Una riedizione di uno storico strumento, ma con una nuova veste e contenuti che strizzano l’occhio non solo a chi muove i primi passi, ma anche al giovane producer per semplificarne il processo creativo.
La prima Korg i3 comparve nel 1993: la punta di diamante di una gamma di modelli che rivoluzionò il settore, aprendo la strada al concetto di “Workstation Arranger”. Oggi Korg mischia le carte e inserisce la i3 come apripista tra le sue Music Workstation, ma questo nuovo strumento deriva strettamente da modelli della famiglia Entertainer Keyboards come la EK50: schermo, pulsanti e usabilità hanno evidenti richiami reciproci, oltre al comune obiettivo di attrarre l’attenzione delle nuove generazioni. Siamo in uno scenario di mercato diverso da quello degli odierni arranger professionali “Made in Italy” della serie Pa. Qui la progettazione è tutta giapponese e la distanza fra le due categorie di modelli si sente. Nonostante tutto ciò, i3 è uno strumento leggero con sonorità vivaci e funzionalità moderne, due aspetti che potrebbero risultare molto interessanti anche per i giovani producer.
Korg i3: uno sguardo esterno
Korg i3 è disponibile in due colori: nero classico e argento vivo, quest’ultimo molto elegante. Le forme sono attuali, anche se ricordano vagamente proprio l’i3 originale. Per disporsi a suonare, occorre il collegamento alla rete tramite adattatore AC esterno, il cui cavo può essere messo in sicurezza da un gancio esterno che ci assicura dal rischio di strappi improvvisi. In alternativa, è possibile fare ricorso a sei batterie LR6 AA. Data l’assenza di un’amplificazione onboard, le batterie concedono di suonare a lungo in autonomia. Il pulsante di accensione va cercato sul retro: è protetto da due alette di plastica rigida, che evitano il rischio di spegnere inavvertitamente lo strumento sfiorando il tasto. I 61 tasti dinamici sono di passo regolare, non sono semi pesati ma danno fiducia e la loro corsa è sicura: si fanno apprezzare rispetto gli strumenti della concorrenza di pari prezzo.
Le connessioni
Due uscite audio jack agevolano il collegamento a due diffusori per il doppio segnale mono o stereo. Anche la presa cuffie è nel retro. Alla singola presa per il pedale disponibile è possibile collegare non solo un sustain, ma in alternativa anche una variante per il controllo dell’espressione/volume; la Korg i3 non supporta il mezzo pedale e il sustain non ha effetto sulla parte sinistra di split. Sempre sul retro dello strumento, sono presenti una porta USB To Host, per collegare tramite cavo un PC o un MAC e una porta USB To Device per inserire una memoria di tipo Flash. Korg i3 può gestire tali memorie fino a 2TB (urca!) se formattate con FAT32. Altrimenti con FAT16 si arrivano ai 4GB convenzionali. Un ingresso Audio In consente di inviare una base musicale, o un qualsiasi segnale audio, da uno smartphone o da un tablet allo strumento: tale segnale può essere registrato o veicolato alle uscite stereo.
Il pannello comandi
Lo schermo LCD al centro del pannello è monocromatico, non grafico. La sua lettura è comoda, grazie alla buona luminosità. Korg ha fatto del proprio meglio per compattare e facilitarne l’immediata comprensione, dando gerarchie alle informazioni, diversificando dimensioni dei caratteri, utilizzando cornici e facendo ricorso ad etichette in inversione di immagine. Lo schermo è circondato da una estesa serie di pulsanti retroilluminati. Questi possono accendersi e spegnersi in base al loro stato oppure possono cambiare colore da verde a rosso, modificare la loro intensità, il tutto in base allo stato del momento. Alcuni di questi lampeggiano: il Tempo funge da metronomo ad impulsi di luce. I progettisti Korg si sono divertiti con questi pulsanti retroilluminati: durante la fase di accensione, lo strumento avvia una coreografia di luci e colori molto simpatica. Cosa rara per un arranger, sono presenti due manopole di controllo dell’EQ. Il joystick offre un’immediata gestione del suono per chi agisce con pitch bend e modulazioni.
