Modartt aggiunge un nuovo modello alla libreria di strumenti per Pianoteq. L'ho provato per voi.
Recensisco Pianoteq da 10 anni, un lungo periodo durante il quale Modartt ha migliorato Pianoteq versione dopo versione, migliorandone il dettaglio e il realismo, ma anche estendendone notevolmente la libreria. Ad oggi, tra pianoforti acustici ed elettrici, moderni e storici, percussioni intonate, steelpans e predecessori del pianoforte Pianoteq costituisce uno strumento particolarmente versatile e realistico.
Oggi Modartt aggiunge un prezioso modello alla lista: il modello, autorizzato da Bösendorfer, del Concert Grand 280VC, un pianoforte a coda apprezzato in svariati generi musicali, dalla musica classica alla musica leggera. Anche in passato i pianoforti Bösendorfer sono stati apprezzati da musicisti come Franz Liszt, Leonard Bernstein, Oscar Peterson tanto per citarne alcuni.
Modartt Pianoteq: un breve riepilogo
Per chi volesse ripercorrere l’evoluzione recente dell’offerta di Pianoteq può leggere il test di Pianoteq 8, versione che introdusse il modello di chitarra classica, Pianoteq 7.5, che ricordiamo per la versione Felt dei modelli di piano acustico, Pianoteq 7, che introdusse il Morphing, aprendo le porte ad un vero e proprio sound design a modelli fisici (argomento che abbiamo sviluppato in due tutorial con video, qui il primo e qui il secondo), per non parlare dei nuovi modelli introdotti negli anni: Steingraeber, Petrof, Electric Pianos, Steinway Model B, Karsten Collection, Bechstein e molti altri. Insomma, probabilmente Pianoteq é uno degli strumenti più longevi sul mercato dei virtual instrument e che si é evoluto maggiormente.
Bösendorfer 280VC in prova
Ho installato Bösendorfer 280VC e ho iniziato a suonare i brani che ho nei repertori delle formazioni con cui suono. I generi spaziano dal piano romantico di “I like Chopin” di Gazebo, al piano rock di brani come ”Carry on wayward son” dei Kansas o ai classici successi 70s come “I will survive” di Gloria Gaynor o “Bad Girls” di Donna Summer.
Ho apprezzato la particolare versatilità di questo pianoforte: pieno e grintoso nel registro grave, brillante e presente nel registro medio, definito e percussivo nel registro acuto. In passaggi come la strofa del brano dei Kansas citato sopra si apprezza particolarmente la dinamica nel registro acuto. Talvolta il modello di Steinway D mi è sembrato sottile e poco presente nel mix della band, anche se il suo timbro per determinati passaggi pianistici rimane il mio preferito.
Ho suonato anche un brano, per me particolare, dove, con altri modelli e altri pianoforti campionati, ho sempre rilevato una mancanza di corpo e di energia, unito ad un voicing confuso ed impastato. Si tratta di “Hoping love will last” di Steve Hackett. Soprattutto nel registro grave il timbro è potente e definito, senza eccedere in brillantezza e diventare tagliente. Questo è certamente un punto di forza rispetto ad altri modelli.
Tra i preset non convenzionali mi è piaciuto particolarmente il New Age, con un riverbero lungo e una sonorità sognante. Gradevoli anche i due preset Felt, il primo moderatamente attenuato, il secondo invece molto originale, leggermente fuori intonazione e con un attacco che ricorda lontanamente la celesta.
Confrontando Bösendorfer con Steinway D (New York), che scelgo quasi sempre, trovo che il primo sia particolarmente brillante agli estremi di tastiera rispetto a Steinway, mentre questo rimane più rotondo e pieno rispetto a Bösendorfer nel registro medio. Tuttavia si tratta di piccole differenze, non si può definire un modello migliore dell’altro. Sicuramente a seconda del brano può essere meglio uno o l’altro. Particolare attenzione poi dev’essere prestata alla curva di risposta alla Velocity. Suonando Pianoteq dal mio Fantom 7, il preset lineare va abbastanza bene. Con la Studiologic SL88 Grand invece, che dispone di una meravigliosa meccanica pesata in legno, ho notato miglioramenti dopo aver eseguito la procedura di calibrazione di Pianoteq.
E’ difficile descrivere il suono di questo nuovo modello, che spicca per chiarezza e brillantezza rispetto agli altri (in primis Steinway Hamburg, Bechstein e Steingraeber), senza però essere mai metallico o tagliente, perché in tutta l’estensione il timbro è particolarmente pieno, soprattutto a dinamiche basse, suonando passaggi delicati. Molto gradevole la percussività delle note più acute, con un attacco frizzante, un corpo definito e martellato. Non adatto a tutti i brani, ma indispensabile per alcuni passaggi, specialmente in mix affollati.
Conclusioni
La scelta di aggiungere questo modello alla già vasta selezione di Pianoteq é tutt’altro che ridondante. Bösendorfer 280VC trova il suo spazio come pianoforte versatile, pieno e corposo, ma capace di acquisire la giusta grinta alle dinamiche più elevate e con solo un tocco di equalizzazione, per passare agevolmente dal jazz, alla colonna sonora, al pop, al rock. Credo prenderà il posto di Steinway in molti dei miei brani. Il dettaglio delle declinazioni di questo modello per i vari generi musicali lo affronteremo nei prossimi articoli dedicati a questo modello di pianoforte.
Pro
Versatilità
Timbro pieno e brillante
Contro
Personalmente meno adatto alla musica classica rispetto ai modelli Steinway, Bechstein e Steingraeber
Info
Modartt Pianoteq Bösendorfer 280VC Instrument Pack €49,00