tablet e altri dispositivi mobili.
Certo non sarebbe stato possibile con le prestazioni che questi device offrivano 10 anni fa, ma con il crescere della tecnologia anche tutto il settore dell’audio ha iniziato a produrre interfacce (e software) dedicate proprio a questo settore. Cerchiamo di capire cosa ci occorre per allestire una postazione mobile, e fino a quali prestazioni attese possiamo aspirare, senza dimenticare il motivo di tutto ciò... perché una postazione mobile?
Da musicista posso dirvi che sempre più spesso amici e colleghi ne sentono il bisogno: ricordo quando qualche anno fa mi trovavo in orchestra in una nota trasmissione televisiva. Il direttore veniva da lontano e chiese se era possibile allestire una postazione mobile nella camera del suo Hotel, cosi da poter ripassare le parti e verificare le trascrizioni. Ecco allora un primo caso, e per nulla “amatoriale”. Non cadiamo nel sillogismo mobile=gioco o “non professionale”; ho voluto fare questo esempio proprio per sfatare il mito che una postazione mobile sia qualcosa di assimilabile più meno al concetto di “divertimento da ragazzini”. Ci sarà anche questa circostanza (e non è trascurabile come mercato si intende) ma è il “non solo” che cattura la nostra attenzione.
Altra situazione che mi è capitata spesso è vedere (e utilizzare anche personalmente) una postazione mobile nei backstage dei live; il ripasso dell’ultimo momento ma anche le fasi riscaldamento prima di salire sul palco. Altro contesto ancora quello didattico magari in ambito domestico per potersi esercitare in comodità e in cuffia senza disturbare ma potendo avere a disposizione suoni e funzioni, o ancora poter registrare degli spunti compositivi trovandosi lontani dal proprio studio di registrazione. Come potete vedere i contesti in cui possa rivelarsi utile una postazione mobile per suonare e/o registrare sono davvero molteplici, e soprattutto in momenti storici in cui la mobilità è una caratteristica fondamentale del nostro vivere quotidiano. Dover relegare le fasi di studio e composizione solamente ai momenti in cui ci troviamo nel nostro home recording o peggio nello studio di produzione, ridurrebbe drasticamente le opportunità a disposizione.
Scheda audio
Per poterci collegare al nostro device mobile avremo bisogno di una interfaccia dedicata che ne consenta il collegamento. Le schede audio che abbiamo analizzato finora in questa rubrica, sia semi-professionali che “pro”, non prevedono porte che consentano collegamenti a device come Smartphone o Tablet. Dovremo individuare prodotti dedicati proprio al settore mobile e sceglierne innanzitutto il formato. Tendenzialmente sono due i formati proposti , uno “pocket” con dimensioni ridottissime paragonabili ad una scatola di sigarette o poco più, e un altro formato più vicino al minirack che preveda magari non solo il montaggio su rackmounth ma anche l’utilizzo “da tavolo”, possibilmente con piedini anti scivolo.
Diciamo che dovremmo operare una scelta coerente; non avrebbe molto senso uno smartphone connesso ad un minirack, mentre sembrerebbe più coerente in questo caso un iPad o altro tablet. Credo che sia verosimile pensare ad una configurazione il più possibile vicino allo schema smartphone/scheda audio pocket e tablet/scheda audio pocket o minirack ma non è una regola ferrea, ovviamente dipende dalle esigenze e dalla capacità di trasporto.
Un marchio molto sensibile al mondo mobile è sicuramente IK Multimedia, forse fra i primi a realizzare hardware compatibile on iOS e Android e, nei modelli più recenti, con interfacce Lightning micro USB. Lo scenario prevede schede che vanno da poco più di un convertitore che consenta di collegare il cavo jack della chitarra nel telefono, a vere e proprie schede Audio ovviamente armonizzate per fasce di prezzo. Dalla entry lkevel iRig 2 (prezzo € 30,00) alla performante iRig Pro Duo (prezzo € 175,00) per rimanere sul formato pocket. Mentre la prima prevede una connessione analogica attraverso un cavo mini jack che richiede un aggiuntivo Lightning to 3.5 mm Headphone Jack Adapter, la seconda si connette al device attraverso il cavo Lightning to Mini-DIN connection cable.
