MOD DWARF viene proposto principalmente come Guitar Synth dalle pagine ufficiali del produttore tedesco (Mod Device) almeno questo è il taglio più evidente che la comunicazione tende a sottolineare. In realtà non è solo così, e anzi gli aspetti forse più brillanti e performanti sono proprio nella parte più “tradizionale” di emulazione di Ampli e Stompbox.
Si tratta di un Hardware solido e compatto, oserei dire quasi minimalista vista la scarsità di controlli frontali, che però non deve ingannare. Dentro un box così piccolo e dietro ad un'immagine minimale, si nasconde un hardware davvero potente. Certo la componente Synth è forse l’aspetto più innovativo; poter controllare con la chitarra un vero e proprio oscillatore producendo un suono simile a quello che avremmo con un Korg monofonico o un Moog è qualcosa di nuovo e stimolante... “Reinvent Your Guitar Sound” è il motto identificativo divulgato dallo stesso produttore, che calza davvero a pennello per questo prodotto.
Questo dualismo potrebbe spiazzarci, non sappiamo bene cosa attenderci da questo prodotto; il rischio potrebbe essere quello di affrontarlo come una normale pedalboard ed implicitamente compararla ad altri prodotti dello stesso segmento, tralasciando così tutta la parte più “elettronica” del sound design immaginario che potrebbe generare. Per contro affrontarlo come una controller digitale escluderebbe tutto quella parte più tradizionale che invece i chitarristi si aspettano. Ma chi è l’utente finale di Mod Device? Il classico chitarrista da palco o da studio? O forse il chitarrista che non sapendo suonare le tastiere potrebbe avere bisogno di suoni e timbri diversi e innovativi? Mi piace pensare che sia quest’ultima figura quella immaginata dai progettisti, e che sempre più spesso coincide con quella del compositore o sound engineer.
E’ proprio un approccio nuovo quello che dobbiamo immaginare per avvicinarci con interesse e disponibilità a Mod Device, che deve essere mosso dalla voglia di scoprire e di esplorare, solo così potremo godere delle novità che stanno per arrivare alle nostre orecchie….
In prova
Pedalboard Use
L’ Unboxing di Mod è già un’esperienza che non provavo da tempo… Un hardware di piccole dimensioni ma di peso considerevole che non tradisce le attese di uno chassis solido e resistente, racchiuso non solo nell’imballo della spedizione, ma in un case antiurto dedicato, e al suo interno tutto l’occorrente per il cablaggio, USB cable (schermato) compreso. Sono dettagli che per chi ha dimestichezza con il settore, normalmente identificano solo prodotti di pregio, e che certamente predispongono l'utente ad aspettative “Pro Level”.
La struttura di Mod Dwarf è quella di una classica pedalboard, quindi con un ampio display sulla parte superiore, 3 switch, 3 potenziometri con funzione Push, 3 pulsanti sottostanti ad ogni potenziometro ed un pulsante isolato sulla sinistra.
Il tutto è ottimizzato per ridurre al minimo la presenza di controller, che si traduce ovviamente in molteplici funzionalità di ogni controller, e ancora, in funzioni attivabili con diverse combinazioni di tasti e/o switch. Questo aspetto non comodissimo ci obbliga a leggere la Quick Start Guide per capire come agire; premere casualmente pulsanti o switch ci porta a spasso nel browsing senza capire molto dove ci troviamo. per questo motivo ho preferito realizzare un semplice video introduttivo (Video 01) dove potrete vedere in pochissimi minuti come accedere al device.
