Non una replica esatta, ma un virtual instrument che emula il classico suono anni ottanta degli storici sintetizzatori OB di Oberheim, integrando nuove opzioni per espanderne e al contempo attualizzarne i territori sonori: ritorno al futuro…
Dopo la storia dell’Oberheim OB-Xa raccontata da Luca Pilla in questo articolo, ecco la prova della nuova emulazione dedicata di Arturia. Un tassello disponibile subito, ma volto a impreziosire la futura ottava versione della suite V Collection del brand francese.
Originale vs OB-Xa V: quali differenze?
Come consuetudine, Arturia fornisce una replica in termini di suono dell’originale, ma in questa simulazione estende le possibilità di programmazione fornendo anche sezioni riprese da altri sintetizzatori Oberheim. Nell’Arturia OB-Xa V è possibile selezionare fino a quattro tipi di forme di onda per ciascun oscillatore; la polifonia raddoppia fino a 16 voci e nel modo Unison è possibile combinare fino a otto voci. I controlli di Pan delle voci, in origine accessibili aprendo fisicamente lo chassis dello strumento, nell’OB-Xa V sono celati sopra la prima ottava della tastiera e visualizzabili tramite un clic del mouse, ma non solo: a supporto è stata inserita l’originale modalità Stereo Spread, con parametri Offset per oscillatore, LFO e filtro. Superando le otto note di polifonia a ogni potenziometro di OB-Xa V sono assegnate una coppia di voci (1-9, 2-10, ecc).
Arturia ha introdotto nell’OB-Xa V le emulazioni di sezioni quali l’X-Mod di provenienza OB-X e il Filter Mod previsto nel successivo OB-8. Per accedere alle funzioni avanzate, basta cliccare sulla parte superiore del pannello: la sezione Modulations è dotata di quattro inviluppi (definiti Function) impostabili anche in Loop, in cui è possibile combinare in ciascuno fino a 14 segmenti e indirizzarli a oltre 50 parametri di OB-Xa V. Nella Modulation Matrix è possibile associare fino a sei destinazioni di controllo diverse (in positivo o negativo) a sorgenti quali la Velocity, il numero di nota, l’Aftertouch, la Modulation Wheel o l’inviluppo del filtro.
L’ultima introduzione di rilievo fatta da Arturia riguarda il parco effetti, perchè potete impostare fino a tre blocchi in serie/parallelo, selezionando i seguenti algoritmi:
- Reverb
- Delay
- Chorus
- Flanger
- Phaser
- Overdrive
- Compressor
- Bit Crusher
- Multimode Filter
Requisiti di sistema
Arturia indica l’uso dell’OB-Xa V con piattaforme a 64 bit quali Windows 7 e Mac OS X 10.8 o superiori, dotate di una CPU a 2,5 GHz, 4 GB di RAM, una GPU compatibile Open GL 2.0 e 1 GB di spazio libero su hard disk. OB-Xa V può operare sia in modalità stand alone che come plug-in nei formati VST 2.4, VST 3, Audio Unit e AAX.
Il test
L’installazione si compie sempre attraverso il Software Center di Arturia: in pochi minuti siete operativi e con ben cinque licenze utilizzabili. Ottimo. Le differenze con l’originale in termini di struttura sono molte: per esempio, il Filter Envelope è stato spostato nel menu Advanced, per modulare il Cutoff del filtro con qualsiasi altro parametro della simulazione. Sempre nei controlli del filtro sul pannello è stato inserito un piccolo mixer per dosare rispettivamente i livelli dei due oscillatori e del Noise Generator. Anche l’arpeggiatore è un gradito bonus fornito da Arturia, con sei preset selezionabili e controllo Rate per regolarne la velocità di esecuzione da 0,1 a 50Hz, oppure il Time Signature da 1 a 1/64 se lo switch Sync è attivato. Come altre simulazioni Arturia, anche l’OB-Xa è piuttosto goloso di risorse e attivando le modalità Unison e Stereo Spread, con un laptop basato su CPU Intel i5 (8th gen), si può raggiungere facilmente percentuali variabili tra il 15 e il 18 per cento. Per chi scrive, questo spiegherebbe la scomparsa della modalità Keyboard con opzioni split/layer previste nell’originale; per chi possiede la V Collection o un controller Arturia, l’opzione è replicabile aprendo due istanze dell'OB-Xa V in una performance della Analog Lab.
