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Korg Pa1X Pro – Vent’anni e non sentirli!


korg pa1xNel team di Arranger Legacy c’è qualcuno che il protagonista di questa puntata lo portò in giro per l’Italia all’esordio: ecco il suo racconto

 

 

Marcello Colò per chi scrive non è solo un caro amico, ma il cosiddetto “braccio operativo” di questa rubrica. Lui si occupa di tutto quanto concerne le demo video, dal ritiro degli strumenti alle riprese, coadiuvando infine il sottoscritto in fase di post-produzione.

Nel libro scritto insieme a Marcello due anni fa e disponibile su Amazon, abbiamo dedicato un capitolo ai ricordi riguardanti la sua esperienza in Korg e le demo tour di Pa1X Pro, ma nel terribile processo di correzione bozze molto materiale è rimasto nel cassetto. Questa puntata di Arranger Legacy è stata l’occasione per riaprire quel cassetto e andare ad arricchire l’album dei ricordi.
Pronti a partire? 

 

korg pa1x

Il libro scritto a quattro mani con Marcello Colò

 

Marcello Colò e Pa1X

Riccardo Gerbi: Caro Marcello, questa Pa1X fu una bella svolta per Korg…

Marcello Colò: Korg Italy aveva già aperto il suo mercato italiano con la Pa80 intorno al 1998, “tastando” il terreno degli arranger con questo primo modello che veniva assemblato sempre in Italia, presso alcune strutture esterne. Il progetto partì nel 2000 e lo strumento fu messo in commercio nel 2003, ed essendo la Flagship di una nuova serie, si dette sfogo a tutta una serie di potenzialità sia di carattere tecnico, ma anche musicale e commerciale.

RG: Tante le novità, a partire dall’estensione della tastiera.

MC: Il laboratorio di Korg Italy capitanato all’epoca da Jurgen Schmitz (settore tecnico) e da Francesco Castagna (settore musicale) mise in pista la leader delle tastiere arranger in formato 76 tasti non amplificato con una “carrozzeria” tutta da scoprire.

Un’altra primizia tecnologica introdotta nella Pa1X fu la SSD, ovvero la memoria a stato solido, dove veniva ospitato il Sistema operativo, al contrario dell’utilizzo della memoria ROM fatto dai competitor. Utile ricordare che la Pa1X si affacciò al mercato con una neonata tecnologia chiamata RX Technology (Real eXperience) dove oltre alla grande qualità dei sample sonori verranno introdotte in modo accurato ed espressivo le sfumature più sottili e l'articolazione del suono.

 

korg pa1x

 

Tantissime componenti aggiuntive quali effetti di Growl o Breath, per gli strumenti a fiato, nonché i cosiddetti Sympathetic Noise, che oggi sono una caratteristica costante degli strumenti attuali. Roberto Marcucci si dedicò alla parte sonora, con rielaborazioni dei suoni già conosciuti nelle piattaforme synth di Korg, ma anche di nuovi ed interessanti campionamenti per le sonorità “must” delle tastiere arranger di carattere “European taste “.

Non dimentichiamoci infine dell’interfaccia, perché la PA1x è stata anche la prima tastiera ad incorporare il display touch screen a colori.

RG: …e le novità nelle funzioni?

MC: La Korg Italy in quel periodo con il suo nutrito laboratorio impiegò tutte le risorse disponibili per le innovazioni, che diventarono i punti di forza di questa nuova ammiraglia. Andrea Bernardelli si occupò del Song Book, il nuovissimo database di song e di Registrations pronte all’uso: Il doppio player (già sfoggiato nella precedente Pa80) e tantissime innovazioni nei vari comparti erano pronte per esordire nel mercato nazionale ed europeo.

RG: La distribuzione era a cura di Syncro?

MC: Si e la struttura commerciale era situata in zona Numana (AN). Oltre a Korg, Syncro distribuiva in Italia anche altri brand come Peavey, Ernie Ball, PRS Guitar ed altro ancora. Tutti prodotti di prestigio per un catalogo davvero ghiotto.

 

korg pa1x

 

RG: Torniamo a Korg Pa1X: tu che facevi parte del commerciale di Syncro come entrasti nello staff del demo tour?

MC: Il programma di Korg Pa1X prevedeva un tour italiano nelle città più importanti dove venivano coordinati show in diverse location. L’equipaggio di questo tour - oltre alle rappresentanze commerciali - era gestito nella parte musicale dimostrativa da Roberto Marcucci affiancato dalla cantante Olivia Bravetti, dove nello show oltre alle dimostrazioni di rito (Sounds, Performance, Style & Features) venivano eseguiti brani anche cantati. Nella terza data mi si chiede di partecipare come presentatore, in modo da alleggerire tutta la mole di spiegazioni tecniche ed altro che Roberto Marcucci doveva sostenere durante la demo.

RG: Da presentatore a dimostratore è un attimo…

MC: Questo accadde durante la seconda parte del tour, che proseguì ad opera del sottoscritto, dove ebbi modo di conoscere più da vicino le realtà a cui questo nuovo strumento si sarebbe rivolto, ma soprattutto i vari distributori locali, che fino a quel momento avevo conosciuto solo telefonicamente. 

RG: E oltre al lato umano, come andò il tour in quello tecnico?

MC: Fu strategico. Un vero mix di verifiche (debug) dello strumento e di pareri (soprattutto) riguardo alle sonorità e style della tastiera. Essendo presentata come Flagship era nell’ottica di tutti ottenere un feedback positivo ed entusiasmante, in un panorama di arranger keyboard dove Korg stava cercando di imporsi in maniera davvero perentoria.

RG: Parliamo di un’epoca fatta ancora di depliant e telefonate, in cui internet stava muovendo i primi passi, eppure Korg era già molto attiva sul tema…

MC: Korg utilizzava all’epoca ben due siti web: uno esclusivamente per il catalogo Korg di synth, accessori, ecc, e poi c’era il sito di Korg Italy, esclusivamente per la parte Arranger e per il database di disk song distribuito da Symedia, la software house creata in Syncro.

 

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Dall'archivio di Roberto Marcucci (che ringrazio), una foto del team di quel Demo Tour

 

RG: Marcello, per concludere, hai qualche aneddoto curioso o divertente di quel demo tour?

MC: Devo dire che durante questo genere di esperienze ci sono sempre dei momenti di sorprese e curiosità. Per quello che mi riguarda ti capita di incontrare nei posti più insoliti amici e persone che mai figureresti lì. Una delle demo più curiose fu a Napoli, dove ci sorprese l’enorme affluenza di amici e di conoscenti capitanata da un ospite d’eccezione … Ladies & Gentlemen: Peppino di Capri!

Nella fase conclusiva delle tappe siciliane ricordo un’accoglienza fatta di prelibatezze culinarie e di dolci (soprattutto i cannoli) che in quei pochissimi giorni rischiarono di elevare paurosamente il tasso glicemico! 

RG: Grazie Marcello!

 

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Korg Pa1X: dal blog di Renato Restagno

La genesi di questo modello, una serie di dettagli legati alla realizzazione e le caratteristiche principali; tutte informazioni che Renato ha attinto da alcuni protagonisti di quel team di Korg Italy.

Ecco un estratto dell’articolo:

Korg Pa1X si presenta dunque come un’evoluzione della mitica Pa80, conservandone l'architettura strutturale sotto il cofano. Dal punto di vista hardware, Pa1X si distingue dal suo predecessore grazie alla scocca robusta in alluminio e alla tastiera si fabbricazione Fatar (nella versione a 76 tasti semi-pesati questi hanno forme pianistiche, mentre nella versione a 61 sono nel tipico profilo synth). La generazione sonora di Korg Pa1X si basa su Hyper Integrated (HI): è lo stesso generatore che montava la workstation Triton con 62 note di polifonia; ritorna il touch screen (già visto anni prima su i30 in casa Korg), oltre a 870 voci, 350 stili editabili, drawbar digitali, joystick per la modulazione del pitch e slider assegnabili, tre ingressi pedali. Il mercato resta impressionato dalla presenza a bordo dell’ottimo processore vocale TC-Helicon. Quest’ultimo e il generatore sonoro sono le uniche eccezioni di provenienza straniera, rispetto un prodotto interamente progettato e costruito in Italia: da una parte lavora il centro ricerca & sviluppo di Korg Italy ad Osimo (AN), dall’altra opera l’assemblaggio e il collaudo tecnico affidato ad un’azienda terza, la Elbac di Castelfidardo (AN).

 

CLICCA QUI per leggere l’articolo completo

 

korg pa1X

Il display touchscreen a colori della Korg Pa1X Pro

 

Korg Pa1X: dal blog di Giorgio Marinangeli

L’approfondimento tecnico di Giorgio in questa puntata racchiude anche l’esperienza di un amico di Arranger Legacy come Michele Mucciacitto, che all’epoca sviluppò numerosi style per questo strumento.

Ecco un estratto dell’articolo: 

“Korg Pa1X includeva un disco SSD (una vera novità per l’epoca) nella quale il Sistema operativo principale multi task dello strumento era salvato e letto all’avvio. Disponeva inoltre di una porta per la connessione di un lettore ottico o un masterizzatore che al tempo poteva essere molto utile per finalizzare la propria musica direttamente su CD senza ricorrere ad un PC un pò come già aveva fatto la GEM nel progetto Genesys. Questa caratteristica andava incontro alle tendenze dell’epoca in cui i sistemi DAW su PC, pur essendo in forte ed inesorabile espansione, non erano ancora del tutto accettati e digeriti dagli utilizzatori “normali”. Molti di loro preferivano ancora registrare e finalizzare la propria musica direttamente sui sequencer e con i tools messi a disposizione dalle workstation dell'epoca di cui la Korg PA1X fa sicuramente parte.”

CLICCA QUI per leggere l’articolo completo

 

Korg Pa1X: il video di Marcello Colò!

Per realizzare gli esempi sonori di questa puntata Marcello si è avvalso di una Korg Pa1X gentilmente concessa dal team di Korg Italy; questo modello è dotato di una tastiera a 61 tasti ed è equipaggiato con una diffusione sonora interna. Timbri e Style sono pressoché identici all’ammiraglia Pro: Buona visione!

 

 

Fateci sapere cosa ne pensate di Arranger Legacy: scrivete sui blog di Giorgio e Renato, oppure lasciate un commento qui sotto o sulla pagina Facebook di SM Strumenti Musicali. Avete una tastiera arranger del cuore da suggerire per una prossima puntata?

Scriveteci.

Buona musica!

 

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