Essenzialmente vi sono 3 modalità di lavoro del nostro hardware:
- Control Mode
- Navigation MOde
- Tool mode
Le prime 2 sono attivabili premendo contemporaneamente il switch B e C passando alternativamente da una modalità all’altra, mentre il Tool Mode è attivabile premendo contemporaneamente i switch A e B. Gli stessi switch B e C ci consentiranno di avanzare o arretrare nello scorrimento dei preset come indicato dalle frecce (B avanti C indietro), funzione che è possibile eseguire anche dai potenziometri ma che in un ottica “hands free” è possibile svolgere dal pavimento. I push Button situati sotto i potenziometri invece serviranno per navigare nel preset fra le varie pagine proposte a display, consentendo di accedere alle sottopagine I, II e III così come accade con i softkey che utilizzava ad esempio Akay nei campionatori.
I potenziometri “senza fine” ovvero a scorrimento continuo (Endless Knob) sono invece demandati al settaggio vero e proprio dei valori rispetto ai parametri selezionati, per confermarne il valore è sufficiente premere attivando così la funzione Push. Il grande pulsante alla sinistra del display consente di accedere al menù, mentre 2 Led ad alta luminosità sulla sx indicano il livello di ingresso e 2 led sulla dx il volume di uscita (settabile dai preset). La parte posteriore di Mod Dwarf è dedicata alle connessioni e prevede 2 in e 2 out, una connessione USB con 2 formati ed una porta Control Chain (per la connessione di altri device) da non confondere con una porta di rete LAN seppur dello stesso formato ma con funzionalità diverse.
Fare una panoramica dei preset o dei timbri disponibili, è praticamente impossibile, e questo è un plus! Per quale motivo? Semplice; la disponibilità di Stomp e Ampli, Modulation effects e Dynamics, è praticamente infinita. Non solo, la possibilità di modificare il collegamento dei componenti e il routing di ogni preset, rende le combinazioni praticamente infinite. E’ infatti possibile collegarsi al “core” della macchina via browser,. Ritengo questa funzione davvero innovativa perchè il tutto avviene senza necessità di installazione o download di software e driver, verifica di compatibilità o altro, ma semplicemente attraverso il cavo USB (non LAN)
E’ sufficiente digitare l’indirirzzo http://moddwarf.local o puntare all’indirizzo IP http://192.168.51.1 dal browser, per accedere all’interfaccia web del nostro Hardware. Dopo un paio di connessioni e modifiche in diversi casi Google Chrome si blocca “freezando” l'immagine, circostanza che ci accade con 2 diversi Mac e con diversi sistemi operativi. Passando invece a Safari tutto sembra passare più liscio; probabilmente un eccesso di “controlli” di sicurezza di Chrome che sappiamo essere molto selettivo soprattutto sugli indirizzi non crittografati (http e non https), ma è una supposizione. Di fatto con Safari il tutto è più stabile.
La visualizzazione di Mod Warf attraverso il browser ci rende un po più chiaro il contenuto, potendo visualizzare i contenuti nella sua totalità: Le famiglie di componenti disponibili sono riportate in basso come fossero cartelle di Excel. Selezionando una categoria è possibile accedere a tutto il contenuto della categoria organizzate per voci, ed esattamente: Favorites, All, Control Voltage, Delay, Distortion, Dynamics, Filter, Generator, MIDi Utiliy, Modulator, Reverb, Oscillator, Spatial, Spectral, Utility. Nella parte del footer di pagina sulla sx possiamo selezionare le diverse visualizzazioni fra le modalità Constructor (ovvero l’editor nativo) Pedalborad Library, Banks e File Manager. Infine l'accesso al Plug In store per l'aggiunta di ulteriori componenti sia free che a licenza.
Nella modalità Pedalboard Library ad esempio è possibile selezionare un modello di pedaliera che una volta caricato ci restituirà l'immagine dei componenti utilizzati e il routing previsto. A questo punto possiamo intervenire nel modificarne ordine e connessioni con un semplice drag and drop oppure aggiungere componenti ed eliminarne altri. Con un doppio click su ogni singolo stomp il browser esegue uno zoom automatico focalizzando la nostra attenzione su ciò che abbiamo selezionato, rendendo più agevole ogni intervento sui parametri che vediamo a schermo. Possiamo modificarli direttamente dai potenziometri oppure accedere ad un menu dedicato dal simbolo di "rotella" tipico dell’indicazione del pannello di controllo del Mac relativamente alle impostazioni. Di ogni singolo componente è disponibile anche la schermata info accessibile dal simbolo “i” di information che ne descrive caratteristiche tecniche e configurazioni..