Sul pannello, in alto a sinistra, spiccano due tasti fondamentali, alternativi fra di loro: si accende di rosso intenso quello attivo fra i due. Il primo è Sound Set e dà la possibilità di comandare tutti i timbri dello strumento perché possano essere suonati con le proprie mani sulla tastiera. Il secondo è Grand Piano Sound e, come dice il nome, mette il musicista nelle condizioni di suonare il preset principale di pianoforte a coda. Nel modo Sound Set, i3 offre la possibilità di sovrapporre fino a tre timbri e un quarto in split con la mano sinistra. Per richiamare i suoni, occorre agire sulla parte destra del pannello in modi diversi: ruotando la rotella, premendo i due pulsanti sottostanti + e – oppure agendo su altri due pulsanti CATEGORY posti ancora più in basso e che fanno scorrere tra le famiglie dei suoni.
Modalità operative
La i3 ha ereditato la filosofia degli arranger Korg in vigore da una vita, e cioè le quattro modalità operative. Nel modo Sequencer si possono riprodurre brani musicali (in formato MP3, WAV o SMF) o registrarne di propri. La modalità Setting serve per regolare le impostazioni come la dinamica dei tasti, l’intonazione e così via. Infine, nella modalità Media, si ha accesso all'unità flash USB per caricare nell'i3 i dati ivi salvati. Per tornare al modo principale Performance, dove è possibile sfruttare tutti i suoni oppure avviare gli accompagnamenti automatici, si dovranno premere insieme i tasti SEQ, SETTINGS ed EXIT (SHIFT).
User Experience
Dal punto di vista dell’usabilità, la stragrande maggioranza delle operazioni richiede di premere due pulsanti contemporaneamente: ad esempio, per attivare il metronomo, occorre premere EXIT (SHIFT) e insieme METRONOME, sia per avviare sia per fermare. Oppure per cambiare il tempo durante l’esecuzione dello stile, si deve tenere premuto il tasto Tap Tempo e contemporaneamente girare la rotella: ed è chiaro che, in quel momento, non si potranno effettuare cambi di accordo avendo entrambe le mani impegnate. I pulsanti Octave +/– diventano Transpose se premuti insieme a EXIT (SHIFT). Il pulsante EXIT (SHIFT) va tenuto premuto anche per attivare o disattivare le parti UPPER 1-2-3-LOWER. Attivando LOWER, la tastiera si mette subito in Split. Attivando però lo SPLIT HOLD, la mano sinistra sarà muta e i3 si limiterà al riconoscimento degli accordi (questa cosa non viene ricordata al cambio di stile). Il punto di Split non può essere cambiato al volo e si dovrà andare nel modo Setting. È possibile impostare il riconoscimento degli accordi sulla parte Left oppure su tutta l’estensione della tastiera. Nel caso dei quattro set associati ad uno stile, può quindi succedere che, da un set all’altro, cambi il metodo di riconoscimento in base allo/agli strumenti da suonare. I quattro set poi non seguono necessariamente il crescendo classico che va dalla variazione 1 alla variazione 4, dalle strofe al ritornello fino al gran finale. Si dovrà quindi prendere confidenza con i valori proposti o modificarli.
Il sound set di Korg i3
Nel modo Sound Set, i3 si esprime bene: in modo split, con tre suoni in layer (non banale in questa fascia di prezzo) sulla mano destra e un quarto sulla sinistra, si trovano numerose costruzioni sonore interessanti, già solo scorrendo i preset. Lo strumento nasce con 200 memorie preimpostate: sono configurazioni dello strumento preparate con cura da Korg, con timbri in layer o split, con effetti ed EQ corretti per la migliore interpretazione, senza dover lavorare “a manina” per cucire i parametri su misura. Il database di campioni PCM propone 790 suoni tipici della famiglia Korg; l’editing delle timbriche è essenziale e praticabile solo dal mondo esterno, tramite una manciata di Control Change assegnati a parametri quali Brightness, EG Time, Decay o Vibrato Rate. La tavola degli effetti espone 170 tipi ed è un buon numero, ma le due manopole sono a disposizione del solo EQ e non della mandata degli effetti, che i concorrenti inseriscono anche su tastierine più economiche.
