Elektron Digitakt è un Sampler e drum machine, capace di gestire audio e midi: più di una groovebox, più di un campionatore.
Elektron Digitakt è una sampling drum machine con una architettura puramente digitale e mette a disposizione otto tracce audio e otto tracce MIDI per pilotare strumenti esterni. Possiamo caricare i nostri sample nel +Drive (1GB) e manipolare i suoni grazie a effetti, filtri, creare sequenze e beat anche molto complessi, grazie alla profondità della programmazione, in modo piuttosto rapido. Ma andiamo con ordine.
Incontriamo Digitakt
Digitakt ci viene presentata in una scocca di metallo nera quadrata, del tutto simile a Digitone, con i classici encoder rotativi e i pulsantoni di plastica che caratterizzano tutte le macchine Elektron. Dal punto di vista costruttivo sicuramente solide e molto ben progettate. Digitakt offre connessioni USB, MIDI In, OUT e Thru, due In e due Out ¼ e uscita cuffie dedicata. Il corredo di accessori forniti dal costruttore comprende un bellissimo cavo USB e un alimentatore. Non abbiamo uscite separate per le varie tracce audio.
Digitakt è una macchina molto profonda e che richiede tempo per essere metabolizzata, per così dire, motivo per il quale risulterebbe impossibile descriverne ogni funzione in un articolo. Vediamone insieme l’architettura, le peculiarità, il workflow, cosa offre e a chi si rivolge, rimandando al manuale il lettore curioso di comprendere più a fondo ogni singola funzione, oppure a questo esaustivo Mega Tutorial di Cuckoo.
Lo schema fornito nel manuale chiarisce in breve il percorso del segnale e le possibilità offerte dalla macchina. La data structure è simile a quella di altre macchine Elektron, con il +Drive al centro, che contiene fino a 128 progetti e i samples. Ogni progetto può contenere fino a 127 samples pronti all’uso e 128 pattern. Le otto tracce MIDI possono controllare strumenti esterni triggerando fino a quattro note ciascuna.
Il progetto, dicevamo, è l’unità base, all’interno del quale caricheremo una selezione di samples da arrangiare e modificare in uno o più pattern. In ognuna delle otto tracce audio potremo scegliere un campione, modificarne l’intonazione, playback, livello, start point, lunghezza e punti di loop (comoda visivamente nella seconda pagina Source, in cui compare la forma d’onda), oltre a poterlo colorare (o distruggere) con Bit Reduction.
Avremo poi, naturalmente, la possibilità di filtrare il sample con High Pass, Low Pass a due poli e con un EQ parametrico. Il filtro è anche controllabile con un inviluppo dedicato. La seconda pagina del filtro ospita il base/width filter, introdotto con l’OS Update 1.30.
Proseguendo, nella pagina Amp possiamo gestire l’inviluppo sul volume, quantità di Overdrive, Riverbero, Chorus e Delay e Pan. Questi, inoltre, hanno a disposizione delle pagine dedicate per controllarne i loro parametri. La sezione di LFO risulta particolarmente interessante, specie dopo la recente aggiunta di un secondo LFO per ognuna delle tracce audio. Le destinazioni possibili sono tantissime e modulare è davvero molto semplice in Digitakt.
A proposito di aggiornamento, recentemente Elektron ha rilasciato un importante update del sistema operativo, 1.30, che, tra le moltissime e gustosissime novità, introduce un secondo LFO (duplicando le possibilità di modulazione, uno dei punti, a parere di chi scrive, migliori della macchina), un filtro base/width, EQ parametrico tra i comportamenti di filtraggio, estensione del parametro di intonazione sino a -60 semitoni, External Mixer In, e moltissimo altro. Possiamo trovare una lista dettagliata di tutte le novità sul sito di Elektron.
La gestione dei sample e la loro organizzazione avvengono tramite il profondissimo sequencer, che offre fino a 64 step e infinite possibilità, a partire dai diversi modi di registrare (Live, Step e Grid), Parameter Lock e Trig Conditions, per rendere ancora più unici e mutevoli i nostri pattern. Tra i parametri che possono essere modificati “per step” ricordiamo anche sample selection, il che permette, ad esempio, di sfruttare una sola traccia audio con più campioni (i drum pattern si prestano bene a questa opzione).
Pagine, Step e parametri possono essere copiati, così come gli interi pattern. Nel caso volessimo rendere il tutto più piccante, potremmo creare catene di pattern per costruire performance più complesse. Insomma, il sequencer Elektron, tanto potente per i live, è qui con noi.
Parlavamo di sampling machine, e infatti Digitakt può campionare, naturalmente. Possiamo collegare le sorgenti esterne tramite le connessioni sul retro o ricampionare il segnale in uscita. La brutta notizia è che anche usando EXT o INT L + R il segnale verrà sommato in mono. Il massimo che riusciremo a campionare sarà 33 secondi di materiale.
In Chromatic Mode, inoltre, potremo suonare i nostri sample, evitando di passare di traccia in traccia, funzione utilissima con sample intonati, per sperimentare o per fraseggiare nel caso costruissimo timbriche mettendo in loop singoli cicli di forma d’onda del nostro campione.