La modifica dei parametri a schermo è visibile in tempo reale anche dal display di Mod e viceversa; intervenire sui parametri dal device corrisponde alla modifica del valore anche dalla visualizzazione via browser, un aspetto utilissimo per capire cosa stiamo modificando e quanto. Fondamentale la funzione "Snapshot" che consente di creare una sorta di “segnalibro” rispetto al settaggio che abbiamo eseguito. Memorizzare diversi Snapshot ci consente quindi di passare da un settaggio all’altro senza la necessità di caricare nuove pedalboard, operazione che richiederebbe alcuni millisecondi in più per il caricamento dei parametri. Una soluzione ottima quindi soprattutto in contesti live dove diventa necessario poter passare da un timbro ad un altro in assenza di “buchi” e assenza di segnale. Preparare i banchi di suoni per le nostre prove o il nostro live deve diventare un passaggio obbligato e ponderato, non una attività di ricerca casuale.
Con metodo andremo a creare i nostri Snapshot in base alla scaletta e ai timbri che ci occorreranno, e la nostra session filerà via liscia, azzerando tempi di caricamento e numerosi switch da premere per attivare magari più effetti contemporaneamente; sarà sufficiente caricare “la scena” e il gioco è fatto!
SYNTH Mode
L’utilizzo di MOD Dwarf in modalità Synth è certamente la funzione più innovativa, forse non la migliore in termini di prestazione in questo caso. La difficoltà di gestione è stata notevole. Non abbiamo trovato, almeno sull’ hardware in nostro possesso, dei preset già funzionanti, e capire dove recuperarli non è stato semplice. Abbiamo anche eseguito l'update suggerito del chipset, con pochi segnali di miglioramento. Navigando qua è là nel sito ufficiale, ricco di contenuti ma non chiarissimo nella sua articolazione, ci imbattiamo in quella che sembra essere la preset library all’indirizzo https://pedalboards.moddevices.com/. Dalla finestra di ricerca digitiamo la parola chiave “Synth” riuscendo così a visualizzare dei banchi relativi alle configurazioni di nostro interesse. (Immagine 04)
E’ fondamentale che la macchina sia connessa, e dai test che abbiamo eseguita, aperta in una nuova finestra del browser al suo indirizzo IP. Selezionando il banco del timbro che vogliamo caricare e premendo sulla voce “Try Now”, il browser, dopo aver “visto l’hardware”, caricherà il timbro selezionato; ora accedendo alla finestra di Mod Dwarf vedremo i componenti utilizzati per la creazione del nostro timbro attraverso un Synth Modulare. Tutti i parametri sono modificabili, ed effettivamente suonare la chitarra e percepire un timbro simile ad un Moog è qualcosa di strabiliante!
inutile per qualcuno?
Forse si per chi ha disponibilità di tastiere, sempre che le sappia suonare. Ma in fondo anche per chi ha questa disponibilità c’è un valore aggiunto; poter suonare una linea di basso e controllare l’apertura dei VCO con la dinamica della nostra pennata è qualcosa di musicalmente davvero interessante. A questo punto è possibile salvare in locale il nostro preset attraverso il pulsante Menu che permette di accedere alle funzioni di sistema come volume generale di input e output e appunto gestione delle memorie. Non dimentichiamo infatti che Mod è pensato per un utilizzo Stand Alone; una volta selezionati i preset quindi potremmo salvarli nella memoria interna e disconnettere il nostro hardware dalla workstation.
