Quest'anno invece di uscire con il classico articolo sui trend dell'anno tra Natale e Capodanno, per battere la concorrenza e soprattutto evitare quell'abbiocco di 3-4 giorni dovuto a pranzi e cene natalizi, usciamo prima del Venticinque. Tanto diciamolo chiaro, se questo 2020 non ha ancora dato il meglio di se, "cosa potrà dare ancora in queste ultime due settimane?" - cit. da il tizio che disse quelle ultime parole famose.
Vi spoilero già che ora parliamo del 2020, quindi se siete talmente allergici a questo numero che per almeno un secolo rimarrà sinonimo di sfiga, potete scorrere di qualche paragrafo e portarvi già virtualmente nel 2021, dove ci sono le mie osservazioni/previsioni per l'anno prossimo che manco fossi Paolo Fox [e detto tra noi, credo spero di tirare un po' meno a caso].
Ma secondo me vale comunque la pena di guardarci un attimo indietro e imparare qualcosa anche da quest'annata bacata.
2020
Lezioni a Distanza - credo che tra didattica a distanza, whattsappate con amici e parenti e call di lavoro, se mai può insorgere una nuova patologia nel 2020 [mmmm.... forse non è il paragone giusto? va beh ormai è andato] sarà l'allergia da videochiamata. Chissà se quando tutto questo sarà finito davvero come tanti prevedono il trend proseguirà oppure non ne potremo talmente più che vorremo fare tutto solo di persona.
E' indubbio che se questa sciagurata pandemia avesse colpito nel 1990 o anche solo nel 2000, magari fregando il Millennium Bug e realizzando finalmente le perfide speranze dei millenaristi, sarebbe stato davvero un disastro dal punto di vista di chi deve lavorare e studiare. Le tecnologie anche gratuite che abbiamo a disposizione hanno davvero salvato il fondoschiena ed anche il fatturato a tanti di noi che insegnano o hanno attività legate alla didattica.
Proprio a questo scopo vi segnalo ad esempio un bel libro di Beppe Bornaghi sulla didattica musicale a distanza, un manuale di sopravvivenza per tutti coloro che non vogliono solo farne un mezzo di sussistenza ma lanciare il cuore oltre l'ostacolo e diventare insegnanti migliori proprio grazie ai mezzi e possibilità spiegati in questo volume.
Le Dirette Streaming - Questa era facile, ma anche abbastanza prevedibile. Le dirette streaming, come ratifica il grande successo di una piattaforma come Twitch che arriva da ben prima la pandemia, sono qualcosa che ha preso piede come non mai. Grande complice la noia totale che ha attanagliato molti di noi nei momenti bui del lockdown, quando le mura di casa sono sembrate davvero piccole ed abbiamo cercato di allargarle facendoci ospitare nelle stanze virtuali di altri spuntate come funghi.
Andy Warhol ne sarebbe probabilmente contento, o forse nauseato addirittura per mantenere quel suo distacco tipico di chi è costretto ad essere sempre avanti. Ognuno ora ha la possibilità di avere i suoi quindici minuti di "celebrità" oppure più semplicemente di condividere ciò che sa. E qui però sta il lato ambiguo di questo trend. Se da un lato vedo assolutamente come positivo il fatto di condividere in diretta momenti artistici, interviste e conoscenze, come un grande flusso di sapere che passa da uno a molti; dall'altro lato dobbiamo ammettere che per molti è anche diventato un alibi per non creare più dei contenuti ragionati. Primo perchè la maggioranza delle dirette mi è sembrata un grande elogio al cazzeggio, mentre una piccola percentuale è stata anche di grande valore, guarda a caso prodotta da chi ha ragionato e studiato come farlo.
Secondo perchè in tanti hanno e stanno davvero abusando del mezzo, con dirette fiume che assomigliano un po' agli assoli di chitarra di dieci minuti degli anni Settanta. Se un mezzo ti permette di andare avanti all'infinito non è detto che bisogna farlo. La programmazione di buoni contenuti prevede anche una stima della durata ed una scelta di cosa mettere e cosa no, altrimenti è come uno chef che nel dubbio in una ricetta ci mette tutto quello che trova nel frigo. Le dirette di 3 ore a mio umile avviso sono quasi assimilabili al sequestro di persona. E prima o poi le piattaforme si accorgeranno anche di quanto "inquinamento" creano. Si gente, i dati sono la spazzatura del nuovo millennio.
Corsi Online - Oltre alla didattica a distanza c'è stato anche il decollo definitivo e mostruoso delle piattaforme di didattica. Tra i vari influencer che hanno creato corsi su corsi e le piattaforme già da tempo molto strutturate per offrire corsi di altissimo livello, come Masterclass ad esempio, ormai possiamo davvero imparare tutto anche da soli da casa, almeno in prima istanza e fino ad un certo livello.
Questo trend non è solo del 2020 ma continuerà sicuramente, anche perchè l'evolversi della rete e delle tecnologie multimediali renderà sempre più affascinante e potente creare corsi online.
Ripresa della Chitarra - Se nell'ultima decade avevamo visto il nostro strumento preferito [ah no? non suonate tutti la chitarra?] scendere di diverse posizioni nella Top 10 dei trend musicali, dobbiamo invece registrare un poderoso picco di ripresa in quest'anno così strano. Sarà perchè la gente chiusa in casa non aveva di meglio da fare, sarà perchè è uno strumento non così impegnativo nemmeno dal punto di vista dello spazio e della spesa, sarà perchè la puoi suonare anche sul divano, ma la chitarra è tornata in grande spolvero.
