Steinberg entra nel campo delle interfacce audio professionali di alta qualità con AXR4, un progetto hardware sviluppato da Yamaha che cambia le carte in tavola e porta l’accoppiata Cubase 10 e AXR4 su inediti confini digitali: 32 bit e fino a 384 kHz di frequenza di campionamento
Se ci fermiamo a pensare alle interfacce audio, a oggi abbiamo questa situazione: nella fascia più alta ci sono pochissimi convertitori modulari dal prezzo stellare, in quella intermedia sotto i 3500 Euro troviamo convertitori puri, convertitori con DSP per l’uso di plug-in nel mixer digitale interno e convertitori con DSP che possono essere usati per alleggerire il carico della CPU. Più in basso, le interfacce perdono i plug-in e spesso sono puri convertitori.
Steinberg si è inserita nella fascia intermedia con la sua ricetta: offre la conversione a 32 bit quando lavora assieme a Cubase, inserisce l’emulazione digitale del circuito Silk per quattro ottimi preamplificatori e arriva a 384 kHz su connessione Thunderbolt 2. Una proposta del tutto particolare, che da una parte spinge verso l’eccellenza audio, grazie all’impiego dei più recenti convertitori a 32 bit di AKM, e dall’altra espande il mondo di Cubase con un’interfaccia audio che da tempo era richiesta negli studi di registrazione e dai producer che da sempre lavorano su questa DAW. Il tutto su connessione Thunderbolt 2, per ora solo su Mac ma in estate anche per Windows, senza sacrificare gli I/O digitali su ADAT, S/PDIF e AES/EBU.
Studiando e provando AX4R, balza all’occhio non solo l’ottima qualità audio dei premplificatori e dei convertitori, ma anche la sofisticata parte digitale che gestisce contemporaneamente plug-in VCM, channel strip e riverbero REV-X con la frequenza di campionamento. Può sembrare una banalità, ma la prima impressione su molti hardware audio è dettata da come esso si presenta, cioè come è costruito il prodotto, cosa cerca di trasmetterci da subito e, soprattutto, cosa cerca di nasconderci! Non è raro infatti incappare in prodotti non economici che poi, una volta aperti, presentano componentistiche che andrebbero bene a fatica per degli hobbisti, figuriamoci per dei professionisti ma, per fortuna, questo non è affatto il caso della AXR4.
Il pannello protettivo superiore infatti, completamente ricoperto da una griglia a fori per il passaggio dell'aria, lascia intravedere senza alcuna fatica la scheda interna. E' tutto davanti agli occhi, senza fronzoli: design semplice ma accattivante, ingombro minimo, solo quello che serve e nulla di più, comprese le promesse. I sound engineer e i producer di oggi non cercano interfacce con funzioni non richieste che creano solo scompiglio e ingombro, per non dire problemi a volte, interfacce spesso molto costose che avremmo volentieri comperato se non fossero state così costose, anche perché accessoriate con funzioni o componenti non necessarie, per non parlare poi del peso e dello spazio occupato in un rack.
Oggigiorno suono, efficienza, potenza di calcolo, affidabilità, compattezza e semplicità di utilizzo sono delle priorità che fanno la differenza, sia perché molti studi ormai hanno abbandonato le console e lavorano completamente In The Box (la somma viene effettuata all'interno della DAW), sia perché in molte situazioni live si vuole e deve poter anche registrare la performance, e uno studio portatile deve quindi essere il più pratico e robusto possibile, senza dover rinunciare alla qualità e alla semplicità.
In ultimo, ma non in ordine di importanza: i project studio professionali stanno crescendo a dismisura grazie ai progressi del digitale e l'ingombro deve essere ridotto al minimo: ci deve essere l'essenziale per raggiungere il top di gamma, nulla di più, non un decimetro quadrato di spazio utilizzato inutilmente. Tante cose stanno cambiando e Steinberg (sotto l'ala protettiva di Yamaha) sembra aver capito dove tira il vento, puntando sulla praticità ed efficienza, qualità in cui, si sa, i Giapponesi sono sempre stati un popolo all'avanguardia. Chi ha progettato le specifiche aveva chiaramente come obiettivo la qualità audio, l’integrazione totale con Cubase e la facilità d’uso che è richiesta da qualsiasi producer che ama Cubase.
