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Speciale – Pianoforti e Synth: sapete scegliere l'usato?


usatoAvete adocchiato lo strumento d’occasione tanto desiderato, ma sapete verificarne le condizioni di uso? Ecco qualche suggerimento…

 

 

 

In tempi di crisi, l’acquisto dell’appassionato di tastiere si fa più cauto. Sul nuovo si compra solo se lo strumento di ultima generazione è un tassello imprescindibile. L’usato su mercatini e marketplace è scandagliato quando si cerca l’occasione a poco prezzo, oppure un “vorrei ma non posso” proposto a cifre più abbordabili. Ma con uno strumento di seconda mano, sappiamo scegliere? Cosa c’è da controllare per verificarne un congruo stato di uso?

Su una vettura usata controllate il chilometraggio, gli pneumatici, eventuali urti e segni sulla carrozzeria o perdite di olio all’interno del motore: e sulle tastiere? Ecco qualche linea guida per verificare le condizioni di uno strumento senza dover necessariamente “aprirne il cofano”. Ma andiamo con ordine, partendo dalla fase della trattativa di acquisto.

 

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No perditempo!

Mi rivolgo soprattutto a chi tenta di aprire una trattativa con il venditore in un mercatino online. Non siate petulanti con ripetute richieste al ribasso: se siete interessati fate la vostra offerta migliore senza insistere. La stessa cosa vale per le richieste di informazioni. Condensate tutto in un messaggio possibilmente sintetico, senza divagare su storie o aneddoti legati alla vostra passione solo per accattivarvi la simpatia del venditore. Nella maggior parte dei casi otterrete l’effetto opposto.

 

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Usato: online o dal rivenditore?

In un’epoca in cui l’acquisto sul web è sempre più gettonato, io vado controcorrente. Nei reparti dell’usato dei negozi potete trovare oggi vere occasioni, magari vendute solo per questioni di necessità economica dal vecchio proprietario. Un esempio recente di chi scrive è una immacolata Korg Triton Taktile scovata da un noto rivenditore a 150 euro, comprensiva di imballo, manuali e software in bundle. Per la cronaca, il prezzo medio sul web di questo synth Korg oscilla tra i 200 e i 250 euro. Se comprate online è sempre caldamente consigliato lo scambio “de visu”. Recarvi dal venditore per lo scambio vi consente di verificare lo stato di uso dello strumento, eventualmente provarlo e concludere l’affare “brevi manu”. Ok, ma cosa verificare? Vediamolo insieme…

 

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Affidabilità

Per scoprire se lo strumento ha sofferto di problemi di affidabilità, le discussioni su forum e gruppi nel web sono una preziosa miniera di informazioni. Per esempio, a suo tempo vi parlai del Fantom XR nella rubrica “Occasioni sintetiche” di SM Strumenti Musicali, e in seguito ho scoperto in un forum che un suo “tallone di Achille” è il display. Se lo schermo è pigro all’accensione, presenta delle righe o addirittura piccole macchie è sinonimo di cedimento a breve. Il ricambio è ancora facilmente reperibile, ma se vi affidate a un tecnico la riparazione può costarvi ben oltre un terzo della valutazione attuale dello strumento. Vale la pena?

Sistema operativo e supporto

L’avete desiderato per tanti anni e adesso finalmente potete comprarlo, ma c’è ancora il supporto? Quando possibile, sempre meglio prendere uno strumento che installa l’ultima versione del sistema operativo rilasciata. Alcuni produttori sul loro sito mantengono un archivio dei prodotti fuori produzione – Roland, Yamaha o Korg sono ottimi esempi in tal senso – però i contenuti sono sempre legati alle piattaforme PC/Mac di quel periodo. Una piccola verifica vi consente di acquistare con più tranquillità. Per esempio, i driver delle vecchie interfacce MIDI Yamaha serie UX ufficialmente non esistono più, in realtà l’applicativo dedicato è stato solo aggiornato inserendo il supporto per gli ultimi modelli.

 

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L'interfaccia MIDI Yamaha UX256, ancora impiegabile con profitto grazie ai driver Yamaha aggiornati

 

In strumenti in cui la programmazione è piuttosto complessa da pannello – penso per esempio alle Yamaha serie SY/TG, i Roland JV o i primi synth Korg – è buona cosa verificare la presenza online di software editor dedicati. Sul web è facile imbattersi in siti internet dedicati dagli appassionati a un preciso strumento, in cui troverete raccolti una serie di link utili: ritagliarsi una porzione di tempo per navigare tra queste info vi può far risparmiare tempo e pazienza.

Per i vecchi campionatori online trovate una miriade di link a download a librerie storiche oggi non più in commercio; nello specifico, il problema è verificare preventivamente che siano disponibili sul web anche dei software per la conversione a prezzi modici: per alcuni converter/editor si può arrivare a spendere cifre che superano il prezzo di acquisto del campionatore. Vale la pena?

Le prove #1: l’esame esteriore

Siete davanti allo strumento desiderato per provarlo: cosa guardare? Osservare lo chassis vi consente di capire immediatamente se lo strumento è “vissuto”, oppure è rimasto in pianta stabile all’interno di uno studio o sala prove. Anche uno sguardo al fondo dello chassis lo consiglio caldamente, soprattutto se si discute di pianoforti digitali portatili o stage. Se il rivestimento delle viti di fissaggio presenta dei segni, può essere il sintomo che lo strumento è già stato smontato. Switch, fader, potenziometri e serigrafie sul pannello comandi sono un altro indice di possibile usura.

