"Data la situazione corrente della pandemia da COVID-19 e poichè mettiamo al primo posto la salute e la sicurezza dei partecipanti al NAMM, è ora chiaro che non c'è modo di realizzare un evento di persona in California, e abbiamo così preso la difficile decisione di cancellare il NAMM Show 2021".
Questo l'inizio del comunicato che proietta l'ombra di questa pandemia anche sul 2021 anche per il mondo musicale, dopo la cancellazione del Summer NAMM, del Musikmesse e Prolight+Sound, di altri importanti eventi stranieri ed italiani.
La secca notizia potrebbe finire qui con un augurio di rivederci tutti al più presto quando le condizioni lo permetteranno, ma c'è di più, sia per quanto riguarda lo sforzo di mantenere comunque unito e collegato questo business globale che vede nella rituale kermesse di gennaio a Los Angeles il suo momento più importante, sia per quanto riguarda il commento ai possibili cambiamenti che questa situazione sta causando o anche solo accelerando.
Iniziamo col dire che NAMM, a differenza di altre associazioni, è un'istituzione molto forte e capace di affrontare anche periodi complessi come questo o quello più recente della crisi economica che ha messo seriamente in difficoltà il settore. Proprio per questo l'annuncio è arrivato solo dopo che tutta la macchina si è mossa per trovare un'alternativa, anche se ovviamente non in grado di sostituire l'evento fisico, ma se non altro di mantenere unità la comunità dei produttori e rivenditori e di traghettarla verso il futuro, non senza cogliere l'occasione di sperimentare nuovi modelli, tecnologie e format.
NAMM 2021 verrà quindi sostituito con Believe in Music, un momento di ritrovo virtuale e globale che si terrà dal 18 gennaio 2021 nella stessa settimana in cui si sarebbe dovuta tenere la fiera. Sarà un mix di eventi di presentazione, performance musicali e di formazione professionale tenuto sulla piattaforma BelieveinMusic.tv, oltre che una fiera virtuale per mettere in connessione compratori e venditori.
"Anche se non è possibile e sicuro incontrarci personalmente a gennaio", dice Joe Lamond, presidente e AD di NAMM,"Believe in Music impiegherà nuove ed intuitive tecnologie per connetterci ed imbrigliare l'energia incredibile che si sprigiona quando siamo tutti assieme".
Le adesioni al format sono già numerose ed importanti, con grossi player come Yamaha, Sweetwater e Shure che hanno già ufficialmente confermato la loro partecipazione e sicuramente altri in arrivo.
Visto che però il sottoscritto ha avuto in questi anni la possibilità e la fortuna di assistere a quasi tutte le fiere e parlare con molti dei diretti interessati, sarebbe poco onesto da parte mia non ricordare le scelte fatte da grossi brand come questi su fiere come Musikmesse, in cui la loro decisione è stata quella di ridurre progressivamente la presenza diretta per concentrare le proprie risorse su campagne ed eventi direttamente organizzati in azienda. Decisione perfettamente comprensibile dal punto di vista del singolo brand ma che inevitabilmente hanno indebolito moltissimo le fiere. Nonostante i comunicati stampa di circostanza la mia convinzione è che questa cancellazione farà riflettere ulteriormente molte aziende, accelererà molto processi già in atto e sposterà gli investimenti altrove, verso modelli che poi forse sarà difficile rimpiazzare di nuovo con un fiera fisica.
Questo non per declamare oggi un 'de profundis' delle fiere musicali, ma per dire che NAMM dovrà essere molto brava ed attenta, anzi di più, in questo momento decisivo poichè il cambiamento è in atto. Senza dubbio. E come si è visto per altri importanti eventi fieristici che magari si sono dimostrati meno scaltri, la corrente del progresso non è a loro favore. NAMM è attrezzato e sicuramente il primo tra quelli che 'devono' farcela, per il bene del nostro settore che non può vivere solo di presenza virtuale, ma affronta un prova vitale.
Questa settimana di Believe in Music accoglierà i membri americani ed internazionali del NAMM del settore musical instruments, pro audio, live sound, live events, artisti, media, regolatori, scuole e studenti. La prospettiva è quella di coinvolgere tutti questi attori della scena musicale attorno a progetti che abbiano come perno i brand con l'opportunità di avere performance, dimostrazioni e lezioni senza limitazioni geografiche.
Avranno luogo online anche i tradizionali eventi e premiazioni come il 36-esimo TEC Awards, che premierà le migliori innovazioni, il Les Paul Innovation Award, l'Hall of Fame Award, il Top 100 Dealer Award ed altri ancora.
Finisco con una breve riflessione che, anche qui, non vuole essere un monito ma una deduzione/previsione data dall'esperienza. Il NAMM è un evento che, soprattutto nella testa di molti media, musicisti e di molti partecipanti stranieri, crea una certa separazione tra "chi c'è e chi non c'è", per tutta una serie di motivi, non da ultimo il fatto che la 'presunta' barriera economica di chi riesce ad andarci e chi no permette ai primi di sentirsi parte di una categoria un po' superiore ai secondi. La fiera virtuale, così democratica e senza più questa distinzione, azzererà quella inevitabile tendenza di chi va a Los Angeles a magnificare ed enfatizzare tutto ciò che accade, l'effetto "cool". Per gli americani probabilmente la loro fiera terrà il punto, ma per chi solitamente si reca alla Mecca del mondo MI per cercare e mostrare di incontrare il gotha del proprio settore, credo che quest'anno ci sarà forse la tendenza a sminuire l'evento proprio perchè la propria intermediazione non sarà più necessaria.
E questo, a mio parere, è uno dei fattori a cui NAMM dovrà fare più attenzione, ora e in futuro.
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