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John Mayer lo dimostra: il suono è nelle mani. Punto.


Ormai ci sono stati fatti meme, sono innumerevoli le flame generatesi su social, forum e nei commenti ai video di noti youtuber: il suono è davvero nelle mani?
Si tratta di una diatriba che probabilmente risale, secondo studi piuttosto accreditati, già al periodo paleolitico. Sono state interpretate infatti delle pitture rupestri in cui è abbastanza evidente l'accesa discussione tra un proto-musicista, che diletta un gruppo di proto-spettatori con un assolo di ossa di tigre, e un malizioso critico che gli fa notare che con le ossa di tigre son capaci tutti. "Fallo con due legni qualsiasi, il suono è nelle mani", hanno interpretato i paleontologi dalla gestualità ritratta.

Da allora questo dilemma non ha mai perso la sua potente presa sul litigioso mondo dei musicisti, facendo prima consumare litri e litri di birra nelle interminabili discussioni perse nei bui anfratti dei peggiori pub, per poi spostarsi sull'internet e far consumare fanta-litri di inchiostro digitale.
Ed ecco che i detrattori della famosa tesi, pare dibattuta anche da Aristotele con i suoi peripatetici, hanno dilapidato fortune millenarie in chitarre sempre più costose, pedali introvabili, amplificatori intrisi del sangue di Santa Cecilia, cercando di dimostrare che il suono si costruisce, si compra, non si "ha".

Ma nel 1977 era destino che nascesse un chitarrista che avrebbe finalmente illuminato anche i più scettici. Abbiamo dovuto aspettare fino al 2021 ma alla fine John Mayer ha risolto la questione. E come ha mai fatto? Suonando al Madison Square Garden un assolo epico? Stregando 50 mila persone alla O2 Arena con un'intro strappa-mutande?
No, John è stato ripreso in una jam con una band di talentuosi ragazzi l'8 di agosto all' L.A.'s Fernando Pullum Community Arts Center. Potreste chiudere gli occhi e trascurare la ripresa appena decente fatta con uno smartphone, trascurare l'anonima Epiphone probabilmente prestata ed il piccolo ampli Roland combo: il suono è sempre quello dell'inconfondibile tocco signature che ha reso famoso Mayer in tutto il mondo.

Esatto, John per questa jam, con una giovane band che si difende ottimamente va detto, non si è portato la sua PRS Silver Sky signature da n-mila euro, non si è fatto collegare ad uno dei suoi preziosissimi ampli Dumble, microfonati con microfoni Royer e Neumann. Ha attaccato la prima chitarra che gli hanno dato al primo ampli disponibile ed ha iniziato la sua celeberrima "Gravity" ricreando subito la stessa magia, ritrovando lo stesso vibrato e quelle dinamiche killer che ti strappano l'anima ogni volta.

Quindi ora amici chitarristi templari difensori del sacro verbo, del comandamento ultimo del "suono nelle mani" potete uscire confidenti ed orgogliosi di casa muniti di smartphone e del link di questo video per sbeffeggiare e sbattere in faccia la verità a tutti i vostri incorreggibili amici antagonisti della regola numero uno del manuale segreto della chitarra.
Ogni volta che verrà tirato fuori sull'internet un nuovo post che consiglia l'ultimo profilo risolutivo per il suono migliore che esista. Ad ogni domanda su cosa comprare per ottenere il sound irraggiungibile del guitar-hero di turno. Anche alla seppur minima apparizione di un velato commento nello stile di "beh, con quella strumentazione son capace anche io". Abbagliate gli infedeli con questo link imbevuto di santa verità, scuotetelo leggermente e vedrete che in poco tempo si farà liquido come il sangue di San Gennaro per stendersi sopra ogni polemica e spegnere ogni temeraria tesi contraria.
Provare per credere. Soddisfatti o....
...o niente, soddisfatti e basta. Questo non è un articolo sulle mezze misure.

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