È di oggi l’annuncio che l’MMA (MIDI Manufactures Association) e l’AMEI (la corrispondente associazione giapponese) hanno finalizzato le caratteristiche del protocollo MIDI 2.0, di cui si è parlato per almeno un decennio dietro le quinte. Molto è cambiato dalla prima implementazione, quando il protocollo nasceva per connettere e far dialogare tra loro i sintetizzatori hardware. Oggi i synth hardware rivivono una nuova nascita grazie all’esplosione di piccoli, ma potenti, sintetizzatori che hanno invaso il mercato sotto i 700 euro, assieme all’ondata di appassionati di sintetizzatori modulari. La loro fetta di mercato è però minore, nei numeri venduti, rispetto alla controparte software e, non a caso, le specifiche e i prototipi del MIDI 2.0 vedono la forte partecipazione di aziende come Ableton, Bome Software, Google, Native Instruments e Steinberg. Il versante hardware è rappresentato da ROLI, Yamaha e Roland. E’ previsto un periodo di beta testing sui prototipi per tutto il 2019, durante il quale parteciperanno solo i membri MMA e AMEI. Tra gli obiettivi dichiarati ci sono la piena compatibilità con il protocollo MIDI 1.0, l’integrazione profonda tra DAW e web, una risoluzione estesa, caratteristiche di auto-configurazione, nuovi controller per incrementare l’espressività e un timing più preciso.