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Lewitt Pure Tube, il mic valvolare universale? Il test

Rapporto qualità prezzo8
Suono8.7
Costruzione10
Facilità d'uso10
Lewitt Pure Tube è un mic a condensatore cardiode con valvola essenziale, ma con una qualità di ripresa senz'altro professionale e universale. Un unico microfono da usare con molte sorgenti.
9.2

Lewitt Pure Tube è il microfono più essenziale, ma di alte prestazioni, derivato dal progetto LCT 1040.

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Lewitt Pure Tube nasce dall’esperienza acquisita con i due microfoni di punta LCT 1040 e LCT 940, ma con un obiettivo ben preciso: spogliare il microfono di ogni accessorio, mantenerne la qualità più alta possibile e offrire un microfono valvolare di altissima qualità a un prezzo abbordabile. E’ qualcosa che abbiamo già visto nel passato tentato da altri produttori, ma da Lewitt ci si può aspettare non solo il risultato ma anche un nuovo standard in fatto di prezzo. Il fatto che troviate questo test sulle pagine di SM Strumenti Musicali è dovuto alle conclusioni che abbiamo tratto in studio. Pure Tube può diventare il vostro primo microfono professionale che crescerà con il vostro studio. Che abbiate una semplice interfaccia audio con preamplificatori integrati o già qualche channel strip, Pure Tube è così adattabile da essere uno dei pochi microfoni a cui guardare quando si vuole fare un investimento duraturo. La stessa Lewitt garantisce il microfono per ben 10 anni, segno di una costruzione ben realizzata.

Hardware

Lewitt Pure Tube è, tra i tre microfoni che si rifanno alla stessa capsula da un pollice da 3 micron e valvola, quello più silenzioso con soli 7 dB(A) di rumore contro i 12 dB(A) di LCT 940 e i 13 dB(A) di LCT 1040.
La capsula è identica agli altri due microfoni ma cambia la valvola. Su LCT 1040 avevamo una E88CC/6DJ8, sul LCT 940 una 12AZX7 e su Pure Tube è stata scelta una 12AU7/ECC82. Basta questo dato per capire che i tre microfoni non sono del tutto identici nella parte di circuiti. Lewitt afferma di non aver usato condensatori e semiconduttori sul segnale audio, per mantenere intatto il segnale ripreso.

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Lo Studio Set, che costa 299 euro in più, include un case in plastica di grandi dimensioni che contiene anche un ragno di grandi dimensioni e un pop filter da agganciare al ragno tramite magneti.

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Se vi state chiedendo quali funzioni sono state tolte al microfono, la risposta è presto detta: Pure Tube è un microfono esclusivamente cardiode, non ha alcun filtro Low Cut e nessuna possibilità di Pad. Così come lo montate, lo usate!
E’ interessante osservare anche la curva di risposta. Dei tre microfoni, Pure Tube è quello con una risposta più lineare sopra i 2 kHz ma anche con un’attenuazione evidente sotto 100 Hz. Inoltre c’è un’esaltazione di circa 2 dB intorno ai 12 kHz, che lo caratterizza nei risultati e molto simile a quella offerta da LCT 940 e LCT 1040. Da questo punto di vista, i tre microfoni hanno una risposta sulle alte frequenze simili. Diverso è invece il comportamento del pattern polare, che vedremo nel test.

In prova

Le dimensioni sono quasi simile a quelle di un Neumann U 67, con cui lo abbiamo confrontato nonostante la grande differenza di prezzo. È solo più corto di circa un centimetro. Naturalmente le forme sono assai diverse, ma con il proprio ragno, molto facile da montare, anche il peso è simile. Ci vuole dunque un’asta decisamente robusta per evitare problemi nella posizione. La soluzione di usare due piccoli magneti per il filtro anti pop è perfetta e non pone alcuna difficoltà, difendendo bene il microfono dalle plosive.

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L’alimentatore, pesante anch’esso, ha solo un interruttore di accensione, ma la logica interna permette di attaccare e staccare il cavo dal microfono senza produrre bump o rumori elettronici. Inoltre l’uscita audio non si attiva fino a quando il microfono è pienamente operativo con la valvola, quindi niente rumori parassiti o click vari grazie anche al circuito di alimentazione che li filtra in accensione e spegnimento.Lewitt Pure Tube recensione opinon test review microfono valvolare luca pilla sm strumenti musicali prezzo

La risposta cardiode è piuttosto particolare. La reiezione posteriore è meno di quello che ci aspettassimo, mentre quella laterale ha un suono più tagliato sulle medio basse, il che permette per esempio di trovare alcune angolazioni molto utili per la ripresa di chitarre distorte, anche se Pure Tube non è nato per questo.

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Nonostante siano presenti diversi video di presentazione, compresi quelli della stessa Lewitt, nulla è stato detto su come il microfono reagisca ai preamplificatori. A leggere e guardare sul web, sembra che ormai un qualsiasi preamplificatore vada bene, ma non è affatto così. Trattandosi di un microfono valvolare, abbiamo voluto metterlo alla prova passando da diversi modelli. In studio abbiamo quindi deciso di utilizzarlo con il Neumann V402, completamente a stato solido e molto preciso. Gli abbiamo affiancato anche le channel strip Solid State Logic G383, con controllo di impedenza, e XLogic SuperAnalogue Cahnnel. Ci siamo quindi spostati su alcuni classici a stato solido ma dotati di trasformatori in ingresso e uscita. Per l’occasione, abbiamo collegato Pure Tube ai moduli serie ’80 (niente rack o moduli serie 500) Neve 1073, Heritage 1084 e 8173. L’unico preamp serie 500 è stato API 512c. Considerato che Pure Tube ha un prezzo davvero accessibile, per la qualità che offre, lo abbiamo collegato anche a un ART TransX, che ha un controllo di impedenza, e infine a un preamp valvolare Peavey VMP2. Infine abbiamo deciso di utilizzare direttamente i preamp della scheda Lewitt Connect 6 utilizzando però anche Bad Dogs Cargo per modificare l’impedenza. Le sorprese non solo sono arrivate in pochi istanti, ma ci hanno aperto le orecchie su altri utilizzi di Pure Tube, oltre alla voce.

I test

Comune a tutte le prove è il suono molto fedele della fonte, che sia una voce o un ambiente, di Pure Tube, che utilizza un trasformatore per attenuare le basse frequenze per ridurre l’effetto prossimità il quale sembra funzionare come un Low Cut molto dolce sotto i 100 Hz. Il primo trucco si sente subito: non abbiamo sentito la mancanza del Low Cut e anche maltrattando il microfono sull’alta, Pure Tube non raccoglie rumori meccanici dovuti al tocco. In questo caso ci ha impressionato favorevolmente, oltre ad avere un rumore di fondo pressoché impercettibile. Il livello d’uscita è sufficientemente alto da non dover mai spingere sul preamplificatore: in generale siamo passati da 25 dB a un massimo di 45 dB per la voce più sussurrata. Siccome siamo molto indisciplinati con i microfoni, lo abbiamo provato anche per riprendere chitarre acustiche ed elettriche distorte: in questi casi ci vuole il pad sul preamplificatore per riportare a più miti i consigli l’amplificazione. Quale che sia il risultato, che leggerete tra poco, Pure Tube rispetta molto bene la dinamica di ripresa, senza particolari scossoni, e non ha una particolare reiezione dei suoni posteriori. Abbiamo sentito cardiodi più selettivi, come il Neumann U67. Su tutte le frequenze al di sotto dei 4 kHz, Pure Tube raccoglie comunque il suono posteriore con una quantità di segnale più evidente rispetto ad altri microfoni a valvole. Questo comportamento, pur restando cardioide, può essere sfruttato per la ripresa della room assieme a un trucco sull’impedenza.
Durante l’uso non si è mai verificata alcuna incertezza nella ripresa. Pure Tube è facilissimo da usare, sia a distanza molto ravvicinata per la voce, che a distanze più elevate, a patto di accettare l’effetto filtro Low Cut che si fa più evidente. E’ il momento di vedere come si comporta Pure Tube con i diversi preamplificatori.

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Il caso Bad Dogs Cargo

Fino a qui abbiamo imparato un paio di cose interessanti che riguardano l’accoppiata preamp e Pure Tube, grazie alla scelta dell'impedenza. Se il genere musicale richiede una voce ricca di alte frequenze, come ormai si sente da qualche anno a questa parte per hip hop e pop, Pure Tube si sposa con preamplificatori a stato solido. Chi ha in studio, per esempio, un’interfaccia SSL 2+, sarà molto soddisfatto del risultato perché già orientato a quel suono. Se invece cercate un suono più rotondo, ma altrettanto fedele e più caldo, occorre un preamp con trasformatori in ingresso e uscita. La questione interessante è come reagisce Pure Tube all’impedenza, perché ci siamo subito accorti di come possa modificare la ripresa e l’equalizzazione scegliendo tra basse e alte impedenze. Abbiamo quindi pensato di mettere in mezzo tra l’uscita di Pure Tube e preamp il piccolo Bad Dogs Cargo, che permette di modificare l’impedenza che vede il microfono.

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Il risultato è stato fenomenale: possiamo cambiare drasticamente il comportamento dell’equalizzazione giocando sull’impedenza. Poi, però, ci siamo accorti di un particolare: usando il massimo dell’impedenza di Cargo, che supera di gran lunga i 2 KOhm, Pure Tube è diventato un microfono di grandi risultati nella registrazione della room. In queste condizioni raccoglie qualsiasi dettaglio nella room, con una apertura sulle medio alte di grandissima naturalezza, molto tridimensionale e in grado di raccontare la posizione degli strumenti. Il fatto che ci sia un taglio sulle basse frequenze comporta un risultato differente rispetto a un microfono a nastro ma, una volta inserito in mix, tutto quanto trova posto con grandissima facilità. Un Cargo, con Pure Tube, equivale quasi a un equalizzatore e a un processore di dinamica dove ognuno può cercare il proprio suono personale, arrivando dove i preamplificatori non possono. Consigliatissimo!

Lewitt Connect 6

L’ultimo test è stato semplice: Pure Tube connesso direttamente ai preamp della scheda Lewitt Connect 6. Ci saremmo aspettati un timbro più disorganizzato, invece anche in questo caso il risultato si porta a casa con dignità ed è più che sufficiente per registrazioni per home recording o per streaming, anche se ovviamente siamo lontani da un Neve 1073. Inserendo il Cargo, però, torniamo al concetto precedente: possiamo decidere il grado di dinamica e di equalizzazione sulle medio alte con un solo potenziometro. Le riprese eseguite con Connect 6 hanno confermato la facilità con cui si può equalizzare il segnale di Pure Tube in fase di mix. Anche in questo caso, Pure Tube non ha ecceduto in consonanti fricative sibilanti. E’ un microfono che necessita di poco de-esser, segno di grande qualità.

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Conclusioni

Per trovar un microfono così universale, di grande fedeltà al segnale originale e con quel pizzico di equalizzazione che facilita la ripresa, occorre spendere una cifra ben superiore ai 1.000 Euro. Il vantaggio maggiore di Pure Tube è la sua adattabilità, che lo rende facile da usare anche per chi ha un preamp non potente, ma diventa subito un ottimo microfono quando si decide di passare a preamp professionali. Il gioco sembra essere tutto nell’impedenza, a cui Pure Tube reagisce parecchio. Tre quarti del suono dipende da Pure Tube, ma un quarto è a carico del preamp e soprattutto dell'impedenza. E’ un investimento che si ripaga da solo durante gli anni, utile anche per la ripresa di altri strumenti musicali, chitarre tra le prime. Per il musicista che sta costruendo il suo studio o vuole evolvere verso il project studio, l'investimento richiesto non è da poco, ma c'è la garanzia che il microfono crescerà con lo studio, migliorando la qualità di ripresa quando si passerà a un preamplificatore professionale o di livello superiore. Visto in questa ottica, Pure Tube è un ottimo e sicuro investimento, a cominciare dalla ripresa delle voce.

Pro

Fedeltà nella ripresa
Costruzione
Rumore bassissimo
Un pizzico di equalizzazione sulle alte
Dinamica ben rappresentata

Contro

Assente pad e Low Cut

 

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Prezzo:

  • Essential Set €  999
  • Studio Set      € 1.299

 

Info

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