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Intervista a Matteo Da Ros (Mellow Mood)


Inutile girarci troppo attorno, per un musicista è davvero importante partecipare ad eventi che ti danno tanta risonanza. Tu hai avuto modo di partecipare con i Mellow Mood al Jova Beach Party, come è stato?

Sicuramente è stata un'esperienza interessante, sia per la quantità di pubblico sia per l'importanza mediatica dell'evento.
Jovanotti ha dato spazio e visibilità ad artisti dell'underground, e non è da tutti, però era riconoscente e felice che questa presenza creasse attorno ad ogni suo concerto un vero e proprio festival.

Partecipare ad un evento di questa portata ti ha portato altre occasioni?

E' stata una esperienza importante e di prestigio ma è difficile valutare quali saranno gli sviluppi a medio o lungo termine che seguono la partecipazione ad un evento del genere.

 

 

I Mellow Mood sono una reggae band con un pubblico ormai di tipo mondiale. Come è all’estero e come invece viene recepito questo genere in Italia?

Diciamo che le differenze sono meno evidenti che per altri generi, però sono presenti. Qui in italia, almeno da quello che ho potuto riscontrare ci sono molti preconcetti, si tende ad etichettare un genere o una corrente musicale, quindi molte persone sono spesso intimorite dal partecipare a concerti di un certo tipo, mentre all'estero il pubblico è eterogeneo. Vieni ad ascoltare le canzoni, viene a ballare e cantare, per loro non è un semplice concerto di un gruppo a caso!

Non ti voglio fare la classica domanda su come hai iniziato a suonare, ma qual è il momento in cui hai deciso che volevi fare il chitarrista?

Da piccolino mi è capitato per le mani "...And Justice for All", e capii che volevo suonare la chitarra. Poi sicuramente alle superiori, quando iniziavano a materializzarsi le prime soddisfazioni, iniziai a pensare che forse la musica poteva diventare un lavoro "vero".

 

Matteo Da Ros strumenti musicali

 

Forse molti ancora non lo sanno, quindi parlaci di come sei finito a suonare per una reggae band che gira il mondo partendo da Pordenone.

Diciamo che Pordenone non è una città enorme, quindi non è difficile tra musicisti fare conoscenza. Per molti anni ho suonato tutt'altri generi (pop, rock, soul) ma ho avuto modo di avvicinarmi al reggae, e iniziare a lavorare con Paolo Baldini (producer di Mellow Mood, Tre allegri ragazzi morti, ecc ecc) da lì l'incontro con i Mellow è stato naturale.
Mi trovo molto bene soprattutto per la compagnia, cosa fondamentale quando passi mesi interi con i tuoi colleghi.

Ti faccio fare la lista della spesa partendo da zero, e ti facilito le cose con un budget illimitato: tre chitarre, tre ampli e tre pedali da avere assolutamente.

Matteo Da Ros strumenti musicaliDifficile, mi vuoi male.

Dipende da un sacco di fattori, ma sicuramente nel mio caso:

Chitarre

  • Gibson 335
  • Gibson Les Paul
  • Fender Telecaster (non me ne voglia Gibson)

Ampli

  • Fender Twin Reverb
  • Dumble Steel String
  • Marshall Plexi

Pedali

  • Ehx Big Muff (Russian)
  • Klon Centaur
  • Ehx deluxe Memory Man

Chiedo un bonus per inserire il Walrus Audio Kangra di cui sto abusando, sempre più spesso sia live che in studio.

Qual è il tuo approccio al suono? Come lo costruisci?

In generale ho un un approccio abbastanza minimal, parto sempre da chitarra-cavo-ampli e cerco di ricavare il massimo da queste componenti base. Quindi vado ad aggiungere cose, se necessario. Allo stesso tempo possiedo molti pedali e mi piace sperimentare, ho una passione smodata per fuzz, riverberi e delay.

Anche per quanto riguarda la microfonazione ed il mixing ho un approccio minimale, poche cose, se il suono di partenza è buono, il 70% del lavoro è fatto.

 Tre dischi che hanno cambiato la tua vita e la tua top 3 dei dischi dell’ultimo anno.

Potrei citarne almeno 20 ma sarò sintetico:

  • Beatles - Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band
  • D'Angelo - Black Messiah
  • Radiohead - Ok Computer

Vorrei anche qui chiedere un bonus per aggiungere Jimi Hendrix: ogni suo disco è un capolavoro ed ha ispirato il mio playing. Cito anche i Tame Impala che hanno cambiato (Kevin Parker) molto il mio modo di produrre, per l'Italia invece, i Verdena.

Per la mia top 3 dell'ultimo anno sceglierei:

  • Billie Eilish - When We All Fall Asleep, Where Do We Go?
  • Gary Clark Jr - This land
  • Robert Glasper - Fuck Yo Feelings

Oltre ai Mellow Mood fai un sacco di cose. La tua vita da chitarrista si divide tra…

Tante cose, ho una discreta attività live, suono molto funk, soul, neo soul e lavoro parecchio in studio sia come turnista che come producer, o almeno ci provo.

 

 

E’ il momento della domanda scomoda: cosa non sopporti del fare questo mestiere in Italia e qual è il peggior vizio dei musicisti italiani.

Purtroppo ci sono vari lati negativi del fare musica in Italia, non c'è molto rispetto per chi fa questo mestiere, il mercato non è così florido, quindi tutti ne risentono, e diciamo che anche tra musicisti c'è poca solidarietà. Spesso il tutto scade in una guerra tra poveri!

Forse il peggior vizio dei musicisti italiani è di mancare di una voce propria, seguendo molto spesso la moda del momento, scadendo nell'imitazione.

 

Matteo Da Ros strumenti musicali

 

Se non fossi stato un musicista saresti…

Ho sempre avuto la passione per la grafica e l'animazione. Ho un diploma da grafico pubblicitario, quindi probabilmente avrei proseguito per quella strada, anche se mi piacerebbe un sacco cucinare, in particolare fare la pizza, è una delle mie grandi passioni.

Non sarebbe un’intervista se non ti chiedessi che progetti hai per il 2020. Spara!

A Maggio ripartiremo con Mellow Mood, nel frattempo farò delle date con Jennifer Philips (cantante soul/gospel inglese), spesso sarò a Londra (ormai la mia seconda casa) e rimango aperto ad altre possibilità.

Sono sempre stato curioso quindi sicuramente mi butterò in qualche nuova avventura.

 

MATTEO DA ROS 

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