Il timbro di Grand Piano - e delle altre varianti di pianoforte acustico - suona effettato, brillante e con accentuazione dell’attacco: non è una sorpresa, i3 non è rivolto a chi dà priorità all’emulazione della complessa gamma di gradazioni naturali di un pianoforte acustico a coda. I suoni di pianoforti elettrici si difendono bene, ma non coprono tutte le sfumature della categoria. Alcuni campioni sono noti e derivano da altri strumenti Korg, compresi quelli della serie Professional Arranger; ad esempio, suonano identici su i3 e serie PA: M1 Piano, DW8000 EP, Jimmy Organ, Jazz Organ, Dirty B, Killer B e molti altri; in questi suoni, sono le dimensioni dei campioni e la qualità degli effetti che fanno la differenza, e la diversità tra i3 e serie Pa si sente. Il riverbero di Pipe Mixture cambia il carattere del suono, mentre Full Pipes sembra addirittura un altro suono a parità di campione. La sensazione è che i progettisti Korg abbiano stabilito di “spingere” il suono per uscire aumentandone l’impatto, al fine probabilmente di spremere al massimo le risorse hardware disponibili. Rispetto la serie Pa, si nota l’assenza dei suoni naturali DNC. Dove i3 invece non sfigura affatto è nella categoria dei Pad dove Meditate, The Pad, Future Pad, Dark Pad e tutta la famiglia di suoni Korg sono impeccabili. O anche nei synth lead, come ad esempio Analog Lead oppure ElectroLead. Premendo a lungo la stessa nota di quest’ultimo, si possono ascoltare tutte le variazioni della forma d’onda per almeno 13 secondi prima che si stabilizzi; Sine Wave invece si fa notare per la decadenza diversa. Mi ha colpito la presenza di timbri e ritmi percussivi brillanti e molto presenti, che danno energia e vivacità allo strumento: è come se l’essenzialità delle drum contribuisse ad aumentare il “tiro” nel mix di uscita, rispetto i Professional Arranger.
Sezione arranger
I 270 style coprono un ampio repertorio e sono orientati a pop, rock, EDM e latino, trascurando i ritmi della vecchia guardia. Sono presenti diversi stili già noti in casa Korg come Guitar Bld1 e Fire Rock (quest’ultimo in una versione incendiaria). I pulsanti di controllo degli accompagnamenti non hanno forme gerarchizzate e sono retroilluminati in rosso o verde quando sono attivi. Quando si avvia lntro/Ending, lo schermo scandisce sullo schermo LCD il conteggio di misure che separano dalla fine del pattern. Gli Intro e gli Ending sono due: se è attivo il primo, il pulsante è verde; se è attivo il secondo, il pulsante è rosso. Ogni stile ha quattro Style Performance vale a dire quattro Sound Set ideali da associare ai vari pattern con passaggi manuali. È possibile ritoccare il volume mix delle quattro parti, tenendo premuto il pulsante relativo e girando la rotella. I processori di effetto 1 e 2 valgono per le parti da tastiera mentre 3 e 4 sono per gli accompagnamenti e le song. Tutti i Sound Set hanno un effetto di default da decifrare con l’ascolto. Il livello di intensità dell’effetto è regolabile tenendo premuto la parte UPPER 1, UPPER 2, UPPER 3 oppure LOWER e facendo girare la rotella: anche in questo caso, avendo le due mani impegnate non si riesce a sentire la variazione dell’effetto in tempo reale. Per organizzare le proprie scalette, c’è Set List che lavora su 10 banchi di 5 locazioni di memoria ciascuna. Ogni memoria salva il Sound Set, il volume, lo stato delle parti, lo stile, gli effetti e il tempo. Non è possibile assegnare nomi alle proprie memorie, quindi bisognerà organizzarsi con un blocco note a parte.