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In prova
Partendo dai preamplificatori, la cosa che si nota subito è la precisione estrema sui transienti e la vividezza del suono registrato, cristallino e con quel frizzante giusto sulle alte frequenze. Le due modalità Silk Red e Blue sono molto differenti tra di loro e, poiché hanno un effetto ovviamente non eliminabile sul file audio che verrà poi registrato, è bene scegliere con cura quella più adatta alla situazione e allo strumento. La funzione Red è più scarna sulle basse frequenze e tende a dare enfasi alle altissime frequenze, ammorbidendo anche un poco le medio alte: ottima per le voci femminili e per i tenori, chitarre acustiche, fiati, archi, rullante, chitarre elettriche.
La funzione Blue ha un suono più scuro e molto enfatizzato sulle basse, perfetto per basso, cassa, tom, contrabbasso, sax baritono, voci maschili baritone/basse e tutti quegli strumenti che hanno delle fondamentali o delle armoniche da far risaltare in quel range di frequenze. Negli esempi audio che ho registrato per questo articolo è possibile sentire, su tre take uguali suonate ogni volta, l'effetto del preamplificatore senza funzione Silk (Take1), l'effetto della funzione Red (Take 2) e quello Blue (Take 3). La batteria è invece la drum machine Groove Agent inclusa in Cubase AI 10, fornito di serie con AX4R, utilizzata solo come accompagnamento: essendo un VST non ha subito l'influenza dei preamplificatori di AXR4.
Unica nota dolente di questo sistema: il DSP interno elabora il segnale solamente quando i plug-in dedicati sono utilizzati all'interno di dspMixEfx e, inoltre, non è difficile arrivare al limite della potenza aprendone anche solo cinque o sei. Se utilizzate tali plug-in all'interno di una DAW, il loro peso di calcolo sarà totalmente a carico alla CPU del computer. Mi chiedo perché Steinberg abbia fatto trenta ma non trentuno, visto che oggigiorno avere un DSP esterno che allevia il carico sulla CPU è una cosa che può fare la differenza più in fase di mixing che di registrazione/live, senza nulla a togliere a questi tre plug-in, che sono fatti con cura e sono piuttosto piacevoli da utilizzare. Scelte di progetto. La facilità d’uso da pannello e da software è veramente notevole e supera di gran lunga molte altre interfacce anche dal prezzo più alto. La connessione Thunderbolt 2 mantiene tutte le promesse di bassa latenza.
Conclusioni
AXR4 è un'interfaccia professionale che guarda al futuro del’audio e tiene conto delle esigenze dei sound engineer e dei produttori di alto livello per la qualità di conversione. Per la prima volta è possibile convertire a 32 bit ed estendere, così, la potenza di Cubase che, oggi, diventa l’ecosistema più performante se si parla di audio ad alta risoluzione a un prezzo accessibile. Il target è soprattutto lo studio o il producer basato da tempo su Cubase: il software incontra l’hardware e ne nasce un sistema che oltrepassa i limiti delle altre DAW. Il prezzo è onesto e, se teniamo conto del fatto che acquistando una AXR4 sono compresi anche Cubase AI 10 e il bundle Essential Produtcs, non ci si può certo lamentare.
AX4R farà parlare molto di sé, sia per il prezzo assolutamente accettabile sia perché la sua praticità e qualità renderanno molto felici chi da tempo lavorava su Cubase e attendeva un’interfaccia di alta qualità dedicata e perfettamente integrata nella DAW.
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PRO
Preamplificatori
Conversione AD
Circuito di clock
Silk Texture
DspMixEfx
Semplicità e praticità
CONTRO
DSP interno poco performante
Plug-in assegnabili al DSP solo quando utilizzati all'interno di dspMixEfx
INFO
Prezzo singolo monitor: € 2599