Riguardo al suono, da sempre sostengo che il successo di uno strumento è determinato dalla qualità dei preset, ovvero dalla “benzina che ne alimenta il motore”, e nell’OB-Xa non rimarrete delusi. Nel database di quasi 400 preset a corredo troverete infatti un bel numero di timbriche che rimandano a storiche hit degli ultimi quaranta anni, in grado di tenervi inchiodati davanti al monitor per una bella porzione di tempo. Un esempio a riguardo è il preset “A Little Special”, in cui con piccoli ritocchi su filtro ed effetti ho ottenuto con ottima approssimazione il timbro impiegato dai Depeche Mode per la melodia di “Just Can’t Get Enough”. Il carattere sonoro dell’originale è perfettamente emulato, perché rispetto ad altri synth virtuali, un timbro dell’OB-Xa V è in grado di emergere all’interno di un mix: mica poco! Sui pad ho la sensazione che Arturia non abbia voluto calcare la mano con il Detune delle Voci, restituendo un suono più adeguato ai tempi; in ogni caso, scelto il preset preferito basta intervenire a piacere sul parametro dedicato se amate un suono più vintage.
Anche il carattere dei filtri rispecchia fedelmente l’originale: così come descritto da Luca Pilla nel suo focus, anche nell’OB-Xa V il contenuto delle frequenze basse e medio alte cambia in maniera marcata secondo il tipo di filtro selezionato (12 o 24 dB/Oct). Range di impiego dell’OB-Xa V? Grazie all’introduzione di elementi previsti sugli altri “fratelli” della serie OB, la simulazione di Arturia si candida a prima scelta nella mia tavolozza timbrica non solo per pad, strings e brass vintage di notevole spessore, ma anche per timbriche percussive irrobustite dallo Unison da impiegare per linee guida o piccoli fraseggi, magari sfruttando anche l’ottimo arpeggiatore a corredo. Cosa non mi è piaciuto dell’OB-Xa V? Personalmente, nei preset dove era inserito ho immediatamente disattivato il Bit Crusher, perché introduce fastidiosi rumori di contorno che – in tutta sincerità – nell’originale non ho mai percepito. Migliorabile anche il riverbero, perché solo incrementando drasticamente l’MS Mix si avverte una certa spazialità nell’effetto. Per concludere un cenno alle funzioni MIDI: la serie KeyLab è il complemento perfetto per avere buona parte dei controlli sotto le dita nel giro di pochi secondi, e devo ammettere di essermi divertito a stendere dei pad anche con la meccanica pesata del modello 88 MKII ricevuto per le prove. In tutti gli altri casi giunge in soccorso l’intuitivo MIDI Learn onboard: ben fatto.
Conclusioni
L’OB-Xa V sale sul podio dei miei preferiti tra le emulazioni del brand di Grenoble, accanto al Jupiter V, il Mini V o il Fairlight. L’interfaccia studiata da Arturia è “user friendly” e consente di muovere i primi passi con soddisfazione; in seguito, esplorare la programmazione avanzata e i pannelli nascosti vi permette di estendere le possibilità sonore andando ben oltre quanto Tom Oberheim ha immaginato in origine. Volete emulare con il vostro computer il carattere di un sintetizzatore iconico degli anni ottanta come l’OB-Xa? Sappiate che investendo su questa emulazione son soldi spesi bene: brava Arturia!
Ci piace
Suono convicente
Sezione Modulations nell’Advanced Mode
Polifonia raddoppiata
Non ci piace
Effetti Bit Crusher e riverbero migliorabili
INFO
Arturia OB-Xa V €199