Non è un caso se il 2020 è stato per brand come Fender, Gibson e molti altri produttori di chitarre e "roba" da chitarristi, un anno record nelle vendite. Fender tra le vendita di chitarre e la sua nuova piattaforma didattica Fender Play ha addirittura fatto il suo record storico di fatturato.
Mi piacerebbe essere per un minuto il me stesso di Dicembre 2021 per potervi già dire che la chitarra è rimasta al top, ma un anno così è davvero difficile da interpretare per fare previsioni sul futuro.
2021
Vince l'Essenziale - E proprio perchè è difficile fare previsioni che le faccio, altrimenti son capaci tutti. Il 2020 può essere visto come l'ultimo anno della decade passata, e solo ora stiamo per entrare nel nuovo decennio, che di solito tende a contraddire/rivoluzionare molto di ciò che è stato fatto nel precedente. Ma c'è un'altra legge empirica che forse vale la pena rispolverare: la legge dei trent'anni. I trend musicali, artistici, sociali e chi più ne ha più ne metta infatti sembrano molto circolari, e solitamente dopo tre decadi tendono a tornare. Forse perchè trent'anni sono l'unità di misura di una generazione ma fatto sta che una sbornia di "cose patinate" ha caratterizzato lo scorso decennio: filtri nelle foto, auto-tune sulle voci e campioni ovunque, vite di plastica raccontate attraverso i social e ogni sorta di app per fare qualsiasi cosa.
Il nuovo decennio ci ha già dato dei segni premonitori, dicendoci che probabilmente ci sarà una reazione a tutto questo "troppo artificiale". Non sarebbe male se i nuovi anni '20 fossero più all'insegna del realismo, con tutti i suoi lati chiari e scuri.
Ritorno del Grunge - Questo si collega al punto precedente ma scende un po' di più nel musicale. Abbiamo assistito ad un potente ritorno degli anni '80, con tutti i loro colori e i loro eccessi, ma ve la ricordate che onda di piena fu il Grunge negli anni '90? Ora tutti quegli artisti che negli anni '90 erano 20-30enni ed hanno rivoluzionato la musica sono prima passati di moda ed ora sono tornati come dei classici, influenzando pesantemente i musicisti della nuova era.
Per molti il ritorno del Grunge o di una rielaborazione di esso, ovvero di una nuova onda musicale molto più grezza ed istintiva, è qualcosa di più di una previsione, ma staremo a vedere.
Decadenza dei Talent Musicali? - Se vi è capitato di scanalare qualche volta sulla televisione generalista [cosa che cerco di fare molto poco se non per dovere di cronaca] forse avrete intercettato quello strano talent musicale a metà tra il serio ed il faceto che è The Voice Senior. Per chi non l'avesse visto, è brevissimamente un talent canoro per ultra-sessantenni.
Scampato l'effetto "Corrida" che per molti era l'inesorabile destino del programma, si è rivelato invece non solo un successo di pubblico e gradimento (con quasi il 90% per cento di gradimento e ascolti notevoli), ma anche una sorpresa in fatto di talenti musicali. I partecipanti erano per lo più professionisti stagionati ed ignoti che però hanno sfoderato capacità musicali che molti giovani si sognano.
Tuttavia questo talent, anche solo come concept, va un po' a raschiare il fondo del barile diciamolo. Segno che forse i talent musicali hanno dato tutto quello che potevano. Ora mostrano la corda, si sono consumati e sembra stiano affrontando anche non metaforicamente il viale del tramonto.
Non è un caso che il volto di X-Factor, Alessandro Cattelan, dopo 10 anni [e anche qui sarà un caso?] ha deciso di lasciare la conduzione del talent più famoso. Quelli bravi di solito lasciano da vincitori, prima che il tutto si logori.
Ricominciano i Concerti? - Vi lascio con una previsione che è facile ed allo stesso tempo difficile, ma sempre piena di speranza. La ripresa della musica live. Per molti di noi non suonare dal vivo nel 2020 è stata davvero la cosa più difficile da affrontare, poichè come musicisti realizziamo gran parte dei nostri sogni ed aspirazioni su di un palco.
Sarà molto complicato e strano riprendere, per diversi motivi. Primo perchè i vaccini arriveranno gradualmente e prima alle fasce che ne hanno più bisogno, ma che sono anche quelle meno propense ad andare ai concerti. Secondo perchè molti artisti di alto livello sono proprio in quell'età che consiglia loro molta cautela. Terzo perchè la gente dovrà riabituarsi all'idea di stare con tanta altra gente (ed i loro microbi) a stretto contatto, e potrebbe volerci un po'. Quarto perchè l'economia sta soffrendo moltissimo e di soldi da spendere in attività non-essenziali ed anche costose come i concerti saranno di meno. Da ultimo perchè questa pandemia è passata come una falce nel grano maturo tra i locali che fanno musica live nel nostro Paese. Proprio come in un dopo-guerra dovremo uscire di casa alla fine di questa lotta e scoprire cosa è rimasto in piedi e cosa no. Già gli ultimi anni avevano visto una riduzione drastica dei locali con palchi per la musica, sono pronto a scommettere che ne rimarranno ancora meno. Ma su questa previsione sarò davvero contento di potermi ricredere e di avere torto una volta in più.