Questo articolo risponde ad una domanda che in molti si fanno ogni anno: Sanremo funziona ancora?
Ovvero la domanda potrebbe essere tradotta, da musicista ai musicisti, così: quanto la principale manifestazione musicale italiana incide sulla popolarità e, di rimando, sul portafogli degli artisti (e compagnia cantante) che vi partecipano?
Come sempre capita la risposta non è così scontata e andrebbe presa caso per caso, ma se proprio dovessi tracciare un giudizio affrettato direi, si, Sanremo funziona ancora. Ma ci sono diversi però, che mi porteranno fino alla fine dell'articolo a dare un giudizio meno scontato.
Sappiamo che Sanremo è un'impresa notevole, un investimento pesante su di un artista, in termini di tempo, di energie, di costruzione delle relazioni per potervi partecipare ed anche economicamente per la casa discografica ed il management dell'artista. Quindi, visto dal punto di vista puramente imprenditoriale che è quello della musica commerciale, ha perfettamente senso capire se l'investimento torna.
LE CLASSIFICHE DOPO TRE SETTIMANE
Era fin troppo scontato che nella settimana del Festival e in quella dopo le canzoni principali sarebbero schizzate nelle classifiche ma i veri risultati concreti si vedono almeno una ventina di giorni dopo. E infatti andiamo a vedere la classifica italiana di Spotify, principale punto di riferimento in questo caso, che cosa ci dice.
- Voce - Madame (8va classificata)
- Musica Leggerissima - Colapesce, Dimartino (4a classificata)
- Zitti e Buoni - Maneskin (1a classificata)
- Chiamami per Nome - Francesca Michielin, Fedez (2a classificata)
La Canzone Nostra - Mace, Blanco, Salmo- La Genesi del Tuo Colore - Irama (5a classificata)
- Parlami - Fasma, GG (18ma classificata)
- Fiamme negli Occhi - Coma_Cose (20ma classificata)
Il Mio Amico - Fabri Fibra, Madame- Dieci - Annalisa (7ma classificata)
Saltiamo qualche posizione:
16. Mai Dire Mai (La Locura) - Willie Peyote (6a classificata)
24. Glicine - Noemi (14ma classificata)
27. Ora - Aiello (25ma classificata)
29. Amare - La Rappresentante di Lista (11ma classificata)
Mi sembrano innegabili due cose, la prima è che Sanremo ha funzionato molto bene per diversi artisti, visto che 8 su 10 artisti che hanno partecipato sono ancora nella Top 10, dodici nella Top 30. Su 26 partecipanti quindi il 33% ha avuto un grosso vantaggio dalla partecipazione al Festival. La seconda cosa è che la classifica Top 50 Italia si è de-stranierizzata moltissimo. Questo è un fenomeno degli ultimi anni dovuto molto al calo del rock, che solitamente è UK o USA, e alla crescita forte dell'hip-hop e della musica indie italiana. Per trovare un pezzo straniero dobbiamo arrivare alla 23ma posizione. Un buon segno per la nostra musica italiana, indipendentemente dai gusti.
QUELLI CHE NON SONO IN CLASSIFICA
Se un terzo degli artisti ha resistito in classifica, c'è il restante 66% che invece non ha fatto scintille ed ha lasciato poco segno di se nelle Top Chart. La conclusione più scontata sarebbe di dire che per questi non è stato un buon investimento. Tuttavia dobbiamo considerare che le classifiche digitali rintracciano soprattutto gli ascolti del pubblico giovane e fino ai 40 anni, mentre il pubblico di Sanremo è estremamente trasversale, con una certa tendenza ad un'età più elevata.
Gli artisti che non sono in classifica non guadagneranno molto dagli streaming ma hanno comunque trovato una vetrina da milioni e milioni di spettatori e possono usufruire dell'onda lunga della popolarità che deriva da Sanremo, le ospitate televisive, in radio e, se fosse possibile, nei festival e nei concerti.
E qui arriviamo al punto dolente di questa edizione pandemica di Sanremo, che solitamente vede tutti gli artisti in gara affrettarsi a programmare più date possibili per capitalizzare la popolarità. Non essendo possibile fare live certamente coloro che non hanno coinvolto il pubblico giovane e non sono in alto negli streaming quest'anno vedranno sicuramente i loro incassi ridotti, di molto.
IL CASO MADAME
Madame è una di quelle artiste che era sulla rampa di lancio da diverso tempo e non era un pronostico difficile prevederla tra le vincitrici de facto di Sanremo e del dopo-Festival. Non è solo grazie al Festival, poichè aveva già un seguito massiccio, ma se guardiamo la Top 50 al momento la rapper ha sbancato la classifica con ben 13 pezzi (!!!) presenti da settimane, oltre alla prima posizione stabile.