Panoramica Preset
Ho realizzato 3 esempi audio che ne dimostrano non solo l’efficacia, ma la altissima qualità acustica. La latenza è inesistente, stiamo lavorando in locale con un Hardware, non abbiamo nessun ritardo dovuto a software di terze parti o conversioni di schede audio, il tutto è processato in tempo reale..
Es. Audio 01 - Pedalboards Timmons Lead
Il timbro brillante esalta la componente, della corda, gli ambienti restituiscono spazialità e profondità al timbro e la risposta dinamica che ho voluto evidenziare passando da pennate molto leggere ad altre più intense, evidenzia un comportamento fedele che rispetta compressione e gain. Ottima l’immagine stereofonica. (Immagine 01).
Es. Audio 02 - Ambient
Un timbro Clean della categoria Ambient che rileva il grande panorama stereo e il dettaglio degli effetti Modulation, cristallini e precisi, con un lunghissimo sustain (Immagine 02).
Es. Audio 03 - VIntage California
Sonorità Crunch con vibrato stile ‘60, che si presta perfettamente sia per accordi arpeggiati che per ritmiche strappate grazie ad una compressione molto veloce (Immagine 03).
Esempio audio 04 - Synth Mod
Questo esempio audio contrariamente a quello che potrebbe sembrare ad un primo ascolto, è realizzato interamente utilizzando una chitarra (ad esclusione della linea di batteria). La prima traccia nella parte di intro è un timbro analogico con un filtro per la generazione di accordi che ci consente di emulare un Synth polifonico (come faremmo sfasando il secondo oscillatore di 5 semitoni oppure con l’utilizzo di un intelligent Harmonizer). Il comportamento è molto preciso anche nel caso di vibrati e slide tipici della chitarra (e non della tastiera) che ho voluto sottolineare, e questo è uno dei valori aggiunti nel poter emulare un suono analogico con uno strumento a corde.
Il secondo timbro è invece una sorta di Basso elettronico che contrariamente a quanto potremmo fare con una tastiera midi non dinamica, ci consente di controllare l’apertura del VCO dosando la dinamica della pennata. Potremo farlo con una tastiera MIDI dinamica, ma il “feeling e il playing” sono certamente diversi, questo è un aspetto fantastico e davvero innovativo che ci consente di creare delle linee di basso efficacissime e originali!
Conclusioni
Mod Dwarf è forse uno dei prodotti più innovativi degli ultimi 5 anni comparso sul mercato. L’idea di un Hardware pensato per il funzionamento standalone lo pone certamente nella fascia “live” oltre che di Studio Project, e l’altissima qualità di profilazione, la gestione degli IR Impulse e la possibilità di crearne/importarne di nuovi, ne fanno un prodotto di primo livello. La disponibilità di timbri e componenti è praticamente illimitata. La funzionalità Guitar Synth poi è qualcosa di inaspettato, che posiziona Mod in un segmento inesplorato. Rimane da capire a quanti chitarristi possa interessare questa applicazione, ma personalmente ritengo sia un plus senza precedenti e di sicuro interesse per tutti i sound designer.
Peccato una interfaccia davvero complessa dovuta al minimalismo concettuale e la scarsa disponibilità di brevi guide video magari in più lingue (non è pensabile proporre un video di 32 minuti per le istruzioni sul funzionamento dei guitar synth). Personalmente ritengo che una buona programmazione della campagna informativa costituita magari di piccoli contenuti mirati alle singole funzionalità possa rendere questo prodotto davvero appetibile per molti, ma senza questi ausili divulgativi rischia di rimanere un “oracolo per NERD”... e sarebbe davvero un peccato perdersi un gioiello del genere!
PRO
Altissima qualità della profilazione Pedalboard
GSynth Function
Funzionamento Standalone
CONTRO
Difficoltà di programmazione
frequenti blocchi nell'utilizzo via browser
INFO
Prezzo: € 499