Le tastiere arranger esistono sul mercato degli strumenti musicali da oltre trent’anni. L’offerta è così ampia che ogni tastierista può trovare uno strumento in grado di soddisfare le proprie esigenze particolari: dal professionista più evoluto al principiante in erba.
Ma cosa rende speciale questo tipo di tastiere digitali? E, soprattutto, in un mondo dove la musica si è fatta liquida, perché vale ancora la pena considerare un pezzo di hardware per fare musica?
La meraviglia creata con le proprie mani
La comunità degli appassionati di tastiere digitali, e di arranger in particolare, non è estranea alle meraviglie della musica suonata con le proprie mani. Dopotutto, è questo aspetto che mantiene viva l’attenzione su questi strumenti. Amiamo suonare e provare emozioni: abbozzare una progressione di accordi e ritrovare il ritmo, lasciarci guidare da un accompagnamento per improvvisare con creatività, scontrarci con le nostre imperfezioni per migliorarci, scoprire i nostri difetti e le nostre qualità musicali e tutto il resto. Abbracciamo questi strumenti con tutta la nostra passione, perché è così che noi siamo. Ma che dire agli altri tastieristi, quelli che guardano gli arranger con supponenza o alle nuove generazioni che stanno crescendo immerse in migliaia di soluzioni digitali alternative per fare musica? Se, da una parte, chi compra arranger da 1000 euro in su appartiene ad una popolazione di musicisti la cui età media tende a salire, dall’altra parte c'è tutta una rinascita di giovani tastieristi o di musicisti diversi interessati a prodotti più economici. L'interesse per gli arranger è ancora vivido, ma occorre riflettere su quali siano gli aspetti che attirano le persone.
Eccitante
Ve lo dico senza timore di smentita: suonare un arranger è eccitante. Sin da quando sono stati inventati gli style, suonare un arranger è semplicemente divertente ed emozionante. Pensate a personalizzare i pattern, provare repertori diversi, giocare sul mix delle varie parti, accelerare o rallentare i BPM, simulare arrangiamenti diversi, inventare creazioni nuove, provare i contenuti musicali su diversi modelli, scoprire che c’è sempre un buon motivo per suonare senza il rischio di annoiarsi. La gratificazione immediata ci ha resi tutti vittime di soddisfazioni troppo brevi. Tutto questo toglie l'emotività e ci stanca in fretta. Quindi, piuttosto che mettere basi in playback, proviamo ad essere protagonisti di quello che suoniamo, perché la musica ha a che fare con come viviamo la nostra la vita e penso che tutti dovremmo portare con un po' di entusiasmo nei nostri giorni su questa terra.
L'arranger: ad ognuno il suo
C’è chi suona un arranger per creare. Le funzioni di songwriting non mancano e la possibilità di accedere ad un vasto database di stili pronti all’uso facilita le operazioni ripetitive permettendo all’autore di concentrarsi sulla creatività. C’è chi suona un arranger per intrattenere. C’è stata una stagione, intorno agli anni Novanta, in cui tutti i professionisti dell’intrattenimento sfoggiavano i loro arranger sul palco. Oggi non è più così e la cosa stupisce perché la tecnologia di oggi consentirebbe performance impensabili in quegli anni. Ancora oggi, solo sugli arranger si trovano le funzioni più potenti e più facili per programmare la scaletta di una serata ed essere pronti a stravolgerla al volo richiamando i setting necessari per un brano da eseguire sul momento. Ma qui è il pubblico che è cambiato: come ho già avuto modo di scrivere in diverse occasioni, siamo vittime di una diffusa mentalità pigra che preferisce risentire i brani pedissequi rispetto l’originale piuttosto che un musicista che li reinterpreta: il risultato è che oggi il playback dilaga dal vivo (sic!) peggio di una pestilenza feroce e disgustosa. Ma se trovate in un locale o in una piazza, un vero musicista che sa spremere un arranger, allora vedrete che cosa significa il divertimento per chi ascolta e chi balla.
C’è chi suona per imparare. La notevole diffusione di tastierine con sezione didattica non sono un caso. Non tutti hanno cominciato ad appassionarsi alla musica iscrivendosi al Conservatorio. Molti hanno cominciato con una piccola tastiera economica magari regalata a Natale o al compleanno. E da lì nasce tutto. C’è chi suona un arranger per esercitarsi. Dove la trovate una band di musicisti affiatati e pazienti che non perde mai un beat? I musicisti virtuali che accompagnano in un arranger non litigano mai, non si stancano e sono pronto a suonare quando siete pronti voi. Cominciate le prove senza dover attendere i ritardatari e non manca mai nessuno. Non è fantastico? C’è chi suona un arranger per accompagnare. Non è detto che l’arranger sia esclusivo per chi suona da solo. Un arranger può servire in qualsiasi contesto musicale, data la sua versatilità può trasformarsi in pianoforte digitale, in organo Hammond, in una sezione d’archi, in una batteria o anche solo il basso o la chitarra. O fare tutto il vostro intero Wall of Sound, se preferite.
C’è chi suona un arranger per ricordare. Tutti rievochiamo con affetto la musica con cui siamo cresciuti e, inevitabilmente prima o poi, tentiamo di riviverla. Le stesse emozioni in modo diverso e nuovo, ma sempre quelle. Un arranger consente di cercare lo style più vicino alle nostre tensioni emotive del momento e di suonare per sentirci di nuovo bambini, quando eravamo immersi nella meraviglia più pura e sincera. C’è chi suona un arranger per lavorare. Chi produce jingle pubblicitari, sigle, colonne sonore, demo, musica per podcast o filmati YouTube si trova sicuramente a proprio agio con uno strumento che fornisce tutto il corredo di quello che serve per un prodotto dignitoso: tavolozza sonora ampia e professionali, effetti di qualità, ritmi e stili per un ampio repertorio.
Ogni giorno che passa
Ma tutto parte da un aspetto: suonare, suonare con le proprie mani. La musica su un arranger è un processo continuo. Imparare e padroneggiare i pattern degli style, la sezione effetti, il mixer di bordo, la diteggiatura degli accordi e tutto il resto ti renderanno un musicista più consapevole. Tutti i possessori di un arranger sanno che il controllo della musica dipende dalle proprie capacità, quindi tutto deve essere fatto per far funzionare la musica. Questa è una delle grandi cose delle tastiere con accompagnamenti: puoi capire meglio il tuo strumento digitale e te stesso continuamente, ogni giorno che passa.