Il cambiamento di Sanremo degli ultimi anni è evidente dal fatto che prima per un'artista come Madame sarebbe stato più un rischio che un vantaggio partecipare alla gara. Ora invece che la manifestazione si è abbastanza ringiovanita ed ha iniziato a rappresentare lo scenario reale della musica italiana, è diventato un amplificatore, un appuntamento che come accadeva diversi decenni fa, rappresenta la consacrazione popolare per artisti che arrivano dall'underground.
IL CASO MANESKIN
Il giovane gruppo rock romano uscito da X-Factor è stato il fenomeno mediatico del Festival. Era davvero difficile prevedere che un brano rock, ammiccante sì ma dalle sonorità ruvide, potesse arrivare primo, soprattutto combattendo contro il Clan Ferragnez e tutta la sua potenza mediatica a spingere per il pezzo di Michielin/Fedez.
E' indubbio che c'è una forte distorsione del risultato di Sanremo dovuta ai social. Chi ha più follower e più appoggio dagli influencer oggi ha sicuramente più probabilità di arrivare in alto.
I Maneskin, che hanno comunque un fortissimo seguito, hanno rappresentato la volontà di musica vera, quella musica suonata da una band, senza autotune e senza il 99% di sequenze. E' un altro segnale positivo della nostra musica, che mostra un minimo segno di resistenza verso la musica troppo sintetica e da laboratorio, che tra l'altro rimane sintetica pure dal vivo.
Quattro pezzi nella Top 50 ed un disco che è passato dalla 96-esima posizione alla Top 5.
Long live rock and roll.
IL CASO ERMAL META
Il caso di Ermal Meta è invece un caso non così positivo. Il cantante pop è arrivato a Sanremo senza osare, ha voluto giocare la partita solo dentro al Festival, con un pezzo molto sanremese che ha raccolto consensi cospicui ma sparsi e conquistato poco il pubblico degli streaming. E' vero che comunque il suo pezzo "Un Milione di Cose Da Dirti" ha raccolto oltre 3,7 milioni di streaming su Spotify, e oltre 3 milioni su Youtube. Questi numeri convertiti in euro ci dicono che Ermal Meta potrebbe aver raccolto fin ora una cifra approssimativa tra i 15 e i 20 mila euro. Tenendo conto le spese ingenti per partecipare al Festival e l'assenza delle date a supporto, che rappresentano circa il 70-80% degli introiti degli artisti di oggi come ci ricorda bene la canzone in gara di Willie Peyote "Mai Dire Mai", non è un super ricavo.
MUSICA LEGGERISSIMA
Una scommessa invece super-riuscita è stata quella di Colapesce e Dimartino che hanno azzeccato a pieno il brano sanremese ma anche radiofonico. Loro stanno capitalizzando al massimo questo periodo senza date live con una programmazione davvero serrata nelle radio e milioni di streaming. "Musica Leggerissima" solo su Spotify ha già superato i 12 milioni di streaming e 16 milioni su Youtube. E' netta la differenza con Ermal Meta che si è posizionato prima in classifica ma ha un terzo degli streaming. Qui la differenza l'ha fatta il pezzo, centrato in pieno e l'esibizione catchy in pieno stile anni '80. Insomma, un cocktail di ingredienti da revival molto scontati ma che sono stati miscelati assieme con maestria.
Come lo Spritz insomma, è sempre la solita cosa, non eccezionale, ma vende sempre da anni e quando non sai cosa ordinare ti ci abbandoni e ti rassicura.
LA SCENA INDIE
Un traguardo positivo raggiunto è stato anche quello di tutti quegli artisti della scena underground indie che nelle zone alte della classifica probabilmente senza il Festival non ci sarebbero mai finiti. Per loro il guadagno non è di sicuro quello di ora, anche se di sicuro non ci sputano sopra, ma l'investimento è quello di poter fare il salto di qualità soprattutto sulla scena live quando riaprirà. E' indubbio che dal punto di vista dei promoter vendere una data di un'artista che ha fatto Sanremo vuol dire passare dai piccoli club ad una categoria superiore, passare da date vendute a poche migliaia di euro a decine di migliaia di euro. E' vero che tutto punta sul fatto di riprendere prima possibile a suonare dal vivo, ma moltiplicare da 5 a 10 volte il proprio cachet è sicuramente un buon investimento.