La sezione arranger di i3 eccelle in due categorie di stili: Dance e Special. Nella categoria Dance soprattutto, sfruttando gli otto accordi preimpostati nel Chord Mode, il musicista può concentrarsi nel groove e nello Style Performance, dove Korg ci dà l’impressione di essersi impegnata a fondo. Vi confesso che, di solito, gli stili della categoria Dance di un arranger non sono quelli che mi attirano di più; qui, invece, è tutto diverso. Sono rimasto sorpreso quando ho realizzato di essermi dilungato nei miei test su stili come HouseGarage, House, Dream, Techno, Underground, Progressive, Jungle, Hip Hop e così via. E dire che non è proprio il mio repertorio di riferimento. Mi immagino un ragazzo giovane ma esperto della materia, qui troverà pane per i propri denti. Per non parlare della categoria Special dove si possono trovare stili di repertorio più attuale come Shape per Ed Sheeran o altri ritmi contemporanei a cui si prestano stili come Magic, Bad G, Ecstasy, Gold Beats, Play the i3, OldSchool e Chiptune. La presenza di una traccia percussiva più aggressiva negli stili rispetto la serie Pa, rende interessante suonare l’arranger con i3. Lo style Classic Beat, a parità di arrangiamento, sembra uscire più pimpante da i3, mentre su Pa suona più sicuro di sé e ricco di sfumature. Sono strumenti diversi e se il vostro desiderio è uscire con una tastiera digitale semplice ma efficace, alla garibaldina, i3 potrebbe fare al caso vostro. Non c’è Style Editor. Stupisce di più l’assenza di un arpeggiatore, così fondamentale per EDM, dato che ne sono dotati gli strumenti della concorrenza anche più economici. La compatibilità di scambio degli stili è con Pa50 e Micro Arranger, ma non con la serie Pa.
Chord Mode
I tastieristi avvezzi a suonare con i pad a pannello, troveranno interessante il Chord Mode: otto accordi diversi sono assegnati ad otto pulsanti sul pannello. Sono accordi fissi per ogni stile, non possono essere modificati e tendenzialmente sono nella stessa scala armonica. Essendo fissi, qualora si volesse cambiare tono, si dovrà fare ricorso al Master Transpose. Il Sync Start Stop è sensibile al pulsante del Chord Mode: ho trovato quindi divertente poter avviare lo stile, dopo aver selezionato il pattern da cui partire (Intro, Count-In o una variazione), semplicemente premendo il pulsante dell’accordo di partenza del Chord Mode.
Sequencer Mode
Il lettore di bordo è in grado di gestire basi MIDI (SMF), MP3 e WAV. Tutti questi formati possono essere controllati dai pulsanti classici di playback: Play/Stop, Pause, Fast-Forward, Rewind. È possibile mettere in loop una porzione di una song: nelle basi MIDI si ha la precisione a livello di misura, nelle basi audio il loop comincia un secondo prima del punto di avvio. Tutto quello che si suona su i3, accompagnamenti compresi, può essere registrato sul sequencer MIDI a 16 tracce: ogni singola traccia può essere registrata in sovrapposizione totale (Overwrite) della registrazione precedente, o in sovraincisione non distruttiva (Overdub). Mancano funzioni di quantizzazione. La registrazione audio avviene sul dispositivo USB. Invece, l’uscita USB TO HOST non invia alcun segnale audio: è richiesta un’interfaccia audio esterna. Questo risparmio è probabilmente dovuto a scelte progettuali: i concorrenti hanno preso strade diverse offrendo l’interfaccia audio integrata negli arranger in questa fascia di prezzo. È apprezzabile invece la presenza dell’uscita MIDI OUT, in via di estinzione nelle tastiere economiche dei concorrenti.
In prova
Cominciamo segnalando la straordinaria leggerezza del peso: solo 4kg. Si può sollevare con una mano sola e stupisce quanto sia lieve. All’accensione, la macchina è pronta a suonare lo stile Funky Sat. con il suono Digi Pizz. Questa apertura ci dà il sapore dello strumento forte nei synth e nei suoni moderni. Tutto questo la dice lunga sul repertorio ideale di chi sceglie i3. Korg si rivolge a chi cerca uno strumento dove i propri temi musicali e le frasi personali possano prendere fuoco ed esplodere rapidamente in produzioni complete pronte ad essere riprodotte. Korg i3 è il sintetizzatore ideale per il compositore in erba, l'esecutore energico di musica contemporanea o l'ispirato produttore emergente. L’usabilità non è complicata, ma è richiesto uno sforzo iniziale, prima di andare a memoria nell’operatività. Nulla di difficile, ma gran parte delle funzioni esigono la pressione di due pulsanti. Questa tecnica del doppio tasto richiede tempo perché diventi naturale.
Software in bundle
Sotto un aspetto Korg vince e sbaraglia tutta la concorrenza: il software incluso è esagerato. Acquistando un esemplare di i3, si riceve il codice di accesso al download di app per iPhone/iPad come la DAW di KORG Gadget 2 Le e KORG Module. Inoltre per PC e Mac si possono scaricare della versione ufficiale di KORG Collection - M1 Le, UVI Digital Synsations, AAS Ultra Analog Session, AAS Strum Session, AAS Lounge Lizard Session, Propellerhead Reason Lite (DAW), KORG Gadget 2 Le for Mac (DAW) e iZOTOPE Ozone Elements (Audio Mastering Plug-in Software). Un bundle software di tutto rispetto, a differenza di tutta la concorrenza. A tutto questo si aggiungono tre mesi gratuiti di lezioni per pianoforte su Skoove.
Conclusioni
La novella i3 esprime qualità a prezzi contenuti. Qui Korg intende soddisfare quei musicisti che, non disponendo di risorse finanziarie che concedono l’accesso a workstation arranger di rango, sono alla ricerca di uno strumento hardware che disponga a bordo comunque di un ampio numero di suoni professionali, capaci di coprire la varietà timbrica, prestando attenzione a sonorità moderne ed elettroniche con pattern impetuosi, eventualmente a scapito delle nuance tipiche del realismo oggi possibile con il campionamento degli strumenti acustici. Potranno trovare pane per i loro denti quei giovani musicisti che hanno la necessità di essere pronti a suonare con un singolo tocco e lo possono fare grazie alla funzione Set List che permette di registrare le impostazioni personalizzate dello strumento e richiamarle istantaneamente dal vivo. Sono ragazzi e ragazze che vogliono pattern e stili di accompagnamento vivaci e moderni, per fare musica attuale. Non sono pianisti accademici e, pertanto, non sempre dispongono della padronanza armonica per suonare gli accordi in tempo reale: per questo, a loro può tornare utile il supporto esecutivo del Chord Mode che agevola l’accesso alla progressione di accordi al tocco di un pulsante. Sono musicisti che producono le loro sequenze ed esigono quindi un registratore e lettore MIDI/audio di bordo per sfruttare MP3, WAV e SMF memorizzati in una memoria flash USB. Non si accontentano di suoni di base: richiedono un processore effetti che consenta di manipolare i suoni, come un feroce distorsore o un riverbero dall’ampio respiro, per dare un diverso carattere ai timbri musicali. Di più, come da tempi attuali, sono giovani tastieristi che accoppiano la tastiera ad un PC o ad un MAC e in questo senso potrebbero trarre notevole vantaggio dalla larga disponibilità di software gratuito incluso.
Ci piace
Leggerezza e autonomia
Chord Mode
Tre timbri in layer
Software in bundle
MIDI Out
Non ci piace
Selezioni a doppio tasto sul pannello
Assenza di arpeggiatore e Style Editor
INFO
Korg i3 €569,00
Ciao, mi sono accorto che la libreria di suoni della Korg I3 e della EK-50 è assolutamente IDENTICA nei nomi, solo con una piccolissima aggiunta di suoni finali nella I3. Ma questo significa che i preset che hanno lo stesso nome sono anche timbri IDENTICI??!!! se così fosse, non è una truffa di mercato nominare due tastiere con sigle diverse e metterci gli stessi suoni?? sono confuso, spiegatemi grazie!!
Ciao,
no… i due banchi di timbriche non sono identici, probabilmente hai letto le denominazioni di quei preset compatibili con lo standard General MIDI che – per convenzione – devono avere una denominazione identica, ma ciascun brand ha realizzato timbriche proprietarie per il proprio strumento. Nessun “plagio”…
Un saluto
R.Gerbi
grazie però ti ricordo che anche la EK-50 appartiene sempre a Korg ed è per questo che sono preoccupato, te lo sottolineo perchè dalla tua risposta quando mi scrivi che “ciascun brand ha realizzato timbriche proprietarie” mi fai sospettare che forse ti fosse sfuggito questa cosa. ti chiedo scusa ma essendo già proprietario di una EK-50 sto decidendo se acquistare (oppure no) anche una I3. E ovviamente la risposta a questa domanda discrimina l’acquisto. Grazie se mi risponderai!!
Si, hai ragione, ho confuso con altro prodotto di “casa Roland” dalla denominazione quasi analoga, sorry.
Korg EK-50 e I3 condividono la stessa architettura generale, tra cui il generatore sonoro (tra i due modelli le variazioni nei preset sono essenziali), quindi sconsiglio l’acquisto: meglio differenziare la palette timbri…
R.Gerbi