È gia evidente quindi una differenza strutturale. iRig Pro Duo converte il segnale che arriva al device già in digitale, garantendo perciò bassissimi livelli di latenza, e vi assicuro che è realmente vero. Ho utilizzato questa scheda anche per sessioni di prove live senza alcun ritardo. La iRig 2 invece ci consente di collegare la chitarra al telefono, ma non avremo grandissime prestazioni e visto il prezzo neanche grandi attese. La comparazione fra le due schede rileva le differenze sostanziali. Se la prima appare come un semplice convertitore di segnale da jack a ingresso per device mobile, la seconda è una vera e propria scheda audio a 24 bit con frequenza 44.1/48 kHz che è possibile utilizzare sia per configurazioni mobile che connessa ad una tradizionale DAW Mac o Pc. Sostanziale anche la differenza nella dotazione software; Amplitube Free per iRig 2 e Amplitube 5 con una serie di modelli e preset per iRig Pro Duo.
Interessante anche la proposta di Zoom con la sua ZOOM U24 (Prezzo € 99,00) che include un codice di licenza per il download di Ableton e che si collega ad iPad con Apple iPad Camera Connection Kit o Lightning-to-USB Adapter (non incluso).
Molto interessante la proposta di Harley Benton con la sua MP-500 Interface/Foot Control (Prezzo € 199,00) che propone un formato mini pedalboard da collegare ad iPhone o iPad ma che non prevede software dedicato in bundle.
Sistema di registrazione/DAW
Emerge abbastanza naturalmente come i device “preferiti” dai produttori di hardware mobile siano principalmente su piattaforma iOS con una percentuale residuale di apparati compatibili con sistema Android. Per sua natura allora una postazione mobile prevederà un device costituito o da uno smartphone iPhone o da un iPad. Non escludiamo però la possibilità di device più potenti ma ugualmente dalle dimensioni ridotte. E’ un buon suggerimento ad esempio un Macbook Air della dimensione di soli 13’’ ma che a questo punto ci consente l’installazione di software completi! La differenza in termini di dimensioni e peso tra un iPad e un Macbook Air è minima, con la differenza che il sistema operativo mobile non consente l’installazione di software completi ma solamente di “App” disponibili nello store (Mac o Android).
E’ una variante sostanziale da tenere in considerazione. In ambito Windows potremmo ad esempio propendere per un Surface, dalle dimensioni di un tablet ma con sistema operativo Windows 10 dove poter addirittura installare una versione completa di Avid Pro Tools o Steinberg Cubase. In definitiva la scelta per la creazione di una postazione mobile credo sia più semplicemente dettata da quale terminale già sia in nostro possesso, ed in base a questa disponibilità sarà possibile indirizzare le scelte successive. Diversa è la situazione in cui dobbiamo allestire una piccola postazione “temporanea” magari in una sede fisica, un hotel o un luogo di villeggiatura, dove allora avremo la possibilità di una maggiore flessibilità nella configurazione del nostro hardware.
Ascolti e monitor
La natura stessa di una postazione mobile individua come ascolto preferenziale quello “mobile” per eccellenza ovvero la cuffia. Dai tempi del primo Walkman Sony, per fare un po’ di storia, la musica diventò qualcosa da portare con se. Se ci pensiamo oggi, fu un passaggio epocale. A parte le autoradio e i grandi stereo sulle spalle dei breakdancer degli anni ‘80, il primo vero prototipo di device per l’ascolto della musica in ogni luogo e momento fu proprio il Walkman, certamente predecessore del futurista iPod. Si trattava di un registratore a cassetta di minime dimensioni, e di una cuffia dalle dimensioni ridottissime. Ovviamente non era da considerare l’isolamento acustico. Se la storia ci insegna qualcosa allora “mobile” equivale per sua natura a “headphones” ovvero cuffia, o comunque ad un ascolto “individuale”, personale, che non sia di disturbo perché il contesto “mobile” ci colloca sempre in luoghi diversi e poco prevedibili.
Il mercato oggi offre una ampia scelta e diventa davvero difficile individuare un prodotto più idoneo. Certamente un parametro importante da valutare prima dell’acquisto oltre alla ovvia qualità audio e risposta in frequenza, è la capacità di isolamento dall’ambiente esterno, quindi sarà preferibile una cuffia con un buon coefficiente di abbattimento del rumore e un buon isolamento acustico, così da poterci consentire di lavorare senza creare disturbo ma soprattutto potendoci isolare dall’ambiente circostante.