Chitarrista di grande esperienza e dalle molteplici sfaccettature professionali, vanta collaborazioni con Marty Friedman, Michael Angelo Batio e Gus G.
La mia avventura musicale professionale comincia nel 1999 dopo la pubblicazione del primo album degli Arhtmis, band metal con cui ho svolto numerosi tour e partecipato a molti festival tra cui Download Festival di Donington, Wacken Open Air, Bloodstock Open Air (UK), Gods Of Metal, Hammerfest (UK), Metalcamp e altri solcando l’Europa, Gran Bretagna, Giappone e Stati Uniti. L’intensa attività live e in studio con gli Arthemis (o come musicista arrangiatore per il mercato giapponese lavorando per le major label) e con la band inglese Power Quest negli studi dove hanno registrato Yes, Marillion, Asia e tutti i re del prog rock inglese, mi ha dato modo di crescere musicalmente anno dopo anno come musicista, compositore e produttore; perciò ho sempre rivolto grande attenzione alla cura del suono e alla strumentazione utilizzata per ottenere ciò che, in relazione a ogni esperienza musicale, avevo in mente. L’elemento fondamentale alla base di tutto è il conoscere tutti gli strumenti e i plug-in tenendosi costantemente aggiornati sulle ultime novità, conoscere (non solo tramite YouTube, nonostante sia un’ottima risorsa), toccare con mano e saper individuare le caratteristiche di ogni strumento musicale, amplificatore, pedale in circolazione, per avere le idee chiare al massimo. Passione, voglia di migliorare e migliorarsi giorno per giorno, sperimentazione, sono le parole chiave per la carriera di ogni musicista. Ho sempre prediletto strumenti, pedali, ampli con un’identità ben precisa e ho la fortuna di utilizzare come endorser diversi brand di strumenti che amo alla follia e che sono diventati il mio vero e proprio arsenale sia in studio che nei live. La combinazione delle mie chitarre signature Dean Cadillac (Andy Martongelly Signature Screaming Ninja e Doomdsay) munite di pickup EMG Chrome 81-85, corde Elixir 010-046, amplificatori Randall (Satan, RD-45 Diavlo), effetti Zoom, G3, G5, MS-100BT, rappresenta per me la carta vincente, la mia identità musicale, la mia condizione ideale per ottenere il meglio da me stesso.
Che strumenti portarsi in aereo?
Di sicuro la custodia Mono Case, fortezza inespugnabile per le mie chitarre Dean, un setup super ridotto e facile da inserire nella custodia che abbia le stesse caratteristiche della mia pedalboard tradizionale. Perciò la micro pedalboard complete di Zoom MS-100BT e MS-70 CRD, Shiva Boost, BBE Sonic Maximizer, sistema wireless Samson e Dunlop Crybaby Wah ottico è quello che a al caso mio, specialmente in occasioni d’emergenza e necessità di poco impedimento e peso della strumentazione.
Setup italiano ed europeo
Cerco di usare esattamente lo stesso setup, in forma ridotta o full-range ho sempre la stessa quantità e qualità di effetti, amplificatori con l’unica differenza nella testate e nei cabinet (Randall con coni Celestion Vintage 30 o Eminence) in base al tipo di concerto se festival o tour intero. Solitamente non scendo a compromessi e voglio avere la possibilità di esprimermi al meglio ciò che amo suonare.
Il setup da studio
Si tratta del medesimo per il live con leggere modifiche, quindi: pedale Randall RGOD nell’input con Gain a 0 e level a +6, il mitico Speaker Cab simulator Twonotes Torpedo Live, convertitori Apogee Rosetta, pre Universal Audio, scheda audio Zoom a due canali, microfoni Shure SM57 e Sennheiser MD421 per le riprese. Per i demo e talvolta per chitarre definitive in aggiunta, utilizzo la DAW Steinberg Cubase con il plug-in Positive Grid Bias che ritengo essere uno dei migliori simulatori in circolazione anche per la didattica.
Curiosità e aneddoti
Ogni festival tour, concerto, guitar clinic, registrazione in studio svolta durante la carriera musicale racchiude in sé esperienze incredibili e uniche, spesso diverse l’una dall’altra. Situazioni impossibili, quasi da film che rappresentano un aspetto entusiasmante della vita on the road. Gli aneddoti sono infiniti davvero…basti pensare a Phil Anselmo (Donw, ex Pantera) che nel backstage del Download Festival di Donington si diede fuoco volontariamente ai pantaloni nella zona inguinale con l’accendino (non chiedetemi altri dettagli…).