Live o in studio, Digitakt possiamo farla interagire con i software preferiti, grazie grazie all’applicazione gratuita Overbidge, che ci permetterà di controllare Digitakt comodamente nella nostra DAW.
IN PROVA
Chi scrive non è nuovo all’unboxing di macchine Elektron, e l’esperienza è sempre piacevole: la scatola di ogni macchina ha un colore particolare, e la dotazione è del classico alimentatore e cavo USB.
Digitakt, così come Digitone a cui somiglia molto, è solidissima e dal design accattivante. La struttura operativa, al di là delle ovvie differenze che intercorrono tra macchine diverse, rimane simile nella logica e nel sequencer, ma bisogna ricordare che imparare ad armeggiare con questa richiede un po’ di tempo e di armarsi di pazienza, caffè e manuale. Alcune operazioni, come il salvataggio di suoni e la gestione dei progetti, sono particolarmente laboriose, senza contare che per i limiti di spazio della macchina dovremo far spesso i conti con shortcut e combinazioni di tasti.
Iniziamo a importare i campioni
Possiamo caricare i file in modo relativamente semplice grazie all’applicazione gratuita Elektron Transfer. Colleghiamo la macchina via USB e una volta aperta l’applicazione ci basterà trascinare i campioni nella finestra, il gioco è fatto. Uno slot SD avrebbe reso le operazioni ancora più semplici; tuttavia, Transfer funziona bene e non presenta difficoltà di sorta. Una volta importati i samples in +Drive, dovremo selezionarli e caricarli nel progetto attivo (fino a 127), in modo da trovarli nel pool accessibile dal parametro Sample Select in ognuna delle otto tracce audio.
Digitakt ha già dei campioni “di fabbrica” con i quali iniziare a divertirsi e sono sample di ottima fattura. I drum samples in particolare sono degni di menzione. Oltre a questi avremo a disposizione anche dei singoli cicli di forma d’onda da sfruttare con il Chromatic Mode per suonare (o programmare) lead, bassi, ecc.
È una drum machine? Non proprio: già solo la mancanza di pad fa capire che siamo di fronte a una macchina pensata per essere qualcosa di diverso, un tool con il quale giocare con i campioni, ma anche un profondo mezzo per performance live, per creare e catturare suoni. Nonostante sia piuttosto comodo e immediato il processo di campionamento, la possibilità di fare slicing e provare a riarrangiare i campioni in Chromatic Mode manca (è una funzione che è disponibile in Octatrack, dove potremo anche utilizzare un LFO randomico per la selezione delle varie slice, interessante, vero?).
Nonostante la ripida learning curve, Digitakt ha qualcosa nel workflow che cattura. Ho apprezzato, qui molto più che in Digitakt, i parameter lock sulla selezione del campione, che permettono di sfruttare al meglio tutte le tracce audio. Gli effetti, come di consueto, sono di buona qualità, e aiutano moltissimo a manipolare il suono, specie combinando riverbero e overdrive.
Gli LFO sono i protagonisti del movimento, e nel mio test ho sperimentato come LFO randomici assegnati a destinazioni come Sample Start e Sample Select possano regalare varietà e imprevedibilità che fanno dimenticare ben presto i limiti di pattern e di 64 step. Nello specifico, ho provato a caricare lunghi droni, performance di piano, mallets, strings e cori, e assegnando ad ognuno un punto di start mutevole così da far saltare il playback in punti diversi del file. Una tecnica molto interessante per creare varietà.
Al di là dei classici beat che possiamo creare campionando e gestendo i sample nel sequencer, un suggerimento di Loopop risulta particolarmente interessante, e cioè sfruttare la macchina per creare loop asincroni, ossia utilizzare le otto tracce per mettere in loop campioni non a tempo e che ciclicamente si incrociano.
Prenderci la mano, poi, è semplice. Tra Parameter Locks, Trg. Conditions e modulazioni i pattern prendono vita sotto le nostre dita e la macchina sembra suggerire un modo “diverso” di pensare e lavorare, e credo sia questo uno dei pregi principali di Digitakt, portarci a pensare e a creare utilizzando un workflow.
Inoltre, la community stretta attorno a Digitakt è ben più che una nicchia, ed è interessante vedere come tante creazioni diverse provengano da diversi modi di pensare alla macchina. Tra tutti, da anni seguo il lavoro di Aldo, che spesso descrive in maniera molto accurata tutti i procedimenti utilizzati per creare le sue patch, e lo segnalo a tutti coloro che volessero approfondire l’utilizzo della macchina o semplicemente trovare nuove idee.
CONCLUSIONI
Elektron Digitakt è un tool interessantissimo e per molti irresistibile, specie se abituati alla performance Live o a lavorare con samples. La profondità del sequencer e la ripida curva d’apprendimento sono ricompensate con un workflow che è potenzialmente vincente, che però richiede tempo per essere apprezzato in ogni sfumatura e diventare un tool molto creativo.
PRO
Sampling rapido e divertente ed effetti molto interessanti
LFO aprono le porte a molte possibilità diverse
Sequencing profondissimo, grazie anche a 8 tracce MIDI
CONTRO
Learning curve piuttosto ripida
No Slicing
INFO
Elektron Digitakt €759,00