 

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Controllate sempre il buon funzionamento di tutti i controlli fisici

 

Verificate sempre il buon funzionamento di tutti i controlli fisici, con particolare attenzione al display se previsto che – come per il Fantom XR descritto sopra – non deve presentare segni o difetti nello schermo, anche nella retroilluminazione. Uno strumento vittima del fumo di sigaretta potrebbe presentare plastiche ingiallite o addirittura delle velature dietro lo schermo del display. Infine, caldo e sole possono sciogliere nel tempo il rivestimento che ricopre spesso potenziometri e fader, rendendoli appiccicosi al tocco: basta pulirli e non ci sono grossi problemi, ma l’operazione può richiedere in taluni casi di smontare lo strumento.

Le prove #2: la tastiera

Un elemento su cui conviene ritagliarsi una bella porzione di tempo per le verifiche. Tenendo spento lo strumento, provate tutti i tasti prestando attenzione che non emettano rumori strani nell’uso, sintomo di qualche possibile lesione interna. Il ricambio per un tasto rotto è facilmente reperibile online, ma spesso da shop stranieri, quindi ai pochi euro del ricambio c’è da aggiungerne almeno il doppio per le spese di spedizione.

 

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Una meccanica Yamaha

 

Nei pianoforti digitali con meccanica dotata di tasti con parti in legno è buona cosa verificarne i fianchetti. Umidità e sbalzi di temperatura sono un nemico per queste delicate parti, che si gonfiano andando a toccare il tasto adiacente. Recentemente proprio per motivi analoghi ho dovuto rispedire al mittente uno storico Roland RD-1000 proposto a un prezzo stracciato, perché il costo della riparazione era proibitivo.

Altro test importante da compiere è quello riguardante lo stato di sensori e contattiere. Accendete lo strumento e verificate che tutti i tasti rispondano correttamente alle sollecitazioni dinamiche. Partendo dal pianissimo fino ad arrivare al fortissimo provateli uno ad uno: se avvertite una scarsa reattività in qualche tasto spesso può bastare un pizzico di aria compressa per risolvere il problema, ma nei casi più gravi la sostituzione di una striscia della contattiera o di un sensore può costare qualche centinaio di euro.

Last but not least, un tasto rotto frontalmente, come nella foto qui sotto, è ininfluente sotto il profilo della “suonabilità”, ma può essere indice di una caduta rovinosa dello strumento.

 

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Se c'è un tasto rotto, controllate che lo strumento non abbia segni di qualche rovinosa caduta

 

Le prove #3: l’elettronica

Una verifica al parco connessioni consente sempre di evitare sgradite sorprese quando avete lo strumento a casa. In Workstation e campionatori dotati di Out audio multipli, molto spesso il proprietario ha utilizzato solo la coppia L/R Main, quindi è utile concentrarsi sulle altre uscite disponibili. Occhio inoltre alle prese per i pedali quando previste, ma anche all'assenza di polvere negli slot per Card o le porte USB. Attenzione pure a quegli strumenti piuttosto datati in cui il venditore dichiara che ci sarà da cambiare la sola batteria tampone. Ci sono casi in cui – al posto della “pastiglia” odierna semplice da sostituire – potremmo trovare un ingombrante cilindro ben saldato alla scheda, che magari ha rilasciato pure una bella dose di acido. In ogni caso, YouTube in certi casi è un prezioso supporto per verificare non solo il tipo di batteria onboard, ma soprattutto se la sua sostituzione è semplice o complessa.

 

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Un DX7 Yamaha aperto per il cambio batteria

 

Controllate sempre una bella porzione della palette timbri: se qualche suono si interrompe bruscamente o – peggio – presenta degli sgraditi rumori elettronici di contorno è spesso sintomo che uno sbalzo di corrente ha danneggiato la wavetable in ROM. In genere, basta riscrivere il contenuto e tutto torna come prima, ma in alcuni casi i Factory Preset sono disponibili solo su card presso i centri di assistenza. Anche qui, una verifica preventiva nel web sull’architettura e l’eventuale supporto dello strumento fuga ogni dubbio.

Gli accessori

L’imballo, i manuali e gli eventuali accessori a corredo con lo strumento sono sempre sintomo di un venditore che pone una certa cura nella conservazione degli strumenti. Nel caso in cui i manuali siano assenti, sul web oggi si può trovarne almeno una copia in lingua inglese, ma non solo: in siti specializzati è facile imbattersi in preziosi Service Manual, per piccoli interventi di manutenzione se avete dimestichezza con il “fai da te”.

 

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Manuale di servizio del sintetizzatore JP-4 Roland

 

Date sempre un’occhiata infine anche al software in bundle, perché spesso alcuni contenuti sono ancora utilizzabili. Per esempio, il CD-ROM incluso in alcuni moduli Roland Serie JV contiene un’edizione mirata dello storico (e pratico) editor “SoundDiver” di Emagic, che su piattaforme basate su Windows 8/8.1 può ancora funzionare.

Bene, adesso tocca a voi, buona caccia…

 

 

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