"C'è molta curiosità da parte mia nel vedere come questi artisti riusciranno ad incastrarsi nel mondo sanremese, dove anche gli artisti più trasgressivi rischiano di trasformarsi in tigri di carta. La trasgressione e l'andare fuori dagli schemi al Festival non possono essere variabili sconosciute, devono rientrare nei binari del previsto e dell'opportuno, che mal si sposano con chi vuole provocare ed andare contro 'il sistema'."
Questo scrivevo nel mio articolo dell'anno scorso poco prima il Festival di Sanremo che avrebbe incoronato il primo artista hip-hop come vincitore. Contento di non dovermi contraddire, potrei riscrivere lo stesso paragrafo quest'anno e rincarare la dose.
Facendo però prima un passo indietro, non mi serve che qualche frase per ricordare che questa edizione di Sanremo, ha già introdotto come da copione le sue polemiche lanciate alla stampa per attirare l'attenzione del pubblico disattento, che sembra non aver mostrato molto interesse per la squadra di artisti selezionata. Quest'anno la carta vetrata è stata passata su di un punto forse un po' troppo delicato per il nostro Paese: il ruolo subordinato della donna e l'immagine che la televisione spesso ne da. Amadeus trova ingenuamente il modo migliore per ribaltare completamente la prospettiva virtuosa di avere molte donne al suo fianco. Le co-presentatrici dovranno fare davvero di tutto per non essere delle statuine sacrificate al politicamente corretto.
Il caso più crudo ed anche succoso però è la partecipazione quest'anno di Junior Cally, trapper 29-enne, che con le sue milioni di views ed un'immagine da provocatore coperto di brand è riuscito a fare colpo sulla direzione artistica. A scandalizzare non è la sua canzone "No Grazie", che sembra un'insalatona di populismo e contro-populismo, un inno al cerchiobottismo, ma alcuni dei suoi testi passati. Ho letto i primi stralci, che potete leggere qui sotto, della sua canzone approvata dalla commissione equilibrista di Sanremo, e quasi mi era passata la voglia di scrivere questo articolo. Troppo facile sparare sull'artista che scrive pezzi controversi, dai Beatles ai Doors, dalla Bertè a Masini (che parteciperanno a questo Sanremo) lo hanno fatto tutti.
"[...] Spero si capisca che odio il razzista
che pensa al paese ma è meglio il mojito
e pure il liberista di centro sinistra
che perde partite e rifonda il partito
[...]
Non ho i superpoteri, ma tra tutti riconosco
chi fa la voce grossa sempre e solo di nascosto
dovrei puntare il dito contro e fare il populista,
non fare niente tutto il giorno e proclamarmi artista"- "No, Grazie" , Junior Cally
Ma poi Junior Cally, che nei suoi pezzi "Strega" e "Si chiama Gioia" ha davvero dato il meglio di se per degradare la donna ad un pezzo di carne a sua disposizione, è stato folgorato sulla via dell'Ariston ed ha dichiarato: "Trovo insopportabile la sola idea della violenza contro le donne, in ogni sua forma". A stretto giro arriva la risposta di Amadeus: "Apprezzo le tue parole, non avevo dubbi sul tuo pensiero". Come a dire: va bene, abbiamo ottenuto lo scopo, ora scrivi quello che avevamo concordato.
E siamo alla fine del copione, ed è l'idea che la musica sia sempre e solo un mezzo per proporre idee di plastica, come la maschera antigas di Louis Vuitton che Junior Cally porta sprezzante, che mi ha fatto tornare voglia di scrivere e smascherare la trama di questa storiella che sembra una sceneggiatura da reality.
La trap è un genere come gli altri, ma spesso esprime artisti e una morale post-moderna che dire diseducativi è poco. Musicalmente c'è poco da dire, è musica piuttosto piatta che si regge su campioni e frasi ad effetto che ripetono fino alla noia i clichè dell'hip-hop dei bassi fondi e l'amore per il guadagno ad ogni costo.
Ma se credi nella provocazione, se vuoi fare una battaglia artistica alla Andy Warhol, se vuoi oltrepassare i limiti del buon gusto e dell'accettabile per sfida contro il perbenismo, allora tieni il punto. Il pentimento repentino rispetto ad un passato disordinato pieno di testi sessisti e violenti sa di finto, o peggio ancora, fa sembrare finto tutto quello che ha scritto fino ad ora. E allora ci sarebbe da chiedersi cosa c'è di vero sotto quella maschera di plastica.
Grande assente di tutta la discussione? La musica...
Come tanti altri anni mi spiace rimarcare come lo spettacolo musicale più importante che abbiamo in Italia ha davvero poco a che fare con la musica. E' un grande tappeto rosso sul quale passare una volta l'anno, sgomitare a più non posso per esserci, uscirne ripuliti e sdoganati